Il costaltese Luciano Casanova Fuga alla Vasaloppet 2012



Qualche informazione sulla gara...

88esima edizione Vasaloppet, la più lunga Skimarathon del mondo (90 km), la madre di tutte le granfondo.

"Vasaloppet" significa la Corsa di (Gustav Ericsson) Vasa.
Questa gara di sci nordico non è solo il più importante evento mondiale di sci fondo, ma è anche un evento patriottico che affonda le sue radici nelle tradizioni e nella storia della Svezia.
La gara moderna si riferisce ad una traversata che Gustav, principe svedese, fece nell'inverno del 1520 per fuggire in Norvegia e mettersi in salvo dai Danesi. A Mora tentò inutilmente di convincere i cittadini a sollevarsi contro i Danesi, quindi proseguì la sua corsa sugli sci verso ovest. A Salen, 90 chilometri dopo Mora venne raggiunto da due cittadini di Mora che gli volevano comunicare che avevano cambiato idea. La città, e la regione della Dalarna erano pronti seguirlo nella rivolta. Gustav divenne re di Svezia nel 1523 e il suo sforzo e la sua determinazione sono ancora oggi un esempio per gli svedesi e anche per i fondisti di tutto il ondo.
La partenza il 4 marzo 2012 alle 8.00 a Sälen. Tutti gli anni s’incamminano almeno 15’000 fondisti sul percorso di 90 km, che da Sälen a Mora si snoda tra foreste, dolci colline e laghetti gelati. Una partecipazione alla più conosciuta gara popolare del mondo rimane un’indimenticabile esperienza nella memoria di tutti gli sportivi. L’enorme quantità di spettatori, che tifano su tutta la lunghezza del percorso, incitando anche l’ultimo dei partecipanti, fa dimenticare velocemente la fatica.
“La Vasaloppet è per il Fondista quello che la Maratona di New York è per il Maratoneta: non puoi non farla" parola di Re Vasa.

 Ed ecco... le riflessioni (e il dettagliato racconto) di Luciano Casanova,
che ha partecipato per la seconda volta
alla famosa gara di sci di fondo...

ALLA VASALOPPET DEL 4 MARZO 2012

L'incanto dei boschi svedesi della scorsa edizione non era del tutto svanito che già il volo LH1915 della Lufthansa del 29 febbraio 2012 inizia alla fase di atterraggio ad Arlanda (Stoccolma). Quest'anno c'è meno neve e le distese bianche lasciano maggior spazio ai colori più caldi dei pini e delle radure. Non per questo, però, l'atmosfera è meno suggestiva.
Lungo la strada per Mora, la mitica Falun ostenta il suo ruolo di regina delle discipline nordiche e mostra con superbia i suoi maestosi trampolini con il sottostante stadio del fondo ed una visita appare d'obbligo.
Il Camping di Orsa, dista pochi chilometri da Mora, ed è lì ad attenderci. Le casette in blok-bau, ben disposte in ampi spazi, essenziali e ospitali sorridono al nostro arrivo e ci invitano ad entrare. L'ambiente è quello del Parco di Wellington e c'è il sospetto che improvvisamente da qualche albero possa sbucare l'orso Yoghi per rubarci la merenda.
Il gruppo targato Hartmann, di Povo (Trento), con atleti di tutto riguardo e con qualche aggregato, rompe il silenzio del sonnolento Camping con l'euforia e l'esuberanza di chi è contento di essere lì.
Rosalba, Giuliana e Carla (quest'ultima anche concorrente), ce la mettono tutta per preparare i pasti, quant'altro necessario e per garantire il buonumore. Eccome ci sono riuscite!
Quattro pionieri partiti da Trento (Sergio, Antonio, Cesare e Luigi), dopo un viaggio di 2000 chilometri con un pulmino carico di sci e di viveri, non lasciano trasparire alcun segno di stanchezza e ostentano entusiasmo da far invidia ai più giovani.
Andrea Buttaboni, anima del gruppo, non solo provvede all'organizzazione generale, ma controlla ogni dettaglio e ci dispensa di notizie, aggiornamenti, aneddoti e battute spiritose minacciando a qualcuno anche il cartellino giallo.
Silvano Berlanda, famoso soprattutto per i record collezionati nella 24 ore di Pinzolo con oltre 400 chilometri percorsi (pazzesco), ci da le indicazioni ed i consigli tecnici necessari e ci mette l'anima anche per preparare gli sci dei meno esperti e meno attrezzati.
Il gruppo targato Pushtra capitanato da Kargruber la cui forza è direttamente proporzionale alle sue spalle, abbozza un improbabile "Ein prosit" la cui intonazione non è all'altezza della bevuta che ne segue.
Il gruppo targato Comelgo è più taciturno, più predisposto ad ascoltare che ad intervenire, cosa frequente in quelle zone che meriterebbero qualche attenzione in più.
I veterani, dal super Mario al Nicoletti, dal Zumiani al Nicolodi stupiscono per la particolare verve, mentre il simpatico Andrea Longo per la parlata non tipicamente trentina.
Il gruppo sopraggiunto autonomamente il giorno dopo porta una ulteriore ventata di freschezza e ciò si nota anche nella classifica. Curioso il bisticcio tra Costalta di Pinè (società sportiva di Marcello) e Costalta di Cadore (il mio paese).
Veronica promette l'epilogo della sua attività agonistica e la voglia di una vita "normale" con regolare famiglia e prole (che noia), ma pochi ci credono.
Ognuno ha il proprio obiettivo. Chi è felice di arrivare comunque al traguardo, chi ambisce ad arrivare nei 10.000, chi nei 7.000, che nei 4.000, chi nei 1.000 o meglio ancora. La soddisfazione personale alla fine dipende da una sorta di confronto tra quanto desiderato e quanto realizzato. Per questo singolare principio è più contento chi arriva nei 6.000 perché pensava di arrivare negli 8.000, piuttosto che chi arriva nei 1.000 perché pensava di arrivare negli 800.
Il sabato di vigilia anche gli Alpini festeggiano la Vasaloppet. Alle 14.30 ha inizio la cerimonia vicino alla zona del traguardo di Mora. La temperatura è mite ed il sole fa capolino. Tanta gente si ferma incuriosita per capire cosa sta succedendo. Tante penne nere si radunano per la sfilata proprio a ridosso del tratto finale della gara e del traguardo. Quest'anno poi c'è una presenza eccezionale: il Presidente Nazionale dell'A.N.A. Corrado Perona. Vicino a lui il Presidente della Sezione Nordica (Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca) e nostro amico Maurizio Basile (S.Ten.) che risiede da anni in Svezia ma non perde mai di vista l'adunata nazionale e la sua terra lombarda. Due omoni svedesi, sul metro e novanta, in perfetto costume tipico del fondista della Vasaloppet di quasi un secolo fa, si uniscono al gruppo degli alpini della Sezione Nordica e del nostro gruppo e guidano la sfilata muniti di sci rigorosamente d'epoca. Qualche canto degli alpini lungo il percorso rende la cerimonia più toccante e la gente si ferma attratta da questo corteo estemporaneo donando qualche sorriso e qualche applauso.
Alla fine viene deposta una corona d'alloro proprio sul monumento di Re Gustavo per rimanerci, come ci hanno confermato, per due mesi.
Qualche foto di gruppo ed un cordiale incontro con il Presidente Corrado Perona e Maurizio Basile ai quali ho portato i saluti del Presidente della mia Sezione Cadore Antonio Cason e del Presidente del mio Gruppo di Costalta Casanova De Marco Igor.
Una cerimonia semplice ma coinvolgente e perfino commovente per la singolarità dell'evento e per lo spirito che si respira tra alpini, in questo caso molto lontani eppure così vicini. Ho provato emozioni che sono difficili da raccontare e che solo vivendole si possono capire.
Ma incombe la gara. E allora via! Bisogna provare gli sci, scegliere quelli più veloci, la sciolina più adatta alla temperatura dell'aria e della neve, al grado di umidità, la cera che fa le stelline a contatto con il ferro caldo (l'ho imparato lì). C'è sempre l'incognita del tempo che cambia improvvisamente e vanifica tutto.
L'attesa della gara è sempre intrisa di incertezza e di dubbi anche per i più avvezzi perché le condizioni mutano in ogni gara. Se poi si gareggia con il passo alternato (stile classico) come nella Vasaloppet, c'è da azzeccare la sciolina di tenuta al centro dello sci e quella di scorrimento in punta e coda (doppio stress).
La domenica la sveglia è alle ore 2 e tre quarti. Avete capito bene: alle tre meno un quarto! (siamo pazzi?) Non c'è nemmeno il tempo per fare colazione. Si mangiucchia e si beve qualcosa in fretta, e poi via sul pulmino, quasi due ore di viaggio per arrivare al luogo di partenza.
A Salen è ancora notte. Mancano pochi minuti alle sei. Il cielo è trapunto di stelle, fredde come gli occhi di un nazista. L'orsa maggiore è lì ferma e sull'allineamento delle sue due ultime stelle c'è la stella polare un po' meno luminosa ma più importante perchè ci indica il Nord e di conseguenza il Sud e la nostra bella e tormentata Italia in balìa delle bande dei disonesti di ogni colore e dello spread e di chi lo ha inventato per farci vivere da poveri ma felici al pensiero che possa scendere di qualche punto.
Un adeguato rifornimento ed un po' di riscaldamento e poi alle ore 8 in punto si parte. 17.000 persone tutte insieme: VIA! Subito un bella salita di alcuni chilometri per chi è davanti, un bella sosta di un'ora per chi è in fondo perché la pendenza è forte e gli spazi sono angusti. Fatta la salita comincia anche per gli ultimi la gara. Ognuno da tutto e non si risparmia. Sorpassi e contro sorpassi, soste, bevute in fretta, sbrodolamenti, ripartenze, allunghi, crisi, gel che non si apre, scioline che non tengono più. Tante ore in cui pensi a tutto ma non ti concentri su nulla perché la mente corre qua e là come un fringuello che balza di ramo in ramo, ogni tanto ti chiedi se sei davvero lì o se stai sognando. La fatica ogni tanto si fa sentire poi passa, dietro ogni curva c'è qualcosa di nuovo, c'è una pendenza che non vedi e che devi gestire al momento, devi decidere al volo se buttarti o fare spazzaneve per non rischiare cadute.
Una sosta speciale nel posto di ristoro degli Alpini con un altro saluto agli ormai amici Corrado Perona e Maurizio Basile e poi via per gli ultimi 30 chilometri.
Al cartello degli ultimi 10 chilometri la fatica non conta più. Via a tutta. All'ultimo chilometro ancora qualche sorpasso, le braccia spingono ancora, anzi sembrano rinate e pronte per uno sprint alla grande, l'emozione sale e non ti accorgi nemmeno delle ultime curve e sovrappassi, poi lo striscione del traguardo in fondo e l'ultimo sorpasso, anzi due, prima di alzare le braccia più alte di quelle di Jorgen Brink (il vincitore arrivato qualche ora prima).
Luciano Casanova Fuga

Alcune istantanee... scattate in terra di Svezia...


I 4 fondisti del Comelico:
Luciano Casanova, Andrea De Monte, Marzio Doriguzzi e Umberto De Martin


Il gruppo... al completo


I 4 fondisti del Comelico:
Luciano Casanova, Andrea De Monte, Marzio Doriguzzi e Umberto De Martin


...ai piedi di Re Gustavo:
Luciano Casanova, Corrado Perona e Maurizio Basile


Sfilata ANA: prima dell'evento...


Sfilata ANA: costumi svedesi Vasaloppet di un tempo e alcuni del gruppo



 La "prima" Vasaloppet di Luciano Casanova...

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