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SUPPORTO A PAZIENTI CON PROBLEMI REPIRATORI

I pazienti con disturbi respiratori sono spesso casi di emergenza.
Il soccorritore si deve impegnare in questa situazione di emergenza soggettiva ed oggettiva, per dare un aiuto rapido ed adeguato sl paziente.


FREQUENZA RESPIRATORIA NORMALE

· Del lattante 40 - 44 atti respiratori al minuto
· Del bambino piccolo 25 - 30 atti respiratori al minuto
· Dell'adulto 16 - 20 atti respiratori al minuto


FREQUENZA RESPIRATORIA ANORMALE

Respirazione rallentata (bradipnea) è dovuta a disturbi centrali:

1. CEREBROPATIE
2. INTOSSICAZIONI
3. STATI COMATOSI
4. EFFETTI DA FARMACI SEDATIVI

Respirazione accelerata (tachipnea) costituisce un meccanismo di compenso e serve al mantenimento di ossigeno:

1. FEBBRE
2. AFFEZIONI POLMONARI
3. ANEMIA CON CARENZA DI EMOGLOBINA TRASPORTA L'OSSIGENO
Affanno o dispnea

L'affanno o dispnea è una sensazione soggettiva, il paziente dispnoico soffre di respirazione difficoltosa, FAME D'ARIA, tachipnea e senso di angoscia. La causa può essere:

· CENTRALE (disfunzione a livello del centro del respiro cerebrale)
· PERIFERICA (a seguito di un'ostruzione delle vie respiratorie)

In ambedue i casi la respirazione diventa difficoltosa ed insufficiente e ne consegue un mancato trasporto d'ossigeno da parte del sangue. Quando l'ossigeno che per fonde i tessuti diventa insufficiente, compare la cianosi alle labbra alle punte delle dite e ai lobi delle orecchie. Nei pazienti anemici bisogna ricordarsi che la cianosi compare lentamente. A seconda della gravità della dispnea la coscienza può essere alterata fino alla perdita di coscienza per grave ipossia (cioè non ossigenazione a livello del cervello).

IL SOCCORRITORE DEVE:
1. Se il paziente è cosciente mantenergli la posizione semiseduta o seduta
2. Apportare aria fresca nella stanza se al chiuso
3. Somministrare ossigeno 1 o 2 litri/min
4. Aiutare il paziente a mettere in atto una respirazione adeguata
5. Sopportarlo psicologicamente, non lasciarlo mai
6. Comunicare tempestivamente con la Centrale Operativa 118


Si distinguono i seguenti tipi di dispnea:

· Dispnea inspiratoria: con difficoltà nella inspirazione, spesso nelle forme accentuate il paziente è in posizione semiseduta e si avverte un rumore stridulo, profondo. Questo affanno inspiratorio e conseguenza di un ostruzione a livello della laringe e delle vie respiratorie superiori (corpo estraneo nelle vie aeree)

· Dispnea espiratoria: l'espirazione è difficoltosa, il tempo respiratorio prolungato, mentre quello inspiratorio è normale. Il passaggio dell'aria nei bronchi stenotizzati produce un rumore sibilante e ben udibile. Si riscontra nelle malattie polmonari croniche e nell'asma bronchiale.

· Dispnea mista: si riscontra nei cardiopatici. L'insufficienza cardiaca causa un rallentamento della circolazione sanguinea che si ripercuote anche su quella polmonare. Nei casi gravi compare stasi polmonare con Edema Polmonare Acuto (EPA). In questo caso si sente il classico rumore di "PENTOLA CHE BOLLE".

Attacco asmatico
Si indica un'ostruzione generalizzata intermittente delle vie respiratorie con relativa dispnea. E' dovuta frequentemente ad un allergia delle vie respiratorie. L'attacco asmatico è sovente rapidamente ingravescente e talvolta improvviso con:

· Senso di oppressione al torace
· Dispnea e cianosi delle labbra e letto ungueale
· Tosse insistente
· Espettorato denso
· Irrequietezza e senso di angoscia profondo
· Torace iperespanso


IL SOCCORRITORE DEVE:
1. Escludere eventuali allergeni (allontanare fiori, cuscini, frutta etc…)
2. Facilitare la respirazione (posizione sollevata del torace, apporto di aria
fresca, somministrazione di O2 1 o 2 litri al minuto Aiutare il paziente a
mettere in atto una respirazione adeguata)
3. Rimuovere l'angoscia e l'irrequietezza (rassicurare il paziente e non
lasciarlo mai solo)

Edema polmonare
Nell'edema polmonare i siero ematico inonda gli alveoli polmonari. Il quadro clinico è acuto e drammatico. L'insufficienza e cuore i sinistra porta un aumento della pressione sanguinea con conseguente passaggio di liquidi negli alveoli polmonari e riduzione dello scambio gassoso. I sintomi sono evidenti:

· Dispnea così importante che il paziente arriva a boccheggiare
· Forte rantolo tracheale (pentola che bolle)
· Espettorazione di un escreto vischioso, schiumoso,e rossiccio
· Cianosi (letto ungueale e labbiale)
· Il viso, soprattutto gli occhi, esprimono paura di morire


IL SOCCORRITORE DEVE:
1. Calmare il paziente
2. Posizionare il paziente con il busto in alto e le gambe basse
3. Apporto di O2 possibilmente con maschera (10 litri al minuto)
4. Salasso incruento

Cuore polmonare

La causa del cuore polmonare acuto e spesso un'embolia polmonare. Il cuore polmonare acuto si sviluppa per una affezione del polmone, che per l'aumento di pressione nell'arteria e nei suoi rami, porta ad un aumento del lavoro del cuore destro. La sintomatologia è la seguente:

· Dispnea da sforzo
· Cianosi molto marcata
· Sincope

Broncopatia cronica ostruttiva (BPCO)

La BPCO provoca una restrizione cronica delle vie respiratorie e spesso si tratta di pazienti anziani, che presentano problemi respiratori già conosciuti dal paziente ed in trattamento farmacologico. Presentano:

· Tosse ed espettorato (muco vischioso) soprattutto al mattino
· Respiro breve
· Cianosi del letto ungueale, labbra, lobi delle orecchie

Bisogna ricordare che in pazienti affetti da questa patologia si deve "SOMMINISTRARE OSSIGENO NON AD ALTI FLUSSI", in quanto si può provocargli un effetto così detto "EFFETTO PARADOSSO" e così creare un arresto respiratorio.


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Il dolore toracico

Il dolore toracico può essere d'origine cardiaca e non cardiaca. Le sue cause sono numerose e spesso costituiscono un vero problema diagnostico. I sintomi causati dalle malattie cardiache sono generalmente espressioni di condizioni fisiopatologiche come: ischemia miocardica, disturbi della contrazione o del rilassamento del cuore, ostruzione del flusso del sangue, alterazioni del ritmo o della frequenza.

Questo si traduce in manifestazioni sintomatologiche principali quali:

· Dolore toracico improvviso, retrosternale, irradiato al collo fino a volte alla mandibola, spalla sinistra.
· Dispnea da sforzo e da riposo, notturna
· Stanchezza e debolezza
· Tosse, tosse con emissione di sangue rosso
· Colorito bluastro della cute, delle unghie e delle labbra
· Palpitazione, capogiri, sincope, (perdita di breve durata della coscienza)
· Dolore alle estremità durante gli sforzi

Il dolore dell'ischemia miocardica è un dolore di tipo viscerale e è causata da un insufficiente apporto di ossigeno ad un area del cuore. Uno squilibrio transitorio tra richiesta e apporto di ossigeno causa un forte dolore e si chiama Angina Pectoris, mentre una ischemia prolungata può essere seguita da necrosi cellulare (morte delle cellule) e provocare, perciò un infarto del miocardio.

L'Angina Pectoris viene descritta come:
· Senso di peso e di costrizione retrosternale
· Irradiazione caratteristica al braccio sinistro

È scatenata solitamente da uno sforzo, un emozione, da un pasto pesante, ma si possono avere anche casi in cui il paziente viene svegliato nel sonno dal dolore. L'Angina da sforzo dura di solito pochi minuti e regredisce a riposo. Quando l'Angina è dovuta ad ostruzione coronaria fissa, lo stesso grado di attività tende a riprodurre fedelmente il dolore; quando invece è dovuta a spasmo coronario, il livello di attività che causa il dolore può variare. Un dolore che di regola dura più di 30 minuti, fa orientare la diagnosi verso un Infarto del Miocardio o altre cause non cardiache.

Il dolore dell'infarto è:
· Molto intenso e non regredisce a riposo
· Può essere accompagnato da Dispnea
· Nausea
· Vomito
· Debolezza
· Irrequietezza

Altra causa di dolore toracico può essere dato dalla Pericardite Acuta. Il dolore è solitamente prolungato (ore o giorni), costante opprimente, retrosternale; spesso ha un componente pleurica e talvolta accompagnato da febbre. Aggrvato dalla tosse, dall'inspirazione profonda, dalla posizione supina e alleviata dalla posizione seduta.

ESAME FISICO E PARAMETRI VITALI

L'esame di un paziente in cui si sospetti la presenza di una malattia cardiaca include innanzi tutto, la valutazione dei parametri vitali. Un punto chiave nella valutazione del paziente è distinguere, le condizioni potenzialmente letali.

Per questo le prime valutazioni da comunicare alla centrale operativa devono essere fornite rapidamente e il più precisamente possibile su:

· Stato di coscienza
· Frequenza respiratoria
· Polso e pressione arteriosa
· Localizzazione del dolore
· L'irradiazione del dolore (da dove parte e dove arriva)
· La qualità (continuo, acuto, intermittente)
· La durata degli o dell'episodio (da quanto tempo "minuti, ore, etc…)
· Età del paziente.

Il paziente con problemi cardiaci, può avere respiro frequente (polipnea), spesso espressione di congestione polmonare, oppure respiro di Cheynes - Stokes (periodico alternarsi di apnea ed iperpnea) nello scompenso più grave.

Nell'insufficienza cardiaca di grado lieve o moderato, la pressione arteriosa è usualmente elevata, l'ipotensione e la tachicardia a riposo possono essere segni di grave insufficienza cardiaca.

La palpazione del polso radiale (polso periferico) fornisce i primi, essenziali dati sullo stato della circolazione. Si debbono valutare innanzitutto la frequenza (numero delle pulsazioni per minuto) e la ritmicità (uguaglianza degli intervalli tra una pulsazione e l'altra).

I polsi arteriosi possono essere palpati anche a livello dell'arteria femorale carotidea per sentire il polso centrale.

Ricezione chiamata e comunicazioni

Molto spesso succede che l'utente contatti una Pubblica Assistenza invece che la C.O. 118.

I dati di fondamentale importanza da acquisire sono:

· Il luogo del soccorso (abitazione o in strada)
· Il numero di telefono del richiedente
· Cercare di capire di cosa si tratta
· Se vi è o no lo stato di coscienza

Una volta acquisiti i dati avvisare tempestivamente il 118.

Una volta giunti sul posto bisogna comunicare alla centrale alcuni dati; nel caso di dolore toracico:

· Lo stato di coscienza
· Il tipo di respiro
· Polso e pressione arteriosa
· La localizzazione del dolore
· L'irradiazione del dolore
· La qualità
· La durata degli o dell'episodio
· Età del paziente
· Se il paziente ha già assunto farmaci (in tal caso è indispensabile portare con il paziente tali prodotti farmaceutici (confezioni) per così farli visionare ai sanitari del DEA od eventuali M.S.A oppure dopo randez vous con il medico del''automedica.)

Ossigenoterapia

L'organismo ha bisogno di ossigeno per mantenersi in vita, quando questo fondamentale elemento viene a scarseggiare per un qualsiasi motivo, si instaura uno stato detto di IPOSSIA. Questa situazione può causare un danno irreversibile a vari organi fra i quali il più a rischio è il CERVELLO, è quindi evidente quale sia l'importanza di correggere tempestivamente una carenza di Ossigeno. Lo stato di respirazione difficoltoso viene definita DISPNEA.

La determinazione di uno stato d'ipossia può essere valutata sia strumentalmente, che obbiettivamente tramite l'osservazione del paziente. In realtà durante un intervento "sulla strada", l'unico ausilio tecnologico che può aiutare nella rilevazione dello stato di ossigenazione, è il PULSIOSSIMETRO strumento sicuramente utile, ma che deve essere usato con le dovute modalità e perizia, per evitare il rilevamento di dati errati i quali, invece di aiutare l'operatore a dirimere un quadro clinico già di per se complicato, non fanno altro che aumentare la confusione. Generalizzando si possono considerare preoccupanti valori di saturazione inferiori al 95%. Per i sintomi vedere la parte iniziale.
La somministrazione di ossigeno

L'obbiettivo è quello di mantenere la saturazione di Ossigeno al di sopra del 95%. L'ossigeno non viene immagazzinato
Quindi la somministrazione deve essere continua, il dosaggio viene deciso dal personale sanitario in base all'effetto clinico desiderato, solitamente in litri al minuto…. Altro dato rilevante è la percentuale di somministrazione. I presidi utilizzati per la somministrazione di ossigeno sono principalmente le mascherine.

Bisogna ricordarsi che l'ossigeno è un farmaco e che è soggetto a combustione (non somministrare in presenza di fuoco, fumo scintille o in concomitanza con apparecchiture elettriche (defibrillazione)).

In caso di intossicazione da Monossido di carbonio (CO) il valore di saturazione fornito dal pulsiossimetro è completamente inattendibile, ma è fondamentale somministrare ossigeno.


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