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Russell
Crowe - La Stampa - traduzioni
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Russell Crowe intervistato dall'emittente
radiofonica KFOG
Il 24 agosto 2001
Russell Crowe, nell'ambito del suo tour
statunitense con i TOFOG, e' stato intervistato
dall'emittente
radiofonica KFOG a San
Francisco. Un file audio (formato *ram) di parte
dell'intervista e' scaricabile qui, e la sempre disponibile luis ci
fa una traduzione riassuntiva di quello che
Russell ha detto.
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Si tratta di un breve brano riferito alla sezione
"On the Couch" del programma (on the
couch significa "sul divano"). In
questa sezione i dj fanno 3 domande per cercare
di capire la "psicologia" dell'ospite.
Quando a Russell chiedono di passare a "On
the Couch" lui ovviamente fa dell'ironia sul
doppio senso della frase con riferimento alla dj
donna presente in studio (tipo "sarebbe
meglio tirare le tende, cosi' possiamo avere un
po' più di privacy....."). Il dj gli spiega
di cosa si tratta cioe' di cercare di dare
un'occhiata più da vicino alla vera anima di
Russell Crowe. Russ commenta: "OK, gente a
casa, mettetevi gli occhiali da sole"
Prima domanda: quale unica cosa salverebbe
Russell dalla sua casa in fiamme una volta che
tutte le persone care fossero al sicuro. Russ non
sa cosa rispondere ma probabilmente salverebbe un
quadro di Norman Lindsay; dice che ha un paio di
quadri di questo artista che ama molto e che
salverebbe il più vicino. (Murphsplace ha anche il link al sito dell'artista,
potrete vederlo
qui) in ogni caso
probabilmente vorrebbe salvare più di una cosa.
La dj gli fa la seconda domanda chiedendo se è
mai stato coinvolto in una rissa e se sì perché.
Russ le dice "sono un uomo australiano di 37
anni... sai, ho giocato a rugby da ragazzo, e mio
papà era il gestore di un pub, sai, e ho fatto
il buttafuori fin da quando avevo 15 o 16 anni...
quindi, la risposta breve e' "si'", e
la seconda risposta è davvero vaga perché,
ovviamente le situazioni cambiano tutte le volte,
ma tendo a essere uno che si incavola parecchio
se qualcuno fa delle prepotenze a qualcun'altro,
quindi mi metto in alcune situazioni ridicole per
persone che più tardi scopro che non valeva la
pena difendere". Russell poi racconta di una
rissa in cui è stato coinvolto insieme a suo
fratello quando aveva 17 anni ed entrambi
lavoravano in un pub a Auckland (quella sera il
fratello faceva il buttafuori e lui era in cucina).
C'erano 4 tizi sui 30-35 anni che tormentavano il
fratello e che non volevano uscire dal locale; Russ, chiamato dal fratello, ha cercato di
aiutarlo restando piuttosto tranquillo finché
non ha visto uno di quelli picchiare il fratello
(che aveva anche lui meno di 20 anni) e a quel
punto "sono diventato completamente pazzo"
e si è lanciato sull'aggressore. Conclude il
racconto dicendo che si', è stato coinvolto in
un certo numero di risse. Fa poi una
considerazione sull'atteggiamento degli
australiani: "sai, abbiamo una cultura molto
mascolina, franca, da dove vengo io, abbiamo meno
leggi che portano a cause legali, quindi la gente
tende a mettere direttamente allo scoperto le
proprie 'frustrazioni'. Ma l'Australia è un
posto strano sotto questo aspetto, perche' e'
molto audace, ma, allo stesso tempo, non appena
succede qualcosa, la maggioranza delle persone
presenti si prodiga per risolvere la situazione.
Mentre in Nuova Zelanda e' un po' diverso, se
inizia una rissa in un pub in Nuova Zelanda
vengono chiamate le ambulanze e basta"
Terza domanda: "la canzone che sara' suonata
al tuo funerale?" Russ: "non lo so...
credete veramente che la gente vada in giro
pensando queste cose??!!?" Battute varie sul
fatto se i dj ci pensano e su quanto e perché
hanno bevuto.... poi Russell dice che ha una
canzone preferita di Elvis Costello ("In The
Whole World") e che farebbe suonare quella
non perché appropriata alla sua morte o cose del
genere, ma perché è una canzone che gli piace
con un bel motivo.
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