Le politiche per lo sviluppo e l'occupazione
- Il ruolo positivo che il Protocollo del 23 luglio 1993 ha avuto all'interno del processo
di risanamento dell'economia italiana è ormai ampiamente riconosciuto. Non altrettanto
positivo è stato invece il bilancio per quanto riguarda il rilancio delle politiche di
sviluppo e di crescita dell'occupazione. E ciò nonostante gli obbiettivi dello sviluppo e
delloccupazione fossero stati ritenuti centrali tanto nel Protocollo del 23 luglio
1993 quanto nel successivo Patto per il lavoro del settembre 1996.
- Da un lato, laccumulazione di capitale fisso è proseguita a ritmi non
particolarmente sostenuti ed è stata in particolare intesa ad incorporare nuova
tecnologia piuttosto che ad allargare la capacità produttiva. Dallaltro, l'assenza
di coordinamento tra dicasteri diversi, e tra questi e le istituzioni di governo regionali
e locali, la presenza di meccanismi procedurali farraginosi e linsufficiente
attenzione posta al miglioramento di efficienza delle Pubbliche amministrazioni hanno
impedito a lungo l'attuazione degli interventi programmati ed hanno concorso a renderli
scarsamente efficaci, penalizzando in primo luogo il Mezzogiorno. Penalizzando cioè
l'area che nei prossimi anni - segnati dal processo di integrazione europea - può
rivelarsi un volano di crescita per tutto il Paese purché lo Stato sappia e voglia fare
la sua parte per rilanciare una prospettiva di sviluppo sostenibile.
- Anche per ovviare a queste carenze, nel giugno 1998, sono stati istituiti quattro gruppi
di lavoro - allargati ai rappresentanti degli Enti locali - con il compito di (i)
verificare il sistema degli incentivi e delle convenienze valutandone l'efficacia e
avanzando proposte di eventuali adeguamenti, (ii) semplificare le procedure autorizzative
in relazione alla erogazione degli incentivi, alle infrastrutture ed alla realizzazione di
nuove attività produttive, (iii) valutare gli strumenti messi in campo per il lavoro, con
particolare riferimento alle iniziative per l'emersione ed ai lavori socialmente utili,
(iv) individuare i punti di raccordo fra le amministrazioni per consentire l'accelerazione
ed il miglioramento delle procedure necessarie alla piena utilizzazione dei fondi
strutturali europei. Anche sulla base del lavoro svolto dai tavoli quadrangolari, il
Governo si è impegnato e si impegna a rafforzare liniziativa per il rilancio dello
sviluppo e delloccupazione.
- In primo luogo, ci si è mossi in questa direzione introducendo, nel disegno di legge
finanziaria e nei provvedimenti collegati, ipotesi normative coerenti con gli obbiettivi
sopra indicati ed utili al fine di garantirne il raggiungimento. Alcuni interventi
riguardano larea dellinvestimento diretto pubblico - associato alla
canalizzazione di capitali privati - e la realizzazione di infrastrutture, materiali ed
immateriali. Sotto questo profilo il disegno di legge collegato alla finanziaria
contenente disposizioni in materia di "investimenti, incentivi all'occupazione,
Inail, Enpals e materia previdenziale" prevede importanti norme relative (i)
all'attività di progettazione preliminare sia delle opere a cura delle Amministrazioni
statali che di quelle a cura delle Amministrazioni regionali e locali, (ii) alle attività
di programmazione, valutazione e monitoraggio degli investimenti pubblici, (iii) alla
risoluzione di alcune criticità inerenti l'attuazione del decreto
"sblocca-cantieri", da un lato, ed alcuni aspetti giurisdizionali in materia di
opere pubbliche, dall'altro. Lo stesso disegno di legge individua, inoltre, particolari
norme procedurali per l'autostrada Salerno-Reggio Calabria e per la cosiddetta Pedemontana
Veneta ed apre così la strada all'adozione di procedure ulteriormente semplificate per un
numero limitato e selezionato di opere di interesse nazionale in settori strategici. Al
fine di rafforzare e accelerare il ciclo di programmazione di nuove opere sono state
destinate risorse per le aree depresse - specificamente alla realizzazione di studi di
fattibilità così da creare un parco progetti sui quali orientare rapidamente gli
investimenti. Al tempo stesso, si è avviata sempre con risorse destinate
specificamente alle aree depresse - una selezione di progetti già disponibili al fine di
avviare sia dallaprile 1999 il completamento di opere sinora non funzionali.
- Al fine di garantire, attraverso incentivi, forme di compensazione degli svantaggi di
minore produttività e di maggiore costo del capitale, la legge finanziaria per il 1999
prevede, infatti, la proroga della fiscalizzazione degli oneri sociali per il Mezzogiorno
per il 2000 e 2001, a seguito di un nuovo accordo raggiunto con la Commissione. La stessa
legge prevede, inoltre, sgravi contributivi triennali per i nuovi assunti
incrementali rispetto ai dipendenti a tempo indeterminato preesistenti negli organici
delle singole aziende (ivi inclusi i nuovi soci lavoratori) nel Mezzogiorno e per i
giovani che avviino un'attività di lavoro autonomo e l'introduzione di un credito
d'imposta di 1 milione per ogni lavoratore nuovo assunto a tempo indeterminato nelle zone
"cuscinetto".
- Sempre nei disegni di legge collegati alla finanziaria hanno trovato posto, inoltre,
alcuni interventi rilevanti in materia di politiche per il lavoro, fra cui (i) i
provvedimenti in tema di emersione, (ii) la delega al Governo per il riordino degli
incentivi all'occupazione, (iii) la delega al Governo per la riforma degli ammortizzatori
sociali, (iv) la delega la Governo relativa al riordino della tematica dei lavori
socialmente utili. A questi interventi si aggiunge, la delega al Governo per la
ridefinizione dellassetto normativo della materia dellassicurazione contro gli
infortuni sul lavoro e le malattie professionali. In questo campo, l'impegno del Governo e
di tutte le parti firmatarie sarà inteso nel rispetto del metodo della
concertazione - a garantire l'esercizio di tutte le predette deleghe.
- A seguito degli emendamenti introdotti dal voto parlamentare per ottemperare alla
normativa europea, le norme previste dalla legge finanziaria per il 1999 a sostegno della
pratica dei contratti di riallineamento per lemersione dal lavoro nero risultano
inadeguate e insufficienti rispetto agli impegni precedentemente assunti. Perciò il
Governo si impegna ad avviare immediatamente le necessarie interlocuzioni con
lUnione europea al fine di superare ogni obiezione alla concessione di benefici
contributivi previsti dalla finanziaria anche alle imprese che abbiano praticato il
percorso di emersione. In caso ciò non si renda possibile, il Governo è comunque
impegnato a concertare con le parti sociali altre forme possibili di sostegno tali da
ripristinare condizioni di effettiva convenienza.
- Nel campo dell'intervento pubblico per la promozione di iniziative a sostegno dello
sviluppo locale, delle aggregazioni economiche e produttive e degli accordi fra soggetti
privati ed amministrazioni locali attraverso lattivazione degli strumenti esistenti
della programmazione negoziata, il Governo ha operato per attuare gli impegni assunti nel
Patto per il lavoro del 1996 e le sue successive verifiche e nel Documento di
programmazione economico-finanziaria. Per quanto riguarda i patti territoriali, è
stata data una prima attuazione ai 12 patti già approvati, è stato costruito un bando di
gara (ancora assai parziale nel merito dei criteri) per la selezione trasparente e
programmatica dei nuovi patti da finanziare, è stato approvato dalla Commissione europea
il Programma multiregionale "patti per loccupazione" con altri 9 patti
territoriali. Per quanto riguarda i contratti darea, ne sono stati sottoscritti 7.
Per altri è in corso la procedura di valutazione. Per quanto riguarda i contratti di
programma sono stati chiusi alcuni vecchi contratti e si è proceduto a recuperare il
ritardo nelle erogazioni. Questi primi risultati positivi andranno rafforzati (i) da una
sede permanente di concertazione con le parti economiche e sociali che, avvalendosi anche
di un monitoraggio sullo stato di avanzamento delle iniziative, affronti le priorità
programmatiche nellattuazione di questi strumenti, (ii) da ulteriori semplificazioni
e da un miglioramento qualitativo delle procedure, (iii) dalladozione di criteri di
valutazione ex-ante dei progetti che consenta un miglioramento della qualità dei bandi di
gara.
- A quanto ottenuto in queste due direzioni di intervento, va aggiunto il riordino delle
strutture con compiti di promozione e di sostegno al sistema produttivo nazionale e
l'istituzione della società "Sviluppo Italia" con funzioni di coordinamento, di
riordino, di indirizzo e di controllo delle attività di promozione dello sviluppo
imprenditoriale e dell'occupazione. Il Governo si impegna a rispettare ed a far rispettare
le scadenze indicate nel Decreto legislativo relative alla costituzione di Sviluppo Italia
spa ed al completamento delle attività di riordino.
- Tutto ciò premesso, il Governo riconosce come gli impegni assunti nell'ambito del Patto
per il lavoro siano, in parte, ancora inevasi e ritiene quindi, in primo luogo, di doverne
garantire il pieno rispetto, ponendo in essere le necessarie condizioni, laddove queste
ancora manchino, o rivedendone il contenuto nel rispetto del metodo della
concertazione - , laddove esse si siano dimostrate inefficaci. Ciò attiene tanto alle
modalità dell'intervento pubblico, in particolare nel Mezzogiorno, quanto alla evoluzione
delle politiche del lavoro.
- Nel campo degli investimenti pubblici, l'impegno del Governo è diretto, in primo luogo
e per la sua parte, allapprovazione delle intese istituzionali di programma, e cioè
dello strumento attraverso cui le scelte di investimento pubblico possono essere rese più
aderenti ai fabbisogni del territorio e quindi accelerate. Si prevede, in particolare, (i)
lapprovazione - entro il 15 febbraio 1999 - delle intese istituzionali di
programma e dei primi, relativi, Accordi quadro con le Regioni Lombardia, Toscana, Umbria,
Marche e Sardegna, (ii) lapprovazione entro il 30 aprile 1999 delle
intese istituzionali di programma con le restanti sette Regioni meridionali, e (iii) nello
stesso periodo, lavvio e lo sviluppo del confronto per la definizione delle intese
istituzionali di programma con le restanti regioni. Il conseguimento di tali obbiettivi è
subordinato alla rapida attuazione da parte delle singole Regioni degli adempimenti
procedurali individuati nel corso della negoziazione con il Governo e necessita del
rafforzamento da parte di ogni Regione di tavoli di confronto con le forze sociali.
- Sempre nel campo degli investimenti pubblici, il Governo si impegna, inoltre, (i) ad
identificare, allinterno delle intese istituzionali di programma, le specifiche
opere di completamento e ad allocare entro il 30 aprile 1999 le risorse
finanziarie di competenza e di cassa ex l. 208/1998 di cui alla delibera Cipe del 9 luglio
1998, con priorità per quelle del cd. decreto sblocca-cantieri collocate nelle aree
depresse, (ii) ad accelerare lattuazione del ciclo di programmazione dei fondi
strutturali comunitari 1994-1999 al fine di centrare lobbiettivo di almeno il 70 per
cento dei fondi erogati entro il 1999 nelle aree dellobbiettivo 1, e (iii) a
concludere - entro il luglio 1999 - con la presentazione della documentazione alla
Commissione la prima fase del processo di programmazione per il ciclo di investimenti
pubblici da realizzare con i fondi comunitari 2000-2006, secondo le linee descritte
nell'All. 2. A tal fine, il Governo si impegna ad attuare, per la sua parte, con celerità
gli impegni di cui allAll. 2 e, in particolare a realizzare una sede permanente di
partenariato con le parti sociali in tema di programmazione e monitoraggio dei fondi
strutturali comunitari che sia caratterizzata da operatività e responsabilità delle
parti. Occorrerà, infine, completare il quadro normativo introdotto dalla legge
"Merloni-ter" per il finanziamento su base project financing ed
accelerarne lapplicazione attraverso una rapida emanazione del relativo regolamento.
- Nel campo della promozione imprenditoriale, l'impegno è quello di una revisione - in
sede amministrativa ed entro il gennaio 1999 - delle procedure della programmazione
negoziata al fine di accelerare i tempi di approvazione e finanziamento, le modalità di
erogazione e la qualificazione delle iniziative. Nello stesso intervallo temporale
saranno attivati i contratti di programma per distretto economico e produttivo ed attivate
le modifiche imposte ai contratti di programma dallelevata obsolescenza degli
impianti.
- Nel campo delle politiche del lavoro, il Governo considera essenziale pervenire
alleffettiva attuazione della riforma dei servizi per limpiego entro il primo
semestre 1999. A tal fine si impegna a realizzare le misure di sua competenza diretta
nonché, in accordo con le Regioni, a porre in atto tutte le iniziative necessarie per
loperatività della riforma. Saranno inoltre assunte le opportune sollecitazioni
perché, in ogni caso, nei termini previsti i cittadini possano usufruire nel territorio
di adeguati servizi per limpiego.
- Istruzione, formazione e ricerca.
Rimane peraltro evidente che i ritardi, le
contraddizioni e le inerzie nell'attuazione del Protocollo del 23 luglio 1993 e del Patto
per il lavoro del settembre 1996 hanno riguardato, in particolare, i temi - fondamentali
per il futuro dell'economia e della società italiana - della scuola, della formazione e
della ricerca.
- Un modello sociale equilibrato e una capacità competitiva elevata nel nuovo contesto
europeo e internazionale si basano su un crescente ruolo della creazione e diffusione di
conoscenza, e, quindi, sul ruolo del sistema di istruzione, formazione e ricerca. Il
ritardo accumulato dal nostro Paese (e, sia pure in misura diversa, in Europa) in questi
campi è particolarmente grave e rischia di minacciare la collocazione dellItalia e
dellEuropa stessa nelleconomia mondiale.
- Il Governo conferma come suo impegno fondamentale lorganizzazione di
unofferta integrata di istruzione, formazione, ricerca e trasferimento tecnologico.
Lo sforzo programmatico non può però fermarsi alle previsioni normative. Nel settore
dellistruzione, della formazione e della ricerca è necessario proseguire nel
riequilibrio tendenziale del rapporto fra spesa pubblica e PIL, già avviato con la Legge
finanziaria per il 1999, nonché della composizione interna di detto rapporto verso i
livelli medi europei. Il Governo si impegna a presentare prima del Documento di
Programmazione Economico-finanziaria 2000-2002 un Piano pluriennale (Master Plan)
delle attività, dei tempi e delle risorse necessarie a realizzare gli obiettivi di
riforma e modernizzazione del sistema dellistruzione, della formazione professionale
e della ricerca, in una logica di sviluppo e di governo integrato del sistema. Al fine di
assicurare il costante coordinamento delle iniziative volte alla realizzazione di tali
obbiettivi, sarà istituito presso la Presidenza del Consiglio entro il gennaio del
1999 un comitato con la partecipazione dei Ministeri interessati, della Conferenza
Stato-Regioni e delle parti sociali. Comitati con le stesse finalità saranno istituiti a
livello regionale.
- La formazione (non solo quella professionale, ma quella che altrove è nota come education)
occupa un posto centrale nella ridefinizione dei meccanismi di welfare. Solo
attraverso un investimento in questo campo si può passare dalla redistribuzione della
ricchezza esistente alla produzione di nuova ricchezza. Tale formazione deve avere
caratteristiche di flessibilità e deve essere in grado di fornire a tutti i giovani
quelle conoscenze, competenze e capacità che sono indispensabili in un mercato del lavoro
e in un sistema produttivo in incessante trasformazione. Ciò significa una durata del
percorso scolastico e formativo che sia, in linea di principio, uguale per tutti e che
consenta a tutti i giovani di 18 anni di conseguire un diploma di scuola secondaria o la
certificazione delle competenze corrispondenti alle professionalità richieste dal mercato
del lavoro. E che sia, contemporaneamente, garante delle possibilità di rapide
riconversioni professionali. E ormai condiviso, infatti, che solo una formazione di
base ampia ed articolata (e comunque quantitativamente e qualitativamente maggiore
dellattuale obbligo) consente di realizzare senza danni per il lavoratore e senza
costi per il sistema Paese quei processi di mobilità professionale (ed eventualmente
territoriale) che sono e saranno sempre più frequenti
- A tal fine, il Governo si impegna ad attuare gli interventi in grado di riformare la
scuola sui seguenti versanti: (i) completamento dellautonomia scolastica introdotta
con lart. 21 della legge 59/97 mediante i regolamenti attuativi ancora occorrenti,
(ii) definizione di un sistema nazionale di valutazione, autonomo e indipendente rispetto
allAmministrazione, (iii) approvazione in via definitiva del disegno di legge
sullelevamento dellobbligo scolastico nella prospettiva dellelevamento
della durata dellobbligo a 10 anni e dellintroduzione dellobbligo
formativo a 18, (iv) rapida ridefinizione, alla luce anche delle nuove norme
sullobbligo, del disegno di legge sul riordino dei cicli scolastici, (v) impegno per
una efficace e innovativa azione per il diritto allo studio dei giovani studenti e degli
adulti in condizioni svantaggiate.
- Il Governo intende dare piena attuazione e sviluppare le scelte contenute
nellAccordo per il lavoro del 24 settembre 96. In questo quadro, al fine di
potenziare la crescita culturale e professionale dei giovani, si impegna a istituire, con
una norma da inserire nel collegato alla legge finanziaria per il 1999 recante misure in
tema di "investimenti, incentivi all'occupazione, Inail, Enpals e materia
previdenziale" lobbligo di frequenza ad attività formative fino a 18 anni. Le
competenze acquisite mediante la partecipazione ad attività formative saranno certificate
e avranno valore di crediti formativi, secondo quanto previsto dal Regolamento attuativo
della l. 196/97. Il Governo, dintesa con la Conferenza unificata
Stato-Regioni-Autonomie locali e le parti sociali, provvederà a definire con gli
opportuni provvedimenti normativi, prima del Dpef 2000-2002, tempi e modalità
dellattuazione dellobbligo di frequenza, nonché del suo raccordo con
lobbligo di istruzione.
- Con listituzione dellobbligo di frequenza ad attività formative a 18 anni,
il Governo e le parti sociali intendono realizzare una riforma dellofferta
formativa, ovvero dellintero sistema di istruzione e formazione, in grado di
interpretare le nuove domande di formazione di qualità già presenti nelle nuove realtà
del lavoro; di rispondere alle domande di senso dei giovani per una formazione civile e il
conseguimento di competenze professionali spendibili sul mercato del lavoro. Il Governo si
propone di incrementare sensibilmente il numero di diplomati, di contrastare e ridurre i
fenomeni di abbandono e dispersione scolastica, di aumentare le opportunità formative per
i giovani di ogni condizione sociale.
- La formazione per gli apprendisti sarà intensificata ed estesa. Per la realizzazione di
questo obiettivo Governo, Regioni ed Enti locali assicureranno la necessaria offerta
formativa da parte delle strutture della formazione professionale e della scuola,
integrate tra loro.
- Il Governo concorda sulla necessità di estendere i tirocini formativi in tutti i
percorsi di istruzione e formazione, come strumento indispensabile di raccordo tra
formazione e lavoro, secondo le modalità stabilite dallart. 18 della l. 196/97 e
relativo decreto attuativo (progetti formativi concordati tra strutture formative e
aziende, tutoraggio, coinvolgimento di istituzioni e parti sociali).
- I lavoratori ad alta qualificazione rappresentano in tutti i paesi più sviluppati una
parte crescente, per dimensione e per ruolo, del mondo produttivo e dei servizi, coinvolta
in rapidi e profondi mutamenti dei profili e dei contenuti professionali. Il Governo
ritiene che l'offerta formativa destinata ai giovani e ai lavoratori, occupati e non
occupati, deve quindi riqualificarsi e ampliarsi su due versanti, sulla base di
orientamenti ed esperienze consolidate in ambito europeo ed internazionale: (i) pieno
coinvolgimento del sistema universitario e (ii) costruzione di un sistema di Formazione
superiore Integrata (FIS) e, al suo interno, del nuovo canale di Istruzione e Formazione
tecnico-superiore (IFTS).
- Il Governo si impegna, nel campo dellalta formazione universitaria, a ricercare
tutte le forme e gli strumenti capaci di elevare la partecipazione allistruzione
universitaria, contenere la durata dei corsi di diploma e di laurea, contrastare
lalto tasso di dispersione, superare la crescente discriminazione sociale negli
accessi, aprire lUniversità al territorio e assicurare la coerenza dei corsi di
studio con le esigenze di nuove professionalità emergenti dal tessuto
economico-produttivo e sociale del paese. Su tali temi, il Governo conferma le modalità
di concertazione con le parti sociali e lesperienza del tavolo quadrangolare.
- Il Governo procederà in tempi rapidi alla costituzione della Fondazione per la
formazione continua, secondo le modalità definite dal Regolamento di attuazione della L.
196/97. La Fondazione sosterrà la realizzazione di interventi di formazione continua,
previsti da piani formativi aziendali e territoriali concordati tra le parti sociali, che
saranno rivolti, oltre che ai lavoratori dipendenti operai, impiegati, quadri e
dirigenti e ai soci lavoratori delle imprese cooperative, e - con risorse
specifiche - ai piccoli imprenditori, ai titolari soci e coadiuvanti delle imprese
artigiane, del commercio e dei servizi. Il Governo si impegna a presentare, entro il mese
di gennaio 1999, dintesa con le Regioni e le parti sociali, il piano di ripartizione
delle risorse, stanziate nella legge finanziaria per il 1999 per la formazione, tra gli
interventi di formazione continua, lapprendistato, e gli eventuali altri capitoli
della formazione professionale.
- Il Governo intende sollecitare le parti sociali a concordare meccanismi contrattuali che
finalizzino quote di riduzione di orario alla formazione dei lavoratori, attraverso
lutilizzo delle 150 ore, lutilizzo delle banche ore annuali previste dai CCNL,
e ulteriori strumenti per consentire ai lavoratori di accedere pienamente alle attività
di formazione continua e di educazione degli adulti. Il Governo impegnerà una parte delle
risorse del Fondo per la riduzione degli orari per sostenere gli strumenti contrattuali
individuati dalle parti sociali che finalizzino quote di riduzione di orario alla
formazione continua dei lavoratori.
- Il Governo, le Regioni e gli Enti locali si impegnano a riservare quote definite di
risorse pubbliche alla formazione dei lavoratori per ogni progetto di intervento pubblico,
in particolare nei patti territoriali, nei contratti darea, nei contratti di
programma di distretto. Ciò servirà a sostenere patti formativi locali tra istituzioni e
parti sociali, finalizzati alla professionalizzazione e alloccupabilità dei
lavoratori, sia in funzione della creazione di impresa che dellinserimento nelle
strutture produttive esistenti.
- Il Governo intende connettere fortemente e rendere coerenti le scelte indicate
precedentemente per la formazione integrata con le politiche attive del lavoro. Attraverso
il riorientamento delle risorse, il consolidamento della collaborazione con Regioni e Enti
locali, la concertazione con le parti sociali, il Governo intende realizzare il
decentramento disegnato con il decreto legislativo 469/97, e assicurare standards minimi
di qualità dei servizi allimpiego, in linea con le migliori pratiche a livello
comunitario.
- Il Governo, infine, si impegna a realizzare rapidamente tutte le misure necessarie
a: (i) elevare la qualità dei sistemi formativi, a partire dalla ristrutturazione degli
Enti di formazione, (ii) raccordare lattività dei nuovi servizi per limpiego
con gli interventi formativi, (iii) consolidare il ruolo nevralgico delle Regioni e degli
Enti locali per la programmazione dellofferta formativa, (iv) costituire e
rafforzare, a livello nazionale e decentrato, le sedi della concertazione tra istituzioni
e parti sociali sulle politiche formative e sulla loro integrazione con quelle
dellistruzione e dellUniversità, (v) incrementare la percentuale del FSE
impegnata nella programmazione per gli anni 2000 2006, tenendo conto della proposta
comunitaria di riforma del FSE, (vi) promuovere unofferta formativa qualificata per
la valorizzazione dei beni culturali, (vii) riqualificare ledilizia scolastica
pubblica, in particolare nelle aree di maggiore sofferenza, e sviluppare ledilizia
universitaria.
- Per fare in modo che la scienza, la tecnologia, la disponibilità di risorse umane
qualificate possano costituire elemento decisivo per lo sviluppo, la competitività e la
modernizzazione del Paese, occorre puntare ad una significativa qualificazione della
domanda e dellofferta di ricerca. In particolare, il Governo si impegna a (i)
attivare immediatamente gli organismi di coordinamento, programmazione e valutazione della
politica nazionale della ricerca previsti dal recente decreto legislativo n. 204/98, (ii)
razionalizzare il sistema pubblico della ricerca, (iii) rivedere, integrare e coordinare
gli strumenti di intervento a sostegno della ricerca nei diversi settori economici, (iv)
favorire linternazionalizzazione delle iniziative di ricerca imprenditoriali.
- Le esigenze di riorganizzazione e di ristrutturazione del sistema scolastico, della
formazione professionale, delluniversità e della ricerca riconosciute dal
Governo e dalle parti sociali sono elencate in dettaglio, accanto agli impegni che
ne derivano tanto per il Governo quanto per le parti sociali, nellAll. 4.
- I processi di riforma amministrativa in atto, la semplificazione dei procedimenti e
linnesto nel settore pubblico di strumenti gestionali propri del settore privato
creano le premesse per migliorare i livelli di efficienza e per far assumere alle
amministrazioni pubbliche, statali e locali, un ruolo di promozione dello sviluppo e
delloccupazione. Il Governo intende accompagnare il processo di riforma
amministrativa con interventi per la valorizzazione e la riqualificazione delle risorse
umane, rientranti in più vasti programmi formativi e di assistenza che favoriscano la
diffusione delle esperienze di eccellenza e lintroduzione, anche in via
sperimentale, di sistemi e procedure di funzionamento innovative, dando esecuzione
allimpegno assunto nel Protocollo sul lavoro pubblico del marzo 1997, di
incrementare progressivamente le risorse destinate alla formazione dei dipendenti nei
bilanci delle Amministrazioni pubbliche, fino a giungere, nel triennio, alla soglia
dell1 per cento del monte salari del settore pubblico. Il Governo si impegna a
presentare alle parti sociali entro il mese di aprile 1999 un piano straordinario sulla
formazione del settore pubblico che raccolga le varie proposte e linee programmatiche, e a
procedere al riordino del settore anche con lattuazione della delega relativa e con
la riorganizzazione della Scuola superiore di Pubblica amministrazione. In questo quadro,
il Governo si impegna a dare attivazione immediata ai progetti previsti e finanziati nella
programmazione pluriennale straordinaria del Dipartimento della Funzione Pubblica e
coordinati dal Formez, di cui allAll. 4.
- Gli oneri contributivi e fiscali.
Tanto il lavoro quanto le imprese scontano
oggi le conseguenze negative dei vincoli derivanti da un carico contributivo complesso, da
un lato, e da un carico legislativo ed amministrativo, dall'altro, fuori linea rispetto
alla media europea.
- Sul fronte dei vincoli di carattere amministrativo connessi alla incentivazione di
investimenti produttivi, - oltre a quanto già detto - lattenzione riservata alle
procedure amministrative consentirà in tempi brevi di attivare una mole consistente di
investimenti: gli impegni prevedibili nel primo trimestre 1999 assommeranno a ca. 6.000
mld. e consentiranno di attivare investimenti per ca. 20.000 mld. Il Governo è impegnato
a dare piena attuazione alla riforma del sistema di incentivazione pubblica agli
investimenti di cui al d. lgs. 123/1998. E intenzione del Governo assicurare la
stabilità delle condizioni incentivanti alimentando con periodicità e
ripetitività - lo strumento agevolativo dato dalla l. 488/1992 che entro il primo
trimestre 1999 dovrebbe essere esteso al settore del turismo e entro il 1999
al settore del commercio. Nel campo del vincoli amministrativi, l'impegno primario
del Governo riguarda, inoltre, la concreta attuazione - e quindi anche il relativo
finanziamento ove occorre e, in particolare, nel Mezzogiorno- dello sportello unico delle
attività produttive (di cui allAll. 1, 4 e, per alcuni provvedimenti minori,
allAll. 5).
- Lazione del Governo ha già recentemente affrontato anche gli aspetti
contributivi. Da un lato la legge finanziaria ha previsto la eliminazione degli oneri
impropri che gravano sul costo del lavoro pervenendo ad una riduzione complessiva è pari
allo 0,82 per cento. Dall'altro lato, il regolamento governativo sugli insediamenti
produttivi ha unificato i vari procedimenti amministrativi in uno solo, istituendo lo
sportello unico delle attività produttive, in modo da consentire all'impresa di avere un
unico interlocutore cui rivolgersi per ottenere le autorizzazioni alla localizzazione,
realizzazione, ampliamento, ristrutturazione e riconversione di impianti produttivi e
tempi di rilascio certi e notevolmente più brevi rispetto all'esistente. Ancor più
recentemente, è stata varata la riforma della normativa sui centri di assistenza fiscale
per le imprese.
- Ulteriori provvedimenti nelle direzioni accennate appaiono possibili ed urgenti. Alla
luce della legge 626/94, il Governo e le parti sociali firmatarie si impegnano, in primo
luogo, a rivedere i premi pagati dalle imprese all'Istituto Nazionale per gli Infortuni
sul Lavoro anche riconsiderandone gli aspetti settoriali e gestionali .
- Sul fronte del carico contributivo - premesso che tanto il Governo quanto le parti
sociali firmatarie ritengono che in prospettiva vada ridotta la dispersione implicita
nell'attuale struttura delle aliquote contributive e delle basi imponibili - la riduzione
ulteriore degli oneri sulle retribuzioni richiede che si prenda in considerazione una
riduzione del carico contributivo equivalente in tutti i settori delleconomia. In
particolare, il Governo e le parti sociali firmatarie concordano sulla opportunità che,
con la necessaria gradualità, la riduzione del carico contributivo si realizzi attraverso
lo spostamento sulla fiscalità generale di funzioni che afferiscono alla cittadinanza
sociale, a partire dalle garanzie di reddito in caso di maternità (rapportate alla
retribuzione in godimento) e per seguire con gli assegni al nucleo familiare. La revisione
del suddetto istituto dovrà avvenire nel rispetto delle prestazioni oggi assicurate ai
lavoratori dipendenti e nel rispetto delle funzioni redistributive da esse esercitate. I
provvedimenti attuativi saranno opportunamente concordati con le parti sociali.
- Il Governo si impegna ad attuare nellordine sopra indicato - questo
proposito anche emendando opportunamente il disegno di legge collegato alla finanziaria
contenente disposizioni in materia di "investimenti, incentivi all'occupazione,
Inail, Enpals e materia previdenziale". Il Governo si impegna altresì
allattuazione dellart. 2 del decreto legge 67/1997 convertito con l. 135/97.
E intenzione del Governo fare ricorso, a questo proposito, alle risorse derivanti
dallapplicazione dellart. 8 del disegno di legge collegato alla finanziaria
recante disposizioni in materia di "stabilizzazione della finanza pubblica".
- Il processo di risanamento della finanza pubblica ha contribuito a far sì che in
passato tanto le scelte lavorative quanto quelle imprenditoriali non trovassero incentivi
adeguati nella struttura del sistema fiscale. Anche sotto questo profilo i progressi
dell'azione di Governo sono stati rilevanti. La recente riforma fiscale italiana
costituisce una riforma strutturale di grande rilievo che va nella giusta direzione, come
riconosciuto anche in sede internazionale. Essa ha consentito: (i) una rilevante
semplificazione; (ii) una maggiore neutralità; (iii) lavvio della riduzione del
carico fiscale delle imprese. La Dit consente la graduale riduzione del prelievo sugli
utili dal 37 al 27 per cento in circa dieci anni e quindi al ritmo di un punto
percentuale circa allanno - anche in presenza di un mix di finanziamento invariato
rispetto al passato (ovvero in assenza di aumenti del capitale sociale). Un incentivo
ulteriore è previsto nella legge finanziaria per il 1999 la quale prevede che la Dit sia
potenziata, il che, a sua volta, consente una rapida riduzione dell'incidenza media
effettiva dell'Irpeg, valutabile in circa un punto percentuale all'anno. Nel disegno di
legge collegato alla finanziaria recante disposizioni in materia di "perequazione,
razionalizzazione e federalismo fiscale", art. 2, una norma di delega provvede infine
alla eliminazione degli effetti distorsivi della progressività del prelievo Irpef sul
reddito d'impresa delle ditte individuali e delle società di persone, rispetto alle
società di capitali.
- Nel nuovo contesto dellUnione monetaria sarà inevitabile una graduale convergenza
dei sistemi fiscali degli Stati membri. Le parti convengono sul fatto che un certo grado
di concorrenza fiscale può risultare opportuno in quanto elemento di flessibilità per
levoluzione delle legislazioni nazionali. Tuttavia sono anche consapevoli che la
concorrenza fiscale dannosa rappresenta una distorsione grave alla concorrenza soprattutto
per Paesi, come lItalia, che presentano un maggior grado di rigidità del bilancio
pubblico a causa dellelevato indebitamento passato; una certa convergenza fiscale in
Europa rappresenta un interesse fondamentale per il Paese. Per queste ragioni si ritiene
valido il cosiddetto pacchetto Monti. In prospettiva diverrà necessaria una convergenza
dei regimi di tassazione delle imprese, pur mantenendo un certo grado di concorrenza
fiscale tra gli stati. Si ritiene quindi utile la proposta di stabilire un regime comune
di definizione della base imponibile che le imprese possano adottare in alternativa a
quelli nazionali, mantenendo la fissazione delle aliquote in capo agli Stati membri.
- Le parti convengono altresì nel riconoscere che levasione fiscale rappresenta
tuttora una grave questione nazionale che va affrontata con determinazione.
Levasione costituisce non solo un problema di equità, ma soprattutto un problema di
efficienza economica e di alterazione delle condizioni di concorrenza, particolarmente
dannose ai fini della competitività complessiva del Paese. Si conviene quindi sulla
necessità di contrastarla, con impegno deciso e fattivo da parte del mondo delle imprese.
Il Governo, da parte sua, è impegnato a dare attuazione alla restituzione dei proventi
della lotta allevasione sotto forma di riduzione delle imposte dirette, secondo
quanto previsto dalla norma contenuta nel collegato alla legge finanziaria per il 1999.
Pur valutando positivamente i risultati finora raggiunti, si ritiene che la svolta
decisiva possa avvenire sia con lintroduzione a regime degli studi di settore sia,
soprattutto, con la riforma del Ministero delle finanze secondo linee di indirizzo che
prevedono la riorganizzazione dellamministrazione finanziaria anche attraverso
agenzie.
- Le parti convengono, infine, sulla opportunità di un rafforzamento della Dit,
attraverso una accelerazione della crescita della base verso lintero patrimonio
netto. In particolare le parti concordano sullopportunità di favorire, con un
provvedimento temporaneo, gli investimenti in macchinari e impianti.
- E', infine, intenzione del Governo valutare i tempi ed i modi di attuazione di
provvedimenti settoriali di rilancio, con particolare riferimento al settore del commercio.
- Sul fronte degli incentivi al lavoro si conviene sullimportanza di ridurre il
cuneo fiscale, operando prioritariamente sulla riduzione dellaliquota del secondo
scaglione dellIrpef e sulle detrazioni sul lavoro, utilizzando le risorse rivenienti
dallattuazione della delega di cui all'art. 1 del disegno di legge collegato alla
finanziaria recante disposizioni in materia di "perequazione, razionalizzazione e
federalismo fiscale", e cioè facendo ricorso al recupero dellevasione.
- Il nuovo ambiente economico richiede infine che, tanto per i lavoratori quanto per le
imprese, si ridefinisca la natura della rete di tutele e di garanzie, irrobustendole. Per
quanto riguarda i primi, forme nuove di tutela sono necessarie per rispondere ai rischi di
esclusione. Affermando, in primo luogo, il diritto alla reimpiegabilità (e, quindi, ad
una formazione efficace, per la quale si rinvia a quanto detto in precedenza).
Ridefinendo, poi, alcuni istituti dello stato sociale, (fra cui il sistema degli
ammortizzatori sociali cui si è accennato). Creando i canali efficaci di rappresentanza e
di partecipazione cui si è già fatto cenno. Riaffermando il diritto alla dignità del
lavoratore.
- Per quanto riguarda, invece, il mondo delle imprese, esse vanno tutelate non già
"dal" mercato, com'è successo fin troppo spesso in passato, ma "nel"
mercato come ancora troppo poco accade oggi. Le parti sociali condividono e sostengono
l'obiettivo governativo di una piena apertura dei mercati e, quando necessario, di una
loro regolamentazione in quanto elemento essenziale per garantire una presenza di rilievo
dell'Italia in Europa. Così come esse fanno propria la indicazione governativa secondo la
quale sono le imprese - le grandi così come le piccole e medie imprese e le imprese
artigiane e commerciali - il "motore primo" dell'occupazione.
- Contestualmente, il Governo si impegna, da un lato, a promuovere e valorizzare il
sistema italiano della certificazione e della qualità la cui adeguatezza costituisce
ormai un elemento di certificazione importante nella concorrenza con i sistemi di altri
paesi. Dallaltro, a garantire la sicurezza e la certezza del diritto delle imprese
su tutto il territorio nazionale secondo le linee di cui all'All. 6.