Nonostante l'emigrazione avuta, salde sono rimaste le tradizioni consolidate dalla volontà dei pochi giovani rimasti. Una di queste, e proprio la più sentita, è il canto della Stella: pratica tra le più antiche ma allo stesso tempo dimenticata ed esclusa da materiali riguardanti le nostre tradizioni. Questo appuntamento ha avuto un' interruzione nel periodo della guerra, ma poi ripresa e mai più abbandonata. In tre sere raggiungiamo tutte le abitazioni della vallata, partendo appena buio, Stella in spalla e ben coperti.
La prima sera visitiamo le case dell'alta valle e quelle sulla sinistra guardando Magno; ci accolgono aprendo porte e finestre come se volessero intrappolare l'eco dei versi cantati, per noi motivo di grande gioia.
Saluti e auguri, a volte un buon bicchiere di brulè, sono il ringraziamento a cui noi rispondiamo con un piccolo ricordino.
La seconda sera si raggiungono Rocca, Torrazzo e Mignone. Questa è la serata più lunga, cantando di casa in casa e portando il messaggio della Stella in ogni frazione. L'atmosfera è magica ed il tempo gioca un ruolo fondamentale: si canta con la neve, con la pioggia e con il gelo, ma l'emozione è sempre grande.
L'ultima sera è la più comoda ma comunque suggestiva; si rimane nell'abitato di Costa, cominciando presso la chiesa dopo la S. Messa della vigilia dell'Epifania. Si prosegue visitando la parte sinistra del paese, per poi risalire sul lato destro cantando una strofa della canzone ad ogni famiglia.
Foto 2008