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Percorsi di Fede |
La Preghiera nel pensiero del Beato
Don Giacomo Alberione fondatore
Da un testo del 20 Agosto 1937
Necessità della preghiera
La preghiera per l'uomo, il cristiano, il religioso, il sacerdote è il primo e massimo dovere. Nessun contributo maggiore possiamo dare alla Congregazione della preghiera; nessuna opera più utile per noi della preghiera; nessun lavoro più proficuo per la Chiesa in un sacerdote della preghiera. L'orazione perciò prima di tutto, soprattutto, vita di tutto.
Può venire la tentazione: ho molto, troppo lavoro: ma il primo lavoro per te, il massimo mandato per un Sacerdote, il principale apporto alla Congregazione è la preghiera. Con illusione qualcuno forse cercherà di scusare la mancanza di orazione dicendo che è molto occupato. Ma è proprio questa la vera ragione? Oppure si trova soverchio il lavoro perché non precede la preghiera, per la quale facilmente si sbrigherebbero le altre occupazioni? Occupazioni? Ma la Chiesa, la Congregazione, l'anima nostra ci chiedono la preghiera, poi il rimanente in quanto possibile. Occupazioni? Ma non urgono in genere le altre, se non dopo questa. Occupazioni? Prima Dio, poi gli uomini. Occupazioni? Ma la vita delle altre opere è la grazia, perciò senza la preghiera faremmo opere morte. "Maledictum studium, apostolatum... propter quod relinquitur oratio". Dà sempre grande contributo ed è in vera attività, chi alla Congregazione e alla Chiesa dà la preghiera. Il lavoro senza l'adorazione, si riduce al "cimbalum tinniens" (1 Cor 13,1), cioè cose che forse impressionano all'esterno, ma non hanno vita né merito. Il nostro ministero è di sua natura soprannaturale come base e come sostanza e costituzione. Non ha diritto di comandare chi prima non ossequia Dio: non può consigliare o predicare chi prima non riceve la luce da Dio. Non educa, in quanto sta a lui, alla vita soprannaturale, chi non la vive interamente. "Io temo che tu mi faccia morire il malato, se prima dell'operazione chirurgica, non senti la Santa Messa", diceva il santo Cottolengo al dottor Granetti, medico della "Piccola casa".
Per ogni opera assicuriamo un bel contributo di preghiera; la preghiera è onnipotente: "Qualunque cosa domanderete ve la darà" (Mt 18,19; Gv 14,13: 1Gv 3,22; 5,14). Il primo Cooperatore, il primo Benefattore, il primo Amico e Protettore da assicurarsi è sempre Dio, principio di ogni bene: "Nisi Dominum edificaverit... custodierit... qui incrementum dat Deus" (Salmo 127(126),1). La Sacra Scrittura indica il Buon Sacerdote con il segno: "Eccet qui multum orat...". Il Divino Maestro "Factus est nostra oratio...". E' indicato San Paolo ad Anania da questo segno: "Ecce enim orat" (Atti 9,11). Nella vita sacerdotale chi fa il bene maggiore e più vitale e stabile è anche chi fa più preghiera schietta come l'insegna Gesù, nel discorso della montagna (Mt 6,5-15).