Lizzy incontra Russell Crowe sul set di "A
Beautiful Mind"
Si sapeva che sarebbe dovuto succedere.
Cioè, non avrei potuto trascorrere tutta la mia vita da fanatica fissando
solo le sue scarpe ogni volta, reale o immaginaria, in cui i nostri
sentieri si incrociavano. CE L’HO FATTA!! MIO DIO, CE L’HO FATTA!! L’HO
GUARDATO NEGLI OCCHI!!! E sembra che ciò abbia avuto degli effetti
piuttosto strani. Tanto per dirne una, ho perso la capacità di parlare
(non preoccupatevi, sta tornando). Sembra anche che io abbia accusato una
strana forma di temporanea perdita della memoria, tipo effetto gruviera.
Penso che riuscivo a notare più cose quando gli fissavo i piedi che
quando non lo facevo. Ma BeBe mi ha rammentato, o si potrebbe dire mi ha
erudito su tutte le parti succose e rilevanti della storia che è ora mio
compito e gioia raccontare.
Così come l’altra volta ho incontrato
BeBe alla stazione della metropolitana (e, come l’altra volta, io ero in
ritardo). Così come l’altra volta BeBe aveva attaccato bottone con dei
camionisti (cosa diavolo c’è tra lei e i guidatori di quei bestioni a
18 ruote? A pensare che la nostra dolce, timida BeBe ... sto divagando!)
Così come l’altra volta BeBe mi guidò al posto dove ci eravamo già
sistemati precedentemente, una bella arcata gotica a circa quindici metri
dalla porta del camper del Sig. Crowe. Ma prima che la sensazione di
déjà vu diventi assolutamente schiacciante, e che voi tutti
presupponiate che il mio mento si stesse già avvicinando al mio sterno in
preparazione a ciò che stava per succedere, lasciate che vi rassicuri, le
cose andarono in modo DIVERSO. COMPLETAMENTE diverso. In che senso?
Avanti, chiedete. Beh, tanto per iniziare, il camion era parcheggiato in
un posto diverso. E c’era un’impalcatura di legno tra di noi e l’oggetto
delle nostre brame. Una barriera, si potrebbe dire, ma in realtà
costituiva una utile sporgenza a cui star appoggiati mentre cercavamo di
raccogliere il coraggio e avvicinarci un po’, a circa dieci metri dal
santo Gral... cioè la porta del camper.
C’era un sacco di gente intorno, in
maggioranza sul marciapiede a destra del camper (noi eravamo sulla
sinistra), e cioè il lato in cui c’era tutto l’andirivieni. Era
difficile capire chi fosse della troupe, ma non sembrava che ci fossero
altri fan in giro, solo BeBe, io e... Craigy, ma a lui ci arriverò tra
poco. Ci sistemammo su di un terrazzino e io iniziai a fare un cruciverba
(una tecnica di preservazione della propria sanità mentale). E poi
analizzammo la nostra situazione finanziaria. E poi facemmo ancora un po’
di cruciverba. Tra tutti i fanatici attendisti del mondo eravamo
sicuramente i più produttivi.
Stavo giusto facendo una pausa col
cruciverba quando LUI apparve. Girando dietro al camper, su per i gradini,
e poi dentro. E io GUARDAI, si guardai! Indossava un cappellino rosso
acceso. E continuerò ad affermarlo fino alla fine dei miei giorni anche
se BeBe e le immagini riprese dalla telecamera nascosta nel chiosco di
panini sostengono che si trattava più di un colore sull'’arancione. Poi
aspettammo ancora. Il cruciverba stava venendo bene quando BeBe disse con
un tono di voce assolutamente indescrivibile, "eccolo!".
Guardai BeBe ma poi ripresi la padronanza
di me stessa e guardai in direzione del camper. Ed eccolo qui. O meglio,
lì. Stava bighellonando, chiacchierando con delle donne e poi
improvvisamente ci rendemmo conto che stava autografando qualcosa. Per uno
dei putativi membri della troupe che, notai, indossava una maglietta dei
TOFOG.
Una fan! Una fan là che parlava con Russell! E noi invece no! Credo che a quel punto io e BeBe abbiamo
confabulato, una conversazione fatta solo di sillabe sconnesse, per vedere
se avessimo dovuto alzarci ed andare là, ma ciò non sembrò produrre
alcun tipo di reazione nelle nostre gambe. Ma BeBe aveva ancora abbastanza
presenza di spirito e controllo del suo braccio destro e così gli fece un
saluto con la mano. E lui RISPOSE. Beh, BeBe disse che aveva risposto.
Sfortunatamente in quel momento io stavo guardando BeBe e così non posso
descrivere quel saluto, ma solo i suoi effetti. Bastano tre parole:
stecchita dalla felicità.
Continua...
E poi, se ne andò. E la donna con la
maglietta dei TOFOG, verso di cui nutro una grossa ed irrazionale
avversione, se ne andò a grandi falcate passandoci davanti e ignorando le
parole di congratulazione di BeBe (l’avversione non era quindi
totalmente irrazionale), lasciandoci lì seduti con la sensazione di
essere piuttosto....scemi. BeBe aveva avuto un buon momento ma era un po’
perplessa su quanto fare ora, chiedendosi se sarebbe ritornato presto e
ancora di buon umore. Ma io ero DECISA. Questo era solo il preludio,
decisi. Dopo un paio di false partenze ero al momento del salto, dovevo
raccogliere tutto il mio coraggio e FARE IL SALTO. O, per lo meno, stare
impiantata lì fino a che qualcuno non si fosse impietosito e non ci
avesse offerto ciò che da soli non osavamo prendere. E poi avevo ancora
il mio cruciverba da fare.... e avevamo della musica.
Ah sì, Craigy, il prototipo del fannullone
- la cui parte nell’incontro con la fan dalla maglietta dei Tofog è
stata narrata da BeBe, aveva deciso di sistemarsi sul marciapiede, a circa
tre metri da noi. E aveva una radio. Così ce ne stemmo seduti scambiando
qualche frase sconnessa e ascoltando la partita dei Mets. Più o meno.
Poi lui ritornò dal set, entrò nel camper
e io non ricordo assolutamente quanto tempo passò, ricordo solo che il 39
orizzontale era Marlene e che, non so bene come, il mucchietto dei
mozziconi vicino a me cresceva di due per volta. E POI LUI USCI’. E se
ne stette lì in piedi a chiacchierare con dei membri della troupe, e
guardando .... verso di noi. O per lo meno questo è ciò che dice BeBe..Io non stavo fissando il pavimento, stavo guardando
BeBe. Lei si
alzo e iniziò a dirigersi là prima che lui, per esasperazione, ci
segnalasse di andare, e io la seguii come un riluttante bassotto. Ma
questa volta avevo qualcosa da fargli autografare (una cassetta di Mistery
- Alaska che BeBe , Dio la benedica, mi aveva dato). Ed eccoci di fronte a
lui.
Continua...
Ci chiese se avevamo qualcosa da fargli autografare. Al meno penso che abbia detto quello, deve averlo detto
perchè BeBe gli fece vedere le sue due cose e gli chiese quale dei due
avrebbe preferito autografare e lui disse che avrebbe fatto entrambe. Poi
non gli piacque la sua penna, troppo appuntita (AKKK! Ho appena realizzato
che è un gioco di parole orrendo). Così gli offrii la mia , fissando
diligentemente il punto in cui la sua faccia sarebbe stata se lui non
fosse stato girato dall’altra parte per chiedere un pennarello ad un
membro della troupe. Poi si rigirò, notò la mia penna, neanche quella
gli piacque (una di quelle biro ad inchiostro liquido), ma mentre ne stava
valutando le potenzialità EGLI SFIORO’ LA MIA MANO CON LE SUE DITA E,
OH MIO DIO, RUSSELL CROWE MI TOCCO’.
E a quanto pare ciò mi rese
temporaneamente pazza perchè presi le difese della mia penna dicendo che
aveva inchiostro a strizzo.
INCHIOSTRO A STRIZZO? Che cazzo!? Ma grazie
al suo buon cuore, lasciò perdere e poi, in modo abbastanza surreale,
Graigy il fannullone tirò fuori un evidenziatore nero. E disse che
Russell assomigliava a Insider e io dissi (oh Dio fa che non si sia
sentito) "no, più magro". E lui (non dico Craigy) autografò le
cose di BeBe. E poi si girò verso di me.
E qui è il momento in cui l’amnesia
formato gruviera divenne forte. Credo di avergli dato la cassetta, e lui
mi chiese il mio nome, e ci fu un vuoto lungo secoli di doloroso silenzio
prima che la parte del mio cervello che si occupa delle molte varianti del
mio nome ordinò alla mia lingua di balbettare il nome Elizabeth. Che lui
scrisse. Lo so che lo fece perchè ho la cassetta proprio qui di fronte a
me e c’è su il suo autografo. Semplicemente non ne ho alcun ricordo.
Poi gli chiesi se potevo dargli una cosa. Fece un’espressione che posso
al meglio descrivere quella che potrebbe avere un cervo sorpreso da degli
abbaglianti (beh, diciamo da dei fari, un cerbiatto dubbioso che guarda i
fari di un triciclo), ma disse di sì. Così gli diedi il libro che mi ero
portato ( le lettere di George Bernard Shaw e Mrs. Patrick Campbell) e lui
guardo il dorso del libro e disse "oh, figo, grazie" o qualcosa
del genere con un tono che trovai un po’ sorpreso ma la mia memoria non
è molto affidabile in merito.
Poi si mise di nuovo a chiacchierare con un
tizio della troupe (quello che non aveva la penna) e non so perchè gli
chiese quando era il suo compleanno. Disse che gli avrebbe comprato una
scatola di cioccolatini. DISSE CIOCCOLATO !!! ERO LI’!!!! L’HO SENTITO
!!! L’HO SENTITO CON LE MIE STESSE ORECCHIE!!! AAAAAHHHHHH!!!!!!
Continua
Si rigirò verso di noi e ci ringraziò per
essere andati. Poi strinse la mano a BeBe. E lei disse sempre con quel
tono fantastico ed indescrivibile "grazie Russell". A quel punto
BeBe giura che lui strinse anche la mia mano. Razionalmente mi fece notare
che lui DEVE aver porto la mano e che io, essendo stata educata a questo
tipo di situazioni, devo averla presa. Ho deciso di crederle, ma soffrire
di amnesia non mi piace affatto. Comunque mi ricordo che LUI MI GUARDO’.
E IO GUARDAI LUI. L’HO GUARDATO NEGLI OCCHI E HO PENSATO ... mio Dio,
hai dei gusti terribili per quanto riguarda gli occhiali.
Oh, OK, non l’ho pensato. Per lo meno non
è stato il mio primo pensiero. Il mio primo pensiero, benchè pensato in
quel tipo di lingua sillabata usata nella colonna sonora del Gladiatore,
fu OH MIO DIO STO GUARDANDO RUSSELL CROWE NEGLI OCCHI. Sfortunatamente non
andai oltre a quel pensiero e così non notai nulla di interessante, del
tipo di che colore fossero (comunque, lo stesso vale anche per BeBe).
Si spostò un po’ e mi disse grazie (per
il libro), più precisamente disse ( e questo viene totalmente da quello
che BeBe ricorda) " Grazie per questo amica ... vuoi firmarlo? E
mentre io stavo muovendo la bocca modello pesce muto per dirgli che l’avevo
già fatto, lui vide la mia firma sul risguardo e disse "OH, l’hai
già fatto, che scemo che sono" TONF ...Se solo me lo ricordassi...
E poi lui se ne andò nel suo camper e noi
andammo a raccogliere le nostre borse che, in un qualsiasi altro stato
mentale ci sarebbe venuto un colpo ad aver abbandonato su di un
marciapiede Newyorkese, e ci incamminammo. Quello fu il momento in cui,
come riportato da BeBe, un insolitissimo silenzio subentrò. Io non me lo
ricordo così. Mi ricordo una serie estremamente rapida e totalmente
incoerente di pensieri che si inseguivano nel mio cervello: E’ stato
stupendo; inchiostro da schizzo? ; è stato meraviglioso; era gentile; ho
detto che era più magro?!?; era affascinante. E quando l’ho incontrato
io non ho realmente pensato a lui perchè stavo pensando a quello che
stavo provando io! Il che credo che sia la ragione della mia amnesia
formato gruviera. E quando la mia memoria iniziò a ritornare ebbi
contrazioni spasmodiche altalenanti tra il piacere e l’orrore.
Ma questo me lo ricordo : è un metro e
settantacinque centimetri e questo lo so perchè mi ricordo esattamente
dove stavano i suoi occhi in relazione ai miei mentre lo stavo fissando.
Un po’ impigrita....improvvisamente
assonnata e con il prospetto di una festa per single domani ..., ma sta
sera non scambierei posto con nessuno ... buona notte e grazie care e
dolci sorelline croweniane.
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