Percorsi di Fede |
La
Bibbia racconta storie emblematiche o reali?
Dalla rubrica
“Il Teologo” di Gianfranco Ravasi in FC n. 35/2006 p. 122
Domanda del Signor Plinio B. di Como: "Un
settimanale parla a proposito della creazione e altri episodi biblici di
storie emblematiche. Ciò vuole dire che non sono reali? E allora quale
valore hanno?
Non è la prima volta che interveniamo sull’argomento sollevato dal lettore, che trae spunto per il suo quesito da una definizione del racconto della creazione e del “peccato d’origine”, presente nei primi tre capitoli della Genesi, come “storie emblematiche”, definizione apparsa in un articolo di un settimanale diocesano. Ora è necessaria una premessa proprio sul concetto di “storia”. Se la intendiamo in senso stretto come ciò che è accaduto e come il relativo resoconto documentario, criticamente verificabile, è facile intuire che quelle pagine bibliche non sono classificabili sotto questa categoria.
Non
abbiamo, infatti, documenti che attestino ciò che è avvenuto all’origine
dell’umanità, soprattutto se si
tiene conto che essa fu un fenomeno complesso e non istantaneo, anche se retto
dall’azione creatrice di Dio. Il fatto che quell’evento non sia
documentabile in senso “storiografico” non significa, però, che non sia
reale né che non possa essere analizzato in sede scientifica e
filosofico-teologica. Lasciamo stare la questione scientifica e fermiamoci su
quella teologica: essa ha il suo referente di base nelle citate pagine
bibliche.
Ora,
quei capitoli, come aveva dichiarato Giovanni Paolo Il in una sua catechesi
del mercoledì, sono «soprattutto di carattere teologico e nascondono in sé
una potente carica metafisica». Il racconto della Genesi, più che rispondere
alla domanda: «Che cosa è accaduto alle origini del cosmo e come si è
formato l’uomo?», vuole rispondere all’interrogativo: «Qual è la realtà
profonda, qual è il senso dell’uomo all’interno della realtà creata?».
Come è evidente, la realtà “storica” dell’essere umano è coinvolta
non nella sua dimensione scientifica o estrinseca (“fenomenica”, dicono
gli studiosi), ma nel suo senso profondo e intimo. Per questo gli esegeti
parlano piuttosto di “metastoria” e classificano quelle pagine come
“sapienziali”, ossia filosofico-teologiche (ma questo non significa né
fantasia, né leggenda!).
Facendo
un passo ulteriore: protagonista di quel racconto è in ebraico ha‘adam
che in passato era tradotto come nome proprio, Adamo. In realtà in
ebraico ha- è l’articolo e ‘adam
significa uomo. Per l’autore
sacro, di scena è, dunque, l’uomo che appare sulla faccia della terra, non
sappiamo quando e come (almeno in modo “storico”).
Ma
proprio a causa di quel nome e a causa della qualità
“sapienziale” della narrazione, l’autore
“ispirato” da Dio
vuole parlare dell’uomo nella sua identità ultima che sarà presente e
operante in tutti gli uomini e in tutte le donne. Per questo si può parlare
correttamente di “storia emblematica”, non in un senso vago di metafora
poetica (anche se quel testo è letterariamente efficace e ha stimolato la
cultura e l’arte di tutti i tempi), bensì in un senso esistenziale e reale
che coinvolge l’intera umanità.
“Adamo”
è, allora, il nome di nostro padre e di nostro figlio, ma anche di noi
stessi, e il suo peccato è una realtà che coinvolge tutti coloro che portano
quel nome, cioè gli esseri umani.
ADAMO
- L’ebraico ha-’adam (terra,
argilla) è nome comune, equivalente a uomo,
con allusione alla sua origine.
ESEGESI
- Disciplina che usa tutti gli strumenti scientifici per l'interpretazione
della Bibbia, incoraggiata dalla costituzione Dei
Verbum del Vaticano Il.
LIBRI
STORICI
- Dopo i primi 5 libri (Pentateuco) la Bibbia colloca quelli storici (da Giosué
e Giudici ai Maccabei),
cui seguono quelli sapienziali e profetici.
LIBRI
SAPIENZIALI
- Sono i testi biblici di Giobbe,
Salmi, Proverbi, Qohelet, Cantico, Sapienza, Siracide, attenti alla vita
quotidiana e alla condotta individuale.