|
Russell
Crowe - La Stampa - traduzioni
|
Dalla rivista britannica "Radio
Times" del 29 settembre 2001 un articolo del critico
cinematografico Barry Norman su Russell Crowe
la traduzione e' a cura di Luisa luisacaron@easyclick.it
|
LA SUPERSTAR DEL VENTUNESIMO SECOLO
Quando ho visto per la prima volta Russell Crowe in "Gladiator" lo scorso anno, l'ho solennemente salutato come "la prima superstar del ventunesimo secolo". Be', era un'interpretazione straordinaria in un film straordinario e avevo anche presente quanto eccezionale e davvero diverso fosse stato in "LA Confidential" del 1997 e in "Insider". Ma poi è arrivato "Proof of Life", un mezzo tonfo accompagnato da una sordida pubblicità intorno alla sua relazione con la co-protagonista Meg Ryan, e ho iniziato a dubitare.
Penso che anche Hollywood abbia dubitato - non della sua bravura: ha dato ampia prova di quest'ultima - ma del suo comportamento. I pettegolezzi dicevano che fosse diventato arrogante e pieno di sé, il che, se fosse vero - e io non saprei - difficilmente attira simpatie, benché tali qualità non abbiano mai impedito a nessuno di diventare una superstar. Si può dire lo stesso del suo presunto atteggiamento cavalleresco nei confronti delle donne. Ma la questione Ryan, che ha coinciso con la rottura del matrimonio di lei con Dennis Quaid, certamente lo ha danneggiato.
Lei è una delle fidanzatine d'America e la saggia superstar potenziale maneggia queste cose con guanti di velluto. Pare invece che Crowe non possedesse guanti di velluto e non è stata una coincidenza che, nel corso della serata degli Oscar di quest'anno, durante la quale ha ottenuto il premio di miglior attore per il suo ruolo in "Gladiator", il presentatore, Steve Martin, ne abbia fatto il bersaglio di diverse battute taglienti riguardanti la sua vita amorosa. Crowe, visibilmente, non le ha apprezzate, non ha neppure fatto finta, e ha passato la maggior parte della serata a lanciare sguardi torvi.
Certamente la questione è: tutto ciò ha veramente importanza? Ciò che un uomo, persino un attore, fa nella sua vita privata è sicuaramente affar suo; è ciò che fa sullo schermo che conta. Ed è per questa ragione - tenendo anche presente che la gente ha la memoria corta - che io rimango della mia idea: Crowe è un attore potente e versatile che ha in sé ciò che serve per arrivare in cima.
Ha rivelato la sua stoffa nove anni fa nel ruolo dello skinhead neo-nazista nel film australiano "Romper Stomper", che colpì Sharon Stone a tal punto da farla ritardare la produzione del suo western "The Quick and the Dead" (1995) fino a quando Crowe fosse libero di prendervi parte. Il film in sé era un pasticcio ma ha aiutato Crowe a ottenere il ruolo che gli ha attirato l'attenzione di tutti in "LA Confidential", dopo il quale chiunque sapeva chi fosse.
In una certo senso, però, il film con il quale ha veramente sfondato è stato "The Insider", nel quale, quasi irriconoscibile nella parte di un grassoccio e quasi calvo manager cinquantenne protagonista di una soffiata sulle pratiche nefande dell'industria del tabacco, ha rubato il film ad Al Pacino e si è guadagnato la sua prima nomination all'Oscar. Quindi, sì, certamente sapeva recitare. E poi è arrivato "Gladiator" a dimostrare che aveva anche l'assoluta presenza fisica per reggere da solo un film ed eccitare le donne tra il pubblico. Come ha detto una volta il produttore australiano Al Clark, "Possiede la solidità e la mascolinità che stanno scomparendo negli attori". Forse è lì il nodo della questione. La maggioranza delle star maschili di oggi, da Tom Cruise a Johnny Depp e Leonardo DiCaprio, smorzano la loro mascolinità in favore del loro lato femminile. Sono Uomini Nuovi e politicamente corretti - Crowe non sembra essere nessuna delle due cose. E', piuttosto, un vero uomo alla vecchia maniera, che trasuda testosterone, e, come tale, è il successore naturale della schiatta dei Clint Eastwood e Sean Connery. Costoro hanno continuato a recitare il ruolo degli uomini d'azione romantici fin quasi a settant'anni, Crowe ne ha solo 37 e non ha rivali tra i suoi coetanei, quindi i ruoli alla Connery e Eastwood sembrano essere suoi - se è questo che vuole.
Nel suo ultimo film, "A Beautiful Mind", recita la parte di un matematico che guarisce dalla schizofrenia e arriva a vincere il Premio Nobel. Perciò, forse, quelli a cui aspira sono ruoli in cui recitare veramente piuttosto che ruoli d'azione. In ogni caso, io penso ancora che diventerà una superstar. Aspettate e vedrete.
|
21st Century Superstar
By Barry Norman
Radio Times UK September 29, 2001
When I first saw Russell Crowe in last year's Gladiator I grandly hailed him as "the first superstar of the 21st
century". Well, it was a cracking performance in a cracking film and I also had in mind how very good and very different he had been in 1997's LA Confidential and The Insider. But then came Proof of Life, which was a bit of a dud attended by messy publicity concerning his affair with his co-star Meg
Ryan, and I began to wonder.
I think Hollywood did too - not about his ability; he has given ample proof of that - but about his
behaviour. There were rumours that he had become arrogant and full of
himself, which if true - and I wouldn't know - is hardly endearing, though such qualities have never yet stopped anyone becoming a superstar. The same can be said of his allegedly cavalier attitude towards
women. But the Ryan affair, which coincided with the break-up of her marriage to Dennis
Quaid, certainly did him some harm.
She is one of America's sweethearts and the wise potential superstar handles such with kid
gloves. Apparently however, Crowe didn't possess any kid gloves and it was no coincidence that at this
year's Oscar night, when he collected the award for best actor for his role in
Gladiator, the host, Steve Martin, made him the butt of several sharp jokes concerning his love life. Crowe clearly
didn't enjoy them, didn't even pretend to and spent much of the evening
glowering.
Of course, the question is: does any of this really matter? What a man, even an
actor, does in his private life is surely his own business; it's what he does on screen that
counts. And by that token - bearing in mind, too, that memories are short - I stand by my original
assessment: Crowe is a powerful and versatile actor who has it in him to go to the very top.
He first revealed his quality nine years ago as a neo-Nazi skinhead in the Australian film Romper
Stomper, which so impressed Sharon Stone that she delayed the production of her western The Quick and the Dead (1995) until Crowe was free to appear in it. The movie itself was a mess but it helped Crowe land his eye-catching role in LA
Confidential, after which everyone knew who he was.
In a sense, though, his true breakthrough picture was The Insider wherein, almost unrecognisable as a
plumpish, balding, fiftyish executive who blew the whistle on the tobacco
industry's nefarious practices, he stole the film from Al Pacino and won his first Oscar nomination. So,
yes, he could certainly act. And then came Gladiator to prove that he also had the sheer physical presence to carry a picture himself and excite the women in the audience. As the Australian producer Al Clark once
said, "He has the gravity and masculinity that are disappearing from leading
men". Therein, perhaps, lies the crux of the matter. Most of today's male stars from Tom Cruise to Johnny Depp and Leonardo DiCaprio play down their masculinity in favour of their feminine side.
They are New Men and politically correct - Crowe appears to be neither of these
things. He is, rather, an old-fashioned man's man, exuding testosterone, and as such the natural successor to the likes of Clint Eastwood and Sean
Connery. They went on playing romantic action men until nearly 70; Crowe is only 37 and unrivalled in his age
group, so the Connery and Eastwood roles seem to be his for the taking - if
that's what he wants.
In his latest film, A Beautiful Mind, he plays a mathematician who recovers from schizophrenia to win the Nobel
Prize. So perhaps acting, not action, man is what he aspires to be. Either way I still think
he'll be a superstar. You wait and see.
|
|
|