croweitalia: Le fans incontrano Russell Crowe

Simona mi manda la narrazione di Lizzy, una sua conoscente di New York che ha incontrato Russell sul set di ABM, nel mese di giugno 2001. Lizzy aveva pubblicato il racconto sul club di Yahoo "Female Fans of Russell Crowe" e Simona ha voluto rendere partecipi anche le fans che non leggono l'inglese. Katmai si è gentilmente offerta per la traduzione.

 

Lizzy incontra Russell Crowe sul set di "A Beautiful Mind"

 

Si sapeva che sarebbe dovuto succedere. Cioè, non avrei potuto trascorrere tutta la mia vita da fanatica fissando solo le sue scarpe ogni volta, reale o immaginaria, in cui i nostri sentieri si incrociavano. CE L’HO FATTA!! MIO DIO, CE L’HO FATTA!! L’HO GUARDATO NEGLI OCCHI!!! E sembra che ciò abbia avuto degli effetti piuttosto strani. Tanto per dirne una, ho perso la capacità di parlare (non preoccupatevi, sta tornando). Sembra anche che io abbia accusato una strana forma di temporanea perdita della memoria, tipo effetto gruviera. Penso che riuscivo a notare più cose quando gli fissavo i piedi che quando non lo facevo. Ma BeBe mi ha rammentato, o si potrebbe dire mi ha erudito su tutte le parti succose e rilevanti della storia che è ora mio compito e gioia raccontare.

Così come l’altra volta ho incontrato BeBe alla stazione della metropolitana (e, come l’altra volta, io ero in ritardo). Così come l’altra volta BeBe aveva attaccato bottone con dei camionisti (cosa diavolo c’è tra lei e i guidatori di quei bestioni a 18 ruote? A pensare che la nostra dolce, timida BeBe ... sto divagando!) Così come l’altra volta BeBe mi guidò al posto dove ci eravamo già sistemati precedentemente, una bella arcata gotica a circa quindici metri dalla porta del camper del Sig. Crowe. Ma prima che la sensazione di déjà vu diventi assolutamente schiacciante, e che voi tutti presupponiate che il mio mento si stesse già avvicinando al mio sterno in preparazione a ciò che stava per succedere, lasciate che vi rassicuri, le cose andarono in modo DIVERSO. COMPLETAMENTE diverso. In che senso? Avanti, chiedete. Beh, tanto per iniziare, il camion era parcheggiato in un posto diverso. E c’era un’impalcatura di legno tra di noi e l’oggetto delle nostre brame. Una barriera, si potrebbe dire, ma in realtà costituiva una utile sporgenza a cui star appoggiati mentre cercavamo di raccogliere il coraggio e avvicinarci un po’, a circa dieci metri dal santo Gral... cioè la porta del camper.

C’era un sacco di gente intorno, in maggioranza sul marciapiede a destra del camper (noi eravamo sulla sinistra), e cioè il lato in cui c’era tutto l’andirivieni. Era difficile capire chi fosse della troupe, ma non sembrava che ci fossero altri fan in giro, solo BeBe, io e... Craigy, ma a lui ci arriverò tra poco. Ci sistemammo su di un terrazzino e io iniziai a fare un cruciverba (una tecnica di preservazione della propria sanità mentale). E poi analizzammo la nostra situazione finanziaria. E poi facemmo ancora un po’ di cruciverba. Tra tutti i fanatici attendisti del mondo eravamo sicuramente i più produttivi.

Stavo giusto facendo una pausa col cruciverba quando LUI apparve. Girando dietro al camper, su per i gradini, e poi dentro. E io GUARDAI, si guardai! Indossava un cappellino rosso acceso. E continuerò ad affermarlo fino alla fine dei miei giorni anche se BeBe e le immagini riprese dalla telecamera nascosta nel chiosco di panini sostengono che si trattava più di un colore sull'’arancione. Poi aspettammo ancora. Il cruciverba stava venendo bene quando BeBe disse con un tono di voce assolutamente indescrivibile, "eccolo!".

Guardai BeBe ma poi ripresi la padronanza di me stessa e guardai in direzione del camper. Ed eccolo qui. O meglio, lì. Stava bighellonando, chiacchierando con delle donne e poi improvvisamente ci rendemmo conto che stava autografando qualcosa. Per uno dei putativi membri della troupe che, notai, indossava una maglietta dei TOFOG.

Una fan! Una fan là che parlava con Russell! E noi invece no! Credo che a quel punto io e BeBe abbiamo confabulato, una conversazione fatta solo di sillabe sconnesse, per vedere se avessimo dovuto alzarci ed andare là, ma ciò non sembrò produrre alcun tipo di reazione nelle nostre gambe. Ma BeBe aveva ancora abbastanza presenza di spirito e controllo del suo braccio destro e così gli fece un saluto con la mano. E lui RISPOSE. Beh, BeBe disse che aveva risposto. Sfortunatamente in quel momento io stavo guardando BeBe e così non posso descrivere quel saluto, ma solo i suoi effetti. Bastano tre parole: stecchita dalla felicità.

Continua...

E poi, se ne andò. E la donna con la maglietta dei TOFOG, verso di cui nutro una grossa ed irrazionale avversione, se ne andò a grandi falcate passandoci davanti e ignorando le parole di congratulazione di BeBe (l’avversione non era quindi totalmente irrazionale), lasciandoci lì seduti con la sensazione di essere piuttosto....scemi. BeBe aveva avuto un buon momento ma era un po’ perplessa su quanto fare ora, chiedendosi se sarebbe ritornato presto e ancora di buon umore. Ma io ero DECISA. Questo era solo il preludio, decisi. Dopo un paio di false partenze ero al momento del salto, dovevo raccogliere tutto il mio coraggio e FARE IL SALTO. O, per lo meno, stare impiantata lì fino a che qualcuno non si fosse impietosito e non ci avesse offerto ciò che da soli non osavamo prendere. E poi avevo ancora il mio cruciverba da fare.... e avevamo della musica.

Ah sì, Craigy, il prototipo del fannullone - la cui parte nell’incontro con la fan dalla maglietta dei Tofog è stata narrata da BeBe, aveva deciso di sistemarsi sul marciapiede, a circa tre metri da noi. E aveva una radio. Così ce ne stemmo seduti scambiando qualche frase sconnessa e ascoltando la partita dei Mets. Più o meno.

Poi lui ritornò dal set, entrò nel camper e io non ricordo assolutamente quanto tempo passò, ricordo solo che il 39 orizzontale era Marlene e che, non so bene come, il mucchietto dei mozziconi vicino a me cresceva di due per volta. E POI LUI USCI’. E se ne stette lì in piedi a chiacchierare con dei membri della troupe, e guardando .... verso di noi. O per lo meno questo è ciò che dice BeBe..Io non stavo fissando il pavimento, stavo guardando BeBe. Lei si alzo e iniziò a dirigersi là prima che lui, per esasperazione, ci segnalasse di andare, e io la seguii come un riluttante bassotto. Ma questa volta avevo qualcosa da fargli autografare (una cassetta di Mistery - Alaska che BeBe , Dio la benedica, mi aveva dato). Ed eccoci di fronte a lui.

Continua...

Ci chiese se avevamo qualcosa da fargli autografare. Al meno penso che abbia detto quello, deve averlo detto perchè BeBe gli fece vedere le sue due cose e gli chiese quale dei due avrebbe preferito autografare e lui disse che avrebbe fatto entrambe. Poi non gli piacque la sua penna, troppo appuntita (AKKK! Ho appena realizzato che è un gioco di parole orrendo). Così gli offrii la mia , fissando diligentemente il punto in cui la sua faccia sarebbe stata se lui non fosse stato girato dall’altra parte per chiedere un pennarello ad un membro della troupe. Poi si rigirò, notò la mia penna, neanche quella gli piacque (una di quelle biro ad inchiostro liquido), ma mentre ne stava valutando le potenzialità EGLI SFIORO’ LA MIA MANO CON LE SUE DITA E, OH MIO DIO, RUSSELL CROWE MI TOCCO’.

E a quanto pare ciò mi rese temporaneamente pazza perchè presi le difese della mia penna dicendo che aveva inchiostro a strizzo.

INCHIOSTRO A STRIZZO? Che cazzo!? Ma grazie al suo buon cuore, lasciò perdere e poi, in modo abbastanza surreale, Graigy il fannullone tirò fuori un evidenziatore nero. E disse che Russell assomigliava a Insider e io dissi (oh Dio fa che non si sia sentito) "no, più magro". E lui (non dico Craigy) autografò le cose di BeBe. E poi si girò verso di me.

E qui è il momento in cui l’amnesia formato gruviera divenne forte. Credo di avergli dato la cassetta, e lui mi chiese il mio nome, e ci fu un vuoto lungo secoli di doloroso silenzio prima che la parte del mio cervello che si occupa delle molte varianti del mio nome ordinò alla mia lingua di balbettare il nome Elizabeth. Che lui scrisse. Lo so che lo fece perchè ho la cassetta proprio qui di fronte a me e c’è su il suo autografo. Semplicemente non ne ho alcun ricordo. Poi gli chiesi se potevo dargli una cosa. Fece un’espressione che posso al meglio descrivere quella che potrebbe avere un cervo sorpreso da degli abbaglianti (beh, diciamo da dei fari, un cerbiatto dubbioso che guarda i fari di un triciclo), ma disse di sì. Così gli diedi il libro che mi ero portato ( le lettere di George Bernard Shaw e Mrs. Patrick Campbell) e lui guardo il dorso del libro e disse "oh, figo, grazie" o qualcosa del genere con un tono che trovai un po’ sorpreso ma la mia memoria non è molto affidabile in merito.

Poi si mise di nuovo a chiacchierare con un tizio della troupe (quello che non aveva la penna) e non so perchè gli chiese quando era il suo compleanno. Disse che gli avrebbe comprato una scatola di cioccolatini. DISSE CIOCCOLATO !!! ERO LI’!!!! L’HO SENTITO !!! L’HO SENTITO CON LE MIE STESSE ORECCHIE!!! AAAAAHHHHHH!!!!!!

Continua

Si rigirò verso di noi e ci ringraziò per essere andati. Poi strinse la mano a BeBe. E lei disse sempre con quel tono fantastico ed indescrivibile "grazie Russell". A quel punto BeBe giura che lui strinse anche la mia mano. Razionalmente mi fece notare che lui DEVE aver porto la mano e che io, essendo stata educata a questo tipo di situazioni, devo averla presa. Ho deciso di crederle, ma soffrire di amnesia non mi piace affatto. Comunque mi ricordo che LUI MI GUARDO’. E IO GUARDAI LUI. L’HO GUARDATO NEGLI OCCHI E HO PENSATO ... mio Dio, hai dei gusti terribili per quanto riguarda gli occhiali.

Oh, OK, non l’ho pensato. Per lo meno non è stato il mio primo pensiero. Il mio primo pensiero, benchè pensato in quel tipo di lingua sillabata usata nella colonna sonora del Gladiatore, fu OH MIO DIO STO GUARDANDO RUSSELL CROWE NEGLI OCCHI. Sfortunatamente non andai oltre a quel pensiero e così non notai nulla di interessante, del tipo di che colore fossero (comunque, lo stesso vale anche per BeBe).

Si spostò un po’ e mi disse grazie (per il libro), più precisamente disse ( e questo viene totalmente da quello che BeBe ricorda) " Grazie per questo amica ... vuoi firmarlo? E mentre io stavo muovendo la bocca modello pesce muto per dirgli che l’avevo già fatto, lui vide la mia firma sul risguardo e disse "OH, l’hai già fatto, che scemo che sono" TONF ...Se solo me lo ricordassi...

E poi lui se ne andò nel suo camper e noi andammo a raccogliere le nostre borse che, in un qualsiasi altro stato mentale ci sarebbe venuto un colpo ad aver abbandonato su di un marciapiede Newyorkese, e ci incamminammo. Quello fu il momento in cui, come riportato da BeBe, un insolitissimo silenzio subentrò. Io non me lo ricordo così. Mi ricordo una serie estremamente rapida e totalmente incoerente di pensieri che si inseguivano nel mio cervello: E’ stato stupendo; inchiostro da schizzo? ; è stato meraviglioso; era gentile; ho detto che era più magro?!?; era affascinante. E quando l’ho incontrato io non ho realmente pensato a lui perchè stavo pensando a quello che stavo provando io! Il che credo che sia la ragione della mia amnesia formato gruviera. E quando la mia memoria iniziò a ritornare ebbi contrazioni spasmodiche altalenanti tra il piacere e l’orrore.

Ma questo me lo ricordo : è un metro e settantacinque centimetri e questo lo so perchè mi ricordo esattamente dove stavano i suoi occhi in relazione ai miei mentre lo stavo fissando.

Un po’ impigrita....improvvisamente assonnata e con il prospetto di una festa per single domani ..., ma sta sera non scambierei posto con nessuno ... buona notte e grazie care e dolci sorelline croweniane.

 

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