Si giuocava utilizzando le figurine che rappresentavano "Tarzan della
giungla" oppure i personaggi celebri dello Sport. In seguito furono utilizzate
anche le piccole rappresentazioni dei più celebri divi del cinema.
Si poneva in giuoco un certo numero di figurine che dovevano essere
capovolte grazie al un soffio ottenuto battendo la mano disposta a coppa
(a cuppenedde) sulla superficie scelta come campo di gioco e proprio vicino
al mucchio. Principiava a giocare il fortunato prescelto dalla sorte e
si proseguiva a rotazione. Il giocatore incassava le figurine che faceva
capovolgere e smetteva di battere quando le figurine rimanevano con le
facce rivolte verso l'alto.
ALLU CUCUCCIARE
Il giuoco consisteva nel far cadere in errore i partecipanti indicati
come cocuzza n. 1, cocuzza n. 2, cocuzza n.3, coc...
Prima d'avviare il giuoco era necessario avere un padrone dell'orto,
individuato tirando a sorte. Indi "lu cucucciare" avviava la
cantilena animata dalla contrapposizione:
"Allu cucucciare mia ce stevene doje checocce!
"*
La zucchina che aveva avuto assegnato il numero appena citato rispondeva:
"E pecché doje?" "E
quante ne jevene?" "Treja! "**
A questo punto interveniva la cucurbitacea n. 3 e...
"E pecché treja?" "E quante ne jevene?"
"Tutte lu cucucciare shkantate da sotta! “***
Altri numeri potevano essere citati liberamente. Il giuoco riprendeva
fino a quando uno dei partecipanti si dimenticava dì rispondere
o sbagliava la sequenza.
Trad.: * "Al mio cocuzzaro c 'erano due zucchine”
**"E perché due?" "E quante ne erano?" "Tre!"
*** "E perché tre?" 'E quante ne erano?" "Tutto il cocuzzaro
estirpato completamente...”
LU CERCHIE
Ogni bambino, a primavera, rispolverava il vecchio cerchio di legno
che veniva sospinto a percosse.Si correva in base alla velocità
imposta al cerchio con ogni colpo.Col tempo i vecchi cerchi di legno furono
sostituiti da quelli di ferro o di fili di ferro ricavati dai copertoni
delle auto.
A causa delle ridotte dimensioni del cerchio metallico fu necessario
inventare '”lu vossacerchie", una sottile asta di ferro che aveva il termine
ripiegato e voltato ad “U”. E' con quest'aggeggio che "lu cerchie" veniva
sospinto in avanti a velocità moderata.
PE' LA MARINA
E' un girotondo. I piccoli si dispongono a cerchio tenendosi per
mano. Poi cominciano a ruotare e cantano.
"Ce ne iame pe' la marina e ime perse lu 'ricchjne.
E pe' la marina nova zinghete mpò,
'mpò, 'mpò! “*
A questo punto tutti si accoccolavano. Spesso volutamente si cadeva,
così per ridere.
*Trad.: * "Ce ne andiamo per la marina / e abbiamo perso I 'orecchino. /Per la marina nuova / casco giù...
'NGHENOCCHIATE SANTUCCE
E' una cantilena dialogata tra un gruppo di bambine disposte a cerchio
ed una delle partecipanti che occupa già alla partenza il centro
del cerchio formato. Il gruppo invita la bambina in postazione centrale
ad inginocchiarsi:
"'Nghenocchiate santucce! Oli, oli, olà!
"
"E i' so' ‘gunicchiata! Oli, oli,
olà!
"E ditte na priéra! Oli, oli, olà!"
"La priéra me l ' eje ditta! Oli,
oli, olà!"
"Fatte menì lu sonne! Oli, oli, olà!"
"I' me so' addermuta! Oli, oli, olà".
Non appena la bimba chiudeva gli occhi, una partecipante interrompeva
il cerchio e posava un fazzoletto sulla testa della finta addormentata
"E chi t 'ha misse lu mante? Oli, oli. Olà!"
"Me I 'ha misse....”.
La bambina profferiva il nome di una delle compagne. e se indovinava
chi aveva ricoperto il suo capo veniva sostituita al centro proprio da
questa.
*Trad.: * ”Inginocchiati piccola santa! / Io mi sono inginocchiata! / Recita una preghiera! / Ho recitato le preghiere! / Fatti venire il sonno/ Mi sono addormentata! / Chi ti ha messo il manto? /Me l’ha messo.....