Lettera al Papa...

Carissimo Padre,
noi abitanti del paese di Costalta, che abbiamo avuto l'amorevole ed insperato regalo della sua visita pastorale l'11 luglio scorso, vogliamo scriverLe personalmente, come Lei personalmente ci ha incontrati, il nostro profondo, entusiastico grazie.
Lei avrà letto quel giorno sui nostri volti l'immensa gioia, che il vederLa ci ha procurato. E forse avrà intuito cosa abbiamo provato nell'animo.
C'è un episodio del Vangelo, che per analogia può essere accostato all'esperienza da noi vissuta: quello della trasfigurazione. Quel giorno Gesù, forse anch'Egli con il desiderio di tranquillità e di aria pura di montagna, salì con alcuni dei suoi amici per i sentieri del monte Tabor. E lassù a Pietro, Giacomo e Giovanni, uomini di fede incerta, ma di aperta sensibilità, fu dato di provare la felicità dell'estasi e di udire la voce del Padre. Anche a noi, quel giorno, attraverso il Suo tramite di Padre nella fede e centro di unità, è risuonata nel cuore la voce del Padre celeste che è nei cieli, forte e vibrante a scuotere l'incertezza ed a vincere l'incredulità.
Molti di noi hanno accostato la Sua bianca figura, avanzante con il bastone, a quella del Buon Pastore. Se la nostra fede si esprime nei segni, 1'11 luglio Lei ce ne ha offerti di straordinari e di immediata comprensione. La Sua discesa dall'alto per i sentieri non consueti dei boschi, I'incontro con la realtà viva del lavoro nei prati, l'abbraccio con gli anziani ed il bacio ai bambini, il percorrere a piedi le strade del paese, la predicazione nella chiesa di Costalta, hanno risvegliato in tutti la certezza che la fede è capace di donare incomparabile gioia e pienezza. No, per noi non è stata la visita turistica di un'eminente personalità, che suscita curiosità ed emozione, ma l'incontro più bello della nostra storia, con il pastore ed il padre in cui ci riconosciamo ed a cui ci lega profonda unità.
A questo proposito in chiesa Lei disse: "Oggi Roma è a Costalta". E noi ora vogliamo pensare che Costalta sia a Roma con Lei, magari soltanto quando riaffiorano i ricordi di splendide giornate di montagna, tra i boschi, le crode, lo scorrere d'acque ed il cielo. O quando, tra i tanti volti di umanità che verso di Lei si sono protesi, potrà focalizzare quelli di montanari autentici, che Le cantano con gli occhi il loro stupito grazie.
Il suo passaggio tra noi ha seminato. Ci auguriamo che il campo del nostro cuore possa essere terra fertile e dare frutti.
La abbracciamo con grande affetto e chiediamo la Sua Benedizione.
Seguono le firme di tutti i capifamiglia


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e risposta

Reverendo Signore,
nel vivo ricordo della visita del Santo Padre, gli abitanti di codesto paese Gli hanno voluto delicatamente esprimere i sentimenti suscitati nel loro animo da tale circostanza.
Il Sommo Pontefice ha accolto con compiacimento questo gesto di devozione, che Gli ha arrecato conforto, e riconoscente, desidera corrispondervi invocando dal Signore, su di Lei e su quanti si sono uniti nell'attestato di ossequi, quei doni di pace e di amore che sono a fondamento di una vita serena, operosa e prospera.
Mentre affida alla protezione della Madre del Redentore Lei e tutti i parrocchiani, specialmente i giovani e gli ammalati, Sua Santità imparte loro volentieri l 'implorata, propiziatrice Benedizione Apostolica.
Con sensi di distinta stima, mi confermo
Dev.mo nel Signore
( + E. Martinez, Sost.)



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