DIECI ANNI  DOPO

AGGIORNAMENTO  FASCISMO A CROCE

 

Le  pagine  che ricordano  la  gestione  “fascista”  della  parrocchia di Croce  (Asilo, CPAE,  Oratorio ecc.) sono  ferme, grosso modo, all’estate  del 2007. Quindi  sono passati circa 10 anni.  Qual è la  situazione  attuale?

Eguale  migliore o peggiore ? Difficile dirlo!  Ci sarà qualcuno che  dirà che è migliore,  qualcuno dirà che  è peggiore qualche  altro dirà  che  è  eguale   senza specificare  se  è  ed era  una  situazione   normale. 

Io cerco  di   mettere in  evidenza  qualcosa.

Qualcosa  è  cambiata  vistosamente e conviene  ricordarlo.

La storica,  tradizionale, parrocchia di Croce non  c’è  più  perché è  stata  istituita  la  COLLABORAZIONE  PASTORALE  che  ha  svuotato  le  canoniche  di  Croce,  Mille Pertiche  e Capo Sile e ha  concentrato in  quella  di Musile la  residenza  del clero  disponibile   fermo  restando la esistenza  delle  originarie  parrocchie affidate  comunque ad uno specifico sacerdote. 

Croce  e  Millepertiche  sono  affidate a Don  Michele  Pestrin  dall’autunno  del  2014  dopo il  “terremoto  silenzioso”  del   luglio   quando, in  modo   enigmatico (più che discreto)  Don  Primo  Zanatta  ha  salutato  non  la  parrocchia  ma  i  lettori  del  (suo) Bollettino  (PARROCALE)  RAGGIO.  Eh si !  proprio  così!   Un  annuncio  importante, epocale,  messo in circolazione  quasi per caso, non immediatamente  percettibile,  nascosto tra le  righe.

Umiltà  sacerdotale  o   iposcrisia  ecclesiastica? Ritengo più esatta la seconda ipotesi.

Don  Primo   voleva  e  poteva    (per  non  dire  DOVEVA)    stare  a Croce   per  portare  a  termine  il  SUO  ASILO

In  quell’iniziativa  ci  aveva  messo   anima  corpo e  portafoglio.   Qualcuno ha  deciso:  Basta, si  cambia!

Un  asilo  PARROCCHIALE   deve  essere  fatto  su  misura della  parrocchia non sui programmi  di  un  “grande  organizzatore”  (di  sogni:  quali  le  PCF  , il  Quinto  Vangelo, N.I.P.)   tenendo  conto   delle indicazioni  evangeliche    circa  le  costruzioni ( della  “torre” ),  di quelle  dell’economia e di tutti gli elementi che  possono essere  presi in considerazione  (anche  l’archittettura, a misura di bambini non stile  capannone  industriale di Marghera).

Fatto sta  che  nel settembre  2014 Don  Primo,   che  voleva  il mio allontanamento da Croce  (memento: la  lettera  al Questore  del 3.4.2001)  uscì  dalla  scena  lasciando  i  debiti contratti   e l’Asilo  incompiuto  al nuovo  parrco  che,  essendo  geometra,  avrebbe  potuto  o dovrebbe  completare l’opera.

Cambiata la  parrocchia, cambiato il parroco  cosa  c’è  attualmente?

A tre anni  di  distanza il  nuovo  asilo,  che  era  già “fermo”  da  circa  un  anno, ha  visto  qualche opera  intesa  a   salvare  la  facciata  (e  le  facce)  dal decadimento,   non  certo    passi  avanti verso  il  completamento.

 

Se  la  Parrocchia  per  necessità  superiori  è  gestita  in  “part- time”   (per  dirla  alla moderna)  o  “a  mezzadria”   secondo un  linguaggio che  ci è  più  famigliare,  è  una situazione  inevitabile.    Ma  part-time  o  mezzadria  non   vuol  dire  che essa  possa  essere  gestita a caso,  a  casaccio   in malo modo  e  simili.  Significa  solo che  la  persona  che  la  governa  non vi dedicherà tutto il tempo  che la  Provvidenza gli  concede ma  solo  metà per  riservare l’altra  metà ad altra  parrocchia.  Quindi  questo  tempo   (minore rispetto al passato) sarà  dedicato  alle  cose  più  importanti,  ad  impostare dirigere il  lavoro  di  altre persone  presenti ed  attive  in parrocchia ora  come  prima   ma che ora, necessariamente,  devono essere rivalutate  per  poter  mantenere,  come  minimo,   la “qualità”  la  “situazione”  precedente.

 

A questo punto  si  innesta  il  problema del CPAE  che  ho  sollevato  tante  volte  (dal  1986  !)  perché  a  portata  della mia  mano   ( lasciando  ad  altri  il  problema  CPP)..

Di  questi 10  anni,  i sette  con  Don  Primo  hanno  avuto un CPAE esattamente eguale  a  quello  già  “criticato”,  quindi non vale  la  pena  di  commentare.

Sugli  ultimi tre con il  nuovo  e  giovane  parroco,  si deve   dire  qualcosa  o più  di  qualcosa.

Il  nuovo  parroco  poteva/doveva   NOMINARSI un  suo  nuovo  consiglio  perché  quello “ereditato”    era  notoriamente/visibilmente “inadeguato”  per   questioni “genetiche”  (e  qualcuno  DOVELA avvertirlo,  informarlo  adeguatamente).

Don  Michele  non  è  stato “avvertito” della  reale  situazione   o ha  voluto/dovuto  procedere  con  gradualità anche  in modo  da  poter  fare  scelte  sensate?   Fatto   sta  che  solo  nel  novembre 2016  (bollettino parrocchiale del 20 novembre)  risulta  nominato  un  nuovo  CPAE   composto da tre persone  +  parroco     Come  funziona ?    Purtroppo, non  ho  ancora  avuto  modo di    farmi  delle  idee  diverse  da  quelle del  1986:   organismo  inutile che  non può  funzionare.

A dimostrarlo mi  basta citare  questo.

Domenica 11.6.2017 è  stato  messo in  circolazione  il  RENDICONTO  del  2016.  In esso  non  c’è  alcuna  indicazione  di  DEBITI della Parroccchia.   Senza  sapere  e senza  parlare  di  cifre,  mi  basta  dire   che  il  così detto  FONDO  DI SOLIDARIETA’   (PARROCCHIALE)   avviato verso  aprile 2013   è  UN  DEBITO.  Che  non  produca  interessi  passivi a  carico della  parrocchia,  che esso  derivi  da  finanziamenti  VOLONTARI  nulla  cambia  E’ UN  DEBITO  DELLA  PARROCCHIA  nei confronti  di  coloro che  le  hanno prestato  denaro  per   costruire  (piaccia  o  non  piaccia)  il “mausoleo  Zanatta”  sul cui  stato  edificatorio  nulla  si  sa   Anche  questo, come i DEBITI,   è  materia  propria  di  relazione  al  bilancio.

Il  CPAE   continua  ad  essere una  pagliacciata nel 2017  come  nel  1986    trentuno  anni  non  sono stati  sufficienti  a  migliorare  qualcosa  ( Salvo errori  ed  omissioni.  Chi può  smentirmi, lo  faccia  ed abbia  le mie scuse).

 

Con  il  nuovo CPAE  è  venuto  alla  luce    UN  COMITATO DI GESTIONE  DELL’ASILO.   Una  istituzione (il  COMITATO)   che  rievoca  esperienze  non  tristi  ma  tristissime     le  cui  conseguenze   si  riflettono  negativamente  non  solo sulla parrocchia ma anche  sulla  gente  di Croce  ed hanno prodotto IL  FALLIMENTO    di  DON  PRIMO  &  C.

 

L’ORATORIO,   che nelle vecchie  osservazioni  descrivevo  come organizzazione/covo  di  delinquenti,   non  so  se  e  come  è  cambiato. Una  cosa  è  evidente:  sul  poggiolo  sventola    (quando sventola,     tante  volte  è  malamente  attorcigliata)  la  BANDIERA  ARCOBALENO.   Che dovrebbe SIGNIFICARE  PACE.

Io,  che  non  ho  visto  alcuno  di  quelli che  mi  hanno   preso a  botte,  diffamato,   danneggiato,  (non  solo con  la  devastazione  e  incendio finale  della  mia  auto)  venire  a  fare  PACE  con  me,   dico  che  quella  è  la  bandiera  dei  RECIONI  categoria   abbastanza  simpatica  a qualcuno  che snobba la  sua  naturale  sede  più o meno santa.

 

La  parrocchia di Croce,  anche con un “PARROCO A  MEZZADRIA” per  vivere,   o rivivere o  sopravvivere deve   cambiare:  Riconoscere e pentirsi degli  errori   fatti e  ripararli.  Deve ripartire  “scaricando” la  zavorra    presa  a bordo in tanti  anni.

Solo   rispettando i  comandamenti, i  Vangeli  (il  “quinto” è stata una  pagliacciata stile  Vanna Marchi)  e  le  leggi  civili  potrà  meritarsi  il  sostegno  della  Provvidenza  per  portare avanti  la  sua  missione  e  le  proprie  iniziative   (nuovo  Asilo).

Se il nuovo parroco Don Michele e la sua “comunità”  non seguiranno  questa  direttiva,   l’esito   è  quello già  scritto  nel  salmo   numero 126     “NISI  DOMINUS  aedificaverit domum   IN VANUM LABORAVERUNT   qui   aedificant  eam”.   Non serve  tradurre,  basta  guardare  il  “capannone”   all’incrocio tra  Via  del  Bosco  e  via  Rorato.

 

Croce,    fine  agosto 2017