Esperienze: alcolismo e problemi alcolcorrelati
Esperienze pastorali
PARROCCHIA DI CLUSONE
Nella lettera del piano pastorale 97/98, che prevedeva
l'attenzione a varie tematiche rivolte al mondo dei sociale (alcolismo,
handicap, tossicodipendenza ... ) si è evidenziato come fosse importante dare
spazio alle problematiche alcolcorrelate con grossa rilevanza sociale della zona
Questo percorso di collaborazione con la parrocchia ha
visto la disponibilità di quest'ultima nell'organizzare vari momenti di
sensibilizzazione.
Sono stati realizzati:
- una serata specifica sul tema delle problematiche
alcolcorrelate;
- un incontro di preghiera per le persone che vivono questo
dramma;
- una testimonianza personale di una famiglia dei C.A.T.
che sta vivendo il cammino di liberazione durante una messa domenicale.
Nell'anno pastorale si è continuata l'opera di
sensibilizzazione tramite volantinaggio, articoli sul bollettino parrocchiale e
anche interventi alla tv locale.
Durante l'anno pastorale 98/99, abbiamo riproposto
l'attenzione al problema a partire dall'attenzione pastorale alla famiglia.
Frutto di questa sensibilizzazione è stato l'intervento
nella scuola, durante l'ora di religione.
Si sono svolti incontri formativi sul problema alcol,
sull'uso personale, sulle ripercussioni nella famiglia, nel mondo dei lavoro.
Momenti formativi importanti in quanto rivolti direttamente a giovani.
L'ESPERIENZA DI UN PARROCO
In alta Valle Brembana, nel 1987, viene effettuato un
Consiglio Vicariale per predisporre una serie di iniziative di prevenzione, tra
le quali, l'attuazione di una ricerca che possa rilevare le maggiori
problematiche emergenti in alta Valle e, collegato a questo specifico, la
costituzione di un Consiglio dei Giovani, il quale riesce a dare il via ad una
serie di attività di sensibilizzazione miranti a rendere visibili i maggiori
problemi della Valle emersi dalla rilevazione tra i quali spiccava il fenomeno
alcolismo.
Don Walter, allora parroco in loco, riconosce il fatto che,
con queste iniziative, si sia potuto arrivare a contattare, o rendersi visibili,
alle famiglie e alle persone con problematiche alcolcorrelate tramite un
contatto effettuato direttamente all'interno delle famiglie perché, in questa
fase di costruzione di riferimenti sociali legati al mondo parrocchiale, si è
riusciti a sensibilizzare profondamente le famiglie e/o le singole persone
anche, ma non solo, rispetto al problema alcol e quindi, non orientando l'azione
a senso unico sull'alcolismo; alcune famiglie, si sono sentite meno
stigmatizzate, permettendo loro di iniziare un percorso di avvicinamento e
risoluzione dei problema.
Le prime iniziative per l'alcolismo si avviano con 314
ragazzi/e che iniziano a frequentare un C.A.T. della provincia in quanto la
valle a quel tempo non poteva contare su nessuna risorsa di questo tipo;
contestualmente in parrocchia si avviava una sensibilizzazione mirata tramite la
diffusione di articoli a tema sul bollettino parrocchiale, durante la messa ed
anche tramite la diffusione del documento della CEI "Evangelizzazíone e
Testimonianza della Carità". L'obiettivo era quello di prestare attenzione
ad un fenomeno particolarmente incisivo in zona come l'alcolismo, ma anche
quello di tenere vivo, nella comunità parrocchiale, l'attenzione ai temi della
solidarietà e della condivisione con chi fa fatica.
Dopo circa un anno di frequenza al C.A.T., inizia
l'esperienza di un primo Club in Alta Valle, seguito negli anni dalla nascita di
altri gruppi e la formazione di un A.C.A.T.
L'esperienza prosegue attualmente. In seguito, il parroco, viene spostato in altra zona e, sull'esperienza maturata in valle, pensa che la modalità possa essere intrapresa anche nella nuova sede parrocchiale, anche se qui trova già attivi diversi C.A.T. e una buona conoscenza dei problema.
Convinto comunque che anche la comunità parrocchiale debba
farsi carico di questa situazione si inizia un percorso di collaborazione con i
C.A.T. e l'associazione che li rappresenta.
Nel giugno '98 si organizza una giornata di
sensibilizzazione sulle problematiche alcolcorrelate, preceduta da una serie di
incontri e dibattiti con le associazioni di volontariato presenti sul territorio
che non hanno nulla a che fare con l'alcolismo; dal positivo esito di tale
manifestazione nasce l'esigenza di organizzare una intera settimana dedicata a
questi temi, con momenti specifici anche all'interno della parrocchia e della
messa domenicale.
A detta del parroco, la partecipazione della gente non è
stata particolarmente folta, ma comunque un risultato sicuramente significativo
è stato raggiunto in quanto 2 famiglie della zona più il coinvolgimento di un
volontario, hanno iniziato a frequentare i C.A.T, divenendo una sorta di spinta,
si spera, per le altre famiglie con lo stesso problema. Come comunità
parrocchiale ci si augura che nascano altre disponibilità in questo senso perché
la problematica è molto diffusa, ma anche le paure ed i pregiudizi.
ORATORIO DI GRUMELLO DEL MONTE
Nell'anno 2000 l'Oratorio di Grumello dei Monte ha
organizzato, in collaborazione con il Laboratorio Alcolismo e Comunità
Cristiana della Caritas Diocesana Bergamasca e l'A.C.A.T. Valle Calepio e Valle
Cavallina, un percorso formativo sulle problematiche alcolcorrelate, rivolto ai
gruppi d'adolescenti che nell'oratorio sono impegnati in attività formative.
Tre sono gli obiettivi che ci si proponeva di raggiungere:
l. Dare agli adolescenti alcune indicazioni e conoscenze
per motivare a scelte di volontariato e professionali al servizio di una società
solidale.
2. Informare correttamente, senza criminalizzare né
l'alcol, né gli eventuali consumatori, su cosa è l'alcol e le problematiche
che può provocare.
3. Formare gli stessi adolescenti ad essere strumento
d'informazione e prevenzione sui problemi alcol correlati nei loro gruppi
amicali, nel tempo libero, nella scuola, sul posto di lavoro, nelle attività
sportive... nelle loro normali relazioni sociali con un approccio spontaneo ma
anche consapevole, idoneo alle dinamiche comunicative e relazionali che
caratterizzano questi.
Il corso si è strutturato in cinque serate a tema e
quattro momenti di ricerca ed esperienza diretta nei gruppi o associazioni che
sono attivi su queste problematiche.
SERATE INFORMATIVE
- L'alcol è...
- Alcol, famiglia e società
- Trattamento e riabilitazione
- Rielaborazione dialogica delle informazioni
- Programmazione e organizzazione degli incontri con i
gruppi elo associazioni che operano con le persone con problemi alcol correlati.
Nota di metodo: ad ogni incontro, oltre al relatore -
coordinatore, erano presenti come testimoni famiglie in trattamento presso i
C.A.T. dei territorio.
l quattro momenti di ricerca ed esperienza, si sono così
articolati:
l. Tutti i ragazzi, accompagnati da un loro animatore,
hanno partecipato, in piccolissimi gruppi, ad una seduta dei C.A.T. dei
territorio, incontro preventivamente concordato e preparato con i C.A.T. Questo
momento è risultato essere uno dei più sentiti e partecipati dai ragazzi, così
come i vari C.A.T. ne hanno tratto giovamento e incentivo per una maggior
responsabilità verso il territorio.
2. Il gruppo ha condiviso una giornata con responsabili e
residenti (alcolisti e tossicodipendenti) della Cooperativa Comunità “La
Flora" di Fonteno.
Anche questa è risultata essere un'esperienza diretta,
forte e coinvolgente. 3. Visita e presentazione di un centro di prima
accoglienza e sostegno presso il Centro AUXILILIM di Chiari. Questa esperienza
ha presentato la dimensione di una povertà diffusa, problematica, non solo per
immigrati, ma anche per tante "nostre" famiglie e persone,
probabilmente poco considerate nelle nostre comunità civili e religiose.
4. Visita e presentazione delle attività di sostegno,
trattamento e accoglienza per persone in difficoltà presso il Nuovo Albergo
Popolare di Bergamo. L'esperienza ha reso possibile l'incontro e la conoscenza
dei modo dei senza dimora.
LA REALTÀ DEL NUOVO ALBERGO POPOLARE “OPERA BONOMELLI"
Il Nuovo Albergo Popolare è una struttura sita in Bergamo
che accoglie persone con disagio grave, persone che provengono dalla strada e
che hanno vissuto forti esperienze d'emarginazione.
Le accoglienze presso questa struttura avvengono
principalmente per richiesta di servizi territoriali specifici (servizi sociali
dei Comuni, servizi per le dipendenze dell'ASL); esse offrono alla persona
risposta ai bisogni primari, l'opportunità di prendere atto della sua
situazione di difficoltà e di affrontarla concretamente. Scopo finale è
aiutare la persona a reinserirsi a livello territoriale rispettando quelle che
sono le sue possibilità.
Dopo un periodo d'osservazione uguale per tutti, nel quale
si conosce, si valuta la situazione e la motivazione dei soggetto a lavorare su
di sé, avviene il passaggio in uno dei quattro settori specifici secondo la
tipologia di disagio emergente: tossicodipendenza, alcolismo, disagio psichico e
disagio generico.
Fra gli ospiti dell'Albergo Popolare ricorrente è il
problema dell'alcolismo, e proprio per questo motivo una parte della struttura
si è attrezzata per lavorare su questa forma specifica di disagio: è cosi nata
la Comunità Arcobaleno.
Nella fase di settore o comunitaria il progetto individuale
si allarga al confronto e alla condivisione con altri ospiti della struttura che
manifestano problematiche simili alla propria. Ci sono spazi comuni nei quali si
vive e si fanno attività di gruppo, c'è la relazione con gli educatori e
continuano i rapporti avviati nella fase d'accoglienza con lo psicologo,
l'infermeria e gli operatori referenti dei servizi territoriali. Obiettivi di
questa fase sono, in un primo momento, il lavoro sulla dipendenza e
sull'immagine di sé, successivamente sulle relazioni che sono costruite e sulla
progettualità individuale che orienta la propria esistenza. Nella seconda fase
di progetto s'iniziano a costruire ed intensificare agganci esterni alla realtà
dell'Albergo Popolare (agganci non solo con i servizi, ma con la sfera dei
volontariato, i C.A.T. e quelli più legati alla dimensione amicale affettiva)
che sosterranno l'ospite nella fase di reinserimento, cioè nel momento in cui
comincerà ad uscire dalla struttura per lavorare e per trovare alloggio
autonomamente.
ACCOGLIENZA
• Risposta ai bisogni primari.
• Valutazione delle risorse personali e territoriali.
• Valutazione della motivazione a cambiare.
TRATTAMENTO
• Progetto individuale: lavoro sulla dipendenza e
immagine di sé, lavoro sulla relazione e progettualità.
• Attività di gruppo e condivisione di spazi/luoghi
comuni.
• Relazione educativa.
• Colloqui individuali.
• Creazione d'agganci con l'esterno.
REINSERIMENTO
• Accompagnamento nella ricerca di lavoro e casa.
LEGGE 30 MARZO 2001, n. 125
LEGGE QUADRO IN MATERIA Di ALCOL E DI PROBLEMI
ALCOLCORRELATI (G.U. n. 90 del 18.4.2001).
La legge ha come finalità quella di favorire il recupero
delle persone che abusano di sostanze alcoliche, di promuovere l'informazione,
la ricerca, la prevenzione e le attività delle associazioni non profit e quelle
di mutuo-aiuto.
La legge stabilisce cosa si intende per bevanda alcolica
(articolo 1), ovvero "ogni prodotto contenente alcol alimentare con
gradazione superiore a 1,2 gradi di alcol e per bevanda superalcolica ogni
prodotto con gradazione superiore al 21 per cento di alcol in volume".
L'articolo due precisa le finalità della legge quadro:
a. tutelare il diritto delle persone, ed in particolare dei
bambini e degli adolescenti, ad una vita familiare, sociale e lavorativa
protetta dalle conseguenze legate all'abuso di bevande alcoliche e
superalcoliche;
b. favorire l'accesso delle persone che abusano di bevande
alcoliche e superalcoliche e dei loro familiari a trattamenti sanitari ed
assistenziali adeguati;
c. favorire l'informazione e l'educazione sulle conseguenze
derivanti dal consumo e dall'abuso di bevande alcoliche e superalcoliche;
d. promuovere la ricerca e garantire adeguati livelli di
formazione e di aggiornamento dei personale che si occupa dei problemi
alcolcorrelati;
e. favorire le organizzazioni dei privato sociale senza
scopo di lucro e le associazioni di auto-mutuo aiuto finalizzate a prevenire o a
ridurre i problemi alcolcorrelati.
Si prevede (articolo 3) con successivo Atto da emanare
entro sessanta giorni di definire:
l. i requisiti minimi dei servizi che svolgono attività di
prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento sociale; i requisiti minimi,
strutturali ed organizzativi, dei servizi per lo svolgimento delle attività di
prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento sociale dei soggetti con
problemi e patologie alcolcorrelati, secondo criteri che tengano conto
dell'incidenza territoriale degli stessi;
2. gli standard minimi di attività dei servizi;
3. i criteri per il monitoraggio dei dati relativi
all'abuso di alcol e ai problemi alcolcorrelati, da realizzare secondo modalità
che garantiscano l'elaborazione e la diffusione degli stessi a livello regionale
e nazionale;
4. le azioni di informazione e di prevenzione da realizzare
nelle scuole, nelle università, nelle accademie militari, nelle caserme, negli
istituti penitenziari e nei luoghi di aggregazione giovanile.
L'articolo 4 prevede l'istituzione di una consulta
nazionale sull’alcol e sui problemi alcolcorrelati. La consulta ha il compito
di collaborare alla redazione della relazione che, ogni anno, il Ministero farà
al Parlamento. Nel contempo, collaborerà con le regioni e le province autonome
al raggiungimento delle finalità e degli obiettivi previsti da questa legge.
L'articolo 5 prevede che per le professioni sanitarie o a
indirizzo sociale o psicologico, le università potranno modificare gli
ordinamenti didattici allo scopo di favorire l'apprendimento dell'alcologia.
Tra i punti più interessanti della legge quadro, vi è
certamente l'articolo 6, che prevede modifiche al Codice della strada:
- basterà una concentrazione di 0,5 grammi di alcol per
litro sangue (anziché l'attuale 0,8) per essere considerati in "stato d'ebbrezza";
- sulle autostrade sarà vietata la vendita al banco di
superalcolici tra le 22 e le 6 dei mattino (la violazione comporta una sanzione
amministrativa prevista tra i 5 e 10 milioni);
- nei programmi d'esame per l'accertamento dell'idoneità
tecnica degli insegnanti e degli istruttori delle autoscuole per conducenti,
nonché per i programmi d'esame per il conseguimento della patente di guida,
dovranno essere previsti momenti di informazione sui rischi derivanti dalla
assunzione di bevande alcoliche e superalcoliche prima della guida.
Il Capo II della legge fissa le competenze delle Regioni.
A loro compete:
- la programmazione degli interventi di prevenzione, cura,
riabilitazione e reinserimento sociale dei soggetti con problemi e patologie
alcolcorrelati;
- di prevedere il trattamento dei soggetti interessati
nelle strutture ospedaliere;
- la eventuale realizzazione di strutture di accoglienza
per pazienti alcoldipendenti che, nella fase successiva a quella acuta,
necessitano di osservazione e cure prima dell'invio al trattamento domiciliare o
in day-hospital. In tali strutture la permanenza non potrà essere superiore a
30 giorni;
- le Regioni, le aziende sanitarie locali ed i servizi di
riabilitazione e reinserimento sociale dei soggetti con problemi e patologie
alcolcorrelati, possono svolgere la loro attività avvalendosi di enti ed
associazioni pubbliche o private che operano per il perseguimento dei suddetti
obiettivi (articolo 12);
- i farmaci destinati a terapie antialcol, saranno inseriti
nella fascia H dei prontuario farmaceutico e, perciò, saranno erogati
gratuitamente.
Particolari punti previsti nel Capo III della legge sono i
seguenti:
- le televisioni, entro sei mesi, dovranno dotarsi di un
codice di autoregolamentazione sulle modalità e contenuti dei messaggi
pubblicitari relativi alle bevande alcoliche;
- è vietata la pubblicità di bevande alcoliche nei
programmi televisivi e sui giornali rivolti a minori. Sarà vietata nei cinema,
durante i film destinati ai minori, all'interno di programmi radio televisivi
per ragazzi, nei 15 minuti che precedono e seguono la trasmissione. Sarà sempre
proibita nella fascia d'orario tra le 16 e le 19. La pubblicità non potrà
rappresentare minori che consumano alcol, né attribuire proprietà terapeutiche
non riconosciute dal Ministero della Sanità.
La sanzione amministrativa, prevista, consiste nel
pagamento di una somma tra i 5 e 20 milioni;
- nelle attività lavorative pericolose, saranno vietate
l'assunzione e somministrazione di alcolici. I lavoratori affetti da patologie
alcolcorrelate che vorranno curarsi, potranno avere un periodo di congedo
aggiuntivo.
L'onere finanziario previsto per l'attuazione di questa legge, nel triennio 2001-2003, è di 4.125 milioni annui.