Eucaristia, comunione e comunità

Documento pastorale dell’Episcopato italiano 11-15/04/1983

Anno della Redenzione

 

4: séguito dalla precedente

Capitolo IV

EUCARISTIA E SACRAMENTI

 

Cristo, Chiesa e sacramenti

86. Come Cristo è stato segno visibile del Padre attraverso tutti i fatti della sua vita culminanti nella Pasqua, così la Chiesa è costituita suo segno visibile attraverso i sette sacramenti, culminanti nell'Eucaristia.

L'Eucaristia riassume le distinte tappe sacramentali della vita del cristiano: «Tutti gli altri sacramenti - infatti - come pure tutti i ministeri ecclesiastici e le opere di apostolato, sono strettamente uniti alla sacra Eucaristia e ad essa ordinati».107

I sacramenti sono sempre manifestazione della Pasqua di Cristo e insieme della maternità della Chiesa. È questa una immagine cara ai padri, che pone in evidenza l'unitarietà profonda del cammino sacramentale, in cui la Chiesa prima genera i suoi figli alla fede e alla vita nuova, poi ne sostiene la crescita fino alla piena maturità espressa dall'Eucaristia e dalla conseguente «vita eucaristica» nella comunità è nel mondo.

87. Attraverso i sacramenti la Chiesa, come Maria resa madre dallo Spirito Santo, dona sempre nuovi figli a Dio, e come madre genera alla vita non solo nel momento della nascita, ma durante tutto il corso dell'esistenza cristiana.

È a partire da questa realtà che possiamo comprendere perché nella Chiesa primitiva l'ammissione ai sacramenti comportava sempre un cammino progressivo di inserimento nel mistero di Cristo e nella vita della comunità; cammino ricco di esperienza ecclesiale, vissuto nell’ascolto della Parola, nella docilità allo Spirito, nella preghiera filiale, nella partecipazione all'assemblea liturgica e nell'impegno di carità.

Tutto ciò appare particolarmente evidente nei sacramenti della iniziazione cristiana, in cui la celebrazione sacramentale costituisce il culmino e la fonte di un più ampio cammino di fede e di vita cristiana, svolto nella comunità e proteso alla missione nel mondo.

 

Itinerari di fede

88. Il nesso inscindibile tra l'Eucaristia e gli altri sacramenti, particolarmente quelli della iniziazione cristiana, chiede di verificare la prassi pastorale in atto, su questi aspetti, nelle nostre comunità. È necessario che la celebrazione dei sacramenti esprima concretamente l'itinerario di fede e di vita cristiana entro cui sono inseriti, e il clima ecclesiale che li deve accompagnare. Emerge qui, ancora una volta, l'insostituibile necessità degli «itinerari di fede» in preparazione ai sacramenti, sostenuti da un'opera paziente di evangelizzazione e di catechesi, ma anche da una corresponsabile azione da parte di tutta la comunità.

89. Non ci si può accontentare della celebrazione avvenuta; l'azione pastorale che deve seguire, si pone su un duplice livello: di catechesi e di impegno nella storia per il servizio del Regno e per la promozione umana; di inserimento nella comunità per lavorare nella vigna del Signore, secondo i doni e i ministeri concessi a ciascuno dallo Spirito.108

L'anno liturgico costituisce, in questo orizzonte, il grande itinerario di fede del popolo di Dio: l'intera comunità, soprattutto nei tempi forti, è chiamata a riscoprire, a celebrare e a vivere il dono della salvezza. Mediante la pedagogia dei riti e delle preghiere, tutti insieme siamo guidati all'esperienza del mistero pasquale di Cristo, che ha il suo culmine nell'Eucaristia e a noi è comunicato con la Parola e i sacramenti.

 

Esistenza cristiana

90. Mediante i sacramenti ricevuti nella fede, nasce l'uomo nuovo, e tutta la vita viene trasformata, in una progressiva configurazione a Cristo. Mediante i sacramenti, lo Spirito Santo edifica la Chiesa, ed opera, con gesti efficaci, la salvezza. Mediante i sacramenti, l'umanità rinnovata è resa capace di consacrare e trasformare il mondo. Al centro di tutta questa azione sacramentale della Chiesa è l'Eucaristia. Intorno all'Eucaristia cresce il popolo di Dio. Nell'Eucaristia si svela in pienezza di significato la struttura sacramentale dell'esistenza cristiana. Dall'Eucaristia procede la vita e l'energia della comunità ecclesiale.

La celebrazione ecclesiale dell'Eucaristia provoca e sostiene la vita sacerdotale del battezzato; rinnova l'impegno testimoniale della Confermazione; esige la conversione e la comunione piena, che la Penitenza sacramentale di continuo ricostruisce e rafforza; realizza in maniera propria il servizio ministeriale del presbitero; nutre e rinsalda i vincoli dell'unione sponsale e l'unità nell'amore; aiuta i malati a unirsi al mistero della passione e della risurrezione, in vista dell'incontro con il Signore.

Il rapporto tra Eucaristia e vita sacramentale si manifesta con particolare evidenza quando i sacramenti vengono celebrati durante la Messa, È però necessario allora che l'Eucaristia non appaia solo una «occasione» entro cui si celebra il Battesimo o la Confermazione o il Matrimonio o l'Ordinazione dei ministri o l'Unzione dei malati, ma sia colta realmente come la fonte e il culmine della vita sacramentale.

 

Eucaristia e Battesimo

91. L'intrinseco rapporto Battesimo-Eucaristia dovrà essere costantemente richiamato. Si devono pertanto valorizzare i segni e i gesti liturgici della celebrazione eucaristica che ricordano ogni domenica il mistero battesimale. Con opportune catechesi per tutte le età, si conduca l'intera comunità a compiere, nei tempi forti dell'anno liturgico - Quaresima in particolare — un cammino appropriato di riscoperta del dono e della realtà battesimale. Infine, si orienti l'intero cammino catechistico e missionario della comunità a riscoprire la grande veglia pasquale, che segna ogni anno la tappa più espressiva della vita battesimale ed eucaristica e della crescita nella fede del popolo di Dio. La medesima preoccupazione dovrà guidare il periodo di preparazione del Battesimo: le famiglie dovranno essere  condotte ad inserirsi nell'assemblea ecclesiale per superare una mentalità privatistica del sacramento. Nello stesso tempo occorre che l'assemblea domenicale sia cosciente e responsabilizzata in ordine al cammino di fede, che le famiglie compiono nella comunità in vista della celebrazione del Battesimo. Anche la celebrazione del sacramento del Battesimo nella Messa, opportunamente preparata in occasioni determinate dai tempi e dai testi liturgici, si rivela occasione propizia per mettere in risalto l'unitarietà tra Battesimo ed Eucaristia nella vita del credente e della Chiesa.

 

Eucaristia e Confermazione

92. Con il sacramento della Confermazione, i battezzati ricevono il dono ineffabile dello Spirito Santo, che li fa nel mondo testimoni di Cristo risorto, artefici e responsabili della «convocazione» e della «missione» della Chiesa.109 È dalla Confermazione che dovrà maturare, con sempre maggiore incisività, la presenza, la crescita e l'abilitazione ad esercitare molteplici servizi ecclesiali, sia all'interno della comunità cristiana, sia nella vita della società. Per questo potrà essere utile porre in risalto, nei tempi e modi opportuni, come nella Eucaristia si esprima la ricchezza dei doni e dei ministeri dello Spirito e come in essa trovino il loro fondamento e la loro fonte le grandi vocazioni cristiane, da quella al matrimonio e alla famiglia a quelle di speciale consacrazione, dalle vocazioni al sacerdozio ministeriale alla vocazione missionaria. Dall’Eucaristia il cresimato parte, riconfermato nella forza della testimonianza, per la sua missione di salvezza nella Chiesa e in mezzo agli uomini. Circa l'itinerario di preparazione e l'età per la celebrazione della Cresima, restano tuttora valide le disposizioni della Conferenza Episcopale Italiana.110 Il fatto che il sacramento della Confermazione sia celebrato dopo la Messa di Prima Comunione, non deve far pensare che esso sia slegato dal ritmo proprio dei sacramenti della iniziazione. È necessario che la catechesi sulla Confermazione ponga invece in evidenza che sacramento della piena maturità cristiana resta sempre l'Eucaristia e la vita nuova che da essa scaturisce. È sempre urgente, pertanto, «impostare una pastorale dell'adolescenza e dell'età giovanile che segua i nuovi cresimati e li aiuti a inserirsi sempre più attivamente come responsabili nella Chiesa assumendo l'impegno cristiano nel loro ambiente di vita».111

 

Eucaristia e Penitenza

93. Particolarmente urgente appare la necessità di una catechesi sul rapporto tra il sacramento della Riconciliazione e l'Eucaristia. Il Battesimo fa dell'intera esistenza cristiana un evento continuo di morte e di risurrezione. L'Eucaristia rende presente e attuale il sacrificio di Cristo per la remissione dei peccati. Ma è nella Riconciliazione che agisce con singolare evidenza la misericordia redentiva di Dio.

In questo sacramento lo Spirito Santo, mediante il ministero della Chiesa, provoca e assume la volontà di conversione manifestata dal penitente e la fa incontrare visibilmente, nel segno sacramentale, con la volontà divina di rimettere i peccati. Il sacramento abilita così, con la sua efficacia, il penitente a distaccarsi decisamente dal male, a vivere la volontà di Dio, a desiderare di fare nuovamente comunione con lui e i fratelli. Tutto questo introduce continuamente ed efficacemente in un cammino permanente di conversione che porta all'Eucaristia e da essa riparte per una vita rinnovata di riconciliazione fraterna.

94. Un'adeguata azione pastorale dovrà aiutare i fedeli a recuperare il valore proprio e insostituibile del sacramento della Penitenza, a fronte di una diffusa disaffezione. Il senso vivo del peccato che separa da Dio, che rompe e raffredda la comunione ecclesiale e pesa sul cuore del mondo, dovrà condurre a sempre maggior consapevolezza del senso ecclesiale della Penitenza e della sua connessione con l'Eucaristia. Nello stesso tempo una convinta e insistente presentazione di Dio «ricco in misericordia», di Cristo buon pastore che si commuove dinanzi alle folle quando le vede «stanche e sfinite, come pecore senza pastore»112 e della Chiesa come la casa del perdono, porterà alla riscoperta del sacramento della Riconciliazione come momento privilegiato nel quale gustare «quanto è buono il Signore»113 e «quanto è soave che i fratelli vivano insieme!».114 Condividere con trepidazione la stessa esperienza del perdono per partecipare con coraggio allo stesso pane consacrato: è questa l'unica vera ed efficace medicina operante per la potenza salvifica del sangue di Cristo. 115

95. Pertanto bisognerà offrire tempi e occasioni stabili e permanenti per la celebrazione della Penitenza sia comunitaria che individuale, sottolineandone la caratteristica di tappa o momento forte di un cammino pasquale, ecclesiale e missionario che ha il suo culmine e la sua fonte nell'Eucaristia. Questo impegno aiuterà anche a far superare la sovrapposizione del sacramento della Riconciliazione con l'Eucaristia durante la Messa. Circa la preparazione e la celebrazione della Penitenza nell'itinerario della iniziazione cristiana dei fanciulli, è necessario riservare al sacramento un suo specifico cammino e un tempo proprio di celebrazione, distanziato dalla Messa di Prima Comunione.

Ma per sorreggere l'azione pastorale è oggi necessario rievangelizzare coraggiosamente il sacramento della Penitenza, perché tutti i cristiani — Vescovi, sacerdoti, religiosi e fedeli - ne comprendano la ricchezza e il bisogno spirituale: «Nella Chiesa - dice Giovanni Paolo II - che, soprattutto nei nostri tempi, si raccoglie specialmente intorno all'Eucaristia e desidera che l'autentica comunità eucaristica diventi segno dell'unità di tutti i cristiani, unità che sta gradualmente maturando, deve essere vivo il bisogno della penitenza, sia nel suo aspetto sacramentale, come anche in quello concernente la penitenza come virtù».116

 

Eucaristia e Matrimonio

96. Come il battezzato nella celebrazione eucaristica ritrova la pienezza della comunione ecclesiale ed energie sempre nuove per la costruzione di un mondo più giusto, così gli sposi sono chiamati a rinsaldare i vincoli della propria unione nell'Eucaristia e a celebrarla nella vita come ringraziamento al Padre, sacramento di unità e vincolo di carità tra gli uomini che essi quotidianamente incontrano.

La loro partecipazione alla comunità che celebra l'Eucaristia li spinge a uscire dai limiti della casa domestica, ad aprirsi alle altre coppie, ai problemi e alle gioie e sofferenze degli uomini, ai bisogni di giustizia e di solidarietà verso tutti. Nell'Eucaristia la coppia cristiana speri­menta la propria salvezza e se ne fa portatrice: da comunità «salvata» si trasforma in comunità «che salva».

Compito della evangelizzazione della Chiesa è quello di aiutare le famiglie cristiane a vivere con consapevolezza l'Eucaristia come dono di comunione che incessantemente fonda e rinnova l'unità indissolubile del loro amore e le costituisce «Chiesa domestica», ricca del dono dello Spirito e segno efficace dell'amore del Padre tra gli uomini.117

Diversi sono i momenti in cui una opportuna catechesi e una adeguata opera pastorale possono favorire que­sto impegno di vita: nell'itinerario di fede che prepara i fidanzati al matrimonio e la sua celebrazione durante la Messa; in occasione di anniversari di matrimoni, celebrati anche da più coppie di sposi e partecipati dalla comunità; nell'assemblea domenicale promovendo la partecipazione comunitaria delle famiglie alla Messa e ai diversi momenti del rito liturgico; nelle circostanze in cui, per validi motivi, si celebra la Messa nelle case o si amministra l'Unzione degli infermi con il Viatico; e infine durante l'insostituibile cammino di fede che deve accompagnare le famiglie alla celebrazione dei sacramenti della iniziazione cristiana dei figli.118

 

Capitolo V

IL CULTO EUCARISTICO FUORI DELLA MESSA

 

Messa, culto eucaristico e vita di carità

97. L'Eucaristia non si esaurisce nella celebrazione della Messa, anche se questa ne è la espressione centrale. Data anzi la centralità della Messa, tutte le altre espressioni del culto, liturgiche o no, ne derivano o vi si riconducono: estendono in vario modo, nel tempo e nelle forme, la ricchezza celebrativa dell'Eucaristia.

Tanto più questo vale per le espressioni dirette del culto eucaristico fuori della Messa. La Messa ne rappresenta senza dubbio «l'origine e la fonte»,119 ma esse sono a loro volta «estensione della grazia del sacrificio».120

Per antica prassi di fede della Chiesa, l'Eucaristia è stata sempre conservata per essere portata ai malati e a quanti, per impedimenti diversi, non possono partecipare alla celebrazione. Da questo uso sono scaturite lungo i secoli forme diverse di culto eucaristico, che sempre le comunità cristiane sono chiamate a riscoprire e a vivere: l'adorazione pubblica e quella personale e silenziosa; l'esposizione breve e quella prolungata, con letture della parola di Dio, canti, preghiere, sacro silenzio; la solenne esposizione annuale; le processioni eucaristiche, i con­gressi eucaristici, ecc. È una luce, quella dell'Eucaristia, che non solo illumina lo spirito di chi contempla e adora, ma s'irraggia e si diffonde in tutti gli aspetti della vita e nel fluire stesso delle cose e del mondo, precisandone le dimensioni e i contorni. Così l'Eucaristia sprigiona la sua forza trasformatrice non solo sul pane e sul vino, ma pure sui fedeli, e rende la loro vita «culto spirituale» gradito a Dio,121 come Cristo è gradito al Padre.

98. Riguardo ad un aspetto del culto eucaristico, ricordiamo le sapienti indicazioni dateci da Giovanni XXIII il giorno del «Corpus Domini» 1960: «Ci piace toccare il significato profondo della nostra adorazione a Gesù eucaristico, come omaggio sociale di tutti i componenti la nazione sua più vera, la Santa Chiesa universale... Certo è grande godimento dello spirito cogliere il carattere pubblico e collettivo del Corpus Domini, segnato nelle significazioni più alte del grande mistero. Il popolo cristiano ci sta intorno e ci avvolge nella sua compagine, che è, ad un tempo, ineffabilmente intima, e insieme trionfalmente esteriore. Dal pubblico omaggio che tutti insieme noi rendiamo, diletti figli, traluce l'intima fusione dei nostri cuori: unum corpus multi sumus: e la tradizionale processione di questa sera rende una celeste intensità di significazione, la cui dolcezza ci inebria e ci esalta».122

99. «La pietà che spinge i fedeli a prostrarsi presso la santa Eucaristia - dice assai bene la Eucharisticum mysterium - li attrae a partecipare più profondamente al mistero pasquale e a rispondere con gratitudine al dono di colui che con la sua umanità infonde incessantemente la vita divina nelle membra del suo corpo. Trattenendosi presso Cristo Signore, essi godono della sua intima fami­liarità e dinanzi a lui aprono il loro cuore per loro stessi e per tutti i loro cari, e pregano per la pace e la salvezza del mondo. Offrendo tutta la loro vita con Cristo al Padre nello Spirito Santo, attingono da quel mirabile scambio un aumento di fede, di speranza e di carità. Alimentano quindi così le giuste disposizioni per celebrare, con la devozione conveniente, il memoriale del Signore, e ricevere frequentemente quel pane che ci è dato dal Padre».123

Pertanto se da un lato la presenza permanente di Cristo nel sacramento porta ad onorare con il culto eucaristico il mistero del corpo e del sangue del Signore, dall'altro richiama la esigenza di una partecipazione sempre più vera alla Messa e di una vita che, per la comunione al sacrificio eucaristico, si dona e si consuma per amore dei fratelli.

 

Adorazione e contemplazione

100. Nella silenziosa adorazione del Cristo presente, nella visita al Santissimo Sacramento, nell'esposizione, nella benedizione e nelle processioni eucaristiche, nella celebrazione delle «Quarantore», la Chiesa afferma che Cristo è sempre vivo per intercedere a nostro favore.124 Il suo sacrificio, compiuto una volta per tutte, resta incessantemente attuale nel sacramento; e di continuo Cristo chiama la Chiesa, suo corpo, a offrirsi al Padre insieme a lui in un'unica oblazione, con cui «egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati».125

Il ritmo incalzante dell'attività di oggi non sembra aiutare la preghiera adorante davanti al tabernacolo. Eppure non possiamo dimenticare come proprio a partire da un contatto vivo e permanente con Cristo attraverso l'adorazione e la contemplazione, troviamo forza e vigore non solo per la nostra crescita spirituale ma per la testimonianza della carità verso la Chiesa e il mondo.

101. A questo proposito, vogliamo cogliere la forza di testimonianza e l'appello che in tal senso ci viene dai monasteri di clausura: segno e profezia dell'eterna adorazione nella gloria. In realtà il culto eucaristico fuori della Messa è anticipo di quei tempi definitivi in cui non vi sarà alcun tempio, ne alcuna ritualità simbolica, ne mediazioni discorsive, ma un puro immediato immergerci nel «Signore Dio, l'Onnipotente, e nell'Agnello», tempio definitivo della Gerusalemme celeste: «Infatti, quando Cristo apparirà e vi sarà la gloriosa risurrezione dei morti, lo splendore di Dio illuminerà la città celeste e la sua lucerna sarà l'Agnello. Allora tutta la Chiesa dei santi, nella suprema felicità dell'amore, adorerà Dio e l'Agnello che fu immolato esclamando a gran voce: "A Colui che siede sul trono e all'Agnello, lode e onore, gloria e potenza nei secoli dei secoli"».126

 

Amore al Santissimo Sacramento

102. Come già abbiamo fatto nel messaggio indirizzato da Assisi alla Chiesa e al paese, ci preme richiamare l'attenzione di tutti i fedeli, ma soprattutto quella dei presbiteri, sull'amore di San Francesco per l'Eucaristia e lo additiamo alla loro imitazione.127

Un plauso speciale rivolgiamo a tutti quelli che impegnano le loro forze e consacrano il loro tempo nell'adorazione perpetua o notturna; a quelle comunità parrocchiali che nel nostro paese organizzano scuole di spiritualità eucaristica, facendo tesoro di un patrimonio di preghiere e di tradizione popolare che, se sono opportunamente aggiornate e purificate, contribuiranno a tener viva nelle nostre comunità la fede nel mistero eucaristico e l'amore alla divina Eucaristia; a quelle comunità religiose che, fedeli al carisma del loro fondatore o sensibili alle necessità spirituali del mondo contemporaneo, si dedicano a tempo pieno all'apostolato eucaristico in tutte le sue espressioni valide e atte a far maturare la vera devozione; a tutti quei gruppi e associazioni ecclesiali che, soprattutto a livello parrocchiale, dedicano al culto eucaristico il meglio della loro passione apostolica.

segue testo VI Capitolo

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