LA STORIA DELLA PISTA BIM FOTOSTORIA DI UNO SPRECO

 

nel paese che attende la seconda bonifica

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Lungo la riva sinistra e destra del fiume Piave (sacro alla Patria), da Fossalta-Noventa fino al mare, è stata realizzata una pista percorribile a piedi, in bicicletta o a cavallo a scopo di passatempo utile alla mente ed al corpo. Questa "operazione" è utile anche all'economia di chi c'è entrato a qualche titolo: progettazione, realizzazione, manutenzione; meno utile ha chi l'ha subita COME I PROPRIETARI DEI TERRENI ATTRAVERSATI.

E' questo il punto di dire che mentre la progettazione è stata "faraonica" (erano previsti dei porticciuoli ed altre belle infrastrutture); la realizzazione è stata "simbolica", ben lontana dai programmi; la manutenzione "risulta" più sulla contabilità che sul campo. Il tutto spendendo circa 4 miliardi di lire (2 milioni di euro) ricavati una parte minima dai fondi propri accumulati con i sovracanoni ENEL (locuzione semplificata; in sostanza: li abbiamo pagati con la bolletta della luce) e per la restante larga parte dai finanziamenti della Comunità Europea.

Se l'opera nel suo insieme interessa tutti, essendo pubblica, interessa Croce e me personalmente per il tratto rappresentato in questa cartinageografica. In alto, oltre il Piave, c'è la zona corrispondente all'approdo del Canoa Club di San Donà, a destra (valle) il ponte ferroviario, a sinistra, alcuni chilometri a monte, c'è il ponte di barche. Rivediamo la stessa zona in una fotodasatellite in cui si può notare che il percorso iniziato a Musile (a destra, a valle) si fermava (fino all'ottobre del 2001) in mezzo al campo, nella curva. Quasi tutti sanno che non si può "fermarsi in curva". Il BIM l'ha fatto: "si è fermato in curva" senza mettere il prescritto segnale: la pista non aveva sbocco. Mancava l'autorizzazione a proseguire, salendo, sull'argine demaniale e non era stata fatta una uscita che portasse da qualche parte verso Fossalta, verso Musile o verso Iesolo. Insomma un vero e proprio "bartoel" (bertuello, o nassa per i pescatori che non conoscono il dialetto) in cui a cadere ed essere pescati sono stati tanti ambientalisti, pseudo ambientalisti e simili specialmente nella loro veste di elettori perché è chiaro che è stata una operazione "politica" dove politica non significa (buona) amministrazione del bene pubblico ma distruzione del bene pubblico a vantaggio privato.

Chi non vuole credermi esamini questo tracciatoinutile Questo schema rappresenta la zona retrostante le case delle famiglie Bergamo (tra Croce e Fossalta) dove l'argine principale (demaniale, quasi rettilineo) è semi circondato da un altro argine più piccolo (privato) con il vertice massimo verso la casa rossa in riva al Piave. Si vede come praticamente tutto il tratto di pista progettato e realizzato (in due tempi) non venga utilizzato come ben sanno TUTTI quelli che praticano la zona. Tutta questa opera e stata fatta infrangendo codici e leggi perché sconosciute o perché scomode (dare ad ognuno il suo) e contando molto (o solo) sulla legge del più forte (o presunto forte) amministrata da "giustizieri".

Nel 2001 succede sulla poltrona della presidenza del BIM, già occupata dai geometri Furlan e Pavan, il signor Cestaro Giuseppe che ora si vanta di aver portato a compimento l'opera incompiuta dai suoi predecessori. Lui, forte, decisionista, l'ha fatta collaudare e quindi inaugurare il 12 ottobre 2002 con grande convegno, taglio del nastro (mentre arrivava una squadra di ciclisti ingaggiati per l'occasione), bevutapertutti, e mangiata ("ADEGUATA OSPITALITA'") per i pochi intimi alla locanda AL PIAVE (vedere delibera di spesa n. 37 del 26.11.2002 € 216,50=). Contemporaneamente io mettevo in rete queste fotografie e ne esponevo alcune agli occhi di ogni cittadino (osservatore) nella mia autovettura regolarmente parcheggiata davanti la sede del Convegno e "scortata da un mezzo della Guardia di Finanza". Voi potete vederle ora, stando comodamente seduti a casa vostra.

Se la pista finiva in mezzo al campo, come visto sopra e come potete sapere di persona, era logico che io proprietario, né espropriato né pagato, cercassi di far rispettare almeno fuori della pista il mio diritto di proprietà "erigendo" tra fine pista ed inizio campo un posto di blocco mobile, non violento, senza lancio di liquami, senza invasione della sede "stradale" perché quelle cose sono lecite solo per chi ha problemi di quote latte ed abita dalle parti di Vancimuglio. Blocco neppure assoluto perché normalmente ignorato da quasi tutti gli escursionisti che si sono permessi insulti di vario genere boccacce , ditino ed anche le botte tanto che ho dovuto ingaggiare (e pagare) un guardaspalle. Quanti si sono comportati così nei miei confronti? Non lo so e normalmente neppure mi è stato possibile riconoscerli. Eccone alcuni: ricercatiuno , ricercatidue ; chi si riconosce "forse" ha il dovere di scusarsi, escluso chi ha pagato il conto alla giustizia italiana e quello, più salato, dell'avvocato.

A complicare le cose al presidente Cestaro ed ai suoi compagni (d'avventura, s'intende) s'è messa anche la natura che un poco alla volta, un po' qua, un po' là, un po' su ed un po' giù (come "I Pompieri di Viggiù (VA), ve li ricordate Voi più vecchi?) s'è portata via "mezza" pista. Soluzione? "Non c'è problema"!. Oggi si parla e si fa così. Si mette un bel segnale divietocircolazione, oppure si risparmia anche quello tanto, in questa pista , le biciclette stanno in piedi da sole anche in salita, guardate se non mi credete: canyon . Se l'ambientalista è convinto, un "puro e duro", va avanti lo stesso come dimostra questo sentiero "spontaneo": deviazionesuprivato in barba ai diritti del proprietario al quale il BIM "nulla deve" come dicono gli "amici" dell'ufficiale giudiziario quando egli si presenta per incassare la cambiale scaduta ed essi non la vogliono onorare. Il BIM "nulla deve" per queste piste di fatto perché non ha "espropriato" né ha "occupato" il terreno del "servo della gleba". Si tratta di un "esproprio proletario" ossia attuato dagli sfaccendati a carico dei "proprietari terrieri" quindi tutto "ochei"! Se poi i proprietari risultano essere non latifondisti" ma "lavoratori" (della terra) non fa differenza perché essi non appartengono a quella classe "che va in paradiso" (mi pare che ci sia una frase diventata classica: "la classe operaia va in paradiso").

Qualche escursionista, come questo, incertoamussetta , per la verità si mette qualche interrogativo non si sa se sul suo diritto o se sulla sua incolumità ma alla fine passa in barba a staccionamenti, diritti e doveri: frana+ciclista . Quante volte abbiamo cantato "… TACERE BISOGNAVA, ANDARE AVANTI …" . Niente e nessuno riuscirà a fermare "un italiano vero" (Toto Cutugno?) Qualche volta anzi questi imprevisti sono un piacevole fuori programma a cui far fronte non come gli "arditi" con il pugnale in bocca ma allegramente, alla bersagliera, con la bici in spalla e cantando "Addio mia bella (pista) addio … il gruppo se ne va se non mi sbrigo anch'io …" sabbia+gruppo sabbia+solo . Qualcuno ci pensa un poco di più ed è giusto perché chi "tiene famiglia" non può scherzare incertifossalta li davanti ci sono ostacoli da non sottovalutare: tronchicaduti . Chi è "single" ed ha la spina dorsale in buona forma può fare a meno di tanti ragionamenti ed approffittare per fare un'ulteriore attività ginnastica fuori programma: ciclistapiegato .

Questa è, meglio "era", il 12.10.2002 la pista collaudata ed inaugurata dal Presidente Cestaro. Troppi hanno finto di non sapere (o non lo sanno affatto?) cosa significa "collaudo" (= fatto con lode). Fortunatamente non c'è ancora "scappato il morto" (come un morto possa "scappare" ancora non l'ho capito).Forse hanno in cielo (d'Africa) un buon protettore! La magistratura (quella democratica, quella indipendente, quella del potere) ha tutti i motivi per non intervenire. Neppure ho ancora capito cosa significhi "manutenzione" e "squadra d'intervento" secondo il linguaggio di Cestaro che ha espresso questi concetti durante la trasmissione La Radio a Colori andata in onda il 17.10.2002 per segnalare a tutti gli Italiani come sono stati sprecati i miliardi della povera CEE e della ricca Italia. Una cosa è certa: Cestaro, assistito dal Dottor Ferdinando Shiavon, Regione Veneto, Programmi comunitari) in diretta radiofonica cui partecipava per la stampa locale il Dottor Luca Tonetto, per tutti gli ambientalisti il famoso Michele Zanetti e per i coltivatori/affittuari il Signor Ennio Tonus, aveva dato appuntamento di li a qualche mese dopo una verifica da farsi subito. Forse ora bisogna rivolgersi alla trasmissione televisiva condotta da Daniela Poggi su RAI TRE al lunedì sera. Anche per Cestaro è d'obbligo la domanda: CHI L'HA VISTO? (e sentito?).

Io il mio sopralluogo l'ho fatto subito. Domenica 20 ottobre 2002 in quel di Passarella alle 10.40 ho filmato un albero che sbarrava la pista come i "bravi" sbarravano la strada a Don Abbondio eccolo: alberoapassarella - e 14 minuti dopo ho filmato la pista completamente coperta dalla vegetazione incuriapassa. Quale sia la manutenzione fatta TRE VOLTE all'anno lo potete immaginare Voi. Fermo il resto: ossia invariato il resto. Ossia i guai documentati prima e confermati da tutti in trasmissione non sono stati riparati.

Forse non è completamente esatto dire "rimasto fermo" infatti la pista "si muove" eccome! Guardate come si è "mossa" alla fine di novembre 2002. In questa foto rampaallagata vediamo la rampa costruita il 2 e 3 ottobre 2001 per raccordare (finalmente) la pista ("ferma in curva" di cui all'inizio) con l'argine demaniale. E la pista? È a bagno e ne esce così: vignetoinghiottito - pista coperta da rifiuti - franaafossalta. Questa ultima fotografia sembra scattata in uno scavo archeologico (come Pompei) e si possono contare le varie "epoche". Siamo, invece, 100 metri a valle del ponte di barche di Fossalta di Piave. Ne esce male anche il segnalecadente risalente all'alluvione precedente ed il povero vecchio albero, risalente all'epoca monarchica, che ora si trova a dover scegliere tra il "centrodestra" ed il "centrosinistra" alberospaccato. Al nostro "eroe" non resta che emettere un'altra "ordinanza" avvisodichiusura: in cui è scritta la sconfitta dell'escursionista: "interruzione del percorso per frane". Al contrario il Consorzio BIM resiste perché è senza corpo materiale, è un "puro spirito" che non vuol dire uno "spirito puro". Secondo le regole dell'aritmetica sui "fattori" (e castaldi) che cambiano senza che cambi il prodotto destinato al padrone, così cambiano i presidenti del BIM ma non il BIM.

Gli escursionisti sono avvertiti! Chi non rispetta i segnali "paga". Sollevato da problemi con proprietari ed escursionisti l'infaticabile Presidente può finalmente prendersela con il GENIO CIVILE che invece di "impiegare saggiamente" i soldi pubblici per ripristinare "la via del signore" li "spreca" buttando in acqua metri cubi e metri cubi di roccia in questa maniera: rinforzosponde che secondo lui non rinforzerebbero le sponde ma "cementerebbero" il Piave Fiume dissacrato della Patria. Povero il nostro "vocabolario"! Cos'è la "cementificazione"?

E si che ci siamo opposti sempre ed ovunque a questo spreco. L'abbiamo fatto con i "tecnici" che si sono ritirati perché hanno riconosciuto di non aver diritto di entrare nella proprietà privata reiettidabergamo, (vista la differenza tra il dito indice di un contadino crocese ed il dito medio di un cittadino sandonatese!).L'abbiamo fatto con gli "escursionisti" discussione che non conoscono e spesso non vogliono conoscere (tanto nel senso di essere informati qua nto quello di ammettere) i pasticci combinati dal Consorzio BIM il quale è specializzato in veline (di carta, quelle di pelle costano care) autocelebrative e spesso offensive. La VOCE, Il GAZZETTINO, e qualche volta La Nuova tante volte hanno scritto che tutto è a posto e che Cancellier è il respondabile dei ritardi. Se non ve lo ricordate avremo occasione di riparlarne dopo i processi perché non basta un RIPENSAMENTO per farli cessare: ci vogliono i RISARCIMENTI.

Intanto i "tecnici" procedono consulto assistiti dai politici e dalle forze dell'Ordine (Nuovo) che fanno rimuovere ogni ostacolo rimozioneauto. Si tagliano gli alberi (dei contadini) deforestazione per costruire piste impraticabili ai cittadini che le applaudono come un'oasi dove dovrebbero rilassarsi, riappropiarsi dell'ambiente e tanti altri bei concetti. Invece questa opera rampa=muraglia impedisce ai contadini di entrare nel bosco ceduo (tagliabile) per fare la periodica manutenzione.

Cari ciclisti boccacce, podisti, cavallerizzi, "godetevi" la "VOSTRA"pista , io risparmio il gasolio e non mi metto più a sbarrarvi la strada con posto di blocco : NON SERVE PIU' !

 

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AGGIORNAMENTO  DICEMBRE  2017

 

La “storia”  su descrtta arriva  grsso  modo  fino al 31.12.2002

Da  allora fino a dicembre.2017  (per  fare  conti  tondi), sono trascorsi 15 anni: tutti in un colpo e senza partcolarità ?  Nooh !!   lentamente,  giorno dopo giorno  ed  ogni giorno  ha visto  o portato qualche  peggioramento.

Dopo la realizzazione  (ABUSIVA)  della  rampa tra la  “GRAVA”  e  L’ARGINE  gli  escursionisti    NON INVADEVANO più il terreno coltivato ma INVADEVANO comunque il mio terreno ABUSIVAMENTE   TRASFORMATO IN  PISTA.

Va  a spiegare  agli escursionisti  che  la  pista era  (ed  è )  PROPRIETA’  PRIVATA:  NON  SAREI  PIU’   VIVO.

Ma  essendo  VIVO  i miei  diritti   ho CONTINUATO difenderli.

Qualche  appunto.

 

Le  multe   dei  Carabinieri dell’ottrobre  2001  le  ho  contestate  fino in  Cassazione. Sono state annullate quindi NON le  ho  pagate.  Ulteriori  ricorsi  per  avere  il  risarcimento  del  danno  (spese  di  assistenza legale  ecc)    si sono perse  tra un  computer e l’altro  dei  miei avvocati, quindi, burocraticamente, sono   “morte”    ma  io  quel  danno l’ho  subito e   lo  tengo in  evidenza  per ottenerne il risarcimento.

 

Tanti, su  siti  internet specializzati  in  materia,  si  sono  curati di segnalare  la  nuova  pista  tra  gli  itinerari   aperti al pubblico. Siccome  la  mia  proprietà  non  ho ancora  deciso  di  aprirla  al pubblico,  ho  intimato  ai  gestori  di quei  siti di  cancellare dalle loro pagine  il  tratto COSTRUITO  ABUSIVAMENTE sulla  mia proprietà in modo che nessuno sia  indotto a  percorrerla in base  ad una  presunta  regolarità.

In  genere  lo scambio  di  qualche  e-mail è stato sufficiente  per  ottenere   il  rispetto  della  mia  proprietà.  Con le  persone  civili   questo  basta.

Con i  TALEBANI  DEL  PIAVE   di  Croce  ed i loro  simili    le  cose  sono  andate  ben  diversamente.

Hanno  organizzato  escursioni anche  attraverso la  mia  proprietà  diffondendo   adeguata  documentazione  cartacea ed  anche  su  internet. 

Cito a memoria:  Gara MEDIOFONDO MTB (Magicabike - Baradel Franco, San Donà, marzo 2011),    PEDALAR  GUSTANDO, (Pro Loco Musile, 8 maggio 2011), PROGETTO SALUTE (ULSS 10, primavera 2014),  PASSEGGIATA ECOLOGICA  + LA MEZZA PIAVE  (10 maggio 2015 Assoc. MIRAFIORI – Francesco Carpenedo spacciata come “autorizzata   dal Prefetto).

Appena  venivo a conoscenza  di  qualche  iniziativa, subito   partiva  la  mia  richiesta   di rispettare i  miei  diritti  non  invadendo il  terreno  e  ritirando  il  materiale   che  mostrava  l’apertura  al pubblico di  TUTTA  la  pista  (compreso il mio  tratto).

Le  reazioni  sono  statte  varie.

C’é stato chi  ha cambiato  percorso (quindi sostanzialmente  ha  riconosciuto  il mio  diritto ma  non ha  rettificato  l’informazione sulla  proprietà  della  pista  (Pro  loco  Musile  2011,  ULSS 2014 ) senza  diffondere  rettifiche circa la   proprietà dei terreni).  C’è stato  chi  ha  voluto  prendermi in  giro ( il  geometra Carpenedo per  conto  della  Mirafiori   2015) con  la  complicità  dei  Carabinieri  che  hanno  inventato  l’autorizzazione  del Prefetto (robe  da  pazzi!  la  Prefettura. ovviamente,  ha  smentito).   Ovvie  le  mie  querele.  La  Procura  della  Repubblica   ha  aperto  un  fascicolo  (o più  di  uno)  che  qualcuno  si  attivierà  per  far  cadere  nel vuoto nel  nulla,  nella  prescrizione.

Ma  io  non  rinuncio ai  miei  diritti,  non  li  lascio  prescrivere, li difendo  anche  ingaggiando  “vigilantes” (GPG =   guardie particolari giurate)  come  in occasione del ”ponte” del 25 aprile del 2011 quando  ho  affrontato  un gruppo   capeggiato da uno  che  voleva  essere  rispettato   come  sottuficiale  della  Guardia di Finanza.  Tipi del  genere  (“lei non sa chi sono io”)  non meritano rispetto  neppure quando  sono in servizio in uniforme e con  l’auto di servizio.  Immaginarsi  quanto rispetto meritano  in maglietta  da ginnastica,  a  cavallo di una  bicicletta mentre  commettono un reato in mio  danno..   

Di procedimenti  penali  aperti  ce ne  sono ….  Il 30 ottobre 2017 ed il 7 novembre   sono stati esaminati  da  due GIP due dei casi citati e  proposti per  l’archiviazione. Non  so  ancora  esattamente  le  conseguenze di  quelle  “udienze in camera di consiglio”  ma ho avuto la soddisfazione  di  vedere  che  un  GIP  ha spiegato al PM  proponente  l’archiviazione la  differenza  tra  “camminata”  e  “pedalata”,  tra  “invasione” e “occupazione”   tra  “autorizzazione” ed  “arbitrio”.   Finchè ci sono  PM  del  genere  non ci sarà mai giustizia. Finchè ci sono cittadini come  me  e  GIP  come quello ricordato la giustizia può  essere raggiunta.  Devo stare a  vedere.  Successivamente ho visto (dalle  informative  ex  articolo  335)   che  ci sono  anche  PM  che lavorano  con  la  testa: per  i LADRRONI  DEL  BIM   sono in arrivo  tempi  brutti.

In  margine  a queste  vicende  giudiziarie  ne  è  spuntata  una con  una mia avvocata  che,  oltre  a  non  capire  i  problemi,  non sa  emettere  una  fattura  (una  “parcella”) ….     Con  me?  … che  ho  passato  una  vita  tra  i  documenti  contbili.  Poverina  !

Dal gennaio 2008,  scimmiottando il  leghista  Dottor Schibuola   che  faceva  “servizio  d’ordine”  al  mercato di  San  Donà, sono  uscito  in  pubblico  in  formato  “Sandwich”   denunciando,    con  nomi  e  fotografe,   i responsabili di questo sperpero.   Anche i Carabinieri in servizio “in abiti civili”  si sono  presi la  briga  di  combattere questa mia  rivendicazione  fotografandomi di nascosto  come riporto nella  pagina   UOMOSANDWICH

 

Ma  il  problema  resta.

Di chi  è  la  pista?

E’  mia, come  lo riconosce  la  sentenza   n.  102-2010  del  23.11.2009 GDP  di  San Donà   che  ha  annullato  le  multe  dei  carabinieri.

Ma  il  Consorzio  BIM  ed  i  Comuni  che  lo  compongono  sono  “esseri  superiori”  che  se ne fregano  delle  sentenze  e vantano  L’ESPROPRIO.  

Tutta  l’attività  necessaria  per  arrivare all’ESPROPRIO   NON  E’  STATA  FATTA     (come  da  sentenza  su  ricordata).

Nonostante  questa  mancanza  di  fondamenta  qualcuno  ha  inventato  l’  ESPROPRIO  n.   116 dell’ 1.7.2005  e  più  di qualcuno  (compresi  giudici)    L’HA  “BEVUTO”    con  CONSEGUENZE     DISASTROSE  che per ora non cito, lascio in disparte,    MA  CHE  RESTANO.

Nel  2015 chissà  per  quale  ispirazione  ( Lo  Spirito  Santo  non  ha  percorsi fissi,  noti,  programmati, diffusi   tramite  internet ecc.)  qualcuno  si  è  reso  conto  che  l’esproprio del  2005  era  SBAGLIATO  e  ha  ottenuto   l’ESPROPRIO  BIS  o  aggiornato  o  rettificato  o versione  2.0.   scegliete voi il nome più azzeccato.   burocraticamente  porta il n. 2015/3 e data  30.6.2015

Su questo  decreto,  riveduto e  corretto,  è  stata  avviata  tutta  una   attività  burocratica  ( Catasto e  Conservatoria)    che (a DIECI anni dal primo Decreto)  ha  “FINALMENTE”   riconosciuto pubblicamente, UFFICIALMENTE  il  Consorzio  BIM  quale  proprietario  della  pista   costruita ABUSIVAMENTE  attraverso la  mia  proprietà.

Si  sa  che  il  diavolo  “fa le  pentole  ma  non  i  coperchi”  ed  i  “poveri  diavoli” del Consorzio  Consorxio  BIM    Valerio  Busato & C.  non  hanno  fatto, non hanno  messo  il  “coperchio“ che  dovevano  mettere   con la  conseguenza  che  anche il  secondo  decreto  non  è  valido  nei  miei  confronti.

Ed allora?  Ed  ora?

 

ALLORA.     Il  decreto di esproprio  NON E’ VALIDO  ed  io  sono da   SEMPRE  proprietario; tutta  l’attività   sulla mia proprietà,  compreso il  rifacimento  del  manto  della  pista  della primavera /estate 2016,  è  ILLEGALE  e  mi  sono  dovuti  i  risarcimenti.

ORA       Cosa  succede?   L’ente  che  ha  emesso  il  decreto  a  favore  del  BIM   è con  le  spalle  al  muro:  ESPROPRIO  (comunque  inefficace nei miei confronti)   NON poteva  essere  pronunciato.    .

Chi  paga  il  conto?

Chi  ha  sbagliato  l’esproprio  (Provincia  di Venezia)  o  chi   gli ha fornito documentazione manipolata  (Consorzio BIM) ?

SE  la  vedano  tra di loro!     Io  ho  DUE   ENTI  SU  CUI  RIVALERMI,   sono  sufficientemente  garantito:  si  sbranino  tra  loro,  ma  paghino  E, FINALMENTE, TOLGANO DI MEZZO QUESTO PROBLEMA.

Ma  non basta.  Appena  venuto a  conoscenza  delle  variazioni Catastali ho  fatto  denuncia di Falso che  prontamente  è stata  proposta  per  l’archviazione.  Io  mi  sono  opposto, vedremo  come andrà a finire la mia  opposizione  che  ha  fatto rilevare come il Consorzio BIM (richiedente e beneficiario  dell’esproprio) NON  HA ESIBITO  LA  DOCUMENTAZIONE  (decreti di  occupazione)  che  lo  dovrebbero  giustificare.  Un mio  famoso  compaesano  ha  scritto  che  “Finchè c’è prosecco, c’è  speranza” ;  io, che non conosco  la  trama  de  “L’ispettore STUCKY“  ma  sono di  Croce,   scrivo  “Finchè  c’è  un GIP   (A. S.)     c’è  speranza”. 

 

Questa  è la  situazione  a fine 2017 con la  CITTA’ METROPOLITANA, (ex provincia di Venezia)  presa  tra  incudine e martello  (aver decretato un  esproprio  senza possedere i regolari documenti)  che  vorrebbe  “salvare  capra  e  cavoli”   ma  non fa  alcuna  mossa diventando complice  e  vittima  del  Consorzio.

Spero  che un PM  con i fiocchi o un GIP  con i controfiocchi  scardino presto le  pseudo difese del BIM.  Al  resto, a  sistemare  i  conti con  il  Consorzio  BIM  ci  penserò  direttamente e  tirerò  fuori  tutti  i problemi  e  problemini  creati in oltre venti anni,  anche quelli  non  ricordati in  questi  appunti.

Croce, 31 dicembre 2017

 

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Per osservazioni e suggerimenti scrivi a: crocedipiave@libero.it

PER PROTESTARE CONTRO IL CONSORZIO B.I.M. telefono e fax 0421.336001

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