SUOR CATERINA ZECCHINI DOCUMENTI

 

EUCARISTIA E MISSIONE

Il binomio sarà vissuto per tutta la vita come tensione: l’Eucaristia fonte di Missione;

la Missione trionfo del Regno Eucaristico di Cristo.

Il tempo cronologico è considerato come lo scandire delle ore di un grande orologio dell’amore.

Ad ogni ora le lancette di questo orologio toccano un punto della terra e allora si fa sentire il richiamo dell'Amore.

Rina risponde e insegnerà poi anche alle sue figlie spirituali a rispondere così:

”Sia conosciuta, amata, adorata da tutti l’Ostia Immacolata.

Adveniat Regnum Tuum Eucharisticum!“

 

SIT NOMEN DOMINI BENEDICTUM!

Breve regolamento per le Apostole Missionarie

 

La Chiesa Cattolica, scaturita dal Cuore amantissimo del Salvatore, e destinata ad essere l’arca di sal­vezza dei poveri mortali che attraversano il mare tempestoso della vita, ci ripete continuamente il lamento e l’invito di Gesù «la messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate il Padrone della messe che mandi operai alla sua messe».

La vista di tanti milioni di anime, redente dal Sangue del suo Sposo divino Gesù Cristo, fuori del suo grembo amoroso; le fila di molto decimate degli operai evangelici e lo scarso numero delle vocazioni apostoliche, la fanno gemere come una madre che prevede la rovina e la perdita dei suoi figli. Chi accoglierà questi gemiti, chi consolerà il cuore della Chiesa Cattolica, di questa Madre di tutti i redenti?

Gesù che ha sempre suscitato anime generose secondo i bisogni dei tempi, e ciascuna delle e sue opere le ha fatte comparire all’ora sua, anche in questo secolo sembra, vuole che sorga un’opera, tutta informata allo spirito apostolico e allo spirito eucaristico, la quale abbia la missione di guadagnare al suo Cuore le anime dei poveri infedeli ed accrescere così il numero dei suoi adoratori.

Ed appunto per questo, il Maestro Divino ci ha chiamate e noi, desiderose come siamo, di rispondere in un modo tutto speciale al suo invito amoroso, e di vedere appagato il desiderio della Chiesa, che si faccia «Un solo ovile sotto un solo Pastore», ci siamo raccolte insieme per vivere lontane dal mondo, una vita conforme ai desideri di Gesù, vita di contemplazione e di azione.

La vita contemplativa, ci terrà come Mosè oranti sul Monte, con le braccia tese verso il Cielo, per ottenere dal Padre Celeste molte vocazioni di apostoli ferventi, tutti gli aiuti spirituali e materiali di cui abbisognano e, per mezzo di essi, l’ingresso nel sacro ovile di Cristo, di quei milioni di pecorelle che brancolano ancora nelle ombre di morte.

La vita attiva invece, ci terrà occupate con uno zelo veramente apostolico, in tutto ciò che riguarda il bene materiale delle Missioni Cattoliche.

Come anime eucaristiche, cercheremo d’imitare la vita nascosta di Gesù in Sacramento, pronte a qualunque sacrificio per la gloria dello Sposo e per il bene delle anime, generose nel sopportare le prove interne ed esterne che a Lui piacerà mandarci, se vorremo rendere fecondo il nostro apostolato. Dietro l’esempio del Divino Modello Gesù Cristo, il quale ha detto: «Imparate da me che sono mite ed umile di cuore», procureremo di essere umili, dolci, mansuete, con il cuore traboccante di divina carità.

In casa non parleremo senza necessità, e procureremo di mantenere durante la giornata e nelle occupazioni materiali, lo spirito di raccoglimento interno, alimentato dal pensiero continuo e a presenza di Dio. Per la strada terremo un contegno pio, modesto, ma non esagerato; non ci fermeremo né a guardare, né a parlare se il bisogno non lo richiede, e, se avremo da trattare con il prossimo, lo faremo con santa affabilità e disinvoltura.

Ci offriremo ogni mattina con la Vittima Divina e con la Vergine Santa, assistendo con devozione e raccoglimento alla Santa Messa e con gran fervore ci accoste­remo alla Mensa degli Angeli. Offriremo la Messa, la Comunione, le gioie, i patimenti e tutte le azioni della giornata per il motivo suindicato, che è lo scopo principalissimo della nostra vocazione.

Le preghiere di regola saranno: Il piccolo Ufficio della Passione, che sì bene ci ricorda quello che Gesù ha sofferto per la salvezza del genere umano, e ci fa capire come la Croce, deve essere l’unico nostro tesoro, perché su di essa, Gesù ha versato tutto il suo Sangue e, se non morremo con Lui, non potremo certamente dar la vita alle anime.

Tutti i Giovedì dell’anno e durante la novena del Corpus Domini, reciteremo il piccolo Ufficio del SS. Sacramento, e nelle feste della Madonna, quello in suo onore.

Avremo l’adorazione del SS. Sacramento; mezz’ora di meditazione alla mattina e un quarto d’ora alla sera, sulla Passione di Gesù o sulla sua vita eucaristica; letture spirituali; recita del Santo Rosario e di una breve coroncina di tre poste, per onorare in modo speciale i tre anni della vita pubblica di nostro Signore Gesù Cristo, intrecciando con la preghiera del Pater, che così bene esprime il nostro desiderio di vedere dilatato il Suo regno da un capo all’altro del mondo, la bella invocazione: Vi preghiamo o Signore di mandare operai alla Vostra messe.

Al mattino prostrate in atto di profonda adorazione davanti alla Divina Maestà, nascosta per nostro amore sotto i veli eucaristici, diremo: O mio Dio che siete qui presente, io Vi adoro. Eterno Padre che siete qui presente, io Vi adoro. Eterno Figlio che siete qui presente, io Vi adoro. Eterno Spirito ch siete qui pre­sente, io Vi adoro. SS. Trinità che siete qui presente, io Vi adoro. Poi reciteremo l’Adoro te devote, di S. Tommaso d’Aquino.

A mezzogiorno dopo la recita dell’Angelus, canteremo il Magnificat per ringraziare l’Eterno Padre, che ci ha dato il Suo Divino Unigenito per la nostra redenzione.

Alle tre dopo Vespro e Compieta, diremo sette Ave Maria alla Madonna Addolorata, la grande Corredentrice, la cara Mamma lasciataci da Gesù sui Calvario nell’ora solenne del grande riscatto, ed ai Venerdì, aggiungeremo lo Stabat Mater.

Alla sera la visita a Gesù Sacramentato, le preghiere di ringraziamento della giornata, gli atti di fede, di speranza, di carità; il Simbolo Apostolico ed infine il Miserere, in espiazione dei nostri peccati, di quelli dei poveri selvaggi e di tutti i cristiani infedeli alla grazia. Durante la giornata, il suono di una campana ci inviterà ogni ora, a fare la visita a Gesù Sacramentato, la comunione spirituale e a dire una breve giaculatoria.

Da vere amanti della croce, praticheremo volentieri con grande amore e spirito di umiltà, queste poche penitenze imposte dalla regola:

 

1. Oltre i digiuni della Chiesa, osserveremo il digiuno e l’astinenza in tutti i venerdì dell’anno, le vigilie della Madonna e di tutti i Santi Apostoli.

 

2. Ogni Venerdì faremo un po’ di disciplina, per lo spazio di un Miserere.

 

3. Nella Settimana Santa, avremo l’alzata di notte per la recita del Mattutino.

 

4. Dormiremo sul pagliericcio, letto troppo sof­fice per noi, che vogliamo aiutare i poveri missionari i quali dormono la maggior parte sulla nuda stuoia, ed aneliamo a diventare le Spose di un Dio, morto per nostro amore, sul duro letto di Croce.

 

Se saremo fedeli nell’osservanza di queste regole, consoleremo il nostro Gesù che ci ha chiamate a servirlo; faremo passi da gigante nella via della vera perfezione e santità; saremo di grande aiuto agli Apostoli del Signore; salveremo a migliaia le anime dei poveri infedeli e faremo un bene immenso alla Chiesa Cattolica, nostra Madre amorosissima.

Felici noi, se durante la nostra vita religiosa, avva­lorate dalla divina grazia, potremo ripetere con l’Apostolo S. Paolo: «Mihi vivere, Christus est». Il mio vivere è Cristo! Allora sì, che al termine della nostra mortale carriera, l’ultima nota d’amore che si sprigionerà dall’arpa del nostro povero cuore sarà quella del Cristo morente: «Consummatum est». Tutto è compiuto! Ed il Signore che è fedele nelle sue promesse, ci introdurrà per sempre nel suo gaudio sempiterno, e così la nostra morte, dopo essere vissute in Cristo, sarà davvero come osserva lo stesso Apostolo, un guadagno: «Mihi vivere Christus est, et mori lucrum».

 

 

LETTERA CIRCOLARE

Sit Nomen Domini Benedictum!

 

Corpus Domini, 1923-1939

 

Mia cara Figlia,

è più con commozione che con gioia che scrivo questa circolare, per ricordare a noi prime dell’Istituto, la data memoranda del 31 Maggio 1923. Sedici anni!... Com’è veloce il tempo! Sembra una cosa di ieri, esserci trovate insieme con Pierina e Gigetta, nella modesta e improvvisata Cappellina della prima culla dell’Opera, in palazzo Morosini.

Ricordi bene quella mattina della nostra unione e l’atto di privata donazione che abbiamo proferito davanti alla Madonna del Buon Consiglio, inginoc­chiate per terra e offerto a Gesù per le mani del nostro Santo e Ven. Padre Lorgna? In quel momento ci siamo davvero comprese e subito i nostri cuori bat­terono all’unisono di amore per Gesù Eucaristia e per le anime e specialmente per quelle dei poveri infedeli.

Ebbene, mia cara figlia, non dimentichiamo mai una data sì bella e commovente che ci aperse la via della perfezione religiosa e all’apostolato missionario. Oh! che i nostri cuori continuino ad ardere e non abbia mai da spegnersi in essi la fiamma della divina carità.

Ogni giorno dunque deve segnare per noi un reale progresso nella via della religiosa perfezione e lo segnerà, se porteremo giorno per giorno la nostra croce e la baceremo come se Gesù ci offrisse un gioiello.

Persuadiamoci, mia cara figlia, che niente vi è che possa arricchire l’anima nostra di meriti, quanto la croce. Essa è il termometro che segna i gradi del nostro amore. Più soffriremo in pace e con buona volontà e più sarà grande il nostro amore e più l’anima nostra si avvicinerà all’unione con Dio.

Ecco quello che volevo dirvi a voi prime due figlie (te e Saveria) in questo giorno che, come il Giovedì Santo, ci ricorda l’amore grande ed infinito di un Dio verso di noi povere e miserabili creature, amore che gli suggerì il più grande dei miracoli, come si esprime San Tommaso d’Aquino il cantore dell’Eucaristia.

In questa ottava stiamo unite più che mai in ispirito nelle brevi visite che spesso faremo a Gesù Sacramentato; recitiamo con più fervore il nostro Ufficio della Passione di cui l’Eucaristia ne è il memoriale; parliamo nelle ricreazioni del grande e sublime mistero e tutte unite anche ai nostri lavori materiali, offriamo a Gesù in riparazione delle profanazioni e sacrilegi che continuamente si commettono da tanti ingrati cristiani e, Dio non voglia anche da tante anime a Lui consacrate, che lo servono se non altro, con una indifferenza e freddezza compassionevole.

A queste raccomandazioni, unisco i più fervidi auguri per il tuo cognomastico.

Ai piedi di Gesù Sacramentato troviamoci sempre.

 

Tua povera Madre

Suor M. Caterina di Passione

 

8 Dicembre 1920

Tota pulchra es Maria!

Gloria Tibi Domine, qui natus es de Virgine!

 

24 Dicembre 1920

 

ATTO DI OFFERTA

 

O mio Dio e mio tutto, in questo giorno solenne di fede e di amore, in cui la Chiesa ricorda la proclamazione del dogma dell’Immacolato Concepimento della tua Vergine madre, permetti ch’io riversi nel tuo Cuore divino, tutta la piena dei miei desideri, dei miei affetti e delle mie aspirazioni.

Vorrei amarti tanto, o gran Dio, amarti anche per quelli che non ti amano e se fosse possibile come Tu stesso ti ami, con il tuo amore sconfinato ed eterno!

Sento in cuore dei desideri immensi. Vorrei essere l’apostola del tuo amore o gran Dio!

Vorrei avere il cuore del mio Santo Padre Domenico e di tutti i miei Confratelli e Consorelle che sono santi in Paradiso. Il cuore di S. Francesco Saverio, di S.  Pietro Claver e di tutti quei santi missionari che hanno lavorato e faticato nelle terre selvagge, in modo speciale di quelli che hanno incontrato il martirio cruento per Ia salvezza delle anime e con un cuore così grande, così vasto, correre da un capo all’altro del mondo e guadagnare al tuo amore tutti quei milioni di anime immerse nelle tenebre e nelle ombre di morte.

Ma ohimè, che cosa posso fare io tanto povera, tanto debole e peccatrice?

Ascolta, o mio Dio, una cosa sola mi resta nella mia bassezza: posso patire!

Ed è perciò, che in questo bel giorno, per le mani di Maria Immacolata, mi offro a Te, come vittima d’olocausto, al tuo amore misericordioso, accettando con piena uniformità al divino volere, tutte le pene interne ed esterne che a Te piacerà mandarmi, unendole alle pene intime che ebbe a provare il tuo Cuore amoroso nel Getsemani e sul Calvario, e all’immolazione continua, che tu ripeti misticamente ogni giorno sui nostri altari.

Da me sola però nulla posso, ma con la tua grazia potrò tutto. Per questo ti supplico o mio Dio, di non abbandonarmi mai, né guardare alla mia indegnità, ma di usarmi sempre misericordia in riguardo ai tuoi meriti infiniti, ai meriti della Vergine Santa, di tutti gli Angeli e i Santi del Paradiso.

Per vivere più sicura dagli assalti del demonio, del mondo e della carne, ti prego o Dio dell’anima mia, di chiudermi dentro il mistico Ciborio del tuo eucaristico Cuore, per poter vivere una vita di amore sofferente.

Oh! Gesù, non sia mai ch’io abbia a vivere lontana dal tuo Tabernacolo, fuori del mistico Ciborio che è il Paradiso delle tue anime amanti!

Vergine Immacolata, S. Domenico, Angeli e Santi del Paradiso, presentate questa mia misera offerta al Dio dell’amore, supplicandolo per i vostri meriti di avvalorarla e di farmi morire martire della Sua carità.

Così spero e così sia.

Fonte: Cuore di Apostolo

AMSSS 1933-1983

Monte Compatri RM

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Essere e diventare più profondamente anima missionaria con cuore di apostolo

è un processo che dura tutta la vita.

La ferma decisione di seguire e imitare Cristo si rinnova tutti i giorni

attraverso il rapporto perso­nale con Cristo presente nell’Eucaristia.

L’applica­zione concreta di questa decisione si fa nella vita ordinaria e semplice

di servizio spirituale e materiale a tutte le vocazioni missionarie.

La capacità contemplativa nel Nazareth di tutti i giorni

diventa capacità di evangelizzazione senza frontiere

 

Preghiere degli inizi dell’Istituto

Ancelle missionarie del SS. Sacramento

 

Presentazione

Da Madre Caterina e dalle sue Figlie la preghiera non era vista solo come una delle dimensioni della vita spirituale, ma come il vivere sempre alla presenza di Dio, il dimenticarsi per abbandonarsi tra le braccia divine di Gesù; non si manifestava nel fervore sensibile; ma nel saper accettare ed offrire le proprie sofferenze e dolori; non si limitava ad alcuni momenti della gior­nata, ma era la ‘giornata’, la vita stessa dell’Ancella Missionaria, il celebrare con la propria esistenza la bontà e l’amore misericordioso di Dio secondo l’invocazione del Salmista: “Anima mia, benedici il Signore e tutto quello che è in me benedica il suo santo Nome” (Sl 102).

La preghiera quotidiana veniva infatti imperniata sui quattro fini della Liturgia: di adorazione, al mattino, con la preghiera di S. Tommaso d’Aquino Adoro Te Devote nella quale, in una prospettiva universale, erano idealmente uniti tutti gli uomini del mondo; a mezzogiorno veniva cantato l’inno di ringraziamento Te Deum e il Magnficat, per ringraziare l’Eterno Padre di aver mandato il suo Unigenito per redimere l’umanità; prima di cena era invocato, con il Veni Creator, lo Spirito Santo per impetrarne i doni sui missionari e su coloro che ancora non avevano ricevuto la Buona Novella; alla sera veniva recitato il Miserere in riparazione dei pec­cati propri e di quelli dei missionari.

Specialmente la Celebrazione Eucaristica era vissuta come sacrificio quotidiano di se stesse insieme “alla Vittima Santa”. Messa e Comunione venivano offerte per l’aumento e la santificazione dei missionari, “per vedere appagato il desiderio della Chiesa che si fac­cia presto un solo ovile sotto un solo Pastore” (Regolamentino, 1923).

L’adorazione eucaristico - missionaria restava uno dei capisaldi della vita della piccola comunità. Molte ore, specie nelle domeniche e talvolta di notte, venivano trascorse in adorazione, pregando e cantando l’Inno composto da Madre Caterina: O Gesù Sacramentato, che supplica il Cuore Eucaristico di Gesù di inondare con i tesori delle sue grazie tutti i missionari del mondo.

La devozione Mariana, oltre alla recita del Rosario per intero, si esprimeva a mezzogiorno con il canto del Magnificat e con la Coroncina a Maria Addolorata, ricordata nel suo ruolo di Corredentrice del genere umano.

Fortemente legata alla vita e agli insegnamenti della Chiesa, Madre Caterina viveva e faceva vivere intensamente alla sua comunità i tempi e le feste liturgiche, in occasione delle quali ella scrisse tutte le Lettere Circolari e le più significative tra quelle personali.

Tali Feste erano dunque celebrate in una particolare atmosfera spirituale e missionaria, che si esprimeva nell’invito incessante di trasformare la pro­pria vita secondo il Mistero di Cristo.

Questo volumetto riporta le preghiere in uso nella nostra comunità degli inizi. Avvicinarsi ad esso, però, non significa accostarci però semplicemente ad una raccolta di formulari, seppure suggestivi, di preghiere del passato, e neppure fare una semplice memoria di uno stile di vita e di preghiera.

E’ piuttosto un immergersi nuovamente nella nostra storia e, in un certo senso, attualizzarla. La storia del nostro Istituto, raccontata dallo scandire della pre­ghiera delle nostre prime Sorelle, in Ore e Tempi precisi.

Sono in qualche modo loro a riconsegnarlo a noi oggi: le prime due parti ci provengono dalla stessa Madre Fondatrice. Le altre due da Sr. Pia, Sr. Agnese, Sr Giuliana. In Appendice troviamo le preghiere scritte da Madre Caterina, anche precedentemente alla fondazione dell’Istituto e un breve compendio dell’Ora Santa con Santa Gemma Galgani, la cui recita fa parte della nostra prima tradizione.

Dallo scorrere di queste pagine, accogliamo il richiamo che ci fa Madre Caterina: il nostro Istituto è “un ordine eucaristico dotato di questa divisa: Pregare, soffrire, lavorare, per il bene spirituale e materiale delle Missioni” (Lettera a P.G.P. Lorgna, 1917) come pure il suo incoraggiamento: “Gesù, il Maestro Divino, presiede a tutto, vi guarda, vi aiuta, vi benedice, basta che la vostra mente e il vostro cuore siano sempre rivolti a Lui “ (Lettera ad una Figlia, 21 febbraio 1938).

 

Sr. Maria Ilia Mittone

Superiora generale

31 Maggio 2006

83° Anniversario di Fondazione dell’Istituto

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