Invalido e povero per forza?

Perchè il professionista o l'artigiano o il commerciante può detrarre dalle tasse parte del costo della sua autovettura in quanto fondamentale per consentirgli di muoversi e quindi di lavorare, senza limiti di cilindrata, e l'invalido è legato ad una cilindrata massima di 2800 cc se Diesel o 2000 cc se a benzina, oltre le quali perde importanti facilitazioni?

E' forse più pericolosa una lenta e poco costosa KIA Carnival 2900 Diesel (non ammessa alle facilitazioni) che una costosa BMW da 200 Km/ora (ammessa) ?

L'invalido è veramente l'unica persona per cui un'auto non è uno strumento di lavoro?

L'invalido deve essere per forza più povero delle persone 'sane'?

L'invalido non può prendersi un titolo di studio o esercitare un lavoro redditizio che gli consenta un certo benessere economico ?

L'invalido quando guida una vettura modificata dopo accurate, frequenti e penose visite della Commissione Speciale è un pericolo pubblico?


Se le risposte a queste domande sono affermative, allora perchè continuano a consentirgli di guidare un'auto?

Se invece le risposte sono (come è ovvio) negative, perchè si è posto limite di cilindrata, oltre il quale si perdono i diritti allo sconto IVA ed alle detrazioni fiscali?

Il motivo non risiede nello sconto fiscale o nella riduzione dell'IVA, perchè l'invalido può acquistare con tutte le facilitazioni una vettura da 100 milioni purchè entro i 2000cc benzina o 2800cc gasolio. Tanto più che le detrazioni fiscali hanno un limite di 18076 Euro (35 milioni di Lire)

Forse l'autovettura per l'invalido è meno importante che per l'idraulico?

Oppure è l'invalido che conta meno nella mente ottusa e un poco razzista del burocrate del Ministero?
L'invalido continua a non avere i comuni diritti di tutti gli altri cittadini, vive di concessioni benevole, deve sentirsi diverso, guardato con fastidio e sufficienza.