Era necessario un grande fazzoletto che veniva trattenuto agli angoli
da quattro concorrenti. V'era un capogioco che recitava:
"Alla lenta, alla lenta! Chi tira e chi allenta!"
Nel ripetere la filastrocca provvedeva ad indicare chi doveva tirare
il lembo e chi doveva allentare.Vincitore era chi rispettava in assoluto
i comandi.
ALLI PUPE
Un tempo le bambole di pezza, riempite di paglia, costituivano le originali
"Barbie" fatte in casa. Quelle dal volto di porcellana venivano acquistate
presso le baracche erette dai forestieri in occasione delle feste
patronali.
Con le "pupe" si animavano giuochi dalla lunga durata: le piccole s'improvvisavano
assennate mamme pronte ad accorrere ad ogni simulato richiamo e ben disposte
a preparare succulenti manicaretti finti. Il giuoco costituiva forse
la prima scuola delle future “donne” I bambini intervenivano impersonando
ruoli prettamente maschili: il padre, il dottore o il prete.
Era un giuoco maschile. Dopo aver scelto tra i concorrenti un giudice (la mammana), che faceva anche da testa di ponte, i concorrenti si dividevano in due squadre composte da un egual numero di partecipanti. Il primo gruppo doveva formare un lungo ponte ben saldo. Per far questo era necessario che ogni concorrente assumesse posizione reclina. Indi ognuno s'agganciava all'altro. Il primo trovava appoggio sulle ginocchia della cosiddetta “mammana” Poi, singolarmente e a turno, i concorrenti dell'altro gruppo dovevano "saltare in sella" e trovare posto sulla schiena dei malcapitati che "stavano sotto". Quando tutti si erano sistemati senza avere i piedi posati per terra, era necessario ripetere la formula: "Tre,tre! Giù, giù! Tre, tre! Giù, giù! Tre, tre! Giù, giù! Giù, giù e giù!". Se il ponte aveva ben retto, si provvedeva ad invertire i ruoli. Diversamente, si doveva nuovamente sottostare.
TRAD.:* “Cavadde logne “= ” Cavallo lungo”
ALLU SPACCHE
Entrò in voga non appena i viali di San Marco in Lamis furono pavimentati con mattonelle di cemento caratterizzate dalla presenza di minuscole cellette.I giocatori si disponevano a cerchio ed a turno lanciavano in aria una o più monete. "Faceva bottino" chi aveva fatto registrare il maggior numero di caselle con la moneta lanciata. "Spacche" era il peggiore risultato che poteva verificarsi. In questo caso la moneta sfortunatamente era caduta proprio sull'interstizio tra mattonelle.
PASSA PENTONE
Era un passatempo animato da più ragazzi muniti di "sugghietta"*
e dì "zajagghia"**. Uno dei partecipanti, condannato dalla sorte,
metteva a disposizione degli altri giocatori il suo giocattolo deponendolo
per terra: costituiva il bersaglio.
Si tirava a turno. Un colpo secco della mano svolgeva lo spago ordinatamente
avvolto attorno al paleo che ruotando vorticosamente raggiungeva i pressi
del luogo dov'era stata deposta la "sugghietta". Indi si tentava di accogliere
il paleo in movimento nella palma della mano e ci si dirigeva verso il
giocattolo fermo che subiva il colpo. i più provetti erano in grado
di raggiungere il bersaglio direttamente. Quasi sempre la sugghietta colpita
al primo tiro si spaccava.
Talvolta il paleo “scruffigghiava”*** : lo spago, avvolto male, non
imponeva il movimento rotatorio alla "sugghietta". Altre volte, per imperizia,
il giocatore non riusciva a colpire il bersaglio prima che il paleo smettesse
di ruotare. La posizione stante veniva assunta da chi aveva sbagliato il
colpo. Una variante del giuoco era "a canale" Il paleo di chi "stava sotto"
veniva spinto con ripetuti colpi nel"Canalone"
Trad.: * "Sugghietta" paleo ** "Zajagghia" = spago o cordoncino
ottenuto intrecciando fili di lana
"scruffigghiava" = non si svolgeva regolarmente.