cliccare qui ( Silenzio.mp3)  per  rendere omaggio ai  CADUTI   ABBANDONATI in riva al Piave.

(Se    “IL SILENZIO”   non parte,  problemi di  “browser” non tutti compatibili )

 

ONORE   A    CADUTI

I T A L I A N I

SENZA NOME e SENZA SEPOLTUTRA

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( 3.8.2013  “scoperta”  ed inserita     bandiera  in  movimento / GIF) 

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La piena del Piave di fine dicembre 2010 ha fatto franare le rive in vari punti.

Qui in particolare interessa la frana  che si localizza così:

Foglio catastale n. 3, poco a nord del PF (punto fiduciale) 6 sul cippo “DRIZZAGNO BRESSANIN”   ..\LAPIDI\PIETRAPF650PC.JPG sopra l’argine come da monografia    PF6MUSILE_DRIZZAGNO.JPG  * PF6CIPPODRIZZAGNO_BR.JPG   *    Più  precisamente  alle  coordinate 

EST        12° 31’ 49”  =    (teorico = 12,53027777°   strumento =   12,53049°)

NORD   45° 38’ 02”  =    (teorico = 45,63388888°   strumento =   45,63395°)

all’altezza del nuovo sottopasso ferroviario come si può vedere meglio in questa mappa al 2000:  MAPPA2011al30pc.jpg

In un primo momento mi è stato  segnalato  che la frana aveva messo in luce un pezzo di rete metallica.

Incuriosito e pensando subito alle  linee di difesa del 1918 (ben tracciate in una carta geografica militare scala 1:25000  datata  20 maggio 1918  e  classificata “SEGRETO” di cui vediamo un particolare ingrandito  (cliccare qui).

Il giorno  5.1.2011 sono andato per  vedere la frana e la rete  ma non ho visto la rete.

Ecco la frana  DSC00034RID.JPG   **  DSC00035RID.JPG***DSC00036RID.JPG.

Sono ritornato successivamente e questa volta ho visto la rete e mi sono convinto che si trattava di materiale della prima guerra mondiale.

Con questa convinzione oggi 16 gennaio 2011  con gli amici dell’associazione  C’era  volta Musile  sono andato per  fissare  con opportune fotografie il ricordo di quella rete e di quel filo spinato che dimostravano la presenza di opere di difesa propria ed offesa per il nemico.

Spostati un poco i rifiuti di vegetazione che riducevano la visibilità dei resti metallici abbiamo potuto vedere la rete nella sua estensione e nella sua posizione originaria  (per la parte  non trascinata dalla frana). Eccola: cliccare qui

Durante questo esame della rete e dell’ambiente è stata intravvista una calotta sferica, un emisfero e l’abbiamo immaginata residuo di  un pezzo di pallone di plastica/gomma trasportato dall’acqua .

Quando l’ha avuta in mano, l’amico Lodovico si è subito reso conto (dalla caratteristica fessurazione  ( “sutura” ) tra la parte destra e quella sinistra)  che era la volta di un di cranio umano. Evidentemente di un nostro soldato caduto probabilmente nella battaglia del solstizio del 1918  perché il luogo corrisponde  esattamente alla  postazione indicata nella mappa su ricordata . Il punto che si individua così.

In basso, al centro della carta si vede  un cerchio, (altra postazione (di artiglieria ?)   )   proprio sull’incrocio tra la ferrovia  (da sx Fossalta a  dx San Donà)  con l’argine San Marco   (da sx Fossalta  a  dx Musile)  ossia il  passaggio a livello ora soppresso e sostituito da sottopasso. Sopra il cerchio c’è la scritta “C. Montagner”  che indica l’attuale casa  Cancellier.

Proprio a nord di questo punto c’è la scritta “PIAVE”  che fa parte  della stampa classica della  carta al 25000.

Alla base delle lettere  A e V  di PIAVE arrivano due piccole frecce  che hanno  origine da un unico punto sottostante.  Quello è il simbolo non di una  trincea  (camminamento) parallela al corso dell’acqua  ma  simbolo di  postazione di artiglieria o comunque di armi medio -  pesanti.  

Lo stupore della macabra scoperta ci ha indotti ad insistere nelle ricerche e sono stati individuati altri resti (femore?, tibia? perone?)  che documentavano l’esistenza di un cadavere in posizione orizzontale con la testa verso  valle.

Per far funzionare una  POSTAZIONE  certamente servivano più persone. Quante?

Me lo potrebbe dire, con le mansioni esatte (puntatore … graduatore  … tiratore   … ),  mio padre (1892-1981) che  “faceva lo stesso lavoro” in zona monte Grappa.

Convinti che in vita, necessariamente, quel soldato doveva avere dei compagni d’arme si deve  purtroppo concludere che li avrà avuti anche come compagni nella morte  e  nella non sepoltura.

Per questo abbiamo insistito nelle osservazioni ed abbiamo individuato altri resti  presumibilmente dello stesso corpo  e  altri  inequivocabilmente  riferentisi ad almeno ALTRI DUE caduti.

Questa foto mostra alcuni resti umani (spostati dalla frana)  che abbiamo  rispettosamente messo assieme  e consegnato ai Carabinieri.  CIMG0298al25pc.JPG    CIMG0299al25pc.JPG   CIMG0300al25pc.JPG    

Altri resti erano e sono visibili dove il terreno non è franato ossia nella posizione in cui sono stati per oltre 92 anni vedere foto Bincoletto).

 

Spero che le  AUTORITA’ esamino  accuratamente, anche con opportuni scavi, questo  luogo  per ricercare  resti a cui rendere onore e qualche elemento che possa portare, se non ai nomi, almeno ai reparti di appartenenza di questi soldati.

CROCE deve rendere onore  a questi  CADUTI SENZA  NOME  E SENZA TOMBA.

Croce, anche per rispetto a costoro, deve TOGLIERE la RANA abusivamente messa sul fabbricato che ricorda il caduto Capitano TITO ACERBO decorato con medaglia d’oro e  DEVE RENDERE ONORE anche  Capitano  OTTORINO  TOMBOLAN FAVA caduto eroicamente  tra Via  Cascinelle  e Via Emilia, egli pure decorato con medaglia d’oro  ma completamente ignorato tra noi.

 

Nota

Dall’esame della carta geografica si rileva, verso monte, la presenza di una prima postazione a circa 300 metri ed una seconda a circa 600 in corrispondenza  dell’attuale via Treviso che porta dal Piave all’Argine San Marco  (torre piezometrica/serbatoio  acquedotto).

Verso valle, sempre distanziate di circa trecento metri, sono indicate altre due postazioni nella nostra proprietà.

Presso il ponte ferroviario ce ne sono altre due: una a monte ed una a valle (evidentemente perché il ponte riduceva la visibilità a soli 90 gradi).

Che  vicende ebbero  queste postazioni (sopra tutto nel senso di  GRUPPI DI UOMINI) ?

Su quel terreno ho camminato tante  volte senza rifletterci  ma  ora  non può essere più così.

Sopravvissuti tra i compagni  e poi vincitori a “Vittorio Veneto”?

Fatti prigionieri dai nemici e liberati dai compagni  dopo il 4 novembre?

Finirono  senza tomba e senza nome come  i tre  (solo tre?)  cui intendo rendere onore?

***

Certamente ora qualcuno che ha vilipeso vivi e morti  (CONSORZIO  BIM   di  Furlan,  Cestaro, Urban,  Zaccariotto  e “altri in divisa”) si farà avanti per farsi applaudire al momento della “scopertura di una lapide ricordo”.

Questa gente  deve vergognarsi, deve  rendere il giusto a tutti: vivi,  ben  noti (diffamati  non solo con le “veline”  fatte pubblicare su Gazzettino, Nuova  e  Voce  … del padrone)  e DEFUNTI, NOTI SOLO A DIO. 

Se questa situazione vergognosa si verificherà riprenderò questo scritto e lo aggiornerò  con nomi, fatti  e fotografie che (per non dimenticare)  già indico con sigle:

… Allormon

… Lapidbia

… Monumanonim

… Ran

… ederponfersdon

… toponomast

 

Croce 16 gennaio 2011

Giovanni Cancellier

 

NOTIZIE  ULTERIORI

Hanno  riferito di questo ritrovamento:

ANTENNA TRE VENETO  il 17 gennaio 2011,   IL GAZZETTINO GAZZETTINO17012011al25pc.jpg ,

LA NUOVA LANUOVA17012011al30pc.jpg IL CORRIERE DEL VENETO CORRIERE18012011al50pc.jpg

Nei giorni successivi sono stati pubblicati altri articoli anche senza senso, senza logica come quando è stato scritto che  i resti provenivano da “una fossa comune”  non di una trincea.

 

CURIOSITA’ di “dopo guerra” (prima e seconda).

Ecco foto di ricercatori/raccoglitori di ferro vecchio residuo di guerra. Sono state scattate verso la fine del  1959  RICERCATORI_FERROal50pc.jpg

Foto  di oggetti fatti con  resti di materiale di guerra :

-- qui vediamo  una “cappellina” per la Madonna costruita con due pezzi di bomba CAPITELLODABOMBE.jpg  cui fanno corona due vasi d’ottone  ricavati da due bossoli .

--  qui un sopra mobile costruito  con un bossolo, due ferri di cavallo e due fondelli di bomba  ( da inserire). 

Ricordo di aver costruito anch’io un carrettino usando per ruote 4 fondelli di bomba  eguali a quelli che fanno da ruota al sopra mobile visto sopra ( … carrettino usato  per  trasportare muschio per il presepio     inserire  una ricostruzione).

 

SPECULAZIONE PARTITICA

Come avevo previsto (vedere più sopra)  c’è stato chi cerca di farsi bello  rendendo onore a questi caduti.

Il guaio è che queste persone  NON RENDONO L’ONORE  DOVUTO AI TANTI MORTI  E A QUALCHE  VIVO  (come sono io, nonostante quante me ne hanno combinato, sopra tutto sul mio onore).

Allora, dopo aver protocollato le mie  proteste,  riprendo le sigle  misteriose  già inserite.

… Allormon :            Era per ricordarmi che l’alloro posato sul monumento il 4 novembre 2010 è diventato un rifiuto ma resta al suo posto.

… Lapidbia   :            Era per  ricordare che i nomi dei caduti (sulle lapidi del monumento)  sono illeggibili.

… Monumanonim:   Era per  ricordare che sul monumento manca la scritta “CROCE DI PIAVE -- AI SUIOI CADUTI  ---   1915-1918”    e nelle cerimonie spesso si scambia il davanti col di dietro …   (ed io fotografo).

… Ran:                    Era per ricordare che sulla ex scuola elementare al posto della dedica alla M. O. Acerbo c’è una ridicola  RANA.

… ederponfersdon:   Era per ricordare che al ponte ferroviario lato San Donà, il cippo al FIUME  SACRO  è  ricoperto dalla vegetazione  (sul lato Croce nel 2008 l’ho ripulito io,  restano i grafiti).

… toponomast:    Era per ricordare che la toponomastica di Croce è stata stupidamente alterata ed io, che sono sempre stato in “Piazza Tito Acerbo”,   all’anagrafe  risulto abitare in via  BOSCO indicazione a sua volta pure sbagliata  perché dovrebbe essere  “VIA DEL BOSCO”.

 

Non avevo elencato ma sono sempre state nel mio cuore anche  altre situazioni.

Mancanza di targa stradale  (MINIMO) a Castaldia-Caposile  che ricordi  da duemila a cinquemila  caduti.

Sull’ex asilo Sicher c’è una lapide   ridicola:

Marinelli   è sbagliato,  MARINETTI  è il nome  esatto  (io  col pennarello  ho cercato di rimediare  un poco).

Marinetti non si è “immolato”, combatté eroicamente e visse a lungo (vedere RICORDO del 90° DELLA BATTAGLIA DEL SOLSTIZIO).

Su quella lapide è scritto che “si immolarono”  due “ M. O.” è sbagliato! In quel fatto d’arme si immolò (con tanti soldati)  un solo Ufficiale, il Capitano Ottorino TOMBOLAN FAVA). Per il suo comportamento eroico, DOPO LA MORTE fu insignito di Medaglia d’Oro al Valor Militare.  Stessa decorazione anche per il T.C. Marinetti che ne uscì vivo.

Il Capitano Ottorino Tombolan Fava è morto a Croce  e nessun indizio gli rende  onore:  dai TALEBANI DEL PIAVE non ci si può aspettare di più.

Croce 27.1.2011  

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28.1.2011   Qui di seguito potete vedere  ritagli di fotografie  dell’ Associazione  C’era una volta  Musile  con qualche nota.

CERA1P8170028ritOSSAxxxxx.JPG    * ossa e filo spinato

CERA1P8170034ritGINOCCHIO.JPG * femore? tibia?

CERA1P8170037ritOSSAxxxxx.JPG    * ossa varie raccolte

CERA1P8170038ritOSSAxxxxx.JPG    * Idem?  Rovesciata?

CERA1P8170044ritOSSAxxxxx.JPG    * osso che spunta dal terreno

CERA1P8170045ritOSSAxxxxx.JPG    * osso

CERA1P8170049ritOSSAxxxxx.JPG    * osso  B/N

CERA1P8170050ritOSSAxxxxx.JPG    * osso ?

CERA1P8170051ritOSSAxxxxx.JPG    * i cartellini segnano la posizione del primo caduto ritrovato

CERA1P81700__                                    * mandibola o mascella con due ?  tre?   denti

CERA1P81700__                                    * orbita  destra ?   sinistra ?

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ATTENZIONE:  LA  GOLENA DEL PIAVE  o “GRAVA” e nel caso specifico LA ZONA DELLA TRINCEA  RITROVATA,  E’ PROPRIETA’ PRIVATA.

Quindi nessuno ha diritto di accedervi  senza autorizzazione dei proprietari.

Chi venisse “scoperto “ nella proprietà privata  sarà denunciato  per violazione dell’articolo  633 del codice penale (a prescindere da denuncie per violazione  della zona  sequestrata per  necessità giudiziarie”).

 

Mercoledì 3.2.2011

Nel pomeriggio sono stati rimossi gli alberi inghiottiti dalla frana. Ecco una fotografia della frana ripulita    FRANA_RIPULITACIMG0325al 20pc.JPG

Ora è possibile portare la roccia che consoliderà la sponda.

 

Giovedì 4.2.2011

Installata “croce tricolore”  sulla trincea eccola:  CROCETRICOLORECIMG0326al30.JPG  e ripulito l’ambiente.

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Completato deposito roccia il giorno …

Il sequestro della zona è stato disposto e notificato solo il giorno 21.02.2011.

L’azione  “sequestro”  conferma, a chi ha dubbi,  che  la  grava  è proprietà privata, non demaniale    e questo lo ricordo in funzione  della pista   abusivamente costruita  dal Consorzio BIM  e  utilizzata  da tanti   provvisti di muscoli sprovveduti  del senso della legalità.

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27.3.2011 ***  Informazioni errate diffuse dai giornali.

(Nota ad oltre due mesi dal ritrovamento ed in attesa  di risultati ufficiali)

Nei primi giorni successivi al ritrovamento, oltre a riferire di una  “FOSSA  COMUNE”, espressione  generica  ed anche irriverente, è stato escluso che si trattasse di soldati italiani perché  le ossa erano LUNGHE.

A colui che mi riferiva tale “osservazione” (il giorno 20.1.2011, un Volontario  dell’Associazione PIAVE 1915-1918) ho detto di valutare la mia statura e su quella impressione  stabilire se io sono tedesco o italiano.

Si è messo a ridere!  Così si deve trattare  anche quella “notizia”.

Una informazione  poco seria,  se non  stupida, è stata quella  che,  essendo state trovate ossa di bambini e di vecchi, si é in presenza dell’ antico cimitero di Croce e non di trincea.

Per sapere se ossa ritrovate appartengono a bambini e a vecchi di diversi secoli fa bisognerà attendere i risultati di eventuali analisi scientifiche.  Anche se questa intuizione fosse confermata essa  NON ESCLUDE la presenza di una trincea con resti di soldati  caduti nel 1918.

D’ALTRA PARTE LA PRESENZA DELLA TRINCEA, OLTRE CHE DAL MATERIALE BELLICO RITROVATO (CARTUCCE, SPOLETTA, PALA,  FILO SPINATO, RETE ) è testimoniata dal compaesano E. S. che già molti anni fa, andando a pescare,  trovò in quel luogo una  cassetta di cartucce  e un pezzo di una grossa bomba.

Spero che adeguate misurazioni delle quote del terreno (che sto cercando di far eseguire) portino qualche ulteriore elemento di chiarezza  su antico cimitero e trincea 1918.

*

Altra informazione sbagliata se non tendenziosa (La Nuova, 26.2.2011).

Io avrei querelato i (400 circa) volontari dell’associazione il PIAVE.

No! Io ho sporto querela contro Tormen Alfredo. Il giornalista non conosce la punteggiatura (come il famoso frate  Martino che “per un punto perse la cappa”!). 

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AGGIORNAMENTO 21 giugno 2011  ( SOLSTIZIO ! )

A seguito delle mie proteste (protocollate il  giorno 26.1.2011 “BECCHINO  O SINDACO ?”)  il   29.1.2011 è stata rimossa la corona di alloro secco  (= immondizie) che stava sul monumento dal 4 novembre 2010.

Anche la ridicola rana è stata rimossa  dalla ex scuola elementare e successivamente (a fine febbraio) l’orologio  stradale è stato  riavviato. 

Il  giorno 16 giugno 2011 è  stato disposto il  dissequestro del terreno circostante la ex trincea.

Fino ad ora non sono stati  comunicati  risultati  degli accertamenti  disposti  dall’autorità giudiziaria.

Comunque, dopo, tra la fine delle ricerche ufficiali ed il dissequestro qualcuno o più di qualcuno ha fatto  incursioni  asportando qualche  ricordo.

Qualcuno, più civile, ha fatto visita alla trincea, ha raccolto resti e li ha composti  in questo minuscolo cimitero. CIMG0366microcimitero rid.JPG.

Esso é recintato da un po’ nastro segnaletico.

Con due pezzi di filo spinato uniti dal nastro segnaletico è stata composta una croce  che  veglia  sui resti di non si sa quanti soldati.

Io l’ho riordinato un poco ed in loro onore ho “schierato i CARABINIERI” come mostra questa  foto  (da inserire). 

Per  ricordare la sacralità del luogo ho posto questa “lapide” costituita da un semplice foglio plastificato  foto . 

Chi può, faccia di meglio.

360 grammi di verità

Ecco una fotografia su una scheggia della granata che molto verosimilmente distrusse la trincea CIMG0371SCHEGGIArid.JPG. il suo peso é circa 360 grammi.

Analisi della scheggia ritrovata (scritta sulla base di informazione raccolte tra esperti).

La scheggia di cui alla fotografia proviene sicuramente da un proiettile di grosso calibro.

Dalla curvatura esterna, non danneggiata dallo scoppio, si ricava che  essa appartiene ad un pezzo a forma di anello avente un diametro esterno di circa 140 millimetri; all’interno ci sono tre ordini di diametri (filettati quello superiore e quello inferiore, non pare filettato il centrale).

Quello più in alto è il più piccolo valutabile circa 70 mm., più sotto un diametro circa 80 mm. l’ultimo cerchio ha un diametro di circa 90 millimetri.

Questo frammento, confrontato con questa foto di un fondello di granata Austro Ungarica da 305, permette di desumerne l'identità  BOMBA_SDC10018rid.jpg

Nel  pezzo viene inserito,  da sotto, un tubo (grigiastro) che si innalza sopra  l’anello. Nella parte alta di questo  tubo sta la carica del detonatore,  necessario per  innescare lo scoppio; nella parte bassa (del  tubo)  è avvitata la meccanica della spoletta (il meccanismo o dispositivo che  fa scoppiare il proiettile); si distingue facilmente per il fatto che è di ottone. 

Il porta spoletta/detonatore  è  avvitato nel cerchio superiore più piccolo, quello da 70 mm.

Questo “tubo" porta spoletta/detonatore ha una base più larga e forata.  Questa base occupa (non è avvitata)  il secondo cerchio, quello da 80 mm.

Nel terzo cerchio, quello  più grande, da 90 mm. era  avvitato un tappo che proteggeva la spoletta.

Questa corona circolare, che serviva a chiudere il fondo del proietto e portare la spoletta, veniva avvitata entro il corpo dei proiettile.

Per  forza di cose il proietto aveva un diametro più grande. 

Se fosse stato avvitato direttamente alla PARETE del proietto (che potrebbe aver avuto uno spessore di 10 mm) si arriverebbe ad un  diametro complessivo di 160 millimetri.

Molto più realisticamente era  avvitato sul FONDO del proietto:  quindi non sono da aggiungere  10+10 mm. ma forse 35+35 per cui il calibro vero arriverebbe a 210 millimetri.

Quindi la scheggia potrebbe provenire da un proiettile Austro ungarico del calibro di 210 mm. avente una lunghezza di circa 70 centimetri.

A supporto di quanto considerato ecco una tavola dell'epoca che traccia il profilo di una granata AU da 21 cm M16. GRANATAaustriacaDISEGNO.jpg

Se, come  appare logico pensare, un tale ordigno è caduto sulla trincea, nessuno scampo  per  i poveri soldati che erano dentro o anche solo nei pressi.

Questo, secondo me, spiega anche perché,  fino ad ora, non sono stati trovati elementi quali fibbie, scarponi, munizioni, armi.

Lo scoppio di un ordigno del genere, letteralmente,  ha  mandato per  aria  tutto quanto era intorno.

***

In questa fotografia  BOMBA_DSC_2524rid.jpg,  si può vedere lo spaccato di un proiettile calibro  circa 75 mm  (se confrontiamo  con la  moneta da un euro che sta alla base) e della carica (tubo in ottone) che lo faceva partire.

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Il primo luglio il sostituto P.M. Ugolini ha concesso la restituzione del materiale recuperato dai  “ricercatori” ufficiali ma fino ad ora (30 luglio) non l’ho avuto. 

Ancora nessuna notizia sull’esito delle  ricerche ed analisi fatte dagli esperti  incaricati dalla Procura.

Tra  tanto  oblio, domenica 10 luglio, in occasione della sagra,  ho esposto la scheggia di cui sopra con pezzi di rete e di reticolato provenienti dalla trincea assieme ad altri pezzi di bombe rimasti dal tanto materiale  ritrovato nei campi (anche in tempi recenti) e assieme alla croce  residua del cimitero di Capo Sile.

CIMG0372ritRID.JPG

Il giorno 18.07.2011 sono andato a controllare il “micro cimitero” ed ho trovato accanto all’ ”urna” una  sorpresa:  un  osso che personale sanitario ha detto essere un “radio” (che con l’ “ulna” forma lo scheletro dell’ avambraccio). Eccolo da una scansione  vedi    e da una fotografia  CIMG0374OSSOr.JPG .

La parte grossa corrisponde al collegamento con il polso. La parte sottile, rotta longitudinalmente, portava al collegamento con lo snodo del gomito. Misura circa 24  centimetri.

(Aggiornamento al 30.7.2011)

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AGGIORNAMENTO  agosto 2012

In febbraio/marzo 2012 i Carabinieri di San Donà hanno consegnato al Comune di Musile delle ossa perché il caso era da considerare “chiuso” con la conclusione che quanto ritrovato proviene dall’ antico  cimitero di Croce  ed ancor più precisamente trattasi  di ossa  di donne e di bambini.

Questa conclusione mi è giunta da varie fonti, ma NON MI CONVINCE.

Trattasi sempre di una “voce”.

La relazione degli esperti l’ho chiesta;  HO SUGGERITO CHE ALTRI più importanti la chiedessero ma non si è mai vista.  Ho il non piccolo dubbio che i resti da noi consegnati ai carabinieri non siano stati oggetto di analisi.  Le analisi sarebbero state fatte su resti che non sono quelli emersi dalla TRINCEA ma dalla  più ampia FRANA. Quindi sono risultati, conclusioni INATTENDIBILI.

Cosa  hanno consegnato al Comune di Musile i Carabinieri? I resti avuti  da noi  e non analizzati o i resti analizzati ma non forniti da  noi?

Cos’è  stato messo  in questo  Ossario Comune  CIMG0429.JPG del cimitero di Croce?

I resti  dei  CADUTI  devono essere  conservati  nel Monumento Ossario di Fagarè.

La conclusione che  trattasi di ossa di fanciulli e donne del 1700 è stata accettata dal Senatore Generale L.  Ramponi  (e-mail dell’ 1.3.2012)  e ad essa ha “DOVUTO” arrendersi (telefonata del 12.4.2012) anche il Colonnello FIORE dell’ ”ONOR CADUTI” di Roma che avevo “chiamato a combattere” assieme a me. 

Conclusione: io, e chi con me, siamo stati degli scemi che hanno avuto allucinazioni di storia patria.

 

Da ubriaco di storia  patria  (o difensore della mia dignità)  ho continuato da solo sulla linea avviata.

 

Il 29 gennaio 2012, con una e-mail ho chiesto alla Direzione del  Centro Formazione Professionale “Don Bosco” di San Donà che, COME ESERCITAZIONE SCOLASTICA, gli allievi, partendo dal frammento di bomba già menzionato, ricostruissero il pezzo intero: una corona circolare variamente tornita e filettata e poi la tagliassero per  inserire / alloggiare  il frammento originale.

In maggio / giugno la scuola mi ha consegnato il lavoro: una corona circolare con diametro 14 centimetri ed alta circa 5 centimetri. Eccola in questa  fotografia CIMG0457ritRID.JPG che  evidenzia  la parte interna (ossia foto ripresa dal fondo) che ha una sagoma particolare  per contenere i dispositivi  che provocano lo scoppio. Questa CIMG0458ritRID.JPG è la foto scattata sul pezzo in posizione  normale, il  foro  centrale serve per  alloggiare il materiale esplosivo, il meccanismo di accensione. 

Ricostruito questo particolare interno del proiettile,  con l’aiuto di terzi ho  costruito  lo scheletro del  “bossolo” sul quale ho  posto, sostenuta  da  apposita  sagoma in legno,  la  punta vera di  una bomba  ritrovata tanti anni fa e conservata tra le cose di casa.

Rivestito lo “scheletro” con un foglio di carta, ho ottenuto questa figura che rappresenta molto verosimilmente la bomba che ha distrutto la TRINCEA.

Ecco l’insieme CIMG0459ritRID.JPG: un ordigno con diametro150 millimetri alto circa 500  millimetri. Immaginarsi  cosa  poté restare dopo l’esplosione  di un simile  proiettile !

Molto prima di  questa iniziativa, precisamente il 21.3.2011 ho proposto al Preside dell’Istituto per  geometri “SCARPA” di San Donà che gli allievi, come esercitazione scolastica, facessero una  rilevazione sull’ambiente della FRANA.  Il Preside ha girato la proposta all’Ing. Claudio Lessi,  insegnante di  topografia, che non poté metterla in calendario dato che l’anno scolastico stava per finire ma la conservò per l’anno scolastico 2011-2012.  Agli Esami  di Stato, nello scorso luglio 2012,  l’allievo Gabriele  Folador  presentò la  sua “tesina”  imperniata  sul rilievo  proposto.

Questo  lavoro  è  molto  importante  perché  dimostra  come  sia  praticamente  insostenibile  l’idea   del cimitero  in  ALTRERNATIVA a quella  della  trincea.

 

Due  sono gli  elementi essenziali:

1) Dalla lettura attenta, ragionata,  dei libri la vecchia chiesa di Croce doveva confinare  con l’attuale  unghia esterna dell’argine che dista circa 48 metri dalla frana. Uno spazio decisamente troppo  grande, inverosimile, per il cimitero della parrocchia di quel tempo (basti pensare all’ampiezza di  quello esistente nel 1917-1918 attorno alla attuale chiesa di Croce o a quello  attorno alla chiesa  di  Spercenigo  di San Biagio di  Callalta  ancora  funzionante).

2)  considerato il piano attuale della campagna eguale a quello del 1700 e fatto  pari  ad esso il  livello dell’antico  cimitero,   le sepolture ovviamente  saranno state  100-150  centimetri  al di sotto.

Le misure  dell’ora geometra Salvador dimostrano che i resti della trincea sono stati trovati  ad una  quota di circa 100  centimetri sopra il  livello della  campagna  esistente oltre l’argine,  quindi  due  metri  più in alto  della  quota  delle  possibili  sepolture  cimiteriali.

 

Quindi i resti umani ritrovati, con accanto materiale bellico, sono certamente di soldati caduti durante  le  operazioni  1917-1918.

Altre  tesi  “puzzano”  di   distorsioni  INTERESSATE.   

Per questo il giorno 15 luglio in occasione della Sagra di Croce ho esposto, accanto al modello di bomba di cui sopra,  questo cartello CIMG0455UCCISI.JPG   quei  CADUTI in guerra  sono stati  UCCISI  dai  contemporanei.  Il  fattaccio del 9 luglio  (durante  la  sagra quindi) ai  danni  di un festaiolo, conferma  il DEGRADO IN ATTO   A CROCE.

Croce, 15.8.2012 

(aggiustamento intestazione/sonoro  il 10.1.2018)

 

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FINE

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