AMBIENTE

 60 anni di continua evoluzione

idea 21.8.2011, in seguito alla cattura della seconda nutria

bozza

 

Prima (verso  il 13??   ) sparirono i boschi sommersi dalle acque  del Sile deviato dalla repubblica di Venezia Sull’acqua ferma si insediarono  rane RANE e  ZANZARE.

Con la bonifica   1900-1930   furono eliminate  le   acque  e  le  zanzare,   rimasero le  rane  e qualche tartaruga.  Questa, fotografata il 10.6.2007 evidentemente ha resistito anche a qualche grave incidente  TARTARUGA_CIMG0054.JPG.

Con l’irrigazione  1950-1960 scomparvero le rane e  con l’urbanizzazione  (senza fognatura)  arrivarono le  “pantegane”.

L’ ultima rana di Croce è questa:  ( inserire). E’ stata eliminata dal personale comunale che fa servizio  anche col lato “B”. Questo atto di forza  è stato necessario per  illudersi  (e per  dare l’illusione)  di avere la testa,   dopo la figuraccia  fatta  con santantonio. Peccato che sia  stata una  autoillusione    e che  tanti pubblici  amministratori  ci siano  “ cascati”.   Ci vuole  altro:  sono  tanti anni che  invoco la  “seconda   bonifica”.

 

Negli anni 1940-1950 scomparvero  prima  gli ASINI ed i CAVALLI sostituiti da biciclette, moto, ciclomotori, ed auto. 

I trattori cacciarono  i BUOI   (i TORI sono già stati cacciati dal  veterinari).

Il Nailon  fece scomparire il BACO DA SETA . A quel punto  non servì più coltivare i GELSI  (moreri)  e non fu più possibile  raccogliere le  MORE. 

Per  utilizzare le  foglie  di qualche  gelso  superstite  e  quelle di alberi  vari  è  venuto il bruco  americano.

Anche  le API  si sono rarefatte  per  effetto  dei  pesticidi utilizzati dagli  itaGliani del  controesodo .      Per addolcire la vita si introdusse la coltivazione della  barbabietola da zucchero.

Chi desidera  provare l’ebbrezza  del pungiglione naturale  e tradizionale, può visitare l’aziende  Zanatta    (inserire foto)  o Franchin

 

Scomparvero anche  le VACCHE sostituite prima bottiglie della PLIP (Produttori Latte Igienicamente Puro) di Capo Sile e poi dalle scatole in  tetrapac provenienti dalla Germania. 

Mancando le vacche i nuovi  bambini  non giocano più con i  teneri VITELLINI  come  questi  ..\VECCHIEFOTO\VITELLIgemelli2+2rid.JPG  ma col  nintendo  per il quale  non serve  una  STALLA: basta una in tasca   (dove una  volta conservavamo “E  BAETTE” (palline  di terra cotta, colorate ).

Il  MAIALE  (da ingrasso) era  un piccolo patrimonio per  l’economia  famigliare perché  mangiava di tutto   (soprattutto  scarti)  e si sfruttava completamente:   le  budella  per  insaccare le  salsicce, la vescica  per  conservare il grasso, la  mandibola (“gramoea”) era  usata  in fondo al mastello “da lissia” (liscivia)  per  distanziare  il  telo  dal foro  e permettere lo scarico dell’acqua.  Di questo animale  s’è quasi persa  la memoria.  Dei suoi fratelli  da  riproduzione (  scrofa e verro )  la  memoria  è persa  del tutto anche  una  volta  erano limitati a poche  aziende specializzate   che  mettevano in commercio  ( al mercato)  i maialini  lattonzoli.

 

Quasi contemporaneamente  si diradarono i VIGNETI;  i MERLI,  che li frequentavano assiduamente, non  sanno più dove  fare i nidi.

Per la  mancanza  di STALLE,  dove  si trovavano bene,  sono pressoché sparite  le RONDINI,  ricomparse su una  bottiglia di plastica per tener fresca, sotto le loro ali,  un’acqua  minerale  imbottigliata  nel trevigiano  e consumata non per  dissetarsi ma per snobbare l’ACQUA DI CANDELU’ portata  tra noi negli anni trenta dal CONSORZIO PER  L’ACQUEDOTTO DEL BASSO PIAVE  mandando “in pensione” i POZZI FAMIGLIARI   (inserire  apposita  foto).   Questo benemerito consorzio (maschio) è stato soppiantato dalla più moderna e spudorata  ASI (femina)  che ad un certo punto pretese di fare da “mamma” alla Gente del Piave  come  ricordato in altra parte  (vicenda  AquASI).   

Quand’ero bambino le  TORTORE  erano solo quelle che  vedevo in gabbia  dai miei parenti;  ora  sono diffuse  nelle due  specie    “tortora dal collare” (ne ho allevate  anch’io)  e “tortora  cinerina”.

LEPRI e FAGIANI autoctoni finirono in padella ma sono stati  rimpiazzati da  quelli di allevamento che  vengono liberati il sabato sera  per essere  impallinati  la  domenica  mattina  ( …    o anche  prima  … secondo il costume locale).

Pareva che il DDT  avesse  sterminato le MOSCHE ma ogni tanto, attorno agli allevamenti intensivi,  esse  riprendono il sopravvento.

Sono sparite  GALLINE, FARAONE, ANATRE  ed OCHE  nostrane e da cortile (in compenso “per  le strade  se ne vedono d’importazione  a buon intenditor ….)   ma sul canale Marezzana  sono  arrivate ( 198? circa ) le  gallinelle  d’acqua,   le anatre  selvatiche ecco una  covata  fotografa  il 22.4.2001  ANATRE20010422_01rirRIT.jpg     *** ANATRE20010422_03ridRIT.jpgf ***** ANATRE20010422_04ridRIT.jpg  ed una più numerosa  (13  pulcini)   del 10.4.2004   ANATRE20040410_14RITrid.jpg.

Sono arrivati l’airone cinerino, e  le  gazzette (meglio: “egrette”  che sono della stessa famiglia dell’airone cinerino:    ARDEIDI)  .

In luglio 2011 ha fatto apparizione per diversi giorni un’oca solitaria forse allevata secondo la tradizione da una famiglia vicina.

Sui campi, durante l’aratura arrivano (dalla valle  e dalla  discarica)  i gabbiani  ( detti  cocai”)  attratti dai vermi portati alla luce dall’aratro.

In grava, ma anche vicino a casa sono arrivati simpatici scoiattoli  (inserire  foto).

Peccato  che quelli più grossi, di colore  rosso, diano battaglia a quelli piccoli  di colore  nero.

Le  GAZZE,  insediate  da sempre  (???)  ora  mi sembrano più numerose di un tempo ed in mancanza  di alti alberi  non disdegnano (o sono costrette a)   nidificare anche sui tralicci dell’alta tensione.   Inserire foto.

 

La  DONNOLA  ( pulcini ?)

Il falchetto

Le VOLPI

Il PORCOSPINO forse è l’animaletto più stabile nonostante le apparenze.  Sulle strade se ne vedono tanti  schiacciati dalle automobili è questo potrebbe far pensare che  ce ne sono più di una  volta ma credo non sia così-. Ora ci sono tante  macchine che per loro, molto lenti,  sono un pericolo che non riescono ad evitare. Una  volta non si vedevano perché  potevano spostarsi senza tanti pericolo.

 

Nei  fossi più grossi si poteva pescare qualche PESCE, ora sono arrivate le NUTRIE  che mi hanno fatto venire l’idea di scrivere  questi appunti.

Eccone  una  trovata  morta  lungo l’argine  del Piave  in febbraio  2011 chissà perché morta, perché  sulla sponda esterna  dell’argine.   (Inserire)  mi pareva  una  cosa  strana,  rara,  che il problema NUTRIE  non ci riguardasse.

Brutto “risveglio”  il 20 agosto  quando  lungo la  Marezzana  (Argine San Marco - sottopasso  ferroviario)    con una trappola  ( 90 x 45 x 40,   rete maglia  3 x 3 ) innescata con uno zucchino  è stata catturata questa  prima nutria   NUTRIA001BritPhoto0144.jpg *

Il 21 agosto 2011 la seconda  NUTRIA002ridCIMG0383.JPG

Il 22,  come da proverbio,  la  terza    NUTRIA003DSCN1480rid.JPG ma mentre andavo a ispezionare la trappola come  “aperitivo”  ho  visto la coda  di una che si inabissava. Sarà la  quarta ?

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Certo che le nutrie si sono insediate e se  BOSSI  non manda il Dottor Schibuola  con  le  sue  “ronde padane” saranno grossi guai per  gli argini, per i raccolti di mais (le  pannocchie) sulle cui canne le nutrie si arrampicano per  mangiare la granella,  per la salute (pericolo di diffusione della grave malattia  “leptospirosi”).

 

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Giovanni Cancellier

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