BIBLIOGRAFIA

 

 

CREPUSCOLO DI UN MONDO 1950

Tr. M.Teresa Aquilano e

Roberta Rambelli 1974

Fanucci

 

Unione di due romanzi, a loro volta insiemi di racconti

LA TERRA MORENTE 1950 – The dying Earth: Turjan di Miir, Il mago Mzirian, T’sais, Lian il viandante, Ulan Dhor, Guyala di Sphere

IL SOPRAMONDO 1966 – The eyes of overworld: Il sopramondo, Le montagne di Magnatz, Pharesm lo stregone, I pellegrini, La grotta nella foresta, La dimora di Iucounu.

...l’autore descrive il nostro pianeta come sarà tra 10.000 millenni nel futuro: un mondo allucinato, in malinconica attesa che il sole si spenga. L’umanità che, (insieme ai mostri più incredibili) ne popola ancora le foreste e le città in rovina, trascorre quegli anni in una sorta di ebbrezza e delirio, decisa a dimenticare che la fine è vicina. Il rapporto scienza/magia viene letteralmente sovvertita, dove la magia diventa una disciplina esatta e la scienza un sapere dimenticato.

RHIALTO IL MERAVIGLIOSO

Rhialto the Marvellous 1984

Tr. Gianluigi Zuddas

Fanucci libro d’Oro 1986

Insieme di racconti:

La Murte, Il cristallo di punta Eclisse, Le pietre Ioun

...ancora una volta in questa Terra morente di un futuro assai remoto, nel quale il Sole agonizza spandendo gli ultimi deboli bagliori su foreste scure e tenebrose, dove vagano orride creature al limite tra sogno ed incubo, ma tutte accomunate dall’odio verso gli uomini. Tra questi, si erge la figura di Rhialto, anti eroe e anti mago, ciarlatano ed imbroglione, ben caratterizzato da Vance.

LA SAGA DI CUGEL

Cugel’s Saga 1985

Tr. M. Agnese Grimaldi

Fannucci 1989

Contiene: Flutic, La locanda delle lampade blu, A bordo della Galante, Lausicaa, L’oceano dei sospiri, Le colonne, Faucelme, Sui moli, La carovana, Le diciassette vergini, La borsa dei sogni, I quattro maghi, La sprizzaluce.

Ultimo episodio, scritto a vent’anni di distanza, di questo splendido affresco che è la Terra morente. Torna Cugel, coi suoi imbrogli, a vendicarsi di un potente mago che lo porta ad affrontare ostacoli di ogni genere attraverso villaggi, castelli, lungo i mari...

SIMBILIS

Di Michael SHEA

A quest for Simbilis 1974

Tr. M. Gavioli Fanucci 1980

Ritorna, inaspettato, Cugel l’astuto, nel romanzo di un appassionato di Vance, Michael Shea, che riprende con il medesimo stile, inventiva e "verve" del maestro, le vicende del nostro protagonista. Lo scrittore, evidentemente colpito dalle storie della Terra Morente, ha voluto scriverne un seguito, ovviamente approvato da Jack Vance.

Ho pensato di inserirlo nella bibliografia del nostro, in quanto il romanzo segue perfettamente lo stile di Vance.

 

 

 

  

 

COSTRUIRO’ IL CASTELLO DEI TUOI SOGNI

I’ll build your dream castle 1947

Probabilmente l’unico racconto apparso su Astounding di Vance. Il secondo, in linea temporale, almeno per quanto riguarda le date di pubblicazioni. Una piccola, introvabile chicca.

In questo caso, la sua ineguagliabile fantasia, ci porta alle prese con lo sfruttamento industriale e edilizio della fascia degli asteroidi.

I VANDALI DELLO SPAZIO

(Astronavi in pericolo)

Vandals of the voids 1951

Tr. Sugden/Moca

Urania 53 1954

Questo è tra i romanzi che Vance poteva anche non scrivere; se avesse scritto solo roba del genere, i critici suoi detrattori avrebbero pienamente ragione: Questo ed altre poche cose che seguono, direi di considerarle solo come incidenti di percorso o come modo per maturare letterariamente.

IL FIGLIO DELL’ALBERO

Son of the tree 1951

Tr. n.i.

Gemini 10 1978

Un romanzo breve degli esordi di Vance, forse ancora un po’ ingenuo, ma vivido di descrizioni colorite, alla Vance, caratterizzato dalla solita trama "semplice" non priva di piccoli colpi di scena. Il protagonista, un po’ anonimo, si perde nel contesto della trama che è più forte di lui; non mancano quegli splendidi colpi di colore del "paesaggista n° 1" della fantascienza.

CICLO DEL GRANDE PIANETA

Tr. Elena Gigliozzi

Ed. Tascabili Fanucci 1997

Composto da:

L’odissea di Glistra
Big Planet 1952

e da Il mondo degli Showboat
Showboat World 1975

...in questo romanzo c’è tutto il miglior Vance...abbiamo avventura inventiva, una trama sostenuta e il colpo di scena finale...un’altra caratteristica di questo romanzo è la caratterizzazione dei personaggi e la descrizione di usi e costumi di questo mondo enorme dove, coloni terrestri e migrati dal pianeta natale, favoriti dalle distanze e dall’assenza di leggi hanno dato vita a tante e diverse forme di società. Indimenticabili sono il viaggio in un’incredibile ma plausibile teleferica e l’utopica città di Kirkendale.

La differenza maggiore esistente tra Big Planet e gli Showboat è l’introspezione psicologica e la caratterizzazione dei personaggi. Questa è privilegiata rispetto all’azione e i protagonisti assumono una dimensione di assoluto valore...Altro elemento caratterizzante è l’ironia. Il romanzo ne è permeato, e tutte le debolezze umane vengono impietosamente messe a nudo.

IL PIRATA DEI CINQUE MONDI

The five gold bande o

The space pirate 1953

Tr. Lella Pollini Galassia 1962

Non trovo parole per definire la bruttezza di questo romanzetto. Come nei Vandali dello spazio, si cominciano a notare le prerogative di Vance, ma dire che sono in stato larvale è ancora un complimento. Tra le cose più brutte scritte dal nostro.

STATO SOCIALE: AMARANTO

To live forever 1956

Tr. Viviana Viviani

Nord - Cosmo Oro 49 1995

...descrive una Terra del futuro, dove un’unica città soppravvive attorniata dalla generale barbarie suoi abitanti hanno raggiunto l’immortalità, ma essa viene data solo a coloro che sono giunti a meritarla attraverso le loro azioni: ogni gradino sociale deve essere guadagnato dall’aspirante.

...Vance descrive in modo mirabile l’atmosfera decadente della città e la lotta del protagonista per riacquistare il grado che ha perduto...un Vance al meglio delle sue qualità, maturo, conscio delle sue possibilità e finalmente deciso a lanciarsi nella costruzione di un opera di un certo impegna letterario...una trama più complessa del solito, sostenuta anche da un certo significato morale e sociale.

 

 

I LINGUAGGI DI PAO

The languages of Pao 1957

Tr. Gabriele Tamburini

Cosmo Argento 104 – Nord 1980

Qui viene sviluppata un’idea curiosa, anche se non esattamente nuova nella letteratura: ossia che il comportamento delle persone dipende dal loro linguaggio. Il pianeta Pao ha una cultura stagnante, e gli abitanti di un mondo vicino decidono di imporvi tre lingue artificiali, allo scopo di far sorgere negli abitanti stessi certi tratti militareschi che a loro interessano. Il romanzo mostra l’introduzione delle tre lingue (una per i guerrieri, una per i tecnici e una per i burocrati) da parte dello scienziato-mago Palafox del vicino pianeta Breakness, che però con disappunto dello stesso, daranno risultati per lo meno sconcertanti.

SCHIAVI DEL KLAU

Slaves of the Klau 1958

Tr. Susanna Bini

Biblioteca di fantascienza

Fanucci 1994

Un romanzo secondario, per Jack Vance, forse scritto più per accontentare l’editore, che per ispirazione vera e propria.

E’ un po’ il riassunto di tutto l’operato di Vance, ma in tono decisamente minore.

Certo, non manca il linguaggio fiorito, la descrizione del mondo dove viene tenuto prigioniero il protagonista e la sua bella, l’idea, per altro già sfruttata da Farmer con "Un amore a Siddo", del rapporto conflittuale d’amore tra i due protagonisti, umano ed alieno, non manca la solitaria battaglia di Roy Barch, indomabile dotato di una volontà ferrea, ma il tutto sa di deja vu, di già scritto ed anche sicuramente meglio. Sembra proprio un lavoro forzoso.

I SIGNORI DEI DRAGHI

The dragon master 1953

Tr. Matteo Puggioni

Rev. Gianni Pilo

Il libro d’oro – Fanucci 1990

Su un pianeta montagnoso ed isolato, i signori locali vivono in castelli scavati nella roccia e praticano certe loro alchimie. Si tratta di allevare "draghi" e di produrne razze di tutte le taglie: questi draghi vengono poi usati come soldati. Tuttavia, i vari draghi hanno un’origine in comune: derivano da alieni intelligenti, scesi sul pianeta e catturati in anni remoti. Il curioso è che anche gli alieni usano come soldati, uomini catturati nell’epoca del contatto, uomini che si sono differenziati tra loro, dando origine ad una serie di forme parallele a quelle dei draghi. Quando uomini ed alieni, nella seconda parte della novella, si combatteranno, ciascuno metterà in campo i propri animali da battaglia. Fondamentalmente, è un bel documento sulla schiavitù.

CICLO DEI PRINCIPI DEMONI

I CINQUE RE STELLARI

Editrice Nord 1980, 1983,1991

-Il re stellare

-The star king 1964

-La macchina per uccidere

-The killing machine 1964

-Il palazzo dell’amore

-The palace of love 1973

-La faccia

-The face 1979

-Il libro dei sogni

-The book of dream 1981

 

 

 

In questi romanzi compare un nuovo eroe: Kirt Gersen, un eroe giustiziere, delineato forse un po’ rozzamente, anche se nel prosieguo del ciclo, Vance tenderà ad arricchirlo di connotazioni psicologiche, per cercare di chiarire il temperamento maniacale e la certezza di doversi far giustizia da solo del suddetto. Anche se si deve notare che, forse, le figure predominanti sono, per l’appunto, i Principi Demoni, ambigue rappresentazioni del male che nascondono le proprie identità confondendosi tra gli abitanti dell’Oikumene, per poter meglio operare le loro nefandezze. (notare come si insiste sui mascheramenti, più o meno evidenti, c’è tutto un universo in maschera, nelle opere di Vance, situazio0ne che verrà portata all’estremo nel racconto, veramente mirabile, "Il faleno lunare"). Vale una citazione il terzo libro, con la figura di Viole Falushe, un individuo pieno di contraddizioni, violento e tenero allo stesso tempo, capace di crudeltà e di amori non corrisposti, che in parte oscura la figura di Kirt Gersen

Infine, vale la pena di far notare l’inizio di ogni capitolo, con descrizioni di pianeti, o di considerazioni tratte da un fantomatico libro del barone Bodissey.

 

PER CHI LAVORIAMO

Dodkin’s job 1964

Tr. Antonangelo Pinna 1965

Una piccola chicca, di sapore leggermente orwelliano. Iniziali atmosfere cupe, per l’appunto da grande fratello, che si risolve con un finale lieto, descritto con la solita ironia da Vance.

LE CASE DI ISZM

The house of Iszm 1964

Tr. Beata della Frattina

Classici Urania 1985

Un romanzo indecifrabile, questo di Vance. Una storia non plausibile, a differenza di ciò che si è detto precedentemente. Case che crescono dentro a baccelli delle piante che crescono sul pianeta Iszm e che sono ricercate in tutta la galassia, per evidenti interessi economici. E poi la storia lascia proprio a desiderare, non ha capo né coda, una specie di giallo, tra l’altro poco riuscito.

 

 

LE RAGIONI DEGLI ALTRI

The Gift of Gab 1964

Tr. Renato Gari

Urania 602 1972

Un racconto de ’64, ormai nella piena maturità. Infatti, la storia tocca il tema del rapporto con gli alieni, e senza la paura di indicare paragoni con ciò che è avvenuto nella realtà (sterminio di massa degli indiani nordamericani, degli indios dell’America del sud, degli ebrei); poi si addentra nell’analisi di come deve essere affrontato il problema del contatto con una razza aliena intelligente, ma con canoni intellettivi diversi dai nostri, anche dovuto all’ambiente in cui vivono (in questo caso le profondità marine). Un discreto racconto che non si basa sui soliti cliché di Vance.

L’OPERA DELLO SPAZIO

Space Opera 1965

Tr. Enrica La Viola

Classici Urania 76 1983

Essendo già passati vent’anni dalla sua prima pubblicazione, Vance avrebbe dovuto maturare, secondo certi critici, ma ciò non è stato, in questo caso, perché penso che sia la cosa più brutta scritta dal nostro: A meno che non sia molto più vecchia ma pubblicata molto tempo dopo. Probabile, ma è quasi illeggibile.

STAZIONE ABERCROMBIE

O IL SATELLITE DEI COSPIRATORI

Monster in orbit 1965

Tr. n.i. Gemini 14 1978

Robot speciale n° 5 Armenia

A proposito di maschere, in Stazione Abercrombie si potrebbe rilevare la maschera nell’obesità dei protagonisti: il grasso in quanto mondo dell’abbondanza pone il problema di cosa resti di umano sotto la selva dei codici e dei riti e descrive una situazione limite. Il grasso nasconde l’avidità: Abercrombie è un funereo festino dell’opulenza e forse il più disperato dei acconti. Abercrombie è anche il più bel ritratto femminile di Vance...il racconto è di un Vance al meglio delle sue possibilità ironiche e poetiche: il tema della comunicazione si risolve in uno dei suoi aspetti più naturali e grotteschi: il corpo umano, il simbionte come fenomeno.

PIANETA D’ACQUA

The blue world 1966

Tr Maurizio Gavioli

Biblioteca di Fantascienza 14

Fanucci 1988

Un mondo completamente ricoperto dalle acque, su cui galleggiano immense isole foglie: come si può sopravvivere di fronte ad una pseudo religione che pone come Dio un mostro marino che terrorizza tutti gli abitanti? E come si può comunicare tra un’isola ed un’altra con l’assoluta mancanza di materiali pesanti? Vance ancora ci stupisce, dimostrando come si può fare molto con un osso, con un vimini, con una foglia convessa usata a mo’ di lente, con lo stesso sangue umano.

La liberazione del protagonista al re mostro, la presa di coscienza del popolo e la vittoria sul mostro, sono un’allegoria della liberazione interiore alla bestia e ai suoi adepti. Un romanzo veramente azzeccato, ampliamento di un racconto precedente, The Kragen.

LE AVVENTURE DI MAGNUS RIDOLPH

The complete Magnus Ridolph 1966

Tr. Gianni Montanari e Cristian Carlone

Biblioteca di Fantascienza

Fanucci 1993

...un curioso avventuriero spaziale, amante delle comodità, astuto, che risolve strani problemi in giro per la galassia. Si tratta di racconti godibili, con varie trovate gustose, buffi personaggi, situazioni paradossali, stile brillante, dialoghi vivaci. Solamente i finali sono un po’ discutibili.

L’ULTIMO CASTELLO

The last castle 1966

Tr. Murizio Gavioli

Biblioteca di Fantascienza

Fanucci 1990

Contiene i racconti: L’uomo dei miracoli, Il segreto dei Telek.

Un grande racconto, un premio Hugo, ma certo non per questo un grande racconto. L’ultimo castello è la descrizione della presunzione umana, della rivolta dello schiavo contro un padrone arrogante ed ignorante, anche se poi alla fina ne cerca una giustificazione; la storia si svolge in un lontano futuro sulla Terra, dove gli uomini vivono arroccati in magnifici castelli, vittime solo dei propri vizi e delle proprie tradizioni, asservendo una razza aliena ai propri voleri, disinteressandosi completamente del funzionamento dei macchinari che regolano la vita sociale, lasciando il tutto in mano a questi servi. Ma, prima o poi, i servi si ribellano..., ma Vance dà una chance ai proprietari dei castelli, anzi, dell’ultimo castello...

IL MEGLIO DI JACK VANCE

The best of Jack Vance

Tr. Franco Giambalvo

Robot Speciale n° 5

Armenia 1977

Il curatore di Robot era un certo Vittorio Curtoni; dico certo non per svilirlo, anzi, e con questa traduzione è riuscito a portare al pubblico di fantascienza un’ottima raccolta, nella quale sono inseriti, scusate se vi sembro esagerare, dei capolavori come stazione Abercrombie (per la verità in forma ridotta rispetto all’originale, L’ultimo castello, di cui si è detto poc’anzi, e poi ottimi racconti, ma in modo particolare, Il faleno lunare, un racconto che secondo me vale una carriera; un racconto che definire pirandelliano è ancora poco, e comunque nel vero senso del termine; forse il volume che più vale la pena cercare, e non solo per i collezionisti.

PIANETA TSCHAI

Tr. Beata della Frattina

-Naufragio sul pianeta Tschai

City of the Cash 1968

-Le insidie di Tschai

Servants of the Wankh 1969

-I tesori di Tschai

The Dirdir 1969

-Fuga da Tschai

The Pnume 1970

Urania Mondadori

..una delle più dense e memorabili saghe che autore di fantascienza non abbia mai composto.

Così recita in quarta di copertina Urania.

Personalmente, è tra i libri più belli che abbia m ai letto, ricco di avventura, razze tra le più strane, colori indescrivibili.

L’ho letto più volte, intervallando tra una lettura e l’altra alcuni anni, ed ogni volta riesco a scorgere qualcosa di nuovo, che prima non avevo notato.

E’ continuamente una sorpresa, e devo dire che lo raccomando a tutti; non si abbia la pretesa di leggere un libro "impegnato", ma posso assicurare che il divertimento non manca, e non è poco.

 

CROCIATA SPAZIALE

Emphirio 1969

Tr. Paola Campioli

Fantapocket Longanesi 1977

...dove gli esseri umani sono schiavi di signori decadenti ed arroganti...dove il ritorno ad un sistema feudale proibisce il lavoro compiuto dalle macchine...dove uno stato di falso benessere ricompensa il duro lavoro con una misera elemosina...

Come si può notare da queste poche righe, Vance riprende il tema dello sfruttamento dell’uomo da parte di pochi; beh, non mi sembra una cosa da sminuire, trattandosi di una letteratura "d’evasione" (sic).

Il romanzo viene in buona parte considerato un’opera minore, ma penso che valga la pena leggerlo, molto meglio farsi un’idea di persona, sulle cose, che accontentarsi dei soliti sentito dire.

IL MONDO DI DURDANE

-Il mondo di Durdane

-The Anome 1971

-Il popolo di Durdane

-The brave free man 1972

-Asutra

-Asutra 1973

Tr. Gaetano Staffilano e

Roberta Rambelli

Grandi Cicli Nord 1982

Qui viene presentato un pianeta curioso, diviso in cantoni con il loro dittatore e i loro "torc" e le altre terre che li circondano; il ciclo ci mostra il protagonista dall’infanzia alla maturità ed il graduale cambiamento di un mondo. Tra le pagine migliori, il culto della dea Galexis praticato dai Chiliti è un vero gioiello, la contaminazione femminile, il curioso sistema della Via dei Rododendri.

Nel terzo romanzo ci sarà anche un’avventura su un pianeta lontano e l’incontro con razze diverse: una, i Ka, comunicano servendosi di strofe di un loro Grande Canto fatto di ventimila composizioni musicali, ma, sinceramente, di questo terzo volume, ben poco si può salvare.

I MONDI DI ALASTOR

-Trullion: Alastor 2262

-Trullion 2262

-Marune: Alastor 933

-Marune: Alastor 933

-Wist: Alastor 1716

-Wist: Alastor 1716

tr. Roberta Rambelli e

Rita Botter Pietrangeli per Wist

Omnibus Nord 1992

Trullion, un mondo tipo "isole del sud", con una divisione tra terraferma, abitata dagli uomini, e mare abitato dai Meling, una razza autoctona. L’attività più importante è giocare l’hussade, un misto tra football e basket...

...la bellezza dell’opera risiede nell’estrosa creazione della cultura dei Rhune, eccentrici eruditi guerrieri che dominano le montagne di Marune e basano tutto il loro comportamento sulla progressione dei "modi" dei loro quattro soli; umori, abbigliamento e attività vengono regolati secondo il cambiamento della condizioni di luce e di colori del cielo.

...Qui Vance tenta un esperimento di maggiore impegno sociale, rispetto ad altri romanzi: la descrizione di un’Utopia, una civiltà in cui si sono raggiunte condizioni di assoluta parità per tutti i cittadini in cui la gente lavora il meno possibile e si gode la vita al massimo. Forse, il più bello dei romanzi di Vance.

MASKE: THAERY

Maske: Thaery 1976

Tr. Alessandro Monti

Cosmo Argento 76 Nord 1978

In questo romanzo si ritrovano, tutti insieme, molti simboli , tematiche, di Vance: la scalata sociale del protagonista, o quanto meno il tentativo, come negli Amaranto, la ricerca della vendetta, come nei Principi Demoni, un mondo isolato dal resto della galassia, dal quale si esce solo per perseguire certi ideali di vendetta, come detto, (ad esempio come in Cadwal), comunque un romanzo di grande respiro, di grandi caratterizzazioni, sia per quanto riguarda i personaggi che per quanto riguarda i paesaggi alieni.

IL PRINCIPE GRIGIO

The gray prince o

The domaine of Coriphon

Tr. Roberta Rambelli

Cosmo Argento 120

Nord 1982

Un bel racconto, pieno d’avventura, svolto su un pianeta ai margini dell’ammasso di Alastor, e così viene a delinearsi un altro tassello della storia futura di Vance; tanti personaggi alieni, dei tipi più disparati, magnifici paesaggi, come al solito, con un finale giallo; da non dimenticare che Vance è anche un celebre giallista.

 

MIRO HETZEL:

L’INVESTIGATORE

Galactic Effectuator 1980

Tr. Roberta Rambelli

Cosmo Argento 131

Nord 1983

Contiene i racconti: L’agenzia turistica di Dogtown e Il turno dei Freitzke.

Questi due racconti sono una sofisticata avventura spaziale, con un protagonista dalla figura straordinaria: un investigatore un po’ gentiluomo, un po’ imbroglione, alle prese con alcune delle civiltà più assurde dell’universo di Vance.

LA TERRA DI ERN

Tr. Roberta Rambelli

Cosmo Oro 59 Nord 1983

Contiene: Il pensatore di mondi - Sardine scadenti – Chateau d’If – Sempre avanti – Il cervello della galassia – I dieci libri – Mascherata su Dicantropus – Sabotaggio sul pianeta di zolfo – Dove cadrà Esperus – Magia verde – La terra stretta - Assalto ad una città – Le diciassette vergini.

Una bella raccolta, anche se non sono riuscito a capire come mai il curatore vi abbia inserito due racconti de "La terra morente". L’antologia raccoglie tredici opere, composte in un periodo che va dal 1945 1974. Per gli amanti, si segnala "Il pensatore di mondi", racconto per il vero scarso, ma che ha il merito di essere il primo, se non scritto, quanto meno pubblicato. Da non far passare in second’ordine Sardine scadenti, Mascherata su Dicantropus e La terra stretta.

CICLO DI LYONESSE

LYONESSE

-Lyonesse 1983

tr. Annarita Guarnieri

Fantacollana 59 Nord 1985

LA PERLA VERDE

-The green pearl 1986

tr. Annarita Guarnieri

Fantacollana 68

Nord 1986

LYONESSE: MADOUC

-Madouc 1990

tr. Annarita Guarnieri

Fantacollana 103 Nord 1991

Questi romanzi sono fantasy, della più pura. Con le isole Elder, che si affacciano sul golfo di Biscaglia, Vance crea un affresco composito e di insolita bellezza. Sono isole autonome, indipendenti dalle nazioni continentali, che vivono in un mondo pre-arturiano, nel quale la magia sovrasta la scienza e le storie degli abitatori umani del fantastico regno si intersecano con quelle di maghi, fate, elfi ed orchi.

Nel terzo libro, con un intuito decisamente valido, Vance rievoca il tema più carico di simbolismi di tutta la tradizione medievale: la ricerca del Santo Graal.

Sono libri di fantasy nella migliore tradizione del racconto cavalleresco; Vance riesce a fondere realtà e fantasia in un arazzo leggendario e fiabesco.

CICLO DI CADWAL

-STAZIONE ARAMINTA

-Araminta station 1988

tr. Gianluigi Zuddas

Cosmo Oro 96 Nord 1988

-I SEGRETI DI CADWAL

-Ecce and old Earth 1991

tr. Gianluigi Zuddas

Cosmo Oro 128 Nord 1992

-THROY, IL TERZO CONTINENTE

-Throy 1992

tr. Gianluigi Zuddas

Cosmo Oro 147 Nord 1995

...Cadwal, lussureggiante pianeta scoperto dalla Società Naturalistica Terrestre, e da esso vincolato come "riserva naturale" per impedirne la colonizzazione selvaggia.

Il problema ecologico serve a Vance per ordire un racconto scorrevole, intricato ma utile a far capire l’habitat in cui si muove. Cadwal è composto da tre continenti, Ecce, Deucas e Throy, dai primi tre numeri etruschi; su di esso convivono due razze: i Conservatori, eredi dei primi colonizzatori, e gli Yips, forse generati da un ceppo umano deviato, ma mai spiegato a fondo, che rivendicano il possesso del pianeta.

In questo contesto si muovono i protagonisti, caratterizzati come non mai da Vance, anche se la storia non si esaurisce in queste poche righe, ma ben altri segreti sono celati nel lontano passato di questo pianeta.

I RACCONTI INEDITI

Tr. Susanna Bini

Biblioteca di fantascienza

Fanucci 1985

Contiene: ICABEM (I-C-a-BeM) 1961, La selezione (Shape (-) up 1953, Il sifone plagiano (The plagian siphon) 1951, Il fato del falid (Phalid fate) 1946, Il tempio di Han (Temple of Han) 1951, I signori di Maxus (Overlord of Maxus) 1951.

Tutti racconti mediamente godibili, nello standard di Vance. Per i collezionisti, il Fato del Falid è del 1946, tra i primissimi; da notare Icabem, che a modo suo è antesignano del moderno cyberpunk.

LA FIAMMA DELLA NOTTE

Night lamp 1996

Tr. Gianluigi Staffilano

Urania 1312 Mondadori 1997

Questo romanzo è datato 1996, ma in effetti Vance lo ha dato alle pubblicazioni nel 1966. E’ comunque l’ultimo in ordine di pubblicazione in Italia.

E’ un romanzo molto lungo, quattrocentocinquanta pagine; cosa strana, per chi conosce Vance, perché è noto come le sue cose più belle sono state scritte in forma di racconto, o novella, o come raccolta di racconti con un filo comune che li unisce.

E’ sicuramente un opera minore, cosiddetta, anche se non manca di quei tocchi di colore che hanno sempre caratterizzato la prosa di Vance.

Devo amaramente considerare che in questo romanzo si è ripetuto, intendo sotto l’aspetto della trama, nella quale ritroviamo il personaggio che ha perso la memoria, ed attraverso strani flashback riesce a risalire alle sue origini.

Questa idea era già stata affrontata in altri scritti del maestro, come insuperabilmente aveva fatto in Wyst: Alastor 1716, ed in altri termini, negli Amaranto, ed altri.

Comunque, si deve riconoscergli di avere scritto un mistery di notevole levatura, essendo Vance anche un famoso giallista.

A tutto dicembre 2001 non è stato tradotto altro dell’ottantatreenne scrittore di San Francisco.

 

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