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HIV e AIDS: domande e risposte

Che cosa?

Quale?

Come?

E' vero che?

 

        Alcune delle domande più frequenti sull'AIDS.

1) Che cosa...

 

Che cosa significa la parola AIDS?

        E' una sigla inglese che vuol dire: Acquired ImmunoDeficency Sindrome. In Italiano: Sindrome da immunodeficenza acquisita

Che cosa è l'AIDS?

        E' una malattia virale, il cui agente eziologico (o causa) è l'HIV.

Che cosa significa HIV?

        In Inglese HIV significa: Human Immunodeficiency Virus. In Italiano: Virus dell'Immunodeficenza Umana.

HIV e AIDS sono la stessa cosa?

        No, in quanto per HIV+ si indica un paziente che è sieropositivo senza, al momento, alcuna manifestazione clinica; per AIDS, invece, si intende un paziente che è all'ultimo stadio.

L'HIV è un virus resistente?

        No, è un virus, per fortuna, molto labile in quanto, alla temperatura ambiente, resiste poche ore (circa 48), al contrario dei virus delle epatiti che resistono anche anni, è inattivato dal calore a 50°-60°, viene inattivato dai comuni disinfettanti, tipo alcool, ipoclorito di sodio (niveina) e formaldeide.

2) Quale... Quale è la storia naturale dell'infezione da HIV?

        Il virus penetra nell'organismo per via parenterale apparente (lesioni e ferite, bene evidenti, della cute o mucose) o non apparente (microlesioni, talora invisibili ad occhio nudo), servendosi della trasmissione mediante liquidi biologici: sangue, sperma, secrezioni vaginali, latte materno. Non si trasmette attraverso il contatto con la saliva, lacrime, sudore, urine e feci. Giunto nell'organismo, il virus attacca la cellula ospite (linfociti T). Una volta integrato, il virus distrugge la cellula ospite causandone la morte, da cui immunodeficenza acquisita.

Quale è l'evoluzione della malattia?

        Nella generalità dei casi, la malattia evolve secondo uno stesso andamento, che comprende tre fasi successive:a) dell'infezione acuta: dopo 3-6 settimane dal contagio, i pazienti sviluppano una sintomatologia similmononucleosica e cioè febbre, astenia, faringite, cefalea, malessere generale.b) della latenza clinica: dopo la prima fase subentra un periodo asintomatico, durante il quale, però, si assiste ad una progressiva diminuzione del numero dei T4 ed ad un progressivo esaurimento del sistema immunitario (che può durare anche 10-12 anni).        In questo momento si entra nella fase:c) sintomatica o AIDS: durante la quale i pazienti cominciano a manifestare malattie opportunistiche, secondarie all'immunodepressione.        Il complesso correlato all'AIDS (o ARC) comporta: febbre, diarrea cronica, calo ponderale >10% del peso corporeo, candidosi orale, herpes zooster multidermatomerico, condilomi ano-rettali, tale fase precede di circa 12 mesi la comparsa dell'AIDS conclamato, che è contrassegnato da patologie infettive opportunistiche, quali polmonite da pneumacystis carini, neurotoxoplasmosi, oppure da neoplasie (sarcoma di Karposi).

Quale è la durata della fase di latenza?

        La durata della seconda fase dipende dalla replicazione del virus. Se l'organismo non reagisce prontamente con una forte risposta immunitaria, il virus si moltiplica velocemente e le difese dell'organismo non dureranno a lungo. Viceversa se il genoma del virus si integra nel DNA della cellula ospite e rimane allo stato latente con una proliferazione scarsa ed una risposta immunitaria forte, l'evoluzione verso la malattia sarà più lenta. In realtà si è scoperto che il virus continua a riprodursi incessantemente, per cui le cellule infettate muoiono ed il virus è costretto per sopravvivere, ad infettarne altre. Da ciò si ha un consumo enorme di cellule del sistema immunitario con suo conseguente esaurimento (talora il processo di moltiplicazione del virus è favorito dall'intervento di alcuni fattori, quali le citochine, virus erpertici, HBV ed altri). In questo momento si entra nell'AIDS.

3) Come...

Come si trasmette il virus dell'AIDS?

        Il virus HIV si trasmette, come l'epatite B, nell'organismo per via parenterale apparente (lesioni e ferite, bene evidenti, della cute o mucose) od inapparente (microlesioni, talora invisibili ad occhio nudo), servendosi della trasmissione mediante liquidi biologici: sangue, sperma, secrezioni vaginali, latte materno. Quindi per:- via ematica: trasfusioni di sangue, emoderivati, scambio siringhe, aghi infetti- via sessuale: omossessuale maschile ed eterosessuale, più facile da uomo a donna, rapporto anale > vaginale > orale.- via verticale: da madre infetta al neonato o durante la vita fetale, o durante il parto, o con l'allattamento al seno.        Non si trasmette col sudore, lacrime, urine, feci e saliva ( a meno che non esistano lesioni orali o gengiviti con conseguente perdita di sangue). Pertanto non esiste possibilità di contagio attraverso bicchieri, tazze, stoviglie e posate, biancheria, anche intima. Quindi i sieropositivi possono frequentare scuole, mense, piscine, docce, ecc. in comune con persone non infette. Una eccezione si può fare per i bambini inferiori ai tre anni: infatti è preferibile non mettere i bambini sieropositivi con età inferiore ai tre anni, in contatto con quelli non infetti, per evitare che i primi, con le difese immunitarie ridotte e deboli, contraggano tutte le infezioni di cui gli altri sono portatori.        Per i familiari di sieropositivi le norme igieniche da osservare sono di non scambiare col malato lo spazzolino da denti e qualsiasi oggetto tagliente, quale rasoio o forbicine.

Esistono persone più a rischio?

        Se si considera come viene trasmesso il virus, si può dire che alcune persone sono più a rischio a causa di comportamenti non corretti dal punto di vista preventivo:- tossicodipendenti ( uso endovena con scambio di siringhe)- omossessuali ( maschi, con numerosi partner)- emofilici ( oggi non più; però se il sangue del donatore viene prelevato nel periodo in cui, dopo il contagio, non si sono ancora formati gli anticorpi -periodo finestra- possono esistere ancora dei pericoli)- eterossessuali (rapporti non protetti con partner occasionali)- nati da madre contagiata.

Esiste la condizione di portatore sano?

        No, esiste solo la condizione di portatore a-sintomatico, cioè senza sintomi, ma tuttavia in grado di trasmettere la malattia.

4) E' vero che...

E' vero che l'AIDS è incurabile?

        Nessuno dei farmaci antiretrovirali finora sperimentati è in grado di assicurare il successo terapeutico, cioè la guarigione, per un trattamento a lungo termine. Il problema principale che si presenta all'uso di questi farmaci antivirali è che possiedono un grado più o meno elevato di selettività, comportando o la selezione di mutanti resistenti o un certo livello di tossicità. Questo problema potrebbe essere superato, o minimizzato, da:

-una terapia combinata, potenzialmente capace sia di esplicare un più efficace blocco della replicazione, sia di prevenire la selezione dei mutanti resistenti ai vari farmaci

-un impiego molto precoce, da iniziare in un momento in cui la replicazione virale è scarsa.

        Attualmente i farmaci più usati, da soli o combinati tra di loro, sono:

  • AZT

  • DDI

  • DDC

        Bisogna sottolineare che questi farmaci, anche se non guariscono devono essere usati il più precocemente possibile, in quanto permettono una significativa, aumentata e migliore sopravvivenza. Inoltre è necessario raccomandare, a questi pazienti, l'inizio precoce della profilassi di alcune malattie quali la polmonite da Pneumococco e la neurotoxoplasmosi.

Quali sono gli ultimi ritrovati per curare l'AIDS?

        Gli ultimi mesi del 1996 hanno visto un aumento senza precedenti dell'ottimismo a proposito dei potenziali benefici degli ultimi farmaci anti-HIV. Sia i rapporti che le testimonianze parlano di un ritorno alla salute dovuto al trattamento con gli inibitori alla proteasi .        Il nuovo metodo di cura chiamato HAART, Alta Attività Anti Retrovirale Terapia consiste in un cocktail di tre o quattro farmaci contenenti due nucleosidi analoghi più un inibitore. Tale cura mostra indubbi e impressionanti risultati a corto termine sugli effetti del carico virale e del conteggio CD4. Tuttavia rimangono dubbi sui risultati a lungo termine della cura.

Le popolazioni carcerarie sono a rischio?

        Negli ultimi anni si è assistito ad un notevole incremento del numero di detenuti, mentre è rimasta uguale la ricettività degli istituti di pena. Questo è dovuto alla crescente diffusione dell'uso degli stupefacenti, con conseguente aumento dei detenuti per la microcriminalità. Come conseguenza, dalla correlazione tra tossicodipendenza ed infezione, appare elevata anche la diffusione dell'HIV nelle carceri.

Molti neonati positivi dopo alcuni mesi si negativizzano. Significa che sono guariti?

        No, vuol dire che alla nascita erano presenti solo gli anticorpi materni e non il virus; per cui, una volta eliminati gli Ab, i bambini si negativizzano. Ciò non vuol dire non eseguire più i controlli ematici, che devono essere continuati per anni.

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