Percorsi di Fede |
Il miracolo del sangue di S. Pantaleone e le ipotesi scientifiche
a cura di Don Carlo Magna
Anche
quest’anno (2005 ndr)
Ravello (SA) è stato luogo di una emozionante e
qualificata riflessione culturale e scientifica sul prodigio di San
Pantaleone. Il prof. V. Esposito, cattedratico del Secondo Policlinico di
Napoli e il dott. Ulisse di Palma, medico cardiologo dell’Ospedale San
Leonardo di Salerno si sono confrontati sul fenomeno della prodigiosa
liquefazione del sangue del santo medico e martire di Nicomedia contenuto
nella preziosa ampolla. I convegnisti hanno potuto assistere ad una avvincente
esposizione, che ha catturato l’attenzione anche dei non addetti ai lavori,
ed ha visto in campo una duplice prospettiva di studio scientifica. Il
professore Esposito è partito dall’affascinante presupposto che il sangue
di ogni essere umano è di per sé un prodigio meraviglioso.
La
dettagliata illustrazione di tutti i componenti e delle loro dinamiche
biochimiche ha stupito per la semplicità e la chiarezza, conquistando
l’interesse degli ascoltatori e suscitando interessanti domande. Tutti hanno
percepito consapevolmente la portata del grande prodigio del corpo umano e di
come ognuno di noi vive il grande mistero di un atto creativo frutto di una
Intelligenza superiore. Il professore ha più volte ribadito che dinanzi al
prodigio del sangue di San Pantaleone ci si dovrebbe interrogare innanzitutto
sul prodigio della vita e così ritornare a quello stupore del miracolo della
Creazione.
Riguardo
al miracolo il professore ha sottolineato l’eccezionalità del fenomeno
che non riguarda solo la liquefazione, ma anche la successiva coagulazione che si ripete ciclicamente e non è naturalmente ripetibile per qualsiasi
sangue umano. Infatti, ha spiegato il docente universitario, quando del
sangue è estratto da un organismo vivente e posto in un contenitore, il
fibrinogeno, proteina solubile del plasma, forma un reticolo di fibrina
insolubile, che a sua volta lega i globuli rossi, producendo un coagulo
gelatinoso. Questo coagulo può bensì essere disgregato meccanicamente, ma
quando ciò è stato fatto una volta, non può più mai avvenire. Dunque la
risolidiflcazione del campione di sangue è ancor più sorprendente della sua
liquefazione. Nella seconda parte della lezione il prof. Esposito ha
presentato l’ipotesi tissotropica, dimostrando l’esistenza di alcuni
liquidi che naturalmente passano ciclicamente dalla fase solida a quella
liquida, a seguito di alcuni passaggi energetici.
Alcuni
anni fa il prof. Garlaschelli propose che la tissotropia potesse fornire una
spiegazione per le proprietà del sangue di S. Gennaro. Tale teoria indica la
proprietà reologica di certe sostanze di liquefarsi quando vengono agitate o
scosse, e di solidificare ancora quando sono lasciate a riposo. Nel caso del
miracolo di San Gennaro, l’atto medesimo di maneggiare la reliquia durante
la cerimonia, rovesciandola più volte per controllarne lo stato, può dunque
fornire l’energia necessaria a innescarne la liquefazione. Come è stato
sottolineato nel dibattito, benché la reliquia di S. Gennaro venga sottoposta
a molte sollecitazioni meccaniche, la grossa ampolla contenente il sangue di
S. Pantaleone non è mai mossa, essendo chiusa dietro un’inferriata. In
questi casi, dunque, la tissotropia non è una spiegazione adatta. Inoltre la
liquefazione inizia vari giorni prima della festa del santo, e termina
molto dopo (mancano osservazioni giornaliere precise) e tutto ciò non può
trovare una spiegazione nei fenomeni climatici e termici che variano di anno
in anno. Il dott. Di Palma ha elaborato una vera e propria osservazione
fotografica, distinguendo tutta una serie dì fasi del miracolo che ha
suggestivamente collegato a termini meteorologici. Il prodigio avviene secondo
una vera e propria sequenza di tempesta e quiete che si succede con
straordinarie oscillazioni superficiali osservabili. Nella fase conclusiva si
apre l’orizzonte del rosso rubino trasparente del sangue vivo del martire. Tali
osservazioni sono state riportate in un prezioso documento su DVD che sarà
oggetto di studi di approfondimenti nei prossimi anni. Dopo 1700 anni il
sangue di San Pantaleone, medico e martire, oltre a liquefarsi continua ad
affascinare e interrogare il mondo della scienza e straordinariamente
quest’anno, ha fatto parlare di sé due medici.
Come
ha efficacemente concluso il dott. Di Palma, la meravigliosa storia del
giovane cristiano e medico di Nicomedia non è evento ormai custodito nel
passato ma resta eternamente giovane e ancora misteriosamente custodita dal
mistero della parola Amore che avvolge il prodigio del fenomeno
dell’universo e tutti coloro che rispondono alla chiamata del Creatore.
Fonte: Periodico della Parrocchia di Ravello “Incontro per una Chiesa viva” – Agosto 2005 p. 8.
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