Dati forniti da Aida e Federazione Strade del Vino aggiornati al marzo 2009
Info:
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Questi itinerari sono di, ed hanno il copyright: © 2007 Toscana Promozione - Agenzia di Promozione Economica della Toscana
Conoscere la Toscana a partire dal proprio olfatto: è il curioso e stimolante
invito di questa guida. Sono i nostri straordinari vini, l’inimitabile olio
extravergine, i nostri innumerevoli prodotti tipici che si incaricano di
condurre il lettore attraverso le bellezze storiche, artistiche, attraverso il
patrimonio naturalistico del nostro territorio. Gli itinerari che si snodano
attraverso le strade del vino, dell’olio, dei sapori ci consentono di incontrare
di persona la ricchezza e la varietà delle nostre produzioni di punta ma anche
di conoscere da vicino il contesto da cui provengono queste espressioni così
vive della nostra cultura e della nostra tradizione enogastronomica. Da queste
pagine provengono un’infinità di stimoli, di idee, di proposte indirizzate a
tutti: ai toscani che vogliono approfondire la conoscenza della loro terra, ai
turisti appassionati di vino e di sapori della nostra regione. Le opzioni sono
infinite: la Toscana ha il record dei vini certificati dall’Unione
europea (ben 41 tra Doc e Docg), conta ben 19 produzioni alimentari a
denominazione di origine e nel censimento dei prodotti tipici ne segnala ben
451. E tutto questo mondo, rappresentato da migliaia di fattorie, di cantine, di
frantoi si incrocia
mirabilmente con la rete dei musei, dei castelli, dei borghi, delle città
d’arte, con i richiami della costa, con la natura dei parchi. Auguro a tutti voi
di un felice cammino lungo queste strade, alla scoperta dei gusti della Toscana,
ma anche alla ricerca degli infiniti volti della sua bellezza.
Susanna Cenni Assessore all’agricoltura della Regione Toscana
La strada del vino risale la valle del fiume Magra, parte da Massa e giunge fino a Pontremoli. Risalendo il fiume Serchio, in Garfagnana, all’altezza di Borgo a Mozzano incontriamo il ponte della Maddalena, detto Ponte del Diavolo, a dorso d’asino. Arrivati al ponte di Calavorno è d’obbligo una deviazione verso l’Orrido di Botri, una profonda gola calcarea. Raggiunto Tereglio, saliamo per circa 15 km fino a Ponte a Gaio da cui possiamo godere di una vista straordinaria dell’Orrido. Proseguendo ecco Castelnuovo Garfagnana, ricca di monumenti ed edifici notevoli. Anche in Lunigiana possiamo ammirare bellissimi borghi medioevali e trovare mulini in funzione: a Fivizzano, vicino alla Pieve di Sorano, alla Rocca Sigillina e a Zeri. Fra le tante pievi sparse notevole è quella di Pognana. Lasciamo la Lunigiana con una visita allo splendido Castello Malaspina di Fosdinovo. Siamo vicino alle Alpi Apuane, dove da millenni si estrae il marmo che è servito a Michelangelo e a molti altri grandi scultori. Tra ferrovie marmifere, cave e canali raggiungiamo le Cave di Colonnata, località nota per il lardo, le Cave dei Fantiscritti, che prendono il nome dal bassorilievo romano qui trovato, e le Cave di Ravaccione.
Museo Etnografico Provinciale “Don Luigi Pellegrini”, via del Voltone 14, Castiglione di Garfagnana (Lucca), tel. 0583 649072; | |
Museo del Castagno, Colognora Val di Roggio, Pescaglia (Lucca), tel. 0583 358159; | |
Museo Etnologico delle Apuane “Luigi Bonacoscia”, via Oliveti 81, Massa, tel. 0585 252644; | |
Museo Etnografico della Lunigiana, via dei Mulini 100, Villafranca in Lunigiana (Massa Carrara), tel. 0187 493417; | |
Museo del Lavoro e delle Tradizioni Popolari della Versilia Storica, via del Palazzo 358, Seravezza (Lucca), tel. 0584 756100; | |
Museo Civico del Marmo, viale XX settembre, loc. Fossola, zona stadio, Carrara, tel. 0585 845746; | |
Museo di Storia Naturale della Lunigiana, Fortezza della Brunella, Aulla (Lucca), tel. 0587 420374. |
Il cibo che meglio rappresenta la civiltà garfagnina è la castagna, che ha
costituito per anni la principale fonte di sostentamento, ma forse il prodotto
più celebre è il Farro della Garfagnana (Igp), proposto soprattutto come
minestra.
La Lunigiana è invece terra del lardo di Colonnata (Igp) il lardo di
maiale bianco, latteo, prodotto da tempo immemorabile nel paesino omonimo. Il
lardo dal maiale, diviso in pezzi regolari, viene massaggiato a lungo con un
composto di sale,
spezie ed erbe aromatiche e quindi disposto in teche di marmo dove resta a
insaporire per alcuni mesi. Da non perdere i testaroli, specie di crépe
cotte nei “testi” (dischi di ghisa o ferro) direttamente sul fuoco, gli
sgabei (strisce di pasta
fritta) e i panigacci, focacce di acqua e farina cotte in forni a legna
in terrine di coccio sovrapposte l’una sull’altra. Fra gli altri prodotti
ricordiamo:
il Fungo di Borgotaro (Igp); | |
la Farina di Neccio della Garfagnana (Dop); | |
il Miele della Lunigiana (Dop); | |
l’Olio extravergine di oliva di Lucca (Dop); | |
il Miele della valle del Serchio (Dop). |
In zona si producono inoltre:
Olio extravergine di oliva Toscano Igp, | |
Prosciutto Toscano Dop, | |
Salame Toscano (Igp in fase di riconoscimento), | |
Finocchiona Toscana (Igp in fase di riconoscimento), | |
Suino Cinto Toscano (Dop in fase di riconoscimento), | |
Miele toscano (Igp in fase di riconoscimento), | |
Pane Toscano (Dop in fase di riconoscimento), | |
Pecorino Toscano Dop. |
Questo angolo di Toscana, nonostante la sua conformazione montagnosa, può
contare su due vini a denominazione di origine controllata, il Candia dei Colli
Apuani Doc (Vermentino bianco al 70/80% e Albarola al 10/20%; sono ammessi un
25% di Trebbiano toscano e Malvasia del Chianti) e il Colli di Luni Doc (Vermentino
35-75% e Trebbiano Toscano 25-40%) che si trova nel comprensorio dei Colli di
Fosdinovo, Podenzana e Caprigliola. Il rosso è un Sangiovese 60-70%, Canaiolo,
Pollera Nero, Ciliegiolo Nero minimo 15%, idonei a bacca nera massimo 25%.
Ingredienti per la pasta:
300 g di farina | |
100 g di burro | |
2 tuorli d’uovo |
Per il ripieno:
300 g di spinaci lavati | |
200 g di zucchine | |
75 g di zucchero | |
50 g di pinoli | |
30 g di uvetta | |
1 uovo | |
1 arancia | |
2 cucchiai di parmigiano | |
½ cucchiaio di cannella | |
½ cucchiaio di noce moscata | |
sale |
Preparazione:
Fate un impasto con la farina, il burro ammorbidito e 2 tuorli d’uovo;
lavoratelo a mano su di una spianatoia fino a ottenere una pasta morbida. Fate
una palla e lasciatela riposare in un luogo tiepido per circa due ore. Tagliate
a piccoli pezzi le
zucchine e gli spinaci lavati, fatti sgocciolare e infi ne cotti in una noce di
burro finché non saranno morbidi. Quando spinaci e zucchine saranno tiepidi,
aggiungete lo zucchero, i pinoli, l’uvetta ammorbidita in acqua tiepida, 1 uovo
sbattuto, 2
cucchiai di scorza d’arancio, il parmigiano grattugiato, la cannella, la noce
moscata e infine un pizzico di sale. Spianate con il mattarello ¾ della pasta e
disponetela in uno stampo imburrato e infarinato, versate le verdure e terminate
con la decorazione a rete di piccole strisce di pasta.
Infornate la torta a 190°C per 25/30 minuti dopo averla spennellata con del
rosso d’uovo sbattuto. È ottima tiepida.
Associazione Strada del Vino dei Colli di Candia e Lunigiana Via Crispi 11, Massa | |
Tel. 0585 816574, | |
338 8853067 | |
Fax 0585 865539 | |
www.stradadelvino.ms.it | |
Mail: info@stradadelvino.ms.it | |
Apt Massa Carrara Lungomare Vespucci 24, Marina di Massa | |
Tel. 0585 240063 | |
Fax 0585 869015 | |
www.aptmassacarrara.it | |
Mail: info@aptmassacarrara.it |
L’itinerario tocca la città di Lucca (il Duomo, le altre splendide chiese e
l’antica cinta muraria) e sale sulle colline, a partire da Pieve S. Stefano per
scendere fino a S. Gennaro e, oltre Montecarlo, verso le colline di Porcari e
Altopascio. Oppure
si può cominciare proprio da Montecarlo. Da visitare il Castello di Cerruglio,
la romanica Collegiata di Sant’Andrea e la bellissima Pieve di San Piero in
Campo le cui fondamenta risalgono all’846. Interessante per una gita (anche in
bici) il percorso che da Montecarlo arriva alla Pieve di Santo Stefano e a Ponte
a Moriano. Continuando la strada in direzione Pescia, giriamo a sinistra
all’indicazione per Collodi: dopo un chilometro troviamo la deviazione per Villa
Garzoni e per il
famoso Parco di Pinocchio. La villa di Collodi è circondata dal bellissimo
giardino barocco, uno dei pochi in Europa rimasto pressoché immutato. Andando
verso Saltocchio, possiamo ammirare molte altre ville; poco oltre, ecco la Villa
Reale di Marlia, residenza di campagna di Elisa Baciocchi Bonaparte.
Museo della Civiltà Contadina della Piana di Lucca, via Romana Ovest 16, Capannori (Lucca) tel. 0583 935808; | |
Mostra Permanente Attrezzi di Vita Contadina, via Sottomonte, San Leonardo in Treponzio, Capannori, tel. 0583 90104/90089. |
L’Olio extravergine di oliva Lucca (Dop) è prodotto con olive Frantoio per almeno il 70% e per il restante da Leccino, Moraiolo e Pendolino. La raccolta manuale delle olive ("brucatura") e le particolari condizioni microclimatiche danno un olio d’oliva fruttato al giusto punto di maturazione, con un equilibrio complessivo tra sensazione di dolce e piccante. Tipica della cucina locale è la minestra garmugia, unione di verdure e carne. Così come le torte salate, con i carciofi , le cipolle o le patate. Nella cena della vigilia di Natale vengono serviti i cavoli acciugati; il piatto del giorno di festa è invece costituito dai tordelli, pasta ripiena di carni miste e bietola, condita con ragù saporito. Anche le trote con bietole saltate in padella sono un piatto tradizionale. Il dolce per antonomasia è il buccellato, fatto con pasta di pane, burro e zucchero, arricchita di uvetta e semi di anice. Le altre produzioni tipiche della zona sono:
Olio extravergine di oliva Toscano Igp, | |
Prosciutto Toscano Dop, | |
Salame Toscano (Igp in fase di riconoscimento), | |
Finocchiona Toscana (Igp in fase di riconoscimento), | |
Suino Cinto Toscano (Dop in fase di riconoscimento), | |
Miele toscano (Igp in fase di riconoscimento), | |
Pane Toscano (Dop in fase di riconoscimento), | |
Pecorino Toscano Dop. |
I vini delle Colline Lucchesi e di Montecarlo hanno un’origine molto antica
che porta fino agli Etruschi; il nome originario di Montecarlo era Vivinaria o
Vivinaia, ovvero “via vinaria”. Il Montecarlo Doc si suddivide in: Montecarlo
bianco, che prevede Trebbiano toscano al 40-60%; Semillon, Pinot grigio, Pinot
bianco, Sauvignon, Roussane e Vermentino, per un altro 40-60%, con almeno tre
vitigni presenti nella proporzione del 10%; Montecarlo rosso, con Sangiovese al
50-75%; Canaiolo al 5-15%; Ciliegiolo, Colorino, Malvasia nera, Sirah, Cabernet
Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, da soli o congiuntamente, 10-15%; idonei
massimo 20%. Il bianco è ottimo per accompagnare primi piatti a base di pesce e
carni bianche;
il rosso si accompagna a carni grigliate. Abbiamo poi il Colline Lucchesi Rosso
(Sangiovese 45-70%, Ciliegiolo e Canaiolo massimo 30%, Merlot massimo 15%,
Aleatico e Moscato massimo 5%) e il Colline Lucchesi Bianco (Trebbiano toscano
45-70%, Greco, Grechetto, Vermentino bianco e Malvasia del Chianti massimo 45%,
Chardonnay e Sauvignon massimo 30%, idonei a bacca bianca massimo 15%). Il rosso
è perfetto con il ragù di coniglio, i fegatelli di maiale e il cacciucco alla
viareggina. Il bianco si abbina agli antipasti di mare e alle verdure.
Ingredienti:
600 g di farro | |
500 g di fagioli toscanelli freschi | |
200 g di pomodori pelati | |
100 g di pancetta | |
½ cipolla tritata | |
1 gambo di sedano a dadini | |
1 spicchio d’aglio schiacciato | |
qualche foglia di salvia | |
noce moscata | |
olio | |
sale |
Preparazione:
Mettete a bollire i fagioli per circa 1 ora e mezzo finché non sono teneri.
Quando saranno cotti scolateli, mettetene da parte circa ¼ con la loro acqua e
passateli col passaverdura. A parte soffriggete in olio extravergine di oliva la
pancetta tagliata non troppo finemente, la cipolla tritata, il sedano, la
salvia, l’aglio, un pizzico di noce moscata. Quando la cipolla sarà appena
dorata aggiungete i pomodori pelati (senza semi e possibilmente passati al
setaccio), sale e pepe. Fate cuocere,
mescolando per un quarto d’ora, poi aggiungete la purea di fagioli e allungate
il tutto con un po’ della loro acqua. A questo punto potete aggiungere il farro,
bollito a parte precedentemente per circa 2 ore. Continuate la cottura per circa
mezz’ora, sempre mescolando e aggiungendo l’acqua dei fagioli, se necessario,
per mantenere una buona liquidità. A 10 minuti dalla fi ne aggiungete i fagioli
interi (che avevate messo da parte) e servite la zuppa ben calda senza
dimenticare un filo d’olio extravergine d’oliva.
Associazione Strada del vino e dell’olio Lucca e Montecarlo, Via di Celli 52, S. Gennaro Capannori (Lucca) | |
Tel. 0583 909034 | |
348 0368293 | |
Fax 0583 978742 | |
info@stradavinoeoliolucca.it | |
www.stradavinoeoliolucca.it | |
Apt Lucca, Piazza Guidiccioni 2, Lucca | |
Tel. 0583 919931 | |
0583 91991 | |
Fax 0583 490766 | |
0583 419689 | |
www.luccaturismo.it | |
Mail: aptlucca@lucca.turismo.toscana.it |
Sul percorso della Strada dei sapori e dei colori i turisti trovano una
curiosa e utile “segnaletica parlante”, un numero di telefono e un codice che
permettono di avere una sorta di audioguida chiamando con il cellulare. Il
territorio è diviso in tre
percorsi. Quello rosso parte da Sambuca Pistoiese, con il suo antico castello,
scende attraversando borghi e paesi verso la città di Pistoia, dove suggeriamo
di visitare almeno la Appennino Pistoiese piazza del Duomo con la cattedrale, il
battistero, il campanile, il palazzo comunale. Si prosegue quindi verso Montale,
antico feudo dei conti Guidi. Il percorso giallo conduce invece da Pescia al
castello di San Quirico, si dirama fra borghi e boschi fino a toccare a nord
Croce a Veglia e Lanciole, a sud Marliana. Il percorso verde, infine, privilegia
le escursioni sull’Abetone e a Cutigliano, Piteglio e San Marcello Pistoiese.
Museo della Cultura Contadina, piazza della Chiesa 5, Casore del Monte, Marliana, tel. 0587 55245 - 380 2935644; | |
Mulino di Giamba e di Berto e la Via del Carbone, via di Paoluccio, Orsigna (Pistoia), tel. 0573 490101 / 368013; | |
Museo della Gente dell’Appennino Pistoiese, via degli Scoiattoli, Rivoreta, Cutigliano, tel. 0573 68652 / 368013; | |
Polo Didattico della Pietra, Pàvana, Sambuca Pistoiese, tel. 0573 368013; | |
Orto Botanico Forestale dell’Abetone, località Fontana Vaccaia, via del Brennero 49, Abetone, tel. 0573 60363; | |
Ferriera Sabatini, via delle Chioderie, Pracchia (Pistoia), tel. 0573 368013; | |
Museo del Ferro, località Pontepetri, San Marcello Pistoiese, tel. 0573 368013. |
In via di riconoscimento troviamo due produzioni caratteristiche della zona, gli Agrumi ornamentali della Toscana Igp e la Magnolia di Pistoia Igp. Tra i fiori all’occhiello delle produzioni locali troviamo il Fagiolo di Sorana Igp: bianco, piccolo e schiacciato, dal sapore molto delicato, era apprezzato anche da Gioacchino Rossini. Tipici sono anche:
il Pecorino a latte crudo delle Montagne e Valli pistoiesi (Dop in fase di riconoscimento) | |
la Farina dolce di castagne della Montagna Pistoiese (Igp in fase di riconoscimento) |
Altri prodotti che possiamo trovare lungo il percorso sono:
Olio extravergine di oliva Toscano Igp, | |
Prosciutto Toscano Dop, | |
Salame Toscano (Igp in fase di riconoscimento), | |
Finocchiona Toscana (Igp in fase di riconoscimento), | |
Suino Cinto Toscano (Dop in fase di riconoscimento), | |
Miele Toscano (Igp in fase di riconoscimento), | |
Pane Toscano (Dop in fase di riconoscimento), | |
Pecorino Toscano Dop. |
Ingredienti per 6 persone:
500 g di patate (del Melo) | |
250 g di farina di castagne della Montagna Pistoiese | |
150 g di farina bianca 00 | |
sale q.b. | |
pepe q.b. | |
olio extravergine d’oliva | |
200 g di salsiccia | |
200 g di funghi porcini freschi della Montagna Pistoiese | |
oppure 30 g di funghi porcini secchi della Montagna Pistoiese | |
2 spicchi d’aglio | |
prezzemolo | |
100 g di pecorino a latte crudo della Montagna Pistoiese. |
Preparazione:
Lessate le patate con la buccia, sbucciatele, passatele e aggiungete la farina
di castagne e la farina bianca, un pizzico di sale e una manciata di pecorino
grattugiato, lavorate finché l’impasto non avrà la giusta consistenza dopodiché
dividete il
composto in panetti che dovranno essere rotolati sulla spianatoia fino a formare
lunghi cordoni tondeggianti, di circa 2 cm di spessore. Tagliate con un coltello
a formare gli gnocchetti (circa 2 cm per 1,5 cm). In una padella fate rosolare i
2 spicchi d’aglio interi e “in camicia”, aggiungete la salsiccia spellata e
ridotta a pezzetti, dopo due minuti aggiungete i funghi (se usate quelli secchi
ammorbiditeli in acqua tiepida), salate e pepate. Cuocete gli gnocchetti in
acqua bollente salata fintanto che non vengono a galla, quindi saltateli in
padella e cospargeteli con il prezzemolo tritato e con il rimanente pecorino
grattugiato.
Associazione Strada dei Sapori e dei Colori dell’Appennino Pistoiese Via Tigri 24, Cutigliano (Pistoia) | |
Tel. 0573 688009 | |
Leader_appennino@tiscali.it | |
Apt Abetone Pistoia Montagna Pistoiese Via Marconi 70, San Marcello Pistoiese (Pistoia) | |
Tel. 0573 630145 | |
Fax 0573 622120 | |
Mail: info@pistoia.turismo.toscana.it | |
www.pistoia.turismo.toscana.it |
La Strada del “Marrone” si snoda attorno a Marradi: da lungo tempo questa
cittadina lega la propria storia e il proprio nome al castagno, detto anche
“albero del pane”, che fi no a non moltissimo tempo fa era quasi l’unica fonte
di sussistenza
per la gente di montagna. Tra le Strada del Marrone del Mugello di Marradi città
di Firenze e Ravenna, Marradi è raggiungibile in treno anche con la storica
linea ferroviaria faentina. La cittadina ha una struttura che poco ha a che
vedere con i paesi di montagna e ricorda invece le città signorili: basta vedere
la piazza delle Scalelle, sulla quale si affacciano il Palazzo Comunale con il
loggiato, il seicentesco Palazzo Fabroni, il Palazzo del Cannone e l’antica
Chiesa del Suffragio. Altri scorci suggestivi del paese sono via Fabbrini,
l’antica meridiana in Vicolo Torre, il Palazzo Torriani e il Teatro degli
Animosi. Tappa obbligata è poi la casa del poeta Dino Campana. Altri luoghi
interessanti sono l’Abbazia di S. Reparata (con opere della Scuola del
Ghirlandaio), l’Abbazia di Crespino e l’Eremo di Gamogna. Come punto panoramico
suggeriamo la Rocca del Castiglionchio, fortificazione del VI secolo. Nei
dintorni di Marradi le escursioni naturalistiche possono seguire
qualsiasi percorso: i boschi e le strade poco battute sono perfetti per il
trekking, le passeggiate a cavallo o la mountain bike.
Museo della Vita e del Lavoro delle Genti di Montagna, piazza Alpi 1, Palazzuolo sul Senio (Firenze), tel. 055 8046114; | |
Museo della Civiltà Contadina ed Artigiana, piazza del Podestà 8, Palazzuolo sul Senio (Firenze), tel. 055 80460114 / 8046130. |
Nella produzione del Marrone del Mugello Igp Marradi ha un ruolo di
primo piano. La gastronomia locale offre quindi tutte le ricette per apprezzare
al meglio il prodotto per eccellenza di questi boschi, come testimonia la Sagra
delle Castagne
in ottobre. Tra i prodotti pregiati del luogo si trovano inoltre piatti a base
di funghi, polenta, tortelli, salumi, sughi e secondi piatti a base di
cacciagione.
Altri prodotti tradizionali che possiamo trovare qui sono:
Prosciutto Toscano Dop | |
Salame Toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Finocchiona Toscana (Igp in fase di riconoscimento) | |
Suino Cinto Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Miele toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Pane Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Pecorino Toscano Dop |
Ingredienti
Per la sfoglia:
200 g di farina | |
1 noce di burro | |
latte quanto basta | |
acqua quanto basta |
Per l’impasto:
1 kg di marroni | |
1 litro di latte | |
4 uova | |
400 g di zucchero | |
1 bustina di vanillina | |
mezzo bicchiere di rhum | |
2 cucchiai di alchermes | |
un pizzico di sale | |
un limone (la buccia grattugiata) |
Preparazione:
Scottate i marroni (dopo averli incisi) su fiamma viva con la padella
bucherellata per un paio di minuti, sbucciateli e bolliteli in acqua salata per
un’oretta. Scolateli e passateli al setaccio. Aggiungete lo zucchero, la buccia
di limone, la vanillina, il rhum e l’alchermes. Sbattete le uova e aggiungetele
alla purea di marroni. Dopo aver lasciato riposare il composto per un paio
d’ore, unite anche il latte mescolando bene. Preparate la sfoglia impastando la
farina con una noce di burro, latte e acqua quanto basta; tirate la pasta con il
matterello e rivestite con la sfoglia una teglia, versate l’impasto di marroni
(dovrebbe raggiungere tre o quattro centimetri d’altezza). Cuocete in forno già
caldo a 120 gradi per circa tre ore; la torta è pronta se bucandola con uno
stuzzicadenti questo rimane asciutto.
Associazione Strada del Marrone del Mugello di Marradi Piazza Scalelle 1, Marradi (FI) | |
Tel. 333 9376372 | |
328 8127597 | |
Fax 055 8045803 | |
stradadelmarrone@libero.it | |
www.sagradellecastagne.it | |
Ufficio Turistico Tel./fax 055 8045170 | |
Mail: info@pro-marradi.it | |
www.pro-marradi.it | |
www.comune.marradi.it |
La Strada dei Sapori si snoda nella vallata del Casentino racchiusa dalla
dorsale del Pratomagno, dal Monte Falterona e dall’Alpe di Catenaria. Si può
iniziare percorrendo la SR 71 toccando le tappe di Rassina, Pieve di Socana,
Talla e Bibbiena,
cittadina dalle caratteristiche medievali e rinascimentali. Ci dirigiamo verso
Ortignano-Raggiolo, sede dell’ecomuseo della castagna, e finalmente troviamo
Poppi, con il suo antico castello appartenuto ai conti Guidi. Castel San Niccolò
(con i resti
del castello) e Montemignaio sono altre tappe che conducono a Pratovecchio, e
poco lontano alla splendida pieve romanica di Romena, che affiaanca le rovine di
un castello. Ci dirigiamo quindi a Stia con la sua pieve di S. Maria Assunta, e
andiamo
verso l’eremo di Camaldoli, immerso nel Parco Nazionale delle Foreste
Casentinesi; altro luogo dello spirito è la Verna, il sacro monte di San
Francesco d’Assisi, dove sono anche conservate delle terracotte invetriate di
Andrea della Robbia.
L’Ecomuseo del Casentino (Comunità Montana Casentino, tel. 0575 507227), che comprende: | |
Museo della Civiltà Castellana, Talla (Arezzo), tel. 0575 597512; | |
Museo della Castagna, via Molino, Ortignano Raggiolo (Arezzo), tel. 0575 539214; | |
Museo della Polvere da Sparo e del Contrabbando, via Verna, Chitignano (Arezzo), tel. 0575 596713; | |
Museo del Carbonaio, Castel San Niccolò, Cetica (Arezzo), tel. 0575 555280; | |
Museo del Bosco e della Montagna, Stia (Arezzo), tel. 0575 503965 / 529263; | |
Museo dell’Acqua, Località La Nussa, Capolona (Arezzo), tel. 0575 423931 / 507227; | |
Centro di Documentazione della Cultura Rurale del Casentino, Torre di Ronda, Castel Focognano (Arezzo), tel. 0575 51541; | |
Museo della Casa Contadina, località Castelnuovo di Subbiano (Arezzo), tel. 0575 421742. |
Da visitare, inoltre:
Castello di San Niccolò, località Strada in Casentino (Arezzo), tel. 0575 572961; | |
Mulino del Bonano, località Bonano 67, Castel di Focognano (Arezzo), tel. 0575 597465; | |
Museo Statale di Palazzo Taglieschi, via Mameli 16, Anghiari (Arezzo), tel. 0575 788001; | |
Museo Archeologico del Casentino, loc. Partina, Bibbiena (Arezzo), tel. 0575 593791 /559477; | |
Museo Forestale Carlo Siemoni, via Nazionale 14/b, Badia Prataglia (Arezzo), tel. 0575 559155; | |
Museo del Castello di Porciano, Castello di Porciano, Stia (Arezzo), tel. 0575 582635, 055 400517. |
I prodotti del Casentino hanno una notevole tradizione storica e sono
caratterizzati dall’utilizzo di materie prime rigorosamente locali. Famosi sono
i salumi della zona, come il Prosciutto del casentino Dop, molto
saporito, il Sanbudello,
una salsiccia di maiale, e anche le carni del Vitellone Bianco dell’Appennino
Centrale Igp Chianina (indispensabile per una vera bistecca alla
fiorentina). Ricordiamo poi l’Abbucciato aretino, un formaggio
particolare, le castagne, i
tartufi e la patata rossa di Cetica, coltivata con metodi tradizionali e
impiegata nella preparazione dei tortelli.
Altri prodotti che possiamo trovare in questa zona sono:
Olio extravergine di oliva Toscano Igp | |
Prosciutto Toscano Dop | |
Salame Toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Finocchiona Toscana (Igp in fase di riconoscimento) | |
Suino Cinto Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Miele toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Pane Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Pecorino Toscano Dop |
Ingredienti
Per la sfoglia:
500 g di farina bianca | |
3 uova | |
2 o 3 cucchiai di olio extravergine di oliva | |
un pizzico di sale |
Per il ripieno:
1 kg di patate rosse di Cetica | |
un pugno di prezzemolo | |
5 spicchi d’aglio | |
una punta di conserva di pomodoro | |
olio | |
sale quanto basta | |
pepe quanto basta |
Preparazione:
Impastate la farina con le uova, l’olio e il sale. Lessate le patate in acqua
salata, sbucciatele e passatele prima che si raffreddino. Fate rosolare a parte
l’aglio a spicchi interi infranti con il palmo della mano e poi passatelo.
Aggiungete solo
all’ultimo il prezzemolo e la conserva, salate e pepate l’impasto. Unite le
patate passate, amalgamate bene l’impasto e qualora non fosse omogeneo
aggiungete un uovo. Tirate la sfoglia e confezionate i tortelli. Cuoceteli per
pochi minuti in
acqua bollente salata. Potete condirli con sugo di carne oppure burro e salvia.
Strada dei Sapori del Casentino Piazza Amerighi 1, Palazzo Vettori, Poppi (AR) | |
Tel./Fax 0575 502231 | |
info@stradasaporicasentino.it | |
www.stradasaporicasentino.it | |
Apt Arezzo Piazza Risorgimento 116, Arezzo | |
Tel. 0575 377678 | |
Fax 0575 28042 | |
www.apt.arezzo.it | |
Mail: info@arezzo.turismo.toscana.it |
La Strada attraversa l'Alta valle del Tevere, il lembo più orientale della Toscana che nei secoli è stato confine e incrocio tra civiltà diverse, l'umbra e l'etrusca, la bizantina e la longobarda. Partiamo dal borgo medioevale di Anghiari, il cui nome è legato alla battaglia del 1440 tra Fiorentini e Milanesi; Leonardo la rappresentò in un affresco di cui purtroppo rimangono solamente alcuni cartoni. Possiamo quindi raggiungere Monterchi, dove si può ammirare il celebre affresco La Madonna del Parto di Piero della Francesca e proseguire verso Sansepolcro, cittadina nota anche per la pasta. Possiamo raggiungere Badia Tedalda, un piccolo centro sulla strada degli antichi pellegrini diretti a Roma, e giungiamo quindi a Sestino, che conserva reperti archeologici millenari. Eccoci quindi a Pieve Santo Stefano, con il suo interessante archivio di diari; ci dirigiamo dunque a Caprese Michelangelo, patria di Michelangelo Buonarroti, immersa nei boschi di castagni.
Aboca Museum, via Niccolò Aggiunti 75, Sansepolcro (Arezzo), tel. 0575 744724; | |
Museo Statale di Palazzo Taglieschi, piazza Mameli 16, Anghiari, tel. 0575 788001; | |
Museo Bilance e Pesi, Palazzo Massi, via XX Settembre, Monterchi (Arezzo), tel. 0575 70710 / 70092 (Comune); | |
Spazio del Merletto, piazza Garibaldi 2, Sansepolcro (Arezzo), tel. 347 9359864; | |
Museo Bernardini-Fatti della Vetrata Antica, via Giovanni Buitoni 9, Sansepolcro (Arezzo), tel. 0575 740536, info@museovetrata.it . |
Qui è allevato il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale Igp Chianina, le cui carni sono adatte per bistecche ma anche stufati, bolliti, brasati. La “stagione del maiale” (dicembre-gennaio) dà il via alla produzione di salami, prosciutti, salsicce, sambudelli, soprassata, capocollo, ciccioli e altro ancora. L’olio di questa valle ha un sapore d’erbe ed è prodotto da olive Gentile, Morcona, Oriola, Frantoia e Leccina. Tartufi, castagne, miele, formaggi (pecorino sia fresco che stagionato, ricotta e il ricercato raviggiolo) e prodotti da forno e ortofrutticoli completano il “paniere”, che può vantare anche una particolare produzione: il tabacco Kentucky utilizzato per il famoso Sigaro Toscano.
Altri prodotti della zona:
Olio extravergine di oliva Toscano Igp | |
Prosciutto Toscano Dop | |
Salame Toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Finocchiona Toscana (Igp in fase di riconoscimento) | |
Suino Cinto Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Miele toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Pane Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Pecorino Toscano Dop |
Ingredienti:
300 g di magro di lepre | |
1/2 litro di latte | |
1 litro di fondo di selvaggina | |
una cipolla | |
50 g di parmigiano | |
80 g di burro | |
6 tuorli d'uovo | |
80 g di farina | |
50 g di prosciutto crudo | |
sale |
Preparazione:
In metà dose di burro fate rosolare la lepre con il prosciutto e la cipolla
affettata. A fine cottura aggiungere lentamente il brodo. Pestate il tutto in un
mortaio e bagnatelo con il fondo. Preparate una besciamella e unitela
all'impasto con i tuorli
e gli altri ingredienti. Versate il composto in uno stampo antiaderente e
cuocete a bagnomaria. Si serve freddo.
Strada dei Sapori della Valtiberina Toscana Via Matteotti 8, Sansepolcro (Arezzo) | |
Tel. 0575 736868 | |
Fax 0575 759990 | |
www.stradasaporivaltiberina.it | |
Mail: info@stradasaporivaltiberina.it |
Da San Giovanni Valdarno, città natale del Masaccio, ci dirigiamo verso
Montevarchi, da dove inizia l’itinerario naturalistico di Cavriglia con i suoi
suggestivi paesaggi. Proseguendo verso Mercatale Valdarno si può visitare la
Torre di
Galatrona e la Pieve romanica di Petrolo. Da Capannole verso Pergine e Montozzi,
arriviamo a Civitella, con la bella Rocca che domina su tutto il Valdarno.
Ripartendo dal bivio di Capannole e dirigendosi verso il cuore della Valdambra,
visitiamo il Castello di Cennina, l’antica Abbazia di Ruoti e i borghi
incastellati sulle colline. Continuando verso la Colonna del Grillo la strada si
apre con i suoi vigneti in direzione di Monte S. Savino, costeggiando lo storico
Castello di Gargonza.
Arriviamo fino a Lucignano, dalla caratteristica pianta a spirale, e poi a
Foiano; dopo una sosta al Tempio dell’Ammannati a Pozzo della Chiana, saliamo a
Cortona con i suoi scavi archeologici etruschi e romani, il Museo dell’Accademia
Etrusca.
Facciamo tappa a Castiglion Fiorentino, con la bella piazza rinascimentale
progettata dal Sangallo. Ad Arezzo visitiamo i musei e gli affreschi di Piero
della Francesca sulla Leggenda della Croce a San Francesco, la bella e ariosa
Piazza
Grande, la splendida Pieve romanica di S. Maria (edificata dopo il 1140), il
Palazzo della Fraternita dei Laici e il Palazzo delle Logge, progettato da
Vasari nel 1573. Prima di lasciare la città, visita obbligata alla Fortezza e al
Duomo con
l’imponente scala cinquecentesca e le bellissime vetrate.
Antiquarium di Farneta, Farneta, Cortona (Arezzo), tel. 0575 610010; | |
Museo Comunale del Cassero, piazza Gamurrini, Monte San Savino, tel. 0575 843098, biblio@citymonte.it | |
Centro di Documentazione delle Miniere di Lignite – Museo delle Miniere, via Papa Giovanni XXIII 3, Castelnuovo dei Sabbioni, Cavriglia (Arezzo), tel. 0559 678003. |
La Val di Chiana ha dato il nome a una razza bovina diventata oggi
famosissima e allevata anche in altre zone, la Chianina: carni dal sapore
deciso, dal giusto contenuto di grasso, distribuito in maniera uniforme, che
rimangono morbide e saporite
dopo la cottura. Tra i legumi, con il fagiolo zolfino è iniziata la
riscoperta delle produzioni legate alla tradizione, che ha riguardato anche il
coco nano, il cece, il pisello a tutta frasca, la fava
del Valdarno. La cucina aretina si caratterizza per il gusto saporito dei
suoi piatti e per le ricette di carne. Una specialità rinomata è la porchetta,
preparata con il maialino da latte, speziato e cotto nel forno a legna. Il
coniglio all’etrusca viene invece cotto al tegame, con cipolle, aglio, olive
nere. Particolare è la panina gialla, un pane salato. Tra i dolci è da
segnalare il Gattò aretino, sorta di pan di spagna arrotolato, farcito
con crema pasticcera al cioccolato.
Altri prodotti tipici:
Olio extravergine di oliva Toscano Igp | |
Prosciutto Toscano Dop | |
Salame Toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Finocchiona Toscana (Igp in fase di riconoscimento) | |
Suino Cinto Toscano (Dop in fase di riconoscimento), | |
Miele toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Pane Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Pecorino Toscano Dop |
I vini di queste zone sono:
Chianti Colli Aretini (Docg) | |
Cortona (Doc) | |
Valdichiana (Doc) | |
Chianti (Docg) | |
Colli dell’Etruria Centrale (Doc) | |
Vin Santo del Chianti (Doc). |
Alcune denominazioni importanti:
Cortona rosato prodotto con uve Sangiovese, Canaiolo Nero e con altre varietà a bacca nera; | |
Cortona Chardonnay | |
Cortona Grechetto | |
Cortona Pinot Bianco | |
Cortona Riesling Italico | |
Cortona Sauvignon | |
Cortona Cabernet Sauvignon | |
Cortona Gamay | |
Cortona Merlot | |
Cortona Pinot Nero | |
Cortona Sangiovese | |
Cortona Sirah | |
Cortona Vin Santo | |
Vin Santo Riserva |
Per i quali vengono utilizzati per l’85% i vitigni omonimi ai quali vengono aggiunte altre varietà, comunque raccomandate ed autorizzate dalla Provincia di Arezzo;
Valdichiana Bianco (Bianco Vergine): Trebbiano Toscano (20% minimo) e per non più dell’80% Chardonnay e/o Pinot Bianco e/o Pinot Grigio e/o Grechetto; | |
Valdichiana Chardonnay e Grechetto: prodotti con uve dei vitigni omonimi in quantità non inferiore all’85%; per il Valdichiana Rosso ed il Rosato sono impiegati il Sangiovese (50% minimo) e/o Cabernet | |
Merlot, Sirah (massimo 50%); idonei massimo 15%. | |
Il Valdichiana Sangiovese ha un apporto dell’omonimo vitigno dell’85% minimo, idonei a bacca rossa massimo 15%. |
Ingredienti:
½ pollo | |
½ faraona | |
½ coniglio | |
300 g di polpa di maiale | |
2 piccioni | |
300 g di polpa di vitello | |
2 cipolle rosse | |
una carota | |
una costola di sedano | |
4 spicchi di aglio | |
un rametto di rosmarino | |
un mazzetto di salvia | |
due peperoncini | |
un mazzetto di prezzemolo | |
½ l di vino rosso | |
3 dl di olio extravergine di oliva | |
sale fino | |
400 g di pomodori pelati | |
pepe nero | |
600 g di pane toscano | |
1 l di brodo di carne |
Preparazione:
Dividete la carne in pezzi regolari, infarinatela con cura e saltatela in
padella con olio aromatizzato con rosmarino, salvia e spicchi di aglio
schiacciato. Intanto, a parte, in un largo tegame, fate rosolare un trito di
cipolle, carote, sedano
aglio e peperoncino. Aggiustate di sapore con sale e portate alla colorazione
dorata. Una volta pronto, aggiungete la carne, fatela insaporire e bagnate con
vino rosso. Appena la parte alcolica è evaporata unite i pomodori, privati dei
semi
e passati, aromatizzate con pepe e portate a cottura, bagnando con del brodo di
carne. Tagliate il pane a fette regolari, tostatele sulla griglia e disponetele
sul vassoio di portata. Aggiungete la carne, ricopritela con il sugo e servite
il tutto cosparso di prezzemolo tritato.
Strada del vino Terre di Arezzo via Ricasoli 38/40, Arezzo | |
tel. e fax 0575 294066 | |
www.stradadelvino.arezzo.it | |
associazionestradadelvin@tin.it | |
Apt Arezzo Piazza Risorgimento 116, Arezzo | |
Tel. 0575 377678 | |
Fax 0575 28042 | |
www.apt.arezzo.it | |
Mail: info@arezzo.turismo.toscana.it |
Se vogliamo attraversare il Chianti ed assaporarne lo spettacolo prendiamo la
via Chiantigiana. Possiamo dirigerci verso Radda in Chianti per passeggiare nel
borgo silenzioso fatto di case in pietra, vicoli, scorci da cartolina, e magari
visitare
il Castello di Volpaia. Da Radda arriviamo fi no a Castellina in Chianti, centro
di origine etrusca e romana. Riprendendo la Chiantigiana in direzione di Firenze
troveremo Greve Chianti Classico in Chianti che richiede almeno una sosta.
Esiste però un altro itinerario classico che attraversa il Chianti ed è quello
che si snoda lungo la via Cassia. Consigliamo di partire da San Casciano Val di
Pesa, arrivare a Montespertoli per visitare almeno la Pieve romanica di San
Pietro e proseguire fino a Tavarnelle Val di Pesa, per giungere al borgo tra le
antiche mura di Barberino Val d’Elsa.
Museo di Arte Sacra di San Francesco, via San Francesco, Greve in Chianti (Firenze), tel. 055 8544685, |
|
Museo di Cultura Contadina Emilio Ferrari, via del Giglio 47, San Donato in Poggio (Firenze), tel. 055 8072338, info@sandonatoinpoggio.it; |
|
Piccolo Museo del Chianti, loc. Montevertine, Radda in Chianti (Firenze), tel. 0577 738009. |
La cucina chiantigiana attinge dalle tradizioni delle due
province alle quali appartiene, Firenze e Siena, conservando aspetti di unicità
eccezionali. Uno degli esempi è costituito dallo stracotto alla chiantigiana:
preparato con parti del
coscio posteriore del manzo, si accompagna a fagioli cotti all’uccelletto, con
salvia, rosmarino, aglio e pomodoro. In zona si producono:
Olio extravergine di oliva del Chianti Classico (Dop) |
|
Carne di Suino Cinto Toscano (Dop in fase di riconoscimento) |
|
Olio extravergine di oliva Toscano Igp |
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Prosciutto Toscano Dop |
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Salame Toscano (Igp in fase di riconoscimento) |
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Finocchiona Toscana (Igp in fase di riconoscimento) |
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Miele toscano (Igp in fase di riconoscimento) |
|
Pane Toscano (Dop in fase di riconoscimento) |
|
Pecorino Toscano Dop. |
Legare indissolubilmente il prodotto ai luoghi in cui nasce è un’operazione che oggigiorno tutti i distretti vinicoli del Paese intraprendono, ma che fra Siena e Firenze è andata in porto da tempo. Il risultato è che adesso bere un calice di Chianti Classico e immaginare le colline disegnate dai filari di vite è un tutt’uno. Se oggi è uno dei vini più celebri nel mondo lo si deve soprattutto all’impegno delle aziende che hanno investito risorse e denari per riappropriarsi dell’antico blasone. Prima in Italia per dimensione, la Docg Chianti interessa sei province toscane:
Arezzo |
|
Firenze |
|
Pisa |
|
Pistoia |
|
Prato |
|
Siena |
Ma è solo l’area originaria e più antica che si distingue con la
denominazione di Chianti Classico Docg. Nel 1996 è stata attribuita al
vino prodotto in questa zona una regolamentazione autonoma con apposito
disciplinare. Il Chianti Classico, una base di Sangiovese dall’80 al 100%,
idonei a bacca rossa da 0 a 20%, ha il tipico profumo di viola mammola e susina,
il gusto fruttato e armonico, con una marcata tendenza acida che ne esalta la
freschezza. Il Chianti Classico è un vino da tutto pasto, particolarmente
indicato per i piatti ricchi di carattere. In zona si produce anche il Vin Santo
del Chianti Classico (Doc).
Ingredienti per 4/6 persone:
600 g di lampredotto bollito |
|
400 g di bietolina |
|
200 g di pomodori pelati e passati |
|
300 g di riso |
|
100 g di parmigiano |
|
2 l di brodo |
|
una cipolla |
|
4 spicchi d’aglio |
|
un peperoncino |
|
foglie di salvia |
|
rosmarino |
Preparazione:
Mettete a rosolare nell’olio aglio e cipolla con le foglie di salvia e il
rosmarino. Unite il peperoncino, salate e portate a cottura. A parte lavate le
bietoline, scolatele e tagliatele in sottili listarelle. Affettate anche il
lampredotto in strisce sottili. Togliete la salvia e il rosmarino, unite la
bietola al fondo lasciandola insaporire; poi aggiungete il lampredotto e il
pomodoro. Fate cuocere il tutto per dieci minuti, quando comincia a bollire
versate il riso e portate a cottura.
Consorzio del Marchio Storico Chianti Classico Via Scopeti 155, San Casciano Val di Pesa (Firenze) |
|
Tel. 055 822851 |
|
Fax 055 8228173 |
|
Apt Siena Piazza del Campo 56, Siena |
|
Tel. 0577 280551 |
|
Fax 0577 281041 |
|
La zona di produzione del Chianti Colli Fiorentini comprende un territorio
vasto e diversissimo. Escludiamo, solo per organizzare meglio il percorso, la
città di Firenze (che può essere la tappa iniziale o finale del nostro
itinerario) e partiamo
da nord, da Fiesole, dove visitiamo l’anfiteatro e il parco archeologico.
Proseguiamo verso Molin del Piano e costeggiamo l’argine sinistro del Chianti
Colli Fiorentini, l’Arno fino a Rignano, per poi risalire fino a Reggello:
incontreremo sul
nostro tragitto piccole pievi e chiese sparse. A Cascia vale una visita la Pieve
con lo splendido trittico attribuito a Masaccio. Sull’altro versante del fiume
Arno, in direzione Siena, la strada abbandona il paesaggio ripido e si
addolcisce tra le colline del Chianti. Passando per San Pancrazio, Bacchiano e
Ginestra, visitiamo Montelupo, terra della ceramica. Prima di tornare a Firenze,
possiamo deviare fino all’Impruneta per visitare la pieve, i suoi oliveti
secolari e le fornaci che producono il famoso cotto.
Museo della Paglia e dell’Intreccio, via degli Alberti 11, Signa (Firenze), tel. 055 875257, info@museopaglia.it | |
Museo della Civiltà Contadina, Pieve di San Romolo, Gaville (Firenze), tel. 055 9501083, museo.gaville@tiscalinet.it | |
Raccolta Etnografica Casa del Guidi, via Veronelli 2, Sesto Fiorentino (Firenze), tel. 055 446071, g.bandini@comune.sesto-fiorentino.fi.it | |
Raccolta del Centro Studi sulla Cultura Contadina, via dei Colli 3, Le Corti, Bagno a Ripoli (Firenze), tel. 055 6390364 | |
Museo Archeologico e della Ceramica di Montelupo, via B. Sinibaldi 45, Montelupo Fiorentino (Firenze), tel. 0571 51352, museo@montelupo.it | |
Mostra Permanente sul Vetro. La produzione vetraria a Gambassi (XIII-XVI secolo), via Volterrana 31, Gambassi Terme (Firenze), tel. 0571 639784, cultura@comune.gambassi-terme.fi.it |
Le tradizioni secolari ci hanno tramandato antichi e intensi sapori, a
cominciare dai piatti cosiddetti “poveri” come la trippa e il
lampredotto, la ribollita e la pappa al pomodoro, preparate
con pane raffermo, le zuppe, le penne strascicate. Altro
piatto simbolo è il peposo alla fornacina, apprezzato anche dal
Brunelleschi il quale aveva potuto conoscerlo dagli operai della fornace che
riforniva il cantiere del Duomo di Firenze. Si prepara con il muscolo del manzo
a cubetti, messo a sobbollire insieme a vino rosso, pepe in grani, aglio intero
e sale. Tra i dolci ricordiamo la schiacciata alla fiorentina e i
cenci (a Carnevale); per San Giuseppe si preparano le frittelle di riso,
per il periodo pasquale i quaresimali, biscottini
di cacao a forma di numeri o lettere. Famosi anche i salumi di questa zona:
prosciutto | |
salame di testa | |
salame toscano classico | |
finocchiona | |
Carne di Suino Cinto Toscano (Dop in fase di riconoscimento) cue è ricercata per il suo particolare sapore | |
Olio extravergine “Colline di Firenze” (Dop in fase di riconoscimento) |
Altri prodotti della zona:
Olio extravergine di oliva Toscano Igp | |
Miele toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Pane Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Pecorino Toscano Dop |
Il Chianti Colli Fiorentini DOCG ha un colore rubino acceso, limpido; in versione riserva acquista caratteri organolettici più complessi: sentori che ricordano il profumo di tabacco, la ciliegia cotta e la marmellata di prugne. È un vino complesso, asciutto e armonico, tannico, in modo sempre meno accentuato con l’invecchiamento, relativamente facile da abbinare: in connubio quasi divino con la carne, la selvaggina, i salumi e i piatti asciutti a base di carne.
Prevede:
Sangiovese (minimo 75%) | |
Canaiolo nero (FI no al 10%) | |
Trebbiano toscano e/o Malvasia (fino al 10%) e un massimo del 20% di altre uve, sempre concesse e autorizzate dal disciplinare di denominazione. |
Altri vini prodotti in zona:
Chianti (Docg) | |
Colli dell’Etruria Centrale (Doc) | |
Vin Santo del Chianti (Doc) |
Ingredienti:
1 bistecca di almeno 600 g | |
olio | |
sale | |
pepe |
Preparazione:
Forse fare una bistecca (il nome deriva dall’inglese “beef steack”) sembra
semplice. Preparare una “fiorentina” non lo è. Innanzitutto perché la materia
prima deve essere di primissima qualità e la ricerca del prodotto deve essere
accurata. Assicuratevi che la vostra bistecca sia alta circa tre dita e che sia
stata frollata dal macellaio con attenzione. La bistecca deve essere nella
lombata con filetto, controfiletto e l’osso in mezzo a T.
Gli intenditori affermano che il peso deve raggiungere almeno i 600-800 grammi a
porzione. Preparate una buona brace e disponete la bistecca (salata sui due
lati) sulla griglia. Quando la bistecca si stacca con facilità giratela, non
usando una forchetta perché buchereste la carne e fareste uscire (inutilmente)
del sangue e del sapore prezioso. Una volta cotta, prima di servirla, lasciatela
riposare per due minuti su di un tagliere in modo che internamente i succhi
della carne si distribuiscano uniformemente. Condite con olio, pepe e sale a
vostro gradimento.
Consorzio Chianti Colli Fiorentini V.le Belfiore 9, Firenze | |
Tel. 055 3245750 | |
Fax 055 3248245 | |
info@chianti-collifiorentini.it | |
Apt Firenze Via Manzoni 16, Firenze | |
Tel. 055 23320 | |
Fax 055 2346286 | |
www.firenzeturismo.it | |
Mail: info@firenzeturismo.it |
Il centro storico e geografico intorno a cui ruota questa strada è Rufina,
che ha dedicato al vino la cinquecentesca Villa di Poggio Reale, disegnata dal
Buondelmonti. Tipico esempio di architettura rinascimentale, la villa è stata
trasformata nel
Museo della vite e del vino con enoteca, biblioteca e sala multimediale. Le
aziende della zona hanno radici antiche e si trovano in bellissime tenute,
ville, castelli e manieri sulle colline che scendono lungo la Sieve verso
l’Arno. Vale la pena visitarle anche perché per arrivare a destinazione dobbiamo
attraversare dei paesaggi deliziosi. Da non perdere le belle pievi romaniche di
San Martino a Lubaco, di San Giovanni a Montefi esole e il Santuario della
Madonna del Sasso. Allontanandoci un po’, si arriva infine all’Abbazia di
Vallombrosa, circondata dal Parco delle Foreste Casentinesi.
Museo della Vite e del Vino di Poggio Reale, viale Duca della Vittoria 7, Rufina (Firenze), tel. 055 8395078 | |
Museo della Pietra, piazza Don Stefano Casini 1, Fiorenzuola (Firenze), tel. 055 8199437, e.angeli@comune.firenzuola.fi.it | |
Museo dei Ferri Taglienti, Palazzo dei Vicari, Scarperia (Firenze), tel. 055 8468165 (Pro Loco), museoscarperia@zoomedia.it | |
Museo Storico Etnografico di Bruscoli, via della Chiesa 4, Bruscoli, Firenzuola (Firenze), info-museobruscoli@libero.it | |
Museo di Leprino. Mostra di Vita Contadina con personaggi in movimento, Sant’Agata, Scarperia, tel. 055 8406750 | |
Museo della Civiltà Contadina e dell’Artigianato della Montagna, via di Raggioli 17, Pelago (Firenze), tel. 055 8361400 | |
Museo della Civiltà Contadina di Casa d’Erci, via Traversi 95, Grezzano (Firenze), tel. 055 8457197 (Comune Borgo San Lorenzo) |
I funghi hanno un ruolo importante nella cucina di questa zona. Particolare e
rara la varietà del Fungo dormiente che dopo l’inverno sotto la neve
sbuca a febbraio e regala sapori intensi e buonissimi. Anche le patate
sono molto rinomate, tanto
che il piatto-simbolo della gastronomia mugellana sono i tortelli di patate.
Fra le ricette oggi quasi scomparse citiamo la minestra di cicerchie e il
brodo di compenso, un brodo di verdure miste, insaporito alla fine con
burro e crosta di formaggio. Tra le carni un piatto semplice è l’arrosto
girato di uccellini, fegatelli di maiale e piccioni. Tra i
dolci troviamo semplici preparazioni di castagne, come le bruciate
condite con grappa e zucchero, o a base di pasta di pane, come il pan di
ramerino e la schiacciata con l’uva.
Altri prodotti della zona:
Marrone del Mugello (Igp) | |
Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale (Igp) | |
Olio extravergine di oliva Toscano (Igp) | |
Prosciutto Toscano (Dop) | |
Pecorino Toscano (Dop). |
Chianti Rufina e Pomino, oltre ad essere dei prodotti di qualità, hanno il
pregio di essere riconoscibili ciascuno per caratteristiche proprie. Il Pomino
Doc bianco è ottenuto da uvaggi di Pinot bianco, grigio e Chardonnay (dal 70 al
100%), idonei
a bacca bianca (da 0 a 30%). Il rosso prevede invece Sangiovese (minimo 50%),
Pinot Nero e Merlot (massimo 50%), idonei a bacca rossa (massimo 25%). Il Pomino
bianco si accompagna a verdure e carni bianche, il rosso è invece ottimo con
carni grigliate e formaggi stagionati. Gli stessi vitigni forniscono le uve per
il vinsanto (bianco e rosso). Il Chianti Rufina Docg, ricco in acidità, per
l’effetto dell’altitudine e della forte escursione termica fra il giorno e la
notte, presenta una spiccata propensione all’invecchiamento. Questo vino
predilige pasti a base di cacciagione. Da un punto di vista legislativo, si
presenta come sottozona della Docg Chianti e ha una gradazione alcolica minima
di 12° al posto dei consueti 11,5° della denominazione. Nella zona della strada
dei vini si producono anche:
Chianti (Docg) | |
Colli dell’Etruria Centrale (Doc) | |
Vin Santo del Chianti (Doc) |
Ingredienti:
200 g di farina di castagne | |
¼ l di latte caldo | |
4 bicchierini di rhum | |
1 rametto di rosmarino | |
½ arancia | |
1 cucchiaino di zucchero | |
sale |
Preparazione:
Nel frullatore mettete il latte caldo, il rhum, le foglioline di rosmarino, la
scorza di arancia, lo zucchero e un pizzico di sale. Frullate benissimo fino a
omogeneizzare il tutto, quindi versate il liquido ottenuto in una zuppiera,
nella quale, in precedenza avrete messo la farina di castagne. Con una forchetta
impastate a lungo fino a ottenere una pastella abbastanza consistente. Con un
cucchiaio formate delle palline e lasciatele friggere per tre minuti da una
parte e quattro
minuti dall’altra; quindi fate asciugare qualche attimo sulla carta assorbente
l’unto in eccesso. Spolverate le frittelle di zucchero e servitele calde.
Per esposizione, clima e tipologia del terreno la zona di Montespertoli è
vocata alla coltivazione della vite: ovunque si guardi, dolci colline coperte di
vigneti e oliveti, i cui profili sono spezzati solo dagli alti cipressi, dalle
coloniche in pietra
e dalla tipica macchia toscana. Fino alla vendemmia del 1996 il comune di
Montespertoli era compreso per un terzo nella denominazione di origine Chianti
Colli Fiorentini e per due terzi nella denominazione di origine Chianti. Dal
1997 è stata invece riconosciuta la sottozona del Chianti Montespertoli, con
l’obiettivo di produrre vini più importanti e destinati all’invecchiamento.
Montespertoli è il cuore di questa strada del vino: dopo una passeggiata in
paese e una visita al castello, in origine dei Signori di Montespertoli e in
seguito dei Machiavelli, inoltriamoci nella campagna costellata da numerose
testimonianze dell’architettura medioevale che si mostra nei borghi, nelle
chiese e nei superstiti castelli di Botinaccio, Poppiano e Montefugoni. Meritano
una tappa: la Pieve di San Piero in Mercato e l’interessante Museo di Arte Sacra
nella canonica della Pieve con la malinconica Madonna col Bambino di Filippo
Lippi, il borgo di Lucardo, la Chiesa di San Lorenzo a Montefugoni, dove è
conservato un crocifisso attribuito a Taddeo Gaddi, la Chiesa di Santo Stefano a
Lucignano e il piccolo santuario di Santa Maria della Pace del Convento di
Botinaccio. Nell’area compresa dalla Strada del vino sono stati predisposti
alcuni percorsi segnalati per trekking in bicicletta o a cavallo.
Museo della Vite e del Vino, via Lucardese 74, presso Centro per la Cultura del Vino “I Lecci”, Montespertoli (Firenze) tel. 0571 609412 | |
Museo d’Arte Sacra, Pieve di San Piero in Mercato, Montespertoli, tel. 0571 609000/609412 |
È quella tipica della campagna fiorentina: per i primi la ribollita, profumata di cavolo nero e fagioli cannellini, se siamo in estate la fresca panzanella o la pappa col pomodoro. Tra i secondi il piatto più classico è quello della bistecca alla fiorentina, alta tre dita e cotta al sangue, da gustare con una cappella di porcino alla brace e una purea di patate cosparsa di buon tartufo, frutti dell’autunno che abbondano nei boschi della zona. Da gustare anche un buon piatto di cinghiale in umido e la lepre in salmì.
Prodotti tipici della zona sono:
Olio extravergine di oliva Toscano Igp | |
Prosciutto Toscano Dop | |
Salame Toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Finocchiona Toscana (Igp in fase di riconoscimento) | |
Suino Cinto Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Miele toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Pane Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Pecorino Toscano Dop. |
Il Chianti Montespertoli Docg è di colore rosso rubino, tendente al granato con l’invecchiamento, al naso è ricco di frutti di bosco e violette. Buona struttura e corpo vellutato ed elegante. È ottenuto con un “governo all’uso toscano”, che conferisce al vino maggiore freschezza e vivacità. I produttori della zona si stanno impegnando nel progetto molto importante di sostituire i vecchi vitigni con altri tradizionali da selezioni clonali recenti per potere raggiungere un livello qualitativo sempre maggiore. Il 1° giugno 1998, dopo il riconoscimento del Ministero per le Politiche Agricole, è stata stappata la prima bottiglia di Chianti Montespertoli sottozona del Chianti Docg.
Il Chianti Montespertoli è ottenuto da:
Sangiovese classico (minimo 75%) con aggiunta (massimo 10%) di Canaiolo | |
Trebbiano | |
Malvasia, oltre a piccole percentuali di altre uve (previa autorizzazione, massimo 20%). |
In questa zona si producono inoltre:
Chianti (Docg) | |
Chianti Colli Fiorentini (Docg) | |
Vin Santo del Chianti (Doc) | |
Colli dell’Etruria Centrale (Doc). |
Ingredienti:
300 g di pasta di pane (farina, acqua e lievito di birra) | |
2 uova | |
100 g di zucchero | |
200 g di chicchi d’uva nera | |
olio |
Preparazione:
Ricetta semplice, povera ma delicata e ricca di sfumature e varianti di
preparazione. Ve la proponiamo nella sua versione più classica. La base di
questo dolce contadino è un semplice impasto di pasta di pane arricchito a fine
lievitatura di olio extravergine, uova e zucchero. Dopo averla fatta riposare
nuovamente, stendete la pasta su di una teglia e cospargetela di chicchi di uva
nera, zucchero semolato e olio d’oliva (alcuni aggiungono anche del rosmarino).
Dopo una mezz’oretta di forno medio (180°C) la schiacciata è pronta, anche se
merita aspettare che si raffreddi per gustare il delicato caramello ottenuto
dallo zucchero e dall’uva in superficie.
Strada del vino di Montespertoli c/o Consorzio Turistico di Montespertoli via S. Sonnino 19, Montespertoli (Firenze) | |
Tel. 0571 657579 | |
Fax 0571 658877 | |
www.chianti-farmhouse.com | |
www.chianti-montespertoli.it | |
Mail: info@chianti-farmhouse.com | |
Mail: info@chianti-montespertoli.it | |
Apt Firenze Via Manzoni 16, Firenze | |
Tel. 055 23320 | |
Fax 055 2346286 | |
www.firenzeturismo.it | |
Mail: info@firenzeturismo.it |
La strada si snoda nel territorio dei comuni di Carmignano e di Poggio a Caiano, non lontano da Prato e da Firenze. Già nel 1716 Cosimo III, Granduca di Toscana, la inseriva tra le quattro migliori zone vitivinicole della Toscana, insieme al Chianti (che allora coincideva con l’attuale Chianti Classico), al Valdarno di sopra e al Pomino (che corrisponde all’attuale Rufina). Percorrendo la Strada medicea dei Vini di Carmignano ci imbattiamo nelle imponenti tracce lasciate dai Medici, come la maestosa Villa di Poggio a Caiano, voluta da Lorenzo de’ Medici a simbolo del proprio potere e come dimora fuori città, nonché sede dell’amore tra Francesco I e Bianca Cappello. Fermiamoci poi nella più rigorosa Villa di Artimino, con il suo museo archeologico comunale, e facciamo tappa finale nella chiesa di San Francesco per ammirare la Visitazione del Pontormo. Interessante è anche il Museo della Strada Medicea di Carmignano con la sua collezione di vini, le mappe settecentesche del Barco Reale e di fattorie, oltre a statuti comunali, lettere di fattori e libretti colonici.
Museo della Vite e del Vino, piazza Vittorio Emanuele II 2, Carmignano (Prato), tel. 055 8750265, strada.medicea@associazioni.prato.it | |
Museo del Tessuto, via Santa Chiara 24, Prato, tel. 0574 611503, info@museodeltessuto.it | |
Museo Laboratorio di Terrigoli, loc. Terrigoli, Vernio (Prato), tel. 0574 989296 | |
Museo della Badia, piazza Agnolo Firenzuola 1, Vaiano (Prato), tel. 0574 942476 |
I fichi secchi di Carmignano, essiccati su stuoie di canniccio, sono
conosciuti dal tempo dei Romani. Famoso è anche il cantuccino di Prato,
biscotto preparato con un impasto a base di pasta frolla e mandorle, che ben si
accompagna al Vin
Santo.
Altre produzioni tipiche della zona sono:
mortadella di Prato | |
Olio extravergine di oliva Toscano Igp | |
Prosciutto Toscano Dop | |
Salame Toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Finocchiona Toscana (Igp in fase di riconoscimento) | |
Suino Cinto Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Miele toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Pane Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Pecorino Toscano Dop |
Il Carmignano è la Docg più piccola d’Italia e il primo vino toscano insieme
al Chianti a essere tutelato da un disciplinare.
È l’unica denominazione storica toscana a prevedere:
Sangiovese (minimo al 50%) | |
Trebbiano | |
Malvasia | |
Canaiolo bianco (massimo 10%) | |
Canaiolo nero (massimo 20%) | |
Cabernet Sauvignon o Cabernet Franc (dal 10 al 20%) |
Il Carmignano è un vino asciutto e armonico, dall’intenso profumo di mammola
e di fiori. Nella riserva il colore diventa più granato e intenso. Si abbina con
armonia a zuppe di funghi, a primi conditi con sughi di carne, di lepre o
coniglio, a
formaggi stagionati. Il rosato prende il nome di Vin Ruspo.
Gli altri vini prodotti in questa zona sono:
Barco Reale (Doc) | |
Rosato (Doc) | |
Vin Santo (Doc) | |
Vin Santo Occhio di Pernice di Carmignano (Doc) | |
Chianti (Docg) | |
Colli dell’Etruria centrale (Doc) | |
Vin Santo del Chianti (Doc) |
Ingredienti:
500 g di farina | |
100 g di zucchero a velo | |
250 g di burro | |
sale | |
1 uovo | |
1 limone | |
marmellata di fichi q.b. |
Preparazione:
Setacciate la farina e lo zucchero a velo, disponeteli a fontana e al centro
mettete il burro a temperatura ambiente, un pizzico di sale, l’uovo, la buccia
grattugiata del limone ed impastate velocemente fino a ottenere un impasto
morbido e compatto. Dopo aver lasciato riposare l’impasto in frigorifero per
almeno 1 ora, stendetelo su una teglia lasciando da parte un po’ di pasta che
userete per fare delle strisce. Dopo aver bucato con una forchetta la pasta
stesa, distribuite la marmellata di fichi e stendete le strisce di pasta a
griglia su tutta la teglia. Tra gli incroci della pasta, nei quadrati di
marmellata può essere decorativo aggiungere delle fettine di fico fresco.
Strada Medicea dei Vini di Carmignano c/o Museo della Vite e del Vino piazza Vittorio Emanuele II 2, Carmignano (Prato) | |
Tel. 055 8712468 | |
055 8750265 | |
www.carmignanodivino.prato.it | |
strada.medicea@associazioni.prato.it | |
Apt Prato Via Muzzi 38, Prato | |
Tel. 0574 24112 | |
Fax 0574 607925 | |
www.prato.turismo.toscana.it | |
apt@prato.turismo.toscana.it |
Punto di partenza per molti percorsi nelle terre del Montalbano può essere Vinci: la casa natale di Leonardo ad Anchiano, il Museo Ideale e il Museo Leonardiano sono tappe obbligate per chi vuole accostarsi alla figura di Leonardo. Da notare anche gli omaggi degli artisti contemporanei al genio di Vinci: piazza Guidi ridisegnata da Mimmo Paladino, la scultura di Mario Ceroli ispirata all’Uomo di Vitruvio e il Cavallo di Leonardo della scultrice Nina Akamu. La Chiesa di Santa Croce, dove fu con ogni probabilità battezzato Leonardo, e il Santuario della Santissima Annunziata, con una splendida “Annunciazione” del Cinquecento, sono altri luoghi interessanti da visitare prima di lasciare Vinci. Per conoscere a fondo il territorio attraversato da questa strada, che ricade nelle province di Prato, Firenze e Pistoia, è consigliabile scegliere uno dei tanti itinerari suggeriti e segnalati: il percorso alla scoperta de “Il crinale del Montalbano”, che da San Baronto conduce ad Artimino passando da Vinci; o “Le terre di Leonardo” (Lamporecchio, Vinci, Cerreto Guidi, Capraia e Limite); o ancora l’itinerario “Benessere e natura" che tocca Larciano, Monsummano Terme e Serravalle Pistoiese; o infine l’itinerario “Territorio e storia”, che da Serravalle Pistoiese si snoda a sud verso Cantagrillo e Casalguidi e passa da Quarrata, Tizzana, Seano e Carmignano.
Museo Leonardiano, Palazzina Uzielli e Castello dei Conti Guidi, Vinci (Firenze), tel. 0571 56055 /933251, museo@comune.vinci.fi.it | |
Museo Civico e Castello di Larciano, piazza Castello, Larciano, tel. 0573 837722, bibliotecalarciano@tiscalinet.it | |
Museo Nazionale di Casa Giusti, viale Vincenzo Martini 18, Monsummano Terme, tel. 0572 950960 | |
Museo Civico Paleontologico, piazza Farinata degli Uberti, Empoli (Firenze). Informazioni tel. 0571 757817 |
L’olio extravergine di oliva è ottenuto da olivi:
Frantoio | |
Moraiolo | |
Leccino | |
Pendolino | |
Rossellino | |
Piangente |
Olio che original’Igp Toscano, con menzione geografica aggiuntiva Montalbano, dal colore verde con sfumature giallo oro, odore fruttato con sentore di mandorla, carciofo, frutta matura. Tra i prodotti ortofrutticoli sono rinomati carciofi, asparagi, melanzane e fichi. Anche le castagne e il miele sono prelibatezze da non perdere per chi si trova in queste zone. Tra i dolci ricordiamo i brigidini di Lamporecchio, biscotti sottilissimi e profumati di anice. Sempre fra i dolci ricordiamo il berlingozzo, una ciambella che, secondo la tradizione popolare, veniva portata al collo dai ghiotti del paese, e i cantuccini, da accompagnare al vin santo. Numerosi sono anche i salumi qui prodotti, come pancetta, salame, salsiccia, spalla, finocchiona, e i formaggi, fra cui mozzarelle, scamorze e ricotte.
Si possono trovare in zona anche questi prodotti:
Pane Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Pecorino Toscano Dop | |
Prosciutto Toscano Dop | |
Salame Toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Finocchiona Toscana (Igp in fase di riconoscimento) | |
Suino Cinto Toscano (Dop in fase di riconoscimento) |
Già nel Duecento il Chianti Montalbano Docg, sottozona del Chianti, era
rinomato per l’alta qualità tanto da essere servito sulle tavole dei vescovi di
Pistoia.
L’uvaggio è quello tipico del Chianti:
Sangiovese min. 75% | |
Canaiolo nero fi no al 10% | |
Trebbiano toscano e/o Malvasia del Chianti fino al 10% | |
altre uve autorizzate fino al 20% |
Accompagna egregiamente secondi di carne e cacciagione, formaggi e legumi. La zona di produzione comprende Capraia e Limite, Carmignano, Lamporecchio, Larciano, Monsummano Terme, Quarrata, Serravalle Pistoiese e Vinci. Tra gli altri vini prodotti in questo lembo di Toscana ricordiamo:
Vin Santo Montalbano | |
Bianco della Valdinievole Doc | |
Vin Santo della Valdinievole | |
Bianco Empolese Doc |
Il territorio interessato dalla “Strada dell’olio e del vino Montalbano - Le colline di Leonardo” si interseca con quello della strada dei vini di Carmignano e trova quindi sul suo percorso anche il Carmignano Docg, il Vin Ruspo Doc, il Barco Reale Doc, il Vin Santo di Carmignano Doc.
Ingredienti:
pane toscano raffermo | |
800 g di fagioli cannellini freschi (o la metà se sono secchi) | |
un cavolo nero | |
500 g di bietole | |
400 g di pomodori | |
un quarto di cavolo verza | |
una carota | |
un gambo di sedano | |
una cipolla rossa | |
un ciuffo di prezzemolo | |
una decina di foglie di basilico | |
olio extravergine di oliva | |
origano | |
sale |
Preparazione:
Cuocete i fagioli in due litri d’acqua appena salata, con un pomodoro e un
goccio d’olio. In un tegame capiente fate un soffritto con la cipolla tritata,
aggiungete i pomodori, i fagioli (con l’acqua di cottura) e le verdure tagliate
a pezzetti. Salate
e lasciate sul fuoco bassissimo un paio d’ore. A fi ne cottura, mettete uno
stato di minestra sul fondo del piatto, quindi pane raffermo e ripetete per due
strati. Condite con olio extravergine di oliva e servite.
Strada dell’olio e del vino Montalbano Le Colline di Leonardo, Piazza Fra’ Giuseppino Giraldi 6, San Baronto Lamporecchio (PT) | |
Tel. 0573 803064 - 0573 88465 | |
Fax 0573 81427 | |
www.stradadileonardo.org | |
Mail: info@stradadileonardo.org | |
Uff. Informazione Turistica Intercomunale, Via della Torre 11, Vinci (Firenze) | |
Tel. 0571 568012 | |
Fax 0571 567930 | |
www.terredelrinascimento.it | |
terredelrinascimento@comune.vinci.fi.it |
La Strada dell'Olio dei Monti Pisani si snoda tra i caratteristici
terrazzamenti coltivati a olivi, i frantoi, le ville e i borghi caratteristici.
Scorre lungo la via pedemontana, attraversando i territori di Vecchiano, San
Giuliano Terme, Calci, Buti e
Vicopisano, sconfi nando in territorio lucchese. L’itinerario può partire da
Calci, dove è d’obbligo una vista alla splendida Certosa. Saliamo sul monte
Serra per godere del bellissimo panorama e proseguiamo verso due testimonianze
medicee, la villa di Agnano e l’acquedotto di Asciano. Fermiamoci a San Giuliano
Terme per approfittare delle sue acque salutari; proseguendo per Rigoli, Molina
di Quosa e Pugnano, ci troviamo a Ripafratta, dove la Rocca sembra ancora
sorvegliare
il confi ne tra i territori di Pisa e Lucca. Nei dintorni possiamo ammirare le
pievi romaniche di San Giovanni, Santa Maria a Pugnano e San Marco a Rigoli. Se
invece da San Giuliano prendiamo la strada panoramica arriviamo al "foro", il
valico più basso del monte pisano, che ci porta in territorio lucchese, a
Capannori.
Museo delle Arti e dei Mestieri del Legno, via Toscoromagnola, Cascina (Pisa), tel. 050 701530, cultura@comune.cascina.pi.it | |
Mulino Gangalandi, via privata di Gangalandi 14, loc. Castelmaggiore, Calci (Pisa), tel. 050 938017 | |
Museo Nazionale della Certosa di Calci, via Roma 79, Calci (Pisa), tel. 050 938430 | |
Casa dell’Acqua, via A. Volta, Filettole, Vecchiano (Pisa), tel. 050 843230 | |
Museo Arte Sacra, Pieve di Bientina, Bientina (Pisa), tel. 0587 755513. |
L'olio dei Monti Pisani è riconosciuto come menzione geografica aggiuntiva
dell' Olio extravergine di oliva Toscano Igp. Presenta un colore giallo con toni
verdi, odore fruttato leggero e sapore fruttato con leggera percezione di
piccante e intensa sensazione di dolce. La zona dei monti pisani offre ricette
semplici che permettono gi gustare il sapore intenso dell’olio, come la
fettunta o le zuppe di cavolo, ma anche piatti a base di funghi
porcini, verdure, cacciagione e pasta
fresca; non mancano i dolci caserecci come le nozze, il pan ficato,
il castagnaccio e la schiacciata di Pasqua.
Altri prodotti che possiamo trovare in zona sono:
Prosciutto Toscano Dop | |
Salame Toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Finocchiona Toscana (Igp in fase di riconoscimento) | |
Suino Cinto Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Miele toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Pane Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Pecorino Toscano Dop |
Ingredienti per 6 persone:
100 g di fagioli con l'occhio | |
1 carota | |
1 cipolla | |
1 costa di sedano | |
1 spicchio d'aglio | |
una dozzina di foglie di cavolo nero | |
1 mazzetto di radicchio di campo | |
2 salsicce fresche | |
2 patate | |
1 pezzetto di zucca gialla | |
1 pizzico di semi di finocchio | |
1 dl di olio extra vergine d’oliva | |
700 g di pane casalingo raffermo | |
sale q.b. | |
pepe q.b. |
Preparazione:
Cuocete i fagioli con l'occhio (messi a mollo la sera prima) in una pentola di
coccio, passateli. Fate un soffritto con un trito di aglio, sedano e cipolla,
cuoceteci le salsicce sbriciolate, aggiustate di sale e pepe. Aggiungete il
passato di fagioli e portate a bollore aggiungendo il cavolo, il radicchio, le
patate, la zucca e la carota (tutto a tocchettini). Cuocete a fuoco basso e
aggiungete semi di finocchio, sale e pepe. Quando avrà raggiunto la consistenza
di una purea spegnete. Mettete nelle singole scodelle una fetta di pane
strusciata con l’aglio, versatevi sopra la zuppa e condite con olio crudo.
Strada dell’Olio Monti Pisani’ c/o Oleificio Sociale Monti Pisani via Provinciale Vicarese 28, Caprona Vicopisano (Pisa) | |
frantoiosociale@tiscali.it | |
Apt Pisa Via S. Pellico 6, Pisa | |
Tel. 050 929777 | |
Fax 050 929764 | |
www.pisaturismo.it |
Con un percorso molto articolato questa strada del vino tocca numerosi
centri, da San Miniato a Peccioli, da Terricciola a Casciana Terme. La visita al
Campo dei Miracoli di Pisa è comunque tappa obbligata, per ammirare la Torre
Pendente, o
Campanile, il Duomo e il Battistero, in abbagliante marmo bianco. In prossimità
troviamo anche il Museo dell’Opera del Duomo, il Museo delle Sinopie e il
Camposanto vecchio. In provincia di Pisa si trovano numerose località di origine
medievale,
come Volterra, che dal colle domina tutta la Val di Cecina. Qui possiamo
visitare il Museo Etrusco Guarnacci, la Pinacoteca Civile e il
Museo di Arte Sacra.
Il centro raccoglie un tesoro inestimabile di architettura medievale, con la
piazza e il Palazzo dei Priori, il Palazzo Pretorio e le altre costruzioni
adiacenti. Esempio di arte medioevale immersa nel paesaggio collinare toscano è
San Miniato, con le sue chiese e il borgo antico; la bella e piccola città in
mattoni rossi e pietra conserva una splendida torre medioevale fatta costruire
da Federico II di Svezia, il Duomo romanico, la trecentesca chiesa di
San Domenico e il Convento di San Francesco.
Ecomuseo dell’Alabastro, via de’ Sarti, Volterra (Pisa), tel. 0588 87580 | |
Mostra Permanente della Civiltà Contadina, Villa Vaccà Berlinghieri, Montefoscoli (Pisa), tel. 0587 657014 | |
Museo della Civiltà Contadina, via Borgo, Montecastelli Pisano, (Pisa), 0588 28842 | |
Museo del Lavoro e della Civiltà Rurale, via Palaiese, San Gervasio di Palaia (Pisa), tel. 0587 212077 | |
Museo delle Miniere, piazza Garibaldi, loc. La Miniera, Montecatini Val di Cecina (Pisa), tel. 0588 31026 | |
Mostra Archeologica Permanente, via Galileo Galilei 37, Castelfranco di Sotto (Pisa), 0571 47584 | |
Museo delle Icone, piazza San Domenico, Peccioli (Pisa), tel. 0587 672877/67261 | |
Conservatorio Santa Chiara, via Roma, San Miniato (Pisa), tel. 0571 401047 |
Questa è la zona di produzione dell'olio (Dop in fase di riconoscimento), di colore verde tenue con riflessi gialli; ha un sapore fruttato con lievi note di amaro e piccante. Il più famoso prodotto nella provincia di Pisa è senz’altro il tartufo bianco, mentre il frutto più rappresentativo è la ciliegia di Lari. Famosa anche l’uva da tavola di San Colombano. Di impronta vegetariana è la salsa di funghi pioppini, per condire spaghetti al dente. Tra le specialità gastronomiche non mancano ricette di carne molto particolari, come la testicciola alla pisana, ma sono i piatti di pesce a prevalere, come il risotto con il nero di seppia. È in fase di riconoscimento la Dop per il Pecorino delle Balze Volterrane. Fra i dolci troviamo la torta con i bischeri.
In queste terre si producono inoltre:
Olio extravergine di oliva Toscano Igp | |
Prosciutto Toscano Dop | |
Salame Toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Finocchiona Toscana (Igp in fase di riconoscimento) | |
Suino Cinto Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Miele toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Pane Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Pecorino Toscano Dop |
Grazie ai cambiamenti apportati sia in vigna che in cantina la denominazione è entrata a pieno titolo fra le realtà emergenti del panorama vitivicolo toscano. Le uve di Sangiovese, Cabernet, Merlot, Vermentino e Chardonnay regalano vini di buona personalità, fruttati e invitanti, da consumarsi giovani. Nella zona a nord-est del Comune di Pisa si produce il Chianti Colline Pisane Docg; poi ci sono le denominazioni:
Bianco Pisano di San Torpé Doc con una base di Trebbiano (dal 75 al 100%) e altre uve bianche ammesse dal disciplinare | |
Colli Etruria Centrale Doc rosso e rosato composti da Sangiovese almeno al 50%, Cabernet Sauvignon e Franc, Merlot, Pinot Nero, Canaiolo nero fino al 50%. Sono ammessi al 25% altri vitigni raccomandati e autorizzati dal disciplinare | |
Colli Etruria centrale bianco che prevede Trebbiano toscano (almeno al 50%), Chardonnay, Pinot Bianco e Grigio, Vernaccia di San Gimignano, Malvasia del Chianti, Sauvignon fino al 50%. Ci sono poi il novello, che si beve fino a gennaio | |
Vin Santo (anche nella qualità occhio di pernice) |
Il rosso Colli Etruria si abbina bene ad antipasti toscani, coniglio e scottiglia; il bianco si accompagna al pesce. Il Chianti Colline Pisane, invece, è da abbinare a primi piatti conditi con ragù. Nella zona si producono anche:
Chianti (Docg) | |
Vin Santo del Chianti (Doc). |
Ingredienti:
500 g di ceci | |
200 g di pomodori | |
300 g di pasta lunga | |
aglio | |
rosmarino | |
sale |
Preparazione:
Un tempo in Toscana si mangiava pasta e ceci il venerdì; oggi è un piatto povero
che se ben fatto (e non troppo rivisitato) risulta delicato e gustoso. La
preparazione è semplice. Passate col passaverdura i ceci precedentemente cotti e
conservatene interi un paio di mestoli. A parte fate insaporire nell’olio
extravergine d’oliva l’aglio e del rosmarino e aggiungetevi i pomodori passati
al setaccio. Ottenuta e fatta ritirare un po’ la salsa, amalgamate il passato di
ceci e quando la minestra comincia a bollire aggiungetevi della pasta,
preferibilmente lunga spezzata grossolanamente. A cottura ultimata, servite ben
calda con un rametto di rosmarino fresco e un filo d’olio in superficie.
Strada del vino delle Colline pisane c/o Hotel Porta Valdera Via De Chirico 6, Str. Pr. della Fila, Peccioli (Pisa) | |
Tel. 0587 670663 | |
Fax 0587 670740 | |
www.stradavinocollinepisane.it | |
stradadelvino@digitline.it | |
Apt Pisa Via Pietro Nenni 24/28, Pisa | |
Tel. 050 929777 | |
Fax 050 929764 | |
www.pisa.turismo.toscana.it | |
info@pisa.turismo.toscana.it |
San Gimignano è famosa per le sue torri medioevali, una per ciascuna famiglia
benestante. Entrando da Porta Senese si percorre la via San Giovanni, piena di
negozi di artigianato e prodotti tipici, dove si trova Palazzo Pratellesi;
passato l’Arco
de’ Becci si arriva in piazza Cisterna, con edifici famosi come la Torre del
Diavolo. Attraversata la piazza, ecco il Duomo, o Collegiata, consacrato nel
1148. Notevoli i tre grandi affreschi di Taddeo Bartolo sul Giudizio Finale; da
non perdere la Cappella di Santa Fina, i cui affreschi sono fra le più
belle opere di Domenico Ghirlandaio. Nella piazza del Duomo troviamo anche il
Palazzo del Podestà, del XII secolo. Quattro i percorsi a raggiera che si
allontanano dal centro storico.
Andando verso nord, arriviamo quasi fino a Certaldo. A est, in direzione di
Poggibonsi, approdiamo a Cusona, Ulignano e Villa Pietrafitta. A sud, troviamo
Castel San Gimignano, Castelvecchio e diramazioni per Santa Lucia e Montauto. A
ovest,
infine, la Pieve di Cellone, Lamiano e Libbiano.
Nell’ex Conservatorio di Santa Chiara:
Spezieria di Santa Fina | |
Museo Archeologico | |
Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, via Folgore 11, San Gimignano (Siena), tel. 0577 940348, cultura@comune.sangimignano.it |
Lungo la strada del vino Vernaccia di San Gimignano, si incontreranno anche campi coltivati a Crocus Savitus (lo Zafferano di San Gimignano è una Dop in fase di riconoscimento). Come in tutta la provincia senese anche a San Gimignano si producono insaccati pregiati: la soppressata, la gota, il salame bastardo, le salsiccette e la frilza (arista insaporita e stagionata).
Altri prodotti tipici:
Olio extravergine di oliva Toscano Igp | |
Prosciutto Toscano Dop | |
Salame Toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Finocchiona Toscana (Igp in fase di riconoscimento) | |
Suino Cinto Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Miele toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Pane Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Pecorino Toscano Dop | |
Pecorino Terre di Siena (Dop in fase di riconoscimento) |
I vini prodotti in questa zona sono:
Vernaccia di San Gimignano (Docg) | |
San Gimignano (Doc) | |
Chianti (Docg) | |
Colli dell’Etruria Centrale (Doc) | |
Vin Santo del Chianti (Doc) |
La Vernaccia di San Gimignano è un vino antico. Dante Alighieri già lo citava
nella sua Divina Commedia e storiche testimonianze ne attestano la presenza sul
territorio del Comune fin dal 1276. È un vino bianco secco dal colore giallo
paglierino
tenue con un odore fine e penetrante, dal sapore asciutto e armonico. Primo vino
ad avere ottenuto il riconoscimento delle Doc, e poi della Docg nel 1993, la
Vernaccia viene prodotta nel territorio comunale di San Gimignano con le uve del
vitigno
omonimo e l’eventuale aggiunta (massimo 10%) di altri vitigni a bacca bianca.
Con l’invecchiamento non inferiore a 14 mesi, secondo i metodi tradizionali,
oltre ad un affinamento in bottiglia di quattro mesi, può portare la dizione
“riserva”. Si abbina bene a piatti a base di pesce.
Ingredienti:
700 g di farina | |
acqua | |
sale |
Preparazione:
I pici sono degli spaghetti grossolani fatti a mano da un impasto di farina e
acqua. Disponete la farina a fontana, in una spianatoia. Versate al centro due
bicchieri di acqua ed un pizzico di sale. Impastate bene fino a formare un
composto morbido e senza grumi che farete riposare per mezz’ora. Prendete
piccole parti di pasta e preparate tanti pici della grandezza di uno spaghetto,
infarinateli bene e buttateli nell’acqua bollente salata. Scolateli al dente e
versate in un tegame dove li abbinerete con salse di carne o funghi come per
tradizione.
Strada del vino Vernaccia di San Gimignano piazza Duomo 1, San Gimignano (Si) | |
Tel. 0577 940008 | |
Fax 0577 940903 | |
www.sangimignano.com | |
prolocsg@tin.it | |
Apt Siena Piazza del Campo 56, Siena | |
Tel. 0577 280551 | |
Fax 0577 281041 | |
infoaptsiena@terresiena.it | |
www.terresiena.it |
Possiamo intraprendere un viaggio nella splendida terra delle colline senesi
partendo da nord e scendendo verso sud. L’itinerario può cominciare da San
Gimignano e proseguire per Poggibonsi, che conserva ancora un centro storico
interessante.
Attraversiamo la Val d’Elsa e fermiamoci a Casole d’Elsa (da vedere la
Collegiata di Santa Maria Assunta, il Palazzo Pretorio e la Rocca). Da Mensano
raggiungiamo Casone e quindi Radicondoli, che vanta uno splendido belvedere.
Proseguiamo
per Montalcinello e Chiusdino; qui troviamo l’Abbazia di San Galgano, che non ha
più la copertura del tetto; entrare al suo interno e camminare sul pavimento
ricoperto di muschio è un’esperienza quasi irreale. Sulla sua sommità sorge la
piccolissima chiesetta di San Galgano: al suo interno, un masso conserva una
“spada nella roccia”. Galgano Guidotti, nobile cavaliere di Chiusdino, agli
inizi del 1100, deciso a divenire monaco cistercense, avrebbe confi ccato nella
roccia la spada insanguinata dalle numerose battaglie. La spada che vediamo non
è originale ma il fascino del luogo contribuisce a tener viva la leggenda.
Museo del Bosco e della Mezzadria, località Borgolozzi, Sovicille (Siena), tel. 0577 582323 | |
Museo dell’Antica Grancia di Serre, via dell’Antica Grancia 3, Serre di Rapolano (Siena), tel. 0577 705055 | |
Museo della Mezzadria, Tinaia del Taja, Piazzale Garibaldi, Buonconvento (Siena), tel. 0577 809075, museomezzadria@provincia.siena.it | |
Orto Botanico dell’Università di Siena, via Mattioli 4, Siena, tel. 0577 232874 | |
Museo della Terracotta di Petronio, via Valgelata 10, Trequanda (Siena), tel. 0577665188/662114 (Comune) | |
Museo Arte Sacra della Val d’Arbia, via Soccini 18, Buonconvento (Siena), tel. 0577 807190/807181 |
Il primo piatto per eccellenza, parlando delle Colline Senesi, è
rappresentato dai pici, tipici dell’intera provincia di Siena. Ma sono le
specialità dolciarie che hanno fatto conoscere la cucina senese nel mondo. Due
prodotti famosi sono in fase
di riconoscimento Igp: il panforte e i ricciarelli. Il panforte è
preparato dal 1205, quando alcuni servi ne facevano dono alle monache del
monastero di Montecelso. La produzione passò agli speziali, gli attuali
farmacisti, a causa forse dell’abbondanza di droghe impiegate. Si tratta di un
dolce che ha come base frutta candita, miele, zucchero caramellato, mandorle,
farina e tante spezie. I ricciarelli nascono dal marzapane, dolce a base di
mandorle e zucchero, la cui
diffusione a Siena risale al XV secolo. Insieme ai cavallucci, le copate e i
berriquocoli completano l’offerta natalizia dei dolci tipici, anche se a Siena è
possibile trovarli tutto l’anno.
Altri prodotti presenti:
Olio extravergine di oliva delle Terre di Siena Dop | |
Olio extravergine di oliva Toscano Igp | |
Prosciutto Toscano Dop | |
Salame Toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Finocchiona Toscana (Igp in fase di riconoscimento) | |
Suino Cinto Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Miele toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Pane Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Pecorino Toscano Dop | |
Pecorino Terre di Siena (Dop in fase di riconoscimento) |
La base del Chianti Colli Senesi Docg è soprattutto costituita da Sangiovese (dal 75 al 100%); questo vino ha un colore rosso rubino vivace, un odore profumato di mammola; il Vin Santo dei Colli Senesi è composto da Malvasia al 70% e Trebbiano al 30%. La loro qualità ha alimentato negli anni la crescita di un fenomeno turistico davvero singolare: si può dire che l’enoturismo sia nato proprio nelle terre di Siena. Il Chianti Colli Senesi si abbina perfettamente ai piatti tipici di questa zona come pici, salumi e formaggi.
Altri vini prodotti in zona:
Chianti (Docg) | |
Colli dell’Etruria Centrale (Doc) | |
Vin Santo del Chianti (Doc) |
Ingredienti per la pasta:
600 g di farina di grano tenero | |
un pizzico di sale | |
acqua |
Per la salsa:
3 fette di pane toscano | |
2 dl di olio extravergine di oliva | |
3 filetti di acciuga | |
50 g di pecorino grattugiato | |
sale | |
pepe |
Preparazione:
Impastate la farina con l’acqua e il sale, fino ad ottenere un composto
omogeneo. Una volta ottenuta una palla liscia e consistente, avvolgetela in un
panno per farla riposare. Stendetela cercando di ottenere uno spessore medio,
con l’aiuto di un
matterello, e ricavatene delle strisce di un centimetro di larghezza. Con le
mani lavorate ogni singola striscia fino ad ottenere una sorta di spaghetto. A
parte, tostate le fette di pane e sbriciolatele finemente. Fate scaldare l’olio
in una padella,
unite le acciughe e fate rosolare le briciole di pane. Cuocete i pici in
abbondante acqua salata, scolateli al dente, quindi versate la salsa ben calda.
Cospargeteli con il pecorino grattugiato e serviteli bollenti.
A sud-est di Siena, nei pressi del confine con l’Umbria, troviamo il
comprensorio di Montepulciano, cittadina di incantevole bellezza ribattezzata
“la perla del Cinquecento”, che domina una suggestiva vallata ricca di vigneti.
Il paesaggio è dolce,
i vigneti si alternano agli oliveti creando una suggestiva miscela di colori
interrotta solo da cipressi e da antiche coloniche che stanno a dimostrare come
l’uomo e la natura possano convivere in armonia. Gli itinerari enoturistici
presenti nel territorio sono cinque: due nel centro storico (dentro e fuori le
mura), Cervognano, Gracciano e Valiano, tutti dotati di un’adeguata segnaletica
che permette di individuarne agevolmente il percorso. Montepulciano è il fulcro
della Strada del vino: è circondata da una cinta muraria e da bellissime
fortificazioni progettate da Antonio da Sangallo il Vecchio nel Cinquecento, per
ordine di Cosimo I. Fra le tante e notevoli opere di artisti e architetti del
Rinascimento, basterà citare Piazza Grande, con il Palazzo Pubblico, opera del
Michelozzo, la Cattedrale, edificata tra il 1592 e il 1630 da Ippolito Scalsa
con la facciata incompiuta e priva del rivestimento marmoreo, e i palazzi
costruiti dal Sangallo e dal Peruzzi.
Museo Civico Pinacoteca “P. F. Crociani”, via Ricci 10, Montepulciano (Siena), tel. 0578 717300, bibliocom@hotmail.com |
Come in tutto il senese, anche qui i pici (sorta di spaghettoni fatti a mano) rappresentano il primo piatto tradizionale, conditi con sughi di carne o ai funghi. Come carni, fagiani, cacciagione e conigli trovano nelle ricette locali delle preparazioni gustose e sapienti, dai più classici “umidi” a preparazioni più elaborate con ripieni a base di fegatini, carni di maiale e tartufi.
Olio extravergine di oliva Terre di Siena Dop | |
Pecorino Terre di Siena (Dop in fase di riconoscimento) | |
Ricciarelli (Igp in fase di riconoscimento) | |
Panforte (Igp in fase di riconoscimento), |
sono parte notevole dell’offerta gastronomica di questa zona.
Troviamo infine:
Olio extravergine di oliva Toscano Igp | |
Prosciutto Toscano Dop | |
Salame Toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Finocchiona Toscana (Igp in fase di riconoscimento) | |
Suino Cinto Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Miele toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Pane Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Pecorino Toscano Dop. |
Il Nobile di Montepulciano è un vino rosso importante le cui origini
risalgono al 1300. Già il più celebre enologo del Cinquecento, Sante Lancerio,
bottigliere di Papa Paolo III, esaltava il gusto «perfectissimo» e l’«odore,
colore et sapore» di questo vino dal particolare colore rosso poliziano.
L’appellativo di “nobile” sembra derivare, oltre che dalle sue doti di
finezza, dal fatto che la produzione, in una ristretta zona collinare di
Montepulciano, era curata in particolare dalle famiglie nobili del luogo. Grazie
ai contributi dello Stato e della CEE, con i quali le aziende furono in grado di
riconvertire gli impianti vitati secondo le esigenze dettate dalla Doc (1966),
il Vino Nobile è entrato ufficialmente sul mercato alla fine
degli anni Sessanta. Nel 1980 venne riconosciuta la Docg al Vino Nobile di
Montepulciano e la Doc al Rosso di Montepulciano. Le differenze tra i due vini
sono unicamente la resa per ettaro, la gradazione alcolica e l’invecchiamento,
mentre l’area di produzione è la stessa, sono ottenuti dalle uve provenienti dai
vitigni Sangiovese (dal 70 al 100%), Canaiolo nero (massimo 20%), con
l’eventuale aggiunta (massimo 20%) di quelle di altri vitigni della zona (quelli
a bacca bianca solo il 10%). Il Vino Nobile ha un colore granato più o meno
intenso, con riflessi arancione regalati dall’invecchiamento; profumo delicato
di mammola più o meno intenso; sapore asciutto, leggermente tannico.
In zona si producono infine:
Vin Santo di Montepulciano (Doc) | |
Chianti (Docg) | |
Vin Santo del Chianti (Doc) | |
Colli dell’Etruria Centrale (Doc) |
Ingredienti:
300 g di fegatini | |
½ bicchiere di vino bianco | |
½ cipolla | |
20 g di capperi | |
5 filetti di acciughe | |
burro |
Preparazione:
Pulite i fegatini, togliendo il grasso e lavando con cura sia i cuoricini che i
fegatini. Tagliateli a pezzi e metteteli in una casseruola insieme a una noce di
burro e alla cipolla tagliata a fettine sottili. Dopo aver fatto rosolare per
circa 10 minuti,
aggiungete il bicchiere di vino bianco. Quando il vino sarà evaporato, tritate
finemente il tutto sul tagliere con coltello o mezzaluna. A questo punto
rimettete il trito nella casseruola ed aggiungete poco brodo di carne per
ammorbidire il
composto quindi unite i capperi e i fi letti di acciughe tritati finemente e
riportate il composto ad ebollizione per qualche minuto. Servite su fettine di
pane abbrustolito con un filo d’olio extra vergine d’oliva.
Strada del vino Nobile di Montepulciano, piazza Grande 7, Montepulciano (Siena) | |
Tel. 0578 717484 | |
Fax 0578 752749 | |
info@stradavinonobile.it | |
www.stradavinonobile.it | |
Apt Siena Piazza del Campo 56, Siena | |
Tel. 0577 280551 | |
Fax 0577 281041 | |
infoaptsiena@terresiena.it | |
www.terresiena.it |
La Val d’Orcia è costituita da un avvallamento collinare tagliato
trasversalmente dal fiume Orcia. Il paesaggio è l’espressione di una natura
incantevole, la forma del territorio è caratterizzata da piccole colline con
biancane e calanchi ai fianchi
e da ampi terreni agricoli e zone di pascolo al centro che generano un contrasto
tra il paesaggio duro e avaro delle crete e quello più armonioso e dolce dei
colli coltivati e dei filari di cipressi. L’aspetto lunare che tanto meravigliò
o procurò terrore a celebri scrittori del passato, che si trovarono ad
attraversare questa valle, come Dickens, Howtorne o De Sade, nella nostra epoca
è stato reso celebre dall’opera di pittori come Dario Neri, Aleardo Paolucci e
Aleardo Monaci.
Per proteggere questo ambiente, i cinque Comuni che lo “governano” (Montalcino,
Pienza, S. Quirico d’ Orcia, Castiglione d’Orcia e Radicofani) hanno deciso di
istituire l’ente Parco della Val d’Orcia che assicura la conservazione dei
beni naturali e artistici presenti nel territorio. Il legame che si è instaurato
tra l’agricoltura e l’ambiente è molto forte e ha generato così una produzione
tipica di alta qualità di vino, formaggio, olio, miele,
carni, salumi e prodotti artigianali.
Per ammirare in tutto il suo splendore la Val d’Orcia si può decidere di fare un
giro con il Treno Natura: chiusa al traffico dal settembre 1994, la ferrovia
Asciano-Monte Antico era considerata un “ramo secco” per il limitato traffico
viaggiatori che vi si svolgeva. Attraversando la zona delle Crete Senesi e la
vallata del fiume Orcia ai piedi del Monte Amiata, la linea si trova tuttavia in
un territorio di particolare valore ambientale e paesaggistico. Grazie al
progetto
Treno Natura, finanziato dalla Provincia di Siena, la Asciano-Monte Antico è
stata quindi riaperta in alcuni giorni festivi come ferrovia turistica con treni
storici. I prezzi del biglietto sono molto popolari; inoltre ogni viaggiatore
pagante può accompagnare un bambino di età inferiore ai 10 anni ed è possibile
trasportare anche biciclette.
Museo Civico Diocesano d’Arte Sacra, Rocca Medioevale, Pienza, tel. 0578 749071 | |
Museo del Cristallo, via dei Fossi 8/a, Colle Val d’Elsa (Siena), tel. 0577 924135, museo.cristallo@comunecollevaldelsa.it | |
Museo del Teatro Povero e dello Spettacolo Popolare Toscano, piazza Nuova, Monticchiello (Siena), tel. 0578 755118. |
Gran parte della fortuna di quest’area sta nella conformazione del suo terreno che favorisce, in pratica, ogni tipo di coltura pregiata. I piatti tipici locali rappresentano l’espressione di un tenace attaccamento alle antiche tradizioni: carni alla griglia, pasta fatta in casa, zuppe, sughi di cacciagione, Pecorino Terre di Siena (Dop in fase di riconoscimento), pesce di lago.
Sono piatti semplici ma sostanziosi, arricchiti dagli altri prodotti di zona:
Olio extravergine di oliva delle Terre di Siena Dop | |
Olio extravergine di oliva Toscano Igp | |
Prosciutto Toscano Dop | |
Salame Toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Finocchiona Toscana (Igp in fase di riconoscimento) | |
Suino Cinto Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Miele toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Pane Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Pecorino Toscano Dop |
L’Orcia Doc Rosso prevede Sangiovese dal 60% al 100% e un 40%
proveniente da vitigni a bacca rossa o a bacca bianca del senese; è un vino da
tutto pasto. L’Orcia Bianco è composto dal 50% al 100% di Trebbiano e dal
50% da vitigni a bacca
bianca; si accompagna a piatti leggeri o a base di pesce.
Abbiamo poi:
Novello (Sangiovese 60-100% e idonei non aromatici massimo 40%) | |
Vin Santo (Trebbiano e Malvasia 50%-100%) | |
Chianti (Docg) | |
Chianti Colli Senesi (Docg) | |
Colli dell’Etruria Centrale (Doc). |
Ingredienti per la pasta:
240 g di farina | |
20 g di zucchero | |
20 g di burro | |
2 uova | |
1 cucchiaio di vino bianco secco |
Per l’amalgama:
100 g di zucchero | |
100 g di miele | |
frutta candita |
Preparazione:
Impastate farina, burro, zucchero e uova, aggiungete il vino e fate tanti
bastoncini da tagliare a gnocchetti, in modo da ottenere quasi delle palline.
Friggeteli e scolateli bene. Fate caramellare zucchero e miele; versatevi le
palline e mescolate
velocemente in modo da amalgamare bene il tutto. Versate sul piatto da portata,
dando la forma di ciambella, e decorate con canditi e confettini.
Strada del vino Orcia Via Borgo Maestro 90, Rocca d’Orcia (Siena) | |
Tel./Fax 0577 898199 | |
info@stradavinorcia.it | |
www.stradavinorcia.it | |
Apt Siena Piazza del Campo 56, Siena | |
Tel. 0577 280551 | |
Fax 0577 281041 | |
infoaptsiena@terresiena.it | |
www.terresiena.it |
Dall’alto dei suoi 567 metri, Montalcino domina tutta la campagna
circostante, su un colle sul quale campeggia la possente Fortezza trecentesca.
Nel dedalo dei vicoli, tra botteghe artigiane, piccoli caffè e rivendite di
prodotti alimentari tipici,
da vedere sono il Palazzo Comunale, il Palazzo Vescovile che ospita i musei di
Montalcino (il Diocesano, il Civico e l’Archeologico),
l’antico Crocefisso di Sant’Antimo, risalente alla metà del 1100 e le chiese di
Sant’Agostino, Sant’Egidio e San Francesco, tutte costruite tra il XIII e il XVI
secolo, oltre al Santuario della Madonna del Soccorso. Poco fuori città, presso
Castelnuovo dell’Abate, nella valle dello Starcia, troviamo l’abbazia romanica
di Sant’Antimo, tempio avvolto in
un’atmosfera quasi fatata, fondato da Carlo Magno nel 781.
Musei Riuniti: Civico, Diocesano e Archeologico, ex Seminario di S. Agostino, Montalcino (Siena), tel. 0577 846014 | |
Museo del Vetro, Castello di Poggio alle Mura, Montalcino, tel. 0577 816001. |
Siena e la sua provincia sono una nicchia preziosa per la produzione di insaccati pregiati, oggi sempre più rari. Un salume che ha rischiato la scomparsa, a causa delle nuove leggi sanitarie, è il buristo, insaccato presente anche in altre realtà toscane con altro nome. A Siena si fa da sempre con il sangue del maiale, i ciccioli di lardo, cedro candito, uva passa, pinoli e spezie. Il salame bastardo è invece un salamino fatto dello stesso impasto della salsiccia, ma di grana più grossa, stagionato circa un mese. Ci sono poi le tipiche salsiccette, asciutte come salamini e spesso conservate sott’olio. Fra i dolci ricordiamo i biscotti detti ossi di morto e i classici panforte e ricciarelli (in fase di riconoscimento Igp).
La ricca offerta di produzioni tipiche prevede inoltre:
Olio extravergine di oliva Terre di Siena Dop | |
Pecorino Terre di Siena (Dop in fase di riconoscimento) | |
Olio extravergine di oliva Toscano Igp | |
Prosciutto Toscano Dop | |
Salame Toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Finocchiona Toscana (Igp in fase di riconoscimento) | |
Suino Cinto Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Miele toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Pane Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Pecorino Toscano Dop |
Il Brunello di Montalcino, tra i primi vini ad ottenere la
Denominazione di Origine Controllata e il primo vino italiano ad ottenere la
Denominazione di Origine Controllata e Garantita, viene prodotto entro i confini
del territorio comunale di Montalcino, con le uve del solo vitigno Sangiovese,
denominato localmente “Brunello”. Enologicamente il Brunello è nato intorno alla
metà dell’Ottocento per opera di un gruppo di viticoltori locali, che ottennero
un prodotto di grande qualità, con caratteristiche di vino da lungo
invecchiamento. In questi ultimi decenni la sua produzione ha registrato una
generalizzata evoluzione qualitativa, seguita da una costante affermazione di
notorietà ed immagine del nome in tutto il mondo. Caratteristica di questo vino
è la lunga maturazione prima dell’immissione in commercio. La vinificazione,
l’affinamento e l’imbottigliamento devono essere effettuati solo nel comune di
Montalcino. È il classico vino da carni rosse, arrosti,
cacciagione, formaggi stagionati. Ben si presta anche come vino “da
meditazione”. Il Rosso di Montalcino Doc ha un colore rosso rubino intenso e un
sapore asciutto, caldo e un po’ tannico.
Possiamo inoltre trovare:
Moscadello di Montalcino Doc | |
Chianti Docg | |
Colli dell’Etruria Centrale Doc | |
Vin Santo del Chianti Doc. |
Ingredienti:
1 kg di patate | |
4 tuorli d’uovo | |
parmigiano | |
poco burro | |
pasta tartufata | |
tartufo bianco fresco | |
sale |
Preparazione:
Sbucciate le patate e lessatele. Dopo averle scolate mettetele nel passaverdure.
Fatele asciugare bene in forno qualche minuto. Salate, aggiungete le uova e tre
manciate di parmigiano, un po’ di burro e la pasta tartufata. Imburrate uno
stampo da bordura e disponetevi l’impasto preparato. Cuocete a bagnomaria per 40
minuti e poi in forno a 200°C per 30 minuti. Togliete dallo stampo lo sformato
rigirandolo. Cospargetelo con poco burro fuso e del tartufo fresco.
Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, Costa del Municipio, Montalcino (Siena) | |
Tel. 0577 848246 | |
Fax 0577 849425 | |
www.consorziobrunellodimontalcino.com | |
Apt Siena Piazza del Campo 56, Siena | |
Tel. 0577 280551 | |
Fax 0577 281041 | |
infoaptsiena@terresiena.it | |
www.terresiena.it |
Siamo in un angolo di Toscana di rara bellezza e varietà di paesaggio,
racchiuso tra le colline e il mare, che propone molti itinerari e tappe
storico-artistiche. Partendo dalla costa, troviamo Castiglione della Pescaia con
la bella fortezza
sul mare, gli scavi archeologici di Vetulonia, il piccolo centro storico di
Scarlino, il castello di Gavorrano, la Riserva Naturale di Diaccia a Botrona. A
Follonica possiamo fermarci per un bagno di sole e di mare, prima di proseguire
all’interno verso la zona delle aspre colline metallifere, di rara bellezza e
suggestione.
Molti i paesini medioevali da visitare:
Montemassi (rappresentato nell’affresco di Guidoriccio da Fogliano di Simone Martini nel Palazzo comunale di Siena) | |
Roccatederighi | |
Sassofortino | |
Roccastrada | |
le aree naturali La Pietra e Torrente Farma |
Ma il fulcro di questa area è Massa Marittima, la cui piazza e il
centro storico rappresentano uno straordinario esempio di urbanistica
medioevale. Lo splendido Duomo è un gioiello di architettura
romanico-gotica. Meritano una sosta
anche i castelli medioevali di Lecceta e Cugnano, le Terme longobarde
di Bagno del re, Monterotondo Marittimo, Populonia e i suoi scavi
etruschi.
Museo della Vite e del Vino, piazza dell’Orologio 9, Roccastrada (Grosseto), tel. 0564 563376, museodelvino@virgilio.it | |
Museo del Ferro e della Ghisa, via Bicocchi interno ex Ilva, Follonica (Grosseto), tel. 0566 40762 | |
Antico Frantoio, via Populonia 3, Massa Marittima (Grosseto), tel. 0566 902289, musei@coopcollinemetallifere.it | |
Mostra della Civiltà Contadina, Castello di Monteregio, Massa Marittima, tel. 0566 902289 | |
Museo della Miniera, via Corridoni, Massa Marittima, tel. 0566 902289, musei@coopcollinemetallifere.it | |
Museo di Storia e Arte delle Miniere, piazza Matteotti, Massa Marittima, tel. 0566 902289 | |
Antica Falegnameria, vicolo Massaini, Massa Marittima, tel. 0566 902289 | |
Centro di Documentazione del Territorio, Palazzo Comunale, via della Rocca 2, Scarlino (Grosseto), tel. 0566 37052 | |
Museo Civico Archeologico “Isidoro Falchi”, Vetulonia, Castiglione della Pescaia (Grosseto), tel. 0564 948058 |
È quella tipica maremmana molto varia e ricca, che comprende le zuppe, le tagliatelle con sughi a base di salsiccia di maiale e cinghiale, i piatti di cacciagione come la lepre (usata sia per il sugo da pappardelle che come piatto forte in umido, cotta col vino rosso e insaporita con la pancetta), o come il cinghiale, cucinato in tanti modi, o ancora le beccacce, le quaglie (farcite di fegato di maiale e tartufo); allontanandosi dalla costa troviamo anche i funghi e la polenta.
Altri prodotti presenti:
Olio extravergine di oliva Toscano Igp | |
Prosciutto Toscano Dop | |
Salame Toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Finocchiona Toscana (Igp in fase di riconoscimento) | |
Suino Cinto Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Miele toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Pane Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Pecorino Toscano Dop. |
Il Monteregio di Massa Marittima Doc è di recente istituzione. Le tipologie consentite sono ben 8 e comprendono, tra le altre, il Rosso, Riserva, Rosato, e Novello con una base di Sangiovese almeno all’80% e di altri vitigni a bacca rossa non aromatici per un massimo del 20%. Il Monteregio Bianco prevede: Trebbiano toscano almeno al 50%, Vermentino, Malvasia, Malvasia di Candia e Ansonica fino al 30%; altri a bacca bianca non oltre il 15%; il Vermentino invece prevede: Vermentino bianco almeno al 90%; viene prodotto anche il Vin Santo Occhio di Pernice. Le varie tipologie permettono di abbinare il Monteregio praticamente a ogni tipo di piatto.
Ingredienti:
3 cipolle grandi | |
4 pomodori | |
1 uovo a persona | |
pane abbrustolito | |
pecorino | |
basilico | |
sedano |
Preparazione:
Fate rosolare a fuoco lento le cipolle tagliate a fette in olio extravergine di
oliva (senza farle soffriggere) finché non si saranno ammorbidite. Aggiungete i
pomodori maturi tagliati a pezzi e continuate la cottura, unendo basilico e
sedano.
A cottura ultimata aggiungete un litro di acqua e fate bollire per 15 minuti.
Disponete nelle scodelle (o meglio in tegamini di coccio) delle fette di pane
abbrustolito con un po’ di formaggio pecorino grattato. Aggiungete alla zuppa un
uovo a persona facendolo cuocere direttamente nel tegame che è ancora al fuoco.
Dopo uno o due minuti, con un ramaiolo, prendete il composto fumante (zuppa e un
uovo a porzione), mettetelo sul pane.
Associazione Strada del Vino e dei Sapori Monteregio di Massa Marittima c/o Comune di Massa Marittima Via Garibaldi 10, Massa Marittima (Grosseto) | |
Tel. 0566 902756 | |
Fax 0566 940095 | |
Informazioni e degustazioni: | |
Wine Bar del Monteregio Via Todini 1/3/5, Massa Marittima (Grosseto) | |
Tel. 0566 902756 | |
Fax 0566 940095 | |
info@stradavino.it | |
www.stradavino.it |
L’itinerario si sviluppa a poca distanza dalla costa, da Cecina a
Piombino, con un tratto nell’Isola d’Elba. Possiamo però partire da
Rosignano Marittimo col suo castello e la bella pieve romanica,
scendendo poi verso Castiglioncello, fra paesaggi che riecheggiano i
quadri macchiaioli. Proseguendo verso sud valgono una tappa i borghi di
Montescudaio, Guardistallo e Casale Marittimo, con le loro
privilegiate postazioni fortilizie sulla Val di Cecina. A Bolgheri
percorriamo la bella oasi naturalistica e arriviamo a Castagneto Carducci
attraversando le vigne più famose del mondo dove si produce il Sassicaia.
Anche la Val di Cornia ci propone piccoli borghi medioevali arroccati (Suvereto
e Campiglia Marittima) e un bagno caldo nelle piccole e antiche terme di
Caldana a Venturina. Ultime tappe via terra: Piombino e
Populonia, unico centro etrusco sul mare, con la sua splendida Tomba dei
Carri, col tetto a cerchi concentrici. Da Piombino è vicinissima l’Isola
d’Elba con
le sue cave, le belle spiagge e le bianche scogliere.
Museo della Vite e del Vino, via della Fiera 1, Venturina, Campiglia Marittima (Livorno), tel. 0565 855125 | |
Parco Archeominerario di San Silvestro, loc. Temperino, Campiglia Marittima, tel. 0565 838680, parcoss@parchivaldicornia.it | |
Parco Minerario dell’Isola d’Elba, via Magenta 26, Rio Marina (Isola d’Elba, Livorno), tel. 0565 962088 | |
Museo della Vita e del Lavoro della Maremma Settentrionale, La Cinquantina, Cecina (Livorno), tel. 0586 660411/680145 | |
Museo del Menù, via dei Colli 3, Bolgheri, Castagneto Carducci, tel. 0565 778111/744276 | |
Cose di Ieri, via Mozza, Piombino, tel. 056563923 | |
Museo “Alfeo Ricci” dei Minerali Elbani, via Cavour, Rio nell’Elba (Livorno), tel. 0568 939294/943070. |
La cacciagione ha un ruolo importante nella cucina della zona; il cinghiale, è proposto stufato in umido o cotto arrosto se molto giovane; la lepre è preparata in salmì e usata sulle pappardelle. Ma anche la costa regala dei buoni piatti, tutti ovviamente a base di pesce. Nella gastronomia elbana troviamo il polpo con le patate, le succulente cozze all’elbana, lo stoccafisso alla riese e tante altre ricette. Una rarità della zona è la buonissima marmellata di corbezzolo, leggermente acida, da mangiare col pecorino.
Possiamo trovare inoltre:
Olio extravergine di oliva Toscano Igp | |
Prosciutto Toscano Dop | |
Salame Toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Finocchiona Toscana (Igp in fase di riconoscimento) | |
Suino Cinto Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Miele toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Pane Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Pecorino Toscano Dop |
In questa zona si producono le Doc Montescudaio, Bolgheri e sottozona Sassicaia, Elba e Val di Cornia. Il Montescudaio Bianco è composto da Trebbiano toscano (minimo 50%) e idonei a bacca bianca (massimo 50%); il Montescudaio Rosso, invece, prevede Sangiovese (minimo 50%) e idonei a bacca rossa (massimo 50%). Anche la Doc Elba ha origini etrusche e poi romane ma ha avuto molto successo in epoca rinascimentale:
Elba Bianco (Trebbiano toscano minimo 50%, Ansonica o Vermentino massimo 50%, idonei a bacca bianca massimo 20%) | |
Elba Rosso (Sangiovese minimo 60%, idonei massimo 40%) |
La cultura della vite nelle campagne di Bolgheri fu voluta dal conte Gherardesca (fondatore anche della cittadina di Bolgheri) con l’attuazione di importanti provvedimenti e con la messa in atto di una politica favorevole allo sviluppo economico della zona. La denominazione Bolgheri e sottozona Sassicaia Doc prevede sia il bianco (Trebbiano toscano, Vermentino, Sauvignon dal 10 al 70%, idonei a bacca bianca massimo 30%) sia il rosso (Cabernet Sauvignon dal 10 all’80%, Merlot massimo 70%, Sangiovese massimo 70%, idonei a bacca rossa massimo 30%). Infine abbiamo il Val di Cornia, di radici storiche antichissime, che stupisce per la gamma di vini che propone e che possono accompagnare un intero menu dall’antipasto al dessert.
Ingredienti:
700 g di carne di cinghiale | |
300 g di passata di pomodoro | |
aglio | |
rosmarino | |
alloro | |
peperoncino | |
olio | |
sale |
Preparazione:
Tagliate la carne di cinghiale a pezzetti e mettetela in un tegame al fuoco
senza olio né acqua sul fondo per far perdere alla carne i primi succhi e per
togliere il sapore di selvatico. Fate un battuto di aglio, rosmarino, alloro,
peperoncino e aggiungetelo insieme ad abbondante olio di oliva al cinghiale,
facendo rosolare bene e aggiungendo un bicchiere abbondante di buon vino rosso.
Dopo circa un quarto d’ora di rosolatura aggiungete un po’ di passata di
pomodoro (per dare colore),
salate e continuate la cottura per circa 2 ore, fi no a che la carne sarà
tenera.
Consorzio La strada del vino Costa degli Etruschi, Località San Guido 45, Bolgheri (Livorno) | |
Tel. 0565 749768 | |
Tel. e fax direzione e segreteria 0565 749705 | |
www.lastradadelvino.com | |
info@lastradadelvino.com | |
Apt Livorno Piazza Cavour 6, Livorno | |
Tel. 0586 204611 | |
Fax 0586 896173 | |
www.livorno.turismo.toscana.it | |
Mail: info@livorno.turismo.toscana.it |
La strada copre un vasto itinerario alle pendici del Monte Amiata in un
territorio cerniera fra la Maremma e il senese. Il paesaggio montano, ricco di
boschi, uliveti e vigneti, abbraccia piccoli borghi murati, castelli e casseri
con antiche cantine e frantoi: è un angolo di Toscana ancora intatto, in cui
tradizione e innovazione tendono a legarsi. La strada è organizzata in un
percorso principale e in cinque micropercorsi che si snodano sul territorio
nelle zone più belle e interessanti dal punto di vista vitivinicolo. Quello
principale parte da Paganico, con la cinta muraria a quattro porte del IV
secolo, prosegue per Sasso d’Ombrone col suo famoso ponte, per giungere
al piccolo borgo rurale Poggi del Sasso, capitale del vino Montecucco: è
questa l’area più vitata, ricca di cantine e aziende, dove si trovano anche i
bellissimi castelli di Vicarello e Colle Massari. A Cinigiano
possiamo fare una sosta alle cantine del cassero (aperte durante la festa
dell’uva ad ottobre)
e il vicino borgo Castello di Porrona. A Castel del Piano sono da vedere la
Porta dell’Orologio, la Porta Castiglionese e i palazzi signorili lungo il
Corso. Con uno sguardo ormai verso la Maremma più costiera, da non tralasciare
il borgo Civitella Marittima e la stupenda Badia Ardenghesca, antico complesso
monastico ubicato lungo la così detta “via del Sale”.
Museo della Vite e del Vino, piazza Centrale, Montenero d’Orcia (Grosseto), tel. 0564 954314, museo@stradadelvinomontecucco.com | |
Casa-Museo di Monticello Amiata, via Grande 23, Monticello Amiata, Cinigiano (Grosseto), tel. 0564 993407 / 994187 (Pro Loco) | |
Parco Museo Minerario di Abbadia San Salvatore, perimetro area mineraria, Abbadia San Salvatore (Grosseto), tel. 0577 778324 | |
Museo Etnografico Santa Caterina, via Roma 15, loc. Santa Caterina, Roccalbenga (Grosseto), tel. 0564 989032. |
La zona è rinomata per la cacciagione, i funghi, soprattutto porcini e ovuli, ma sono anche la Castagna dell’Amiata Igp e l’Olio Extravergine di oliva Seggiano (Dop in fase di riconoscimento) a caratterizzare fortemente le produzioni locali.
A completare il quadro della ricca gastronomia del territorio si aggiungono:
Olio extravergine di oliva Toscano Igp | |
Prosciutto Toscano Dop | |
Salame Toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Finocchiona Toscana (Igp in fase di riconoscimento) | |
Suino CintoToscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Miele toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Pane Toscano(Dop in fase di riconoscimento) | |
Pecorino Toscano Dop |
Il Montecucco rosso è una Doc recentissima, nata nel 1998. È composto da
Sangiovese minimo 60% e da altri vitigni a bacca rossa non aromatici,
raccomandati e/o autorizzati per la provincia di Grosseto, da soli o
congiuntamente nella misura
massima del 40%. Il Montecucco Sangiovese prevede Sangiovese almeno all’85% e
altri vitigni a bacca rossa non aromatici raccomandati e/o autorizzati per la
provincia di Grosseto, da soli o congiuntamente fi no al 15%. Il Montecucco
bianco
prevede invece: Trebbiano Toscano almeno il 60% e altri vitigni a bacca bianca
raccomandati e/o autorizzati per la provincia di Grosseto da soli o
congiuntamente nella misura massima del 40%. Infine abbiamo il Montecucco
vermentino: Vermentino almeno l’85% e altri vitigni a bacca bianca, raccomandati
e/o autorizzati per la provincia di Grosseto da soli o congiuntamente nella
misura massima del 15%.
Ingredienti:
300 g di farina dolce di castagne | |
80 g di uvetta | |
una manciatina di pinoli | |
una di noci | |
rosmarino | |
olio |
Preparazione:
Setacciate la farina di castagne e mettetela in un recipiente capiente.
Aggiungete gradualmente mezzo litro d’acqua e mescolate fi no a quando l’impasto
non conterrà dei grumi di farina. Quando la farina sarà ben amalgamata
aggiungete l’uvetta precedentemente messa in ammollo, i pinoli, le noci, e due
cucchiai di olio extravergine d’oliva. Ungete una teglia bassa, decorate la
superficie con un filo d’olio, pinoli e noci avanzati e qualche rametto di
rosmarino. Infornate per circa 30 minuti e servite dopo che si sarà ben
raffreddato.
Associazione Strada del vino Montecucco e dei Sapori dell’Amiata, Piazzale Cap. Bruchi 3, Cinigiano (Grosseto) | |
Tel. 0564 994630 | |
Fax 0564 994898 | |
info@stradadelvinomontecucco.it | |
www.stradadelvinomontecucco.it | |
Apt Grosseto Via Monterosa 206, Grosseto | |
Tel. 0564 414303 | |
Fax 0564 454606 | |
www.grosseto.turismo.toscana.it | |
aptgrosseto@grosseto.turismo.toscana.it |
La Maremma conserva ancora l’aspetto selvaggio di terra strappata alla
palude. Dalla costa al monte Amiata, la strada attraversa sei Doc, tredici
comuni, sfiora la costa e poi si dirama nell’interno. Di alto interesse il
percorso che passando
per Pitigliano, Sovana e Sorano offre scorci affascinanti,
paesi arroccati sul tufo arancio e importanti testimonianze etrusche. Lungo
questo viaggio non possiamo tralasciare il magnifico Parco Naturale della
Maremma o dell’Uccellina che
ha mantenuto la sua naturale asprezza, diventando habitat eccellente per specie
vegetali e animali. Patria del noto vino Morellino è Scansano, borgo arroccato
in cima ad un colle, dove meritano una visita il convento e la chiesa di Petreto,
ex castello duecentesco, trasformato prima in oratorio francescano, poi, nel
1507, nell’attuale costruzione, il possente Castello di Montorgiali, del XII
secolo, e il Castello di Monteprò, del XIV secolo. Verso il mare, oltre le
colline intorno alla Marsiliana, è d’obbligo una tappa nel piccolo borgo murato
di Capalbio e una a Orbetello per ammirare la bellissima oasi del
Wwf. Per un tour marino d’eccellenza possiamo raggiungere l’Argentario con le
sue romantiche calette o l’isola del
Giglio.
Museo della Vite e del Vino, piazza Pretorio, Scansano (Grosseto), tel. 0564 507401/509106 | |
Museo della Cultura Contadina, via Emilia 2, Albinia, Orbetello (Grosseto), tel. 0564 871774 / 860447 | |
Museo della Civiltà Giubbonaia, piazza Garibaldi, Pitigliano (Grosseto), tel. 0564 617111 | |
Museo della Laguna, via Nizza 240, Talamone, Orbetello (Grosseto), tel. 0564 887173. |
La Maremma è la terra del cinghiale. Con le sue carni vengono preparate le coppiette, barrette di carne insaporite con sale e peperoncino, quindi essiccate e affumicate. Nella zona del mare ha ripreso a essere prodotta la bottarga di Orbetello, fatta con le uova di muggine. Uno dei piatti più rinomati è poi l’acquacotta, una ricetta gustosa fatta con cipolle, pomodoro e basilico fatti stufare nell’olio, bagnati con acqua e versati su fette di pane raffermo tostato.
In questa zona si producono inoltre:
Vitellone della Maremma (Dop in fase di riconoscimento) | |
Olio extravergine di oliva Toscano Igp | |
Prosciutto Toscano Dop | |
Salame Toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Finocchiona Toscana (Igp in fase di riconoscimento) | |
Suino Cinto Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Miele toscano (Igp in fase di riconoscimento) | |
Pane Toscano (Dop in fase di riconoscimento) | |
Pecorino Toscano Dop | |
Pecorino Romano (Dop) |
Le Doc e Docg maremmane nella loro diversità e complessa struttura risultano
capaci di raccontare gli aspetti diversi di questo territorio rimasto a lungo ai
margini della regione. Il Morellino di Scansano, che dal 2006 ha ottenuto la
Docg, è prodotto nella zona della provincia di Grosseto tra i fiumi Albegna e
Ombrone. Come il Brunello di Montalcino, è ‘unico rosso toscano che può essere
prodotto da sola uva Sangiovese, pur con una minima variabile (al 15%) di altre
uve a bacca nera (tra i più diffusi il Cabernet, l’Alicante, il Grenache e il
Merlot). Il Bianco di Pitigliano Doc, prodotto in una fascia di territorio
vulcanica che parte dal lago di Bolsena e arriva a Pitigliano, è ottenuto da
vitigni Trebbiano toscano
(dal 50 all’80%), Greco e/o Malvasia bianca toscana e/o Verdello (per un massimo
del 20%), da Grechetto, Chardonnay Sauvignon, Pinot Bianco e Riesling italico da
soli al 15% o insieme al 30%. L’Ansonica Costa dell’Argentario Doc è invece
prodotto nelle zone collinari e insulari della provincia di Grosseto da uve
Ansonica (minimo 85%) con l’aggiunta di alcune uve raccomandate per un massimo
del 15%. La Parrina Doc è prodotto in una fetta di territorio non troppo estesa
vicina a Orbetello. Il rosso e il rosato sono ottenuti da uve Sangiovese
(70-100%) e idonei a bacca nera (massimo 30%), mentre il bianco nasce da
Trebbiano toscano (30-50%), Ansonica e/o Chardonnay (30-50%) con eventuale
aggiunta di altri vitigni a bacca bianca (non aromatici) per un massimo del 20%.
Abbiamo poi il Capalbio, che si differenzia in: Capalbio Rosso
(Sangiovese minimo 50%, più uve a bacca rossa non aromatiche); Capalbio
Sangiovese (Sangiovese 85-100% con uve a bacca rossa non aromatiche massimo
15%); Capalbio Rosato (Sangiovese minimo 50% più uve a bacca rossa non
aromatiche); Capalbio Cabernet Sauvignon (Cabernet Sauvignon 85-100%,
ammesse uve a bacca nera non aromatiche massimo 15%); Capalbio bianco
(Trebbiano, ammesse uve a bacca bianca non aromatiche); Capalbio Vermentino
(Vermentino 85-100%, ammesse un massimo del 15% di uve a bacca bianca non
aromatiche). E infine il Sovana Doc: il Sangiovese (almeno al 50%)
rappresenta la base caratterizzante del Sovana Rosso, Sovana Rosso Superiore,
Sovana Rosato. Per il restante 50% sono ammessi diversi vitigni a bacca nera.
Lungo questa strada del vino si producono anche:
Chianti (Docg) | |
Colli dell’Etruria Centrale (Doc) | |
Vin Santo del Chianti (Doc) |
Associazione Strada del vino e dei sapori Colli di Maremma, Palazzo Pretorio 4, Scansano (Grosseto) | |
Tel./fax 0564 507381 | |
Centro Enoturistico Piazza del Popolo, Magliano in Toscana (GR) Tel. 0564 593056 | |
www.stradavinimaremma.it | |
www.collidimaremma.it | |
collidimaremma@tiscali.it | |
centroenoturistico@libero.it | |
Apt Grosseto Via Monterosa 206, Grosseto | |
Tel. 0564 414303 (info) | |
Fax 0564 454606 | |
www.grosseto.turismo.toscana.it | |
aptgrosseto@grosseto.turismo.toscana.it |