IL POSTO PER IL CALENDARIO
Sottotitolo: MENOPAUSA, non fatene un dramma.
"Ohhhddiioo!! Il calendario" ho quasi urlato per la gioia quando l'ho visto. Mi guardava dalla rivendita di giornali della piazza, gli occhi cerulei socchiusi ma sfolgoranti al sole, il sorriso disarmante da furbetto. Ho subito pensato:"E' un segno del destino!". Così ho rimosso ogni riserva e l'ho comprato.
Tornata a casa è sorto il problema della collocazione. Certo, dipendesse da me ne comprerei altre copie da appendere qui e là, anzi ovunque, ma forse mio marito potrebbe non condividere l'idea.
Ho pensato di metterlo in camera da letto ma anche lì mi sembrava di urtare troppo la sensibilità del mio dolce, tenero sposo.
Allora ho deciso. Sono andata nello studio, ho guardato con profondo senso
di colpa il ritratto mozzafiato di Robin/Kevin che per anni ho salutato con
adorazione ogni mattina nel prendere la cartella portadocumenti prima di andare al lavoro e poi gli ho detto: "Perdonami Kevin se solo ora trovo il
coraggio di confessarti la verità. Fra noi è tutto finito da molti mesi ormai. Insultami, chiamami fedifraga traditrice, anche un pò
b.....a se
proprio ti devi sfogare, picchiami ma cerca di capirmi.
Tu sai bene che un giorno, facendo shopping, ci siamo incontrati ed avevo pensato di portarti a casa con me. Poi mi sono passati davanti agli occhi i titoli dei quotidiani del giorno dopo: "Stimata professionista cinquantenne sorpresa a rubare la sagoma pubblicitaria a grandezza naturale dell'attore americano Kevin Costner da un negozio di calzature. La famiglia non sa darsi né pace né spiegazioni" Io ho pianto, tu continuavi a
dirmi:"Kemina con me", ma cosa potevo fare?!
Ho dovuto lasciarti lì.
Sai anche che ho passato anni a collezionare tutti i tuoi film, e con quale amore li ho custoditi, che posso farci se poi è arrivato lui e ha cancellato dalla mia mente ogni residuo briciolo di buon senso. E poi tu sei solo chiacchiere e distintivo mentre lui è anche generale. Che ti posso dire, al cuor non si comanda. Se vuoi, possiamo restare amici".
Quindi, con delicatezza ho rimosso il ritratto, l'ho portato nel ripostiglio
dove gli ho dato pietosa sepoltura, sono tornata nello studio e ho appeso il
calendario al posto del ritratto. L'ho guardato in stato catartico per un
pò. Poi la terribile puzza di bruciato proveniente dalla cucina mi ha risvegliata. Con occhi lucidi ho detto: "A presto mio divino
Maximus, Bud, John, Terry, o chiunque tu sia". E sono corsa via gridando:
"Ohhhddiooo! Le patateeeeeeee!"
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N.d.E. Il brano è tratto dal Libro "Una storia d'amore- Io, Kevin, Russell e le patate" di autrice che ha voluto mantenere l'anonimato.
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