Con la piena adesione all’Unione Economica e Monetaria Europea, la significativa
riduzione delle dinamiche inflazionistiche ed il contenimento della spesa pubblica, gli
obiettivi principali del Protocollo sulla politica dei redditi e dell’occupazione,
sugli assetti contrattuali, sulle politiche del lavoro e sul sostegno al sistema
produttivo del 23 luglio 1993 sono stati in tutto o in parte conseguiti. Successivamente
con il Patto del Lavoro del settembre 1996 si è raggiunto un accordo tra Governo e parti
sociali volto al perseguimento di obiettivi di sviluppo e di promozione adempiendo
all’impegno di modificare il quadro normativo in materia di gestione del mercato del
lavoro e crisi occupazionali, in direzione di un governo attivo delle dinamiche
dell’occupazione.
Il modello e le procedure messi in atto dal Protocollo del 23 Luglio 1993 hanno reso
stabile e continuo il confronto tra Governo, organizzazioni sindacali e associazioni
datoriali. La responsabilità dei comportamenti degli attori sociali derivata dal
Protocollo si è rivelata una condizione essenziale per garantire la modernizzazione del
Paese e per determinare il passaggio verso una condizione economica che pone oggi
l’Italia in condizione di maggiore competitività nella sfida della globalizzazione,
garantendo il mantenimento di condizioni sociali adeguate.
Il Governo e le parti sociali nel mentre ribadiscono l’importanza del modello,
delle procedure e degli indirizzi indicati nel Protocollo del 1993 sottolineano la
necessità di definire nella continuità e nel rispetto delle prerogative e dei diritti
costituzionalmente garantiti una nuova fase di concertazione finalizzata a conseguire
obiettivi di sviluppo economico e di crescita occupazionale attraverso:
una politica dei redditi orientata alla promozione dell’occupazione e
all’allargamento della base produttiva, mediante azioni di intervento coerenti a
tutti i livelli di governo (nazionale, regionale, locale);
un rafforzamento della concertazione ed un assetto delle regole che assicuri
l’autonomia e la responsabilità alle parti sociali nonchè garantisca meccanismi
procedurali certi e trasparenti;
un consolidamento del legame tra variabili di carattere macro-economico, variabili di
carattere micro-economico, mercato del lavoro, al fine di garantire processi di sviluppo e
di promozione di nuova occupazione anche a livello locale.
Il Governo e le parti sociali sono convinti della necessità di una strategia integrata
tra politiche macroeconomiche, politiche del mercato del lavoro, politiche
dell’occupazione, come già avvenuto in occasione del Patto del Lavoro del settembre
1996. Governo e parti sociali ribadiscono l’obiettivo di contenimento
dell’inflazione e di controllo del deficit pubblico nel rispetto dei criteri di
convergenza determinati dalla partecipazione all’Unione Economica e Monetaria
Europea. La riduzione della disoccupazione e la promozione dell’occupazione sono
possibili solo in presenza di sane politiche macroeconomiche che permettono una crescita
non inflazionistica capace di ampliare le opportunità di lavoro. Su questo fronte,
l’impegno del Governo è quello, nel definire gli obiettivi di inflazione
programmata, di riferirsi ai livelli medi dei paesi dell’Euro.
Pertanto, viene confermato l’obiettivo di garantire un maggior raccordo tra il
livello centrale della politica dei redditi ed il livello decentrato, al fine di
accelerare il processo di sviluppo e di creazione di occupazione, con priorità nel
Mezzogiorno e nelle aree deboli, e di evitare effetti destabilizzanti sulle variabili
macroeconomiche.
Ugualmente, si confermano le due sessioni di politica dei redditi previste nel
protocollo del 1993 nonchè l’impegno affichè esse si svolgano in tempi coerenti con
i processi decisionali della politica economica. L’adesione alla Unione Economica e
Monetaria Europea pone la politica dei redditi in rapporto con i processi decisionali che
avvengono a livello europeo. Tali processi non riguardano solo le decisioni per il
mantenimento delle condizioni di convergenza macroeconomica ma si estendono anche, dopo le
decisioni del Consiglio Europeo Straordinario di Lussemburgo del novembre 1997, alle
politiche dell’occupazione e del lavoro. A tal fine nell’ambito delle sessioni
annuali di politica dei redditi, o anche prevedendo una apposita sessione comunitaria
sull’occupazione, saranno identificate le politiche di intervento, gli effetti
sull’occupazione e gli stanziamenti di bilancio richiesti sulla base delle politiche
indicate nel Piano Nazionale d’Azione per l’occupazione. Le parti sociali
firmatarie del presente accordo, d’intesa con il Governo, parteciperanno pienamente
all’elaborazione di tale Piano, al monitoraggio degli effetti conseguiti e alla sua
implementazione per le azioni che toccano direttamente la loro responsabilità.
Il contesto politico, economico e sociale è peraltro oggi profondamente diverso da
quello del 1993. Non solo perché diversa è la situazione del Paese, caratterizzata oggi
da un quadro macroeconomico stabile e sano nei suoi elementi fondamentali. Ma soprattutto
perché diverse sono le prospettive del Paese dopo il raggiungimento dell'obiettivo
dell'Unione Monetaria Europea. Il conseguimento di quell'obiettivo permette infatti di
riproporre oggi il tema di una iniziativa europea per l'occupazione che sfrutti i margini
di manovra disponibili a seguito del completamento dell'Unione Monetaria e che attribuisca
al lavoro una centralità pari a quella assunta negli ultimi anni dal risanamento
finanziario. Sotto questo profiloil recente Consiglio europeo di Vienna ha
rappresentato un significativo mutamento nella qualità dell’impegno europeo nei
confronti dello sviluppo e dell’occupazione. In quella sede si sono, infatti, poste
le basi per un patto europeo per l’occupazione nel quadro del processo di
Lussemburgo. In questo ambito, il Governo italiano assumerà nei prossimi mesi le
iniziative opportune perché l'Unione Europea affronti con decisione a livello
sovranazionale la sfida imposta dalle nuove relazioni internazionali e dalle nuove
tecnologie.
A sua volta, un diverso atteggiamento dell'Unione Europea nei confronti dei problemi del
lavoro sarà certamente reso più agevole dalla diffusione di modelli concertativi in
Europa e dall'adozione - a livello dell'Unione - di pratiche omogenee al modello
concertativo. Valga per tutte, oltre al definitivo accoglimento nel Trattato di Amsterdam
dell’Accordo sulla politica sociale, che applica il metodo concertativo alle
iniziative della Comunità in materia sociale, la scelta del Consiglio Europeo
straordinario del 21 novembre 1997 con la quale si è stabilito che - due volte l'anno -
le riunioni dei Consigli Europei siano precedute da incontri con le parti sociali sui temi
oggetto delle riunioni.
Un vantaggio decisivo per la realizzazione degli obiettivi del nuovo patto è
rappresentato dai primi risultati già conseguiti e da quelli in via di conseguimento con
la profonda trasformazione della pubblica amministrazione avviata con le recenti leggi di
riforma. Il Governo, come parte contraente, manifesta la ferma intenzione di proseguire
nella direzione dell’ammodernamento, della semplificazione e dell’innovazione
organizzativa dell’attività delle pubbliche amministrazioni. In particolare, il
Governo intende imprimere una forte accelerazione al lavoro di predisposizione dei
regolamenti di semplificazione di procedimenti amministrativi già autorizzati dalle leggi
59 del 1997 e 191 del 1998 (dei 122 regolamenti previsti, molti dei quali relativi ad
attività economiche, 21 sono stati approvati in via definitiva), e alla redazione dei
regolamenti previsti dalla "Bassanini quater" in corso di approvazione (61 nuovi
regolamenti di semplificazione), anche attraverso una struttura dedicata per la
delegificazione, la semplificazione e la valutazione dell’impatto della
regolamentazione, istituita presso la Presidenza del Consiglio. Il Governo intende,
inoltre, assicurare un costante impulso e monitoraggio delle misure di implementazione
delle semplificazioni, per esempio mediante programmi di formazione del personale degli
sportelli unici per le attività produttive (già finanziati per la prima tranche di 49
mld.).Il Governo intende, infine, agire in prospettiva lungo tre direttrici
fondamentali: (i) il proseguimento dell’azione di delegificazione,
semplificazione e razionalizzazione normativa e amministrativa anche attraverso la
riorganizzazione in testi unici della normativa vigente, (ii) l’assunzione di
iniziative per valutare e migliorare la qualità delle regolamentazioni, per misurare le
ricadute delle stesse sui cittadini e sulle imprese e per analizzarne la fattibilità e la
"copertura amministrativa", (iii) il proseguimento ed il completamento della
riorganizzazione del sistema amministrativo, l’attuazione delle riforme avviate in
materia di federalismo amministrativo con la piena attuazione del principio di
sussidiarietà e di lavoro pubblico, il potenziamento e l’attuazione dei programmi di
informatizzazione e di riqualificazione tecnica e professionale delle amministrazioni in
modo da realizzare un significativo miglioramento della qualità dei servizi e delle
prestazioni pubbliche. Tempi e modalità dell’azione del Governo in questo campo sono
indicati nell’All. 1.
Il patto sociale per lo sviluppo e l’occupazione – con particolare attenzione
alle pari opportunità - disegna un percorso temporale che richiede, in ogni sua fase, il
pieno rispetto degli impegni assunti da tutte le parti firmatarie sottoscrivendo il
presente protocollo e gli allegati che ne costituiscono parte integrante. Spetta al
Governo, come garante del patto, fare in maniera che tale coerenza di comportamenti si
realizzi per tutta la durata del presente accordo. Spetta al Governo, inoltre, come parte
firmataria, garantire il massimo coordinamento e l’unità di azione dei diversi
responsabili politici e dei diversi livelli di governo. Spetta, invece, a questi ultimi
prendere piena coscienza del nuovo ruolo delle istituzioni regionali e locali ed assumere
le corrispondenti responsabilità. Al fine di ottemperare pienamente al proprio ruolo,
oltre alle procedure di verifica con le parti sociali di cui oltre, il Governo istituirà
presso la Presidenza del Consiglio una sede formale di monitoraggio per controllare nel
tempo, con puntualità e regolarità, l'attuazione degli impegni assunti dal Governo
stesso, dai singoli Ministeri e dalle parti sociali firmatarie nel presente documento e
dei risultati del patto, in termini di occupazione e accumulazione, distribuzione del
reddito e competitività del sistema. Alla luce di questa valutazione, il Governo si
riserva di interrompere il corso, di mutare l’intensità e/o la destinazione
settoriale delle politiche per lo sviluppo e l’occupazione, ed in particolare delle
misure di carattere contributivo e/o fiscale.