Cristo
e le altre religioni
Michael L. Fitzgerald
Nella lettera
Apostolica in preparazione al Giubileo dell'Anno 2000 , Papa Giovanni Paolo II
ha precisato che "i duemila anni dalla nascita di Cristo...
rappresentano un Giubileo straordinariamente grande non soltanto per i
cristiani, ma indirettamente per l'intera umanità, dato il ruolo di primo piano
che il cristianesimo ha esercitato in questi due millenni"(TMA
15) .
Il Santo
Padre, nel sottolineare "la dimensione ecumenica ed universale del Sacro
Giubileo" (TMA 55), prevede la possibilità di un incontro di
tutti i Cristiani, organizzati in uno spirito "di grata apertura a
quelle religioni i cui rappresentanti volessero esprimere la loro attenzione
alla gioia comune di tutti i discepoli di Cristo" (ibid.). Poiché
la celebrazione del Giubileo "avverrà contemporaneamente in Terra
Santa, a Roma e nelle Chiese locali del mondo intero" (ibid.),
sembrerebbe che quest'apertura verso coloro che appartengono alle altre
religioni dovrebbe essere palese anche a livello locale. Quale reazione potremmo
aspettarci dai fedeli di altre religioni? Saranno anch'essi d'accordo a unirsi
ai Cristiani in occasione della celebrazione della nascita di Gesù? Cosa essi
pensano di Gesù Cristo? Lo scopo di questo breve articolo è quello di capire
come i fedeli di alcune tradizioni religiose potrebbero rispondere a queste
ultime domande.
La Tradizione
Ebraica Per quanto riguarda la
tradizione ebraica è importante non trascurare l'origine ebraica di Gesù. Ciò
non solo in riferimento alla sua nascita, ma anche al suo amore per le Sacre
Scritture e alla Sinagoga così come si evince dalle sue predicazioni e dal suo
sacerdozio. E' importante ricordare che i primi cristiani sono stati i
Giudeo-Cristiani, anche se molto presto i Gentili entrarono a far parte della
Chiesa. Durante i primi due secoli non sembrava esserci una forte opposizione da
parte degli Ebrei nei confronti di Gesù come uomo. Dal terzo secolo in poi, non
appena la fede dei Cristiani si espresse chiaramente nella divinità di Cristo,
e il Giudaismo si allontanò sempre più dal Cristianesimo, gli Ebrei hanno
cominciato a ignorare Gesù . Dopo l'anno 1000, quando aumentò la persecuzione
degli Ebrei e Gesù fu considerato come la fonte del loro dolore, gli Ebrei
adottarono un atteggiamento più critico. Tuttavia alcuni saggi ebrei, in alcuni
loro scritti datati intorno al dodicesimo e al quattordicesimo secolo, hanno
parlato di Gesù definendolo un "santo", e come colui che " è
servito a preparare il mondo intero alla venerazione di Dio nella comunione dei
cuori". Questo chiarimento ha portato a un cambiamento. Gesù è
considerato come una guida etica e religiosa, come un riformatore, come un uomo
di fede. Per altri egli è considerato il "Messia", ma naturalmente
egli non è per gli Ebrei il Messia atteso da Israele. Il nuovo clima
determinato dalla Dichiarazione "Nostra Aetate" del Concilio Vaticano
Secondo, ha concesso sia agli Ebrei che ai Cristiani di guardare in modo nuovo a
Gesù.
L'Islamismo Il Corano contiene diversi passi su Gesù e Maria. Tra questi la nascita
dalla Vergine, la figura di Gesù come profeta, la sua missione per confermare
la Torà e la chiamata dei "discepoli" nella sua missione, anche se
rinuncia ad alcune delle sue proibizioni. Pertanto esistono alcune similitudini
con l'interpretazione cristiana di Gesù, anche se vi sono differenze
sostanziali. La divinità di Cristo non è riconosciuta, così come anche la
realtà della sua Crocifissione. Alla fine della sua vita viene fatto un
attentato a Gesù, ma Egli viene liberato e innalzato al cielo. Ci sono molti riferimenti a Gesù nell'hadith, chei la
Tradizione ha attribuito a Maometto. Ciò dimostra il senso di venerazione nei
confronti di Gesù e riconosce la sua importanza, anche se i mussulmani
sottolineano che Gesù viene dopo Maometto. I mistici musulmani hanno definito
Gesù nei loro scritti come un maestro spirituale, come colui che mette in
risalto la paura e l'amore di Dio, la pazienza nei momenti di prova, l'abbandono
a Dio, l'ascesi e la povertà, l'umiltà e l'amore. Per Ibn' Arabi (d.1240) Gesù
è "il sigillo della santità". Si è tentati di cogliere alcune
espressioni usate nel Corano e riferite a Gesù ( "Il Verbo", "Lo
Spirito che discende da Dio") e considerarle come elementi sulle quali
basare la divinità di Cristo. Ma il contenuto del Corano , con il suo ostinato
rifiuto della divinità di Cristo, annulla tale tentativo. Quando si parla di
Gesù con i musulmani, sarebbe preferibile iniziare il discorso partendo dal suo
messaggio e poi tornare a ritroso parlando della persona e del mistero di
Cristo.
L'Induismo Gli Induisti che hanno sentito parlare di Gesù Cristo dai missionari
cristiani, hanno reagito in vari modi. Alcuni hanno ammirato Gesù senza
lasciarsi coinvolgere da lui. Altri lo hanno conosciuto e amato e si sono
raccomandati a lui, pur rimanendo ancorati all'Induismo. Solo alcuni di essi
hanno reagito nei confronti di Cristo cercando il battesimo ed entrando a far
parte della Chiesa. Mahatma Gandhi è un esempio di induista che ha
profondamente ammirato gli insegnamenti di Cristo, ma che, come egli stesso ha
detto, non era interessato alla figura storica del Maestro. Gandhi è stato
particolarmente colpito dal Discorso della Montagna. Per lui Gesù, attraverso
il suo messaggio, è divenuto un simbolo etico. Molti Induisti non hanno
difficoltà nell'accettare la divinità di Gesù. Ciò che essi invece
comprendono difficilmente, è il mistero cristiano dell'Incarnazione. Gesù,
spesso, è visto come l'esempio della piena realizzazione di se stesso, il punto
di arrivo dell'Hindu dharma. Egli viene considerato come il simbolo del
progresso umano. Per alcuni egli rappresenta più un ideale che una figura
storica. Secondo la tradizione Induista, la storia dà spesso una conoscenza
imperfetta della realtà. In un tale contesto, identificare il mistero di Gesù
Cristo con la storia, significa ridurre Dio all'imperfezione.
Il Buddismo Da quando Buddha ha deliberatamente evitato di parlare dell'esistenza o
della non-esistenza di Dio, è ovvio che i buddisti hanno difficoltà a
confrontarsi con la fede Cristiana in Gesù, Figlio di Dio, vero Dio e vero
uomo. Tuttavia alcuni buddisti mostrano un grande interesse nei confronti di Gesù
Cristo. Uno studioso giapponese contemporaneo, Masao Abe, ha fatto una
riflessione sulla figura di Cristo "che si spogliò di se stesso"
come si legge nella Lettera di San Paolo ai Filippesi (Filip 2;5-8). Egli
paragona questa kenosis con il concetto di sunyata ( il vuoto) del
Buddismo. Cristo è un esempio di abnegazione. Pertanto è possibile affermare:
"ogni giorno, qui e ora, noi moriamo come persone vecchie e risorgiamo come
persone nuove con Cristo" Altri buddisti vedono Gesù come il liberatore,
perchè egli insegna la giusta visione della vita e aiuta a uscire dal buio e
dall'ignoranza. Gesù non impone la liberazione, ma la offre attraverso la fede
in lui. per il Dalai Lama l'aspetto che colpisce di più di Gesù è la sua
compassione. Egli vede l'importanza del Vangelo nell'insegnamento dell'amore per
il prossimo, nella bontà e nel perdono. I buddisti cercano di interpretare Gesù
seguendo la loro filosofia di pensiero. Essi sono attratti dai suoi insegnamenti
e dai suoi esempi e vorrebbero riconoscere Gesù come un bodhisatva , cioè
colui che rinuncia a se stesso al di là della compassione per gli altri.
Tuttavia resta una differenza fondamentale poichè essi accettano Gesù come un
Maestro sapiente, ma non come Persona divina.
La Religione
Tradizionale Africana Nella Tradizione delle
Religioni africane gli Avi hanno sempre rivestito un ruolo importante. Essi
avendo terminato la loro vita terrena dopo aver osservato le tradizioni, i
costumi sociali e i doveri nei confronti della famiglia, vengono considerati i
protettori e gli intermediari tra Dio e gli esseri umani. È dimostrato che da
una fonte ha origine la vita. Questa vita si riceve da Dio ed ha il suo
fondamento nella Sua potenza. La fede negli Avi può fare da sostegno alla fede
in Dio. Il Dio di Gesù Cristo è il Dio della vita. Gesù che appartiene a
questa vita in una maniera molto speciale, si presenta come colui che dà la
vita e la dona in abbondanza (cf Gv 10,10). Da questo punto di vista Gesù
può essere considerato un Avo, anzi l'Avo per eccellenza Un altro tema
affrontato dagli Africani, legato sia alla tradizione che ai tempi moderni è
quello della malattia e della relativa forma di guarigione. La malattia non è
solo fisica , essa riguarda anche le relazioni. Il benessere consiste nel
raggiungimento della perfetta armonia nell'ordine naturale sociale e cosmico,
sia visibile che invisibile. Quando questa armonia viene disturbata è
necessario correre ai rimedi. Gesù è presentato nei Vangeli come colui che
guarisce. Egli è allo stesso tempo il liberatore e il guaritore. Attraverso la
sua azione curativa Egli mostra di essere in contatto con la sofferenza umana.
Infatti Gesù rivela il vero significato della malattia e della sofferenza. Per
quanto riguarda la cura Egli richiede un forte impegno. Gesù nel rivolgersi al
paralitico ha detto: "Ti ordino: alzati, prendi il tuo lettuccio e va' a
casa tua" (Mc 2,11). Questo è un invito a superare l'atteggiamento
fatalistico nei confronti della malattia e della sofferenza.
Conclusioni Questo rapido sguardo alle diverse tradizioni religiose ha voluto
dimostrare che esistono diversi modi di accostarsi a Gesù. In quanto Cristiani
noi crediamo in Gesù come il Figlio di Dio, il Signore e il Salvatore e nel
nostro amore per Lui. È questa fede e questo amore che ci permettono di
accostarci agli altri. Noi dobbiamo essere consapevoli che, sebbene essi non
credano in Cristo e nel nostro impegno nei suoi confronti, possono compiere
parte del loro cammino insieme a noi. Questo deve spingerci ad invitarli ad
unirsi a noi per celebrare i 2000 anni della nascita di Cristo.