Cristiani per servire                                                                                                                                    Marzo 2016 

 

 

21/03/2016

Se una persona rifiuta il TSO, cosa succede all’handicappato mentale?

 

 


Cristiani per servire

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Il Presidente

Ma veramente cosa succede quando una persona rifiuta le “regole legislative” del Trattamento Sanitario Obbligatorio?

Purtroppo la vita per gli handicappati psichici del mondo della disabilità è una profonda delusione entrare nell’area della Sanità Pubblica!

Recita l’art. 1 comma 5 della legge 180 e l‘art. 33 della legge 833 del 1978, “Gli accertamenti e i Trattamenti Sanitari Obbligatori devono essere accompagnati da iniziative rivolte ad assicurare il consenso e la partecipazione di chi vi è obbligato”.

Dopo le ricorrenti “mattanze” causate da menti psichicamente instabili, a danno di minori, parenti, estranei, o tematiche riguardanti stupri, violenza spicciola e continuata tra adolescenti, aggressività tra consanguinei, specie nelle famiglie dove spesso ci “scappa” il morto che si sono succedute in questi ultimi tempi, ancora una volta riteniamo necessario considerare e riconoscere che l’Italia è Nazione assolutamente inadeguata sul piano legislativo, preventivo, assistenziale a certe patologie psichiatriche.

Ancora una volta si verifica il contrasto nelle leggi 180 e 833 tra la libertà dei “trattamenti sanitari volontari” (art.1 comma 1°) ed in TSO “il diritto di comunicazione del paziente con chi ritenga opportuno” e “consenso e la partecipazione di chi vi è obbligato” (art.1° comma 4, 5 e 6).

Si osserva: come può un individuo senza lucidità avere l’opportunità di una tale scelta?

Le leggi sopra menzionate vanno riviste, anche perché sono prive dall'inizio del Regolamento d’Applicazione.

E’ bene rispettare la dignità del malato ed i suoi diritti, ma in quel momento è persona, ripeto, non padrona delle proprie azioni e che necessita di aiuto e non delle mistificazioni introdotte da quel vituperato sotterfugio giuridico dello “ non intendere e volere”.

Il principio basilare dello psichiatra Basaglia, padre della legge 180, era quello di curare e non segregare il malato psichico, come ad esempio avveniva nei Ospedali Psichiatrici Giudiziari la cui pseudo chiusura definitiva doveva avvenire il 1 aprile del 2014 ed oggi resta ancora una incognita molto nebulosa.

Il nostro dovrebbe essere uno Stato che riconosca e sostenga le iniziative che sorgono da parte di quanti uniscono spontaneità e vicinanza ai cittadini bisognevoli dì aiuto,”iniziative”, come abbiamo condensato in una Petizione al Parlamento Italiano dal 18 marzo 2013, budget del ricoverato Petizione 2013,  ancora vergognosamente giacenti nelle singole Commissioni Parlamentari.

Ma non chiediamo la “luna” se queste Petizioni siano l’inizio per essere tramutate in provvedimenti legislativi, anche alla luce di quanto “dicono” i recenti rilevamenti statistici Istat indicanti che in Italia 1 cittadino su 10 soffre d’ansia , di cui il 60% sono donne.

Il contributo al dibattito sulla disabilità psichica che si svolge nei mass media europei, era per migliorare la qualità della vita delle persone disabili fino al 2015 (?) obiettivo e Raccomandazione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, che ritengo sempre auspicabile che abbia anche in Italia spunti di riflessione, di riguardo, di consapevolezza per “vedere” l’handicap  mentale considerato in maniera più aderente alla realtà , perché non è vero che lo stigma del silenzio e della vergogna affianca il “malato” e la sua famiglia, come si vuol far credere!!!

La situazione dei servizi pubblici riabilitativi evidenzia la costante necessità di servizi ancora disattesi, con particolare riferimento ad alcune specifiche categorie di disabilità psichica cronica o temporanea.

Ancora sono insistenti larghissime fasce di “necessita” che risultano effettuate in maniera parziale, come patologie derivanti da danni neurologici (ritardi mentali più o meno gravi), da stress, ansia, depressione,  epilessia e da problematiche relative per l’età evolutiva, sarebbe opportuno valutare che sono impellenti“situazioni” trascurate dai provvedimenti sanitario-legislativi successivi alla chiusura dei “manicomi” o poco esistenti nei sistemi sociali di accoglienza dei pazienti psichiatrici, specialmente gravi.

Attualmente in caso di manifestazioni acute della malattia psichiatrica interviene il TSO, come nel caso delle vicende che avvengono consistenti nel ricovero coatto per 7 gg, rinnovabile per un periodo complessivo di un mese.

Il ricovero avviene in un reparto ospedaliero, se e dove esiste, ed il trattamento è esclusivamente farmacologico.

Superato il TSO la “persona” dovrebbe essere seguita in strutture territoriali carenti, perché richiedono forti investimenti finanziari.

E’ necessario progettare l’attivazione di più strutture, anche ambulatoriali, in grado di rispondere, in maniera preventiva, a tutta quella fascia dell’handicap mentale, anche della prima infanzia, che attualmente non trova risposta sul territorio.

E’ augurabile, nonché necessaria, una legge-quadro nazionale, da noi urgentemente inoltrata con le Petizioni già da noi inviate alle Assemblee Legislative, da tempo richiesta alle singole Assemblee Legislative, intesa a mettere in condizione le singole Regioni a legiferare in maniera omogenea, ai sensi dell’art.117 della Costituzione, sulla traccia di quella legge-quadro nazionale, onde tutelare la salute dlle persone colpite da disturbi psichiatrici e garantire la sicurezza di tutti i cittadini.

Queste “necessità”, per il momento, non le abbiamo riscontrato né nei programmi di questo Governo, né nella impostazione politico-programmatica della politica in generale, né nelle “iniziative parlamentari”!

Sono “necessità” attese dalle famiglie e dall’opinione pubblica, onde evitare quelle “mattanze” o quegli episodi che si verificano quasi giornalmente nelle nostre città a causa, ripeto, di carenze delle strutture atte alla prevenzione, cura ed eventuale reinserimento sociale di questi soggetti “malati”.

Nell’Anno della Misericordia Papa Francesco consegna a tutti un Messaggio ricordando gli “ultimi fra gli ultimi” i più deboli, disabili, emarginati, poveri i quali sono da vedere non come un carico di pietà e dolore, ma come dono di Gesù” inoltre “Incoraggio la comunità ecclesiale ad essere attente ed accogliente verso questi fratelli e sorelle (Angelus 2 dicembre 2012).

“Non lasciatevi rubare la speranza. Capito? Sempre con la speranza avanti” (Papa Francesco 28 marzo 2013 Casal del Marmo Carcere Minorile).

E con le parole del Santo Giovanni Paolo II: ”Andiamo avanti con speranza!”

Previte

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La nostra Associazione per la promozione sociale costituita nel maggio del 1994 non ha richiesto nè gode di contributi economico-finanziari palesi od occulti.
previtefelice@alice.it


Franco Previte

 

 




Preghiera dei disabili mentali

Padre della vita, che con infinito amore guardi e custodisci coloro che hai creato, ti ringraziamo per tutti i tuoi doni. Ascoltaci quando ti invochiamo. sostienici quando vacilliamo, perdona ogni nostro peccato. Signore Gesù, Salvatore del mondo, che hai preso su di te i pesi e i dolori dell’umanità, ti affidiamo ogni nostra sofferenza. Quando non siamo compresi, consolaci, nell’inquietudine donaci la pace, se siamo considerati ultimi, tu rendici primi. Spirito Santo, consolatore degli afflitti e forza di coloro che sono nella debolezza, ti imploriamo: scendi su di noi. Con il tuo conforto, il pellegrinaggio della nostra vita sia un cammino di speranza verso l’eternità beata del tuo Regno. Amen. (Card. Dionigi Tettamanzi Genova Giugno 2000)












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