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Londra Kent: Sinodo generale della Chiesa anglicana del 10 Luglio 2018

Monsignor George Stack sulla Dichiarazione di Seattle

I dogmi mariani allo studio del sinodo anglicano

 

LONDRA, 10. "Un documento che va discusso e che la Chiesa cattolica e la Comunione anglicana valuteranno nei modi e nei tempi necessari": sono queste le indicazioni contenute nell'intervento con il quale, ieri, il vescovo ausiliare di Westminster, George Stack, ha illustrato ai partecipanti al Sinodo generale della Chiesa d'Inghilterra, la dichiarazione dal titolo "Maria: grazia e speranza in Cristo" del 2 febbraio 2004, nota anche come "Dichiarazione di Seattle". Si tratta di un documento congiunto sui dogmi mariani frutto del dialogo teologico fra cattolici e anglicani, promosso nell'ambito della Commissione internazionale anglicana-cattolica romana (Arcic) dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani e dal Consiglio Consultivo Anglicano. In particolare, la discussione sul documento rientra tra i temi sui quali l'assemblea anglicana è stata chiamata a riflettere. Al Sinodo è infatti stata proposta una mozione con la quale si chiedono "nel contesto della ricerca di una maggiore unità tra le due comunità, studi ulteriori delle questioni sollevate dal documento su Maria e, in particolare, il problema dell'autorità e dello status dei dogmi cattolici dell'Immacolata Concezione e dell'Assunzione per la Chiesa d'Inghilterra". Il vescovo ausiliare di Westminster ha voluto incentrare il suo intervento proprio sui progressi del lavoro di riflessione congiunto sul documento, sottolineando che "il dibattito di oggi è ancora più significativo alla luce dell'annuncio che la terza fase del dialogo della Commissione Arcic inizierà a maggio sul tema: La Chiesa come comunione, locale e universale". La terza fase del dialogo, denominata Arcic III, avrà luogo presso il Monastero di Bose dal 17 al 27 maggio 2011. La prima fase del lavoro dell'Arcic (1970-1981) è stata suggellata dalle dichiarazioni sull'Eucarestia e sul ministero e da due dichiarazioni sull'autorità della Chiesa. La seconda fase (1983-2005) ha invece prodotto dichiarazioni sulla salvezza, sulla giustificazione, sull'ecclesiologia e ulteriori studi sull'autorità della Chiesa. Nella scrittura della "Dichiarazione di Seattle" ha spiegato monsignor Stack, richiamando la prefazione del testo, è stato fatto riferimento "alle Scritture e alla tradizione comune che precedono la Riforma e la Controriforma". Allo stesso tempo, ha aggiunto, sono state affrontate "le definizioni dogmatiche che sono parte integrante della fede cattolica, ma ampiamente estranee a quella degli anglicani". Il presule ha evidenziato che "la frase che ha portato gioia nel mio cuore" - contenuta sempre nella prefazione - è: "I membri dell'Arcic hanno cercato di compenetrarsi reciprocamente nel modo di fare teologia", perché - ha specificato il presule - "invita ognuna delle nostre comunità ad allontanarsi da posizioni storiche statiche". Nel concludere, il vescovo ausiliare ha fra l'altro citato il rapporto preparato dal Faith and Order Advisory Group, il comitato anglicano che si occupa di teologia e che ha il compito di elaborare le considerazioni della Comunione sulla "Dichiarazione di Seattle", sulle quali si deve esprimere il Sinodo. "I punti chiave della dottrina cattolica dell'Immacolata Concezione e dell'Assunzione - ha affermato monsignor Stack - sono esaminati in questo rapporto attraverso gli occhi delle Scritture, i padri della Chiesa e il posto della tradizione". Nel rapporto del Faith and Order advisory group" si ribadisce peraltro che il lavoro del comitato anglicano "dovrebbe essere visto come l'inizio di una conversazione che dovrebbe essere portata avanti da ulteriori studi congiunti delle nostre comunità lungo le linee raccomandate nel rapporto".

 

(© L'Osservatore Romano - 11 febbraio 2011)

 

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Ultimo aggiornamento mercoledì 15 Agosto 2018 alle ore 12.15