RITIRO SPIRITUALE DI DOMENICA 6 NOVEMBRE 2005
“DA TANTO TEMPO SONO CON VOI E TU NON MI HAI CONOSCIUTO” (GV 14, 9a)
Domenica 6 novembre il Signore ha donato al nostro gruppo un giorno di grande gioia e di grazia straordinaria, chiamandoci in disparte per parlare con intensità al nostro cuore e farci crescere nella vita nello spirito, camminando sulla via della verità e dell’amore. La parola con la quale siamo stati interpellati con veemenza ed in modo accorato, per venire realmente indotti ad una sincera e radicale revisione di vita, è stata quella di Giovanni, sopra citata.
I momenti che hanno caratterizzato la giornata di spiritualità sono stati: la preghiera di lode comunitaria, l’insegnamento del fratello Pippo Viola, membro del Comitato regionale di servizio, e le condivisioni sul tema trattato, nell’arco della mattinata; la ripresa del tema con una breve esortazione spirituale, la preghiera di lode, l’adorazione silenziosa in Cappella, la conclusione con la S. Messa, celebrata dal parroco, p. Rinaldi, durante il pomeriggio.
PREGHIERA COMUNITARIA CARISMATICA
Con la preghiera di lode del mattino, lo Spirito Santo ha preparato tutti i cuori, per disporli ad accogliere l’istruzione forte, che sarebbe stata data durante il tempo della catechesi.
La prima parola che veniva donata all’assemblea faceva ardere il cuore , era Gesù che manifestava la sua viva presenza dicendoci “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!” (Lc 12, 49).
Come un Padre amoroso, mentre la lode e i canti ispirati addolcivano e dilatavano il cuore, Dio ci correggeva, ricordandoci che, dopo anni di cammino, dovremmo essere maestri, capaci di nutrimento solido, proprio degli uomini fatti, e non avere bisogno dei primi elementi dell’istruzione e di latte e miele come i bambini (Eb 5, 12-14). Ci invitava poi ad avere coraggio (Mt14,27) e ad indossare con rapidità e destrezza le armi dello spirito per affrontare il combattimento spirituale (Ger 46,3-4).
E mentre il canto in lingue si innalzava, rafforzando l’uomo interiore, per renderlo capace di affrontare vittoriosamente la lotta, compiendo la volontà di Dio, la Parola profetica assicurava ulteriori effusioni di Spirito Santo (Is 32, 15-20), ricordava che siamo un solo corpo e un solo spirito, richiamava all’amore, alla comunione, all’unità (Ef 4,4-6).
SINTESI DELL’INSEGNAMENTO DI PIPPO VIOLA SU GV 14,9
Infinito è l’amore di Dio per noi, il Signore ci ha chiamato a contemplare e riconoscere questo amore. Egli vuole la nostra gioia, pace, vita in abbondanza, non vuole toglierci nulla, ma arricchirci. Dobbiamo recuperare nei nostri gruppi la fraternità, che nasce dalla comune figliolanza con Dio. Ci dice il Signore che da tanto tempo è con noi e non l’abbiamo riconosciuto.
Dio ci ha creati perché ci ha amati, fin dall’eternità ci ha messi sulla terra, ma non si è voluto separare da noi nemmeno per un attimo, infatti nel Battesimo abbiamo ricevuto lo Spirito Santo e dove c’è lo Spirito Santo ci sono Gesù e il Padre, perché Dio è Trinità e le tre Persone divine non vivono separate. Dio è venuto ad abitare nel nostro cuore perché il suo Amore è così infinito che non si può separare da noi nemmeno per un attimo. E risuonano le parole “Dove sono Io è anche il Padre”, “Chi ha visto Me, ha visto il Padre”, “Beati i puri di cuore , perché vedranno Dio”.
Ma questo sforzo per diventare puri di cuore e vedere Dio non si vede. Il vero combattimento spirituale di cui il Signore ci ha parlato, durante la preghiera di lode, non è con le armi, ma è far scendere la Parola di Dio in noi e viverla, è la capacità di educarsi a vivere la Parola.
Educhiamo noi stessi alla Parola di Dio, fino a quando questa diventi abitudine quotidiana ad operare? Dio è amore, mio Padre è amore. Amiamo? O ci giudichiamo e parliamo male? Chi giudica si sente migliore, si mette su un piedistallo.
Abbiamo bisogno di essere amati e di amare: è la nostra identità, simile a quella di Dio, abbiamo somiglianza nello spirito con Lui. Dio ci ha dato un corpo di materia, strumento dello spirito, e per mediare tra corpo e spirito, ci ha dato la mente e l’intelligenza.
Come educhiamo? Ai bambini insegnamo ad essere belli, forti, sani, intelligenti, se non lo sono ci rattristiamo; quando crescono li istruiamo sull’importanza del lavoro, della posizione sociale, del matrimonio… Alla fine della vita ci chiederemo: cosa ho dato a mio figlio? Educa la vita, non le parole. Abbandonarsi alla Provvidenza: chi l’insegna? Ma il Vangelo dice: “Cercate prima di tutto il Regno di Dio e il resto vi sarà dato in sovrappiù”, “Di queste cose si occupano i pagani”. La nostra mentalità rimane dunque pagana.
Mai mancherà provvidenza e assistenza. Dobbiamo ridare il giusto significato ad ogni cosa. Il cibo serve per il nutrimento ed il vestito per la decenza. Le paure le ha create ad arte il demonio, per opprimere l’umanità, ma Gesù ci dice: “prendete su di voi il mio giogo perché è soave e leggero”.
Siamo oppressi da tanti pesi che ci portiamo dentro: il domani, il posto, l’anima gemella, la salute…:ciò ci fa diventare possessivi, avidi ed egoisti. L’arte del diavolo è di mettersi in mezzo tra noi e Dio, per farci perdere la pace, la gioia, la serenità, la libertà.
Dunque il Signore ci ha dato una identità, ma noi abbiamo voluto cambiare direzione. O sei testimonianza o non sei affatto il Vangelo. La prova che abbiamo conosciuto Dio è se lo riconosciamo con la testimonianza della vita davanti a tutti gli uomini.
La nostra attenzione in realtà è per il corpo, mentre siamo stati chiamati ad una vita ben diversa. Non siamo chiamati a truccarci, a fare cure dimagranti, ad andare in palestra per scolpire il corpo…Siamo stati chiamati a convertirci: questo figlio era morto, ora è vivo; era perduto, ora è ritrovato. Il Signore vuole darci la vita e in abbondanza.L’effusione dello Spirito dà la capacità di cominciare a mettere in pratica il Vangelo. Gesù è venuto per risanarci nello spirito: dobbiamo recuperare la somiglianza perduta. Se la fede è entrata in crisi, la casa non era costruita sulla roccia, c’era solo un adattamento, un compromesso con Dio.
Qual è il piano di Dio su ognuno di noi? Il Vangelo è il mio progetto di vita. E’ difficile mettere in pratica il Vangelo, lo dicono tanti, ma Dio non mette pesi che non si possono portare.
La vita è fatta d’amore, di relazione con gli altri, anche il lavoro è uno strumento di santificazione secondo cui si realizza il regno di Dio, dobbiamo fare tutto con amore. Il regno dei cieli abita in noi. Ognuno di noi è un tabernacolo vivente inabitato da Dio, Gesù l’abbiamo a casa, come lo trattiamo? Come tratto il marito, la moglie, i figli? I figli ci sono affidati dal Signore. E’ Dio che ha fatto la vita, tutte le altre teorie sono bugiarde. E sul posto di lavoro, a scuola, in ufficio, come tratto gli altri? Ringrazio il Signore perché mi dà la grazia di faticare e servire? Rifiuto il lavoro di casa perché non dà retribuzione né merito?
Il regno di Dio non è fatto solo di parole e preghiera, ma di fatti. Se la mamma lavora cantando, è stanca ed è contenta, il bimbo capirà che la pace viene da Dio. Gesù trasforma la nostra vita, dobbiamo sempre vivere col Signore e le nostre azioni devono scaturire dallo Spirito Santo.Allora, quando pregheremo, si apriranno i cieli perché saremo puri di cuore e potremo veramente contemplare il Signore! Chi vive così verrà ascoltato, parlerà con autorità. Non è una bontà bigotta, ma una bontà che dà testimonianza. Essere buoni non significa essere sciocchi, gli uomini di Dio sono dinamici, costruttivi, attivi, mossi dallo Spirito rinnovano la faccia della terra.
Chi è chiamato da Dio sente una responsabilità più grande in tutti gli ambiti della sua vita, lotterà e lavorerà finchè non si realizzi la sua volontà , allora vivrà profondamente la sua chiamata.
Dobbiamo dunque guardare la vita con gli occhi dell’Altissimo, dalla sua ottica, non dalla nostra e sperimenteremo grazie e pioggia di benedizioni. Quando il Signore si presentò ad Abramo, questi lo riconobbe e credette totalmente in Lui. Come Abramo, dobbiamo accogliere la volontà divina con corpo, mente, cuore, disponibilità totale. Dobbiamo riconoscere Gesù come i discepoli di Emmaus e non suonare più la campana a morto, ma cambiare direzione decisamente e gioiosamente.
Guardiamo l’umanità con gli occhi di Dio,gli elementi materiali certo ci vogliono, come le sedie per fare questo nostro incontro, ma non è questo l’essenziale. Allora cambieremo prospettiva, vedremo negli altri tutti i doni dello Spirito, perché ci metteremo vicino al Signore che vuole aprirci gli occhi, perché possiamo riconoscerlo, avere la vita piena ed averla in abbondanza.
Cambiamo dunque rotta, disponiamo il cuore a lasciarsi convertire, rinnoviamo veramente la nostra vita sulle orme di Cristo. Allora testimonieremo con le azioni che abbiamo veramente conosciuto il nostro Signore Gesù. Amen.
ESORTAZIONE SPIRITUALE
Alla ripresa pomeridiana, i fratelli si sono confrontati su una forte esortazione del Signore (Gc 1, 21-25), che invitava a deporre ogni residuo di malizia, ad accogliere con docilità la parola seminata e a trasformarla in azione, a non illuderci di essere rinnovati se ci limitiamo solo ad ascoltare la parola. Troverà felicità chi fissa lo sguardo sulla legge perfetta dell’amore e della libertà, le resta fedele e la mette in pratica. La legge del Signore è la nostra gioia.
PREGHIERA DI LODE E ADORAZIONE
Dalla parola di Giacomo, è scaturita una lode potente sulla Parola di Dio, sulla quale tutti vogliamo fissare lo sguardo per realizzarla nella nostra vita. Il Signore ha ribadito che i suoi progetti sono di pace e che ci concede un futuro pieno di speranza. Ancora una volta ci ha poi invitati a fare la sua volontà ed Egli trasformerà la nostra acqua in vino.
Con l’invocazione Maranathà, il canto “Santo Spirito, vieni!”, le parole profetiche che promettevano il dono dello Spirito (At 2, 17-18), la presenza continua di Dio presso la gente di Israele suo popolo (Ez 34, 30) e invitavano ad ascoltare, vivere, testimoniare e tramandare ai figli la legge di Dio (Dt 6, 4-8), la preghiera si chiudeva mentre ad uno ad uno ci trasferivamo in cappella per un momento di adorazione silenziosa, durante la quale ciascuno ha personalmente interiorizzato tutto quello che lo Spirito Santo aveva fatto scendere nel cuore.
CELEBRAZIONE EUCARISTICA
La S. Messa e l’unione con Gesù Eucaristia hanno gioiosamente coronato la giornata.