Bollettino Parrocchiale
di Costalta (Dicembre 2005)
SINODO: C'E' UNA SPERANZA
PER TUTTI!
L'esperienza del fine settimana
-intenso- di Sinodo è il risultato di tre anni di cammino.
Un gran bel risultato!
Lassemblea sinodale è stata davvero efficiente e
ha svolto a meraviglia in compito affidatele. Grazie ad unorganizzazione
e una cooperazione esemplari.
Nelle prime ore, era visibile sul volto di tutti i membri dellassemblea,
la preoccupazione di intraprendere un cammino poco conosciuto.
In sinodalità eravamo davvero tutti impreparati.
Cosa aspettarci? Come riuscire?
E vero che lo Strumento di Lavoro era nelle nostre mani
da un mese. Era stato sfogliato, letto, sottolineato. Era la
base su cui riflettere e da cui partire. Ma la preoccupazione
di non essere in grado, era preponderante. ANNUNCIO, ACCOGLIENZA,
PARROCHIA e FAMIGLIA erano i quattro temi. Per ognuno cera
scritto un capitoletto. Ma le modifiche? Come sarebbero nate?
Come si può discutere? Ognuno ha le sue idee e le argomenta
con le sue tesi. Cera il timore di non essere sufficientemente
preparati. Ma le tre giornate hanno preso una piega diversa.
La paura ha lasciato spazio allimpegno. Non eravamo lì
per dimostrare chi ne sapeva di più. Né per dimostrarsi
cristiani modello. Non cerano parroci in gara per competere
al concorso di Miss Parocchia. Eravamo tutti lì
per portare un contributo alla comunità cristiana. Ognuno
in base alla propria sensibilità. Con le sue conoscenze.
Con la sua esperienza. Nella sua piccolezza, volenteroso di ascoltare
e discutere.
Senza scordare che lo Strumento
di Lavoro è già un condensato di conoscenze e indagini
direttamente sul territorio, lobiettivo era trovare delle
linee guida per scrìvere il Testo Sinodale della nostra
diocesi.
Ma si è vissuto molto più in profondità.
Non cerano autori alla ricerca di fama, seduti in assemblea
plenaria. Cerano persone vive, con convinzioni forti, felici
e responsabili nel dare il proprio apporto affinchè la
comunità cristiana della nostra diocesi cresca. Perché
è questo che si è voluto far venire a galla: la
nostra comunità cristiana è viva, vera, e calata
nella nostra realtà. Una realtà in cui i problemi
ci sono. E sono particolari. Una comunità ricca di cristiani
coerenti che desiderano che la chiesa del nostro territorio cresca
a pari passo con i suoi fedeli.
Lassemblea sinodale si è dimostrata davvero attenta
e sensibile. Lo sono i parroci e i religiosi. Ma lo sono anche
i laici. Questo è lampante: cè un mondo di
fedeli animati da sentimenti e responsabilità sociale
e cristiana davvero lodevole.
Sembra che da questo Sinodo esca una voce ferma: cè
davvero una speranza per tutti !
Per i bambini, soprattutto per coloro che sono vittime
innocenti della violenza e della superficialità degli
uomini(...) Cè una speranza per i giovani(...)per
cui la nostra chiesa ha intrapreso la via del sinodo.
Giovani che hanno risposto alla chiamata strabiliando, positivamente,
tutta lassemblea. Vescovo compreso. La voce giovanile è
chiara, squillante. È cosciente e sensibile. È
pronta a dare il suo vivo contributo per delineare uno stile
cristiano caratteristico. Una modalità di comportamento
universale che sia riconoscibile e visibile nella comunità.
Che sia sincera e fiera di farsi vedere. Uno stile non stereotipato,
ma nato dallattento sondaggio tra le persone, tra i problemi,
tra le difficoltà della nostra terra. Per cui nato per
essere concretizzato. Nato per essere condiviso. Lo stile del
sinodo è esemplare e semplice. È cosciente di essere
grande, ma in continua e costante ricerca. Sempre convinto di
poter migliorare e desideroso di far migliorare il prossimo,
non per proprio merito, ma per la grazia che lo Spirito Santo
dona.
Dal sinodo esce una speranza perle famiglie. Di fronte
al dramma di tante famiglie divise... per gli anziani, per chi
soffre o ha sofferto a causa di superficialità e invidie
nella nostra chiesa: il volto nuovo che la nostra comunità
diocesana potrà avere, dipende da anche da queste persone.
Il sinodo nella sua ondata di freschezza e novità affronta
anche il mondo delle istituzione politiche. Appoggiando il confronto
e il dialogo finalizzato alla cooperazione con tali figure sul
territorio.
Le novità sono davvero tante. Le modifiche verranno attuate.
Ma ci rendiamo conto del passo che la chiesa nella nostra diocesi
ha fatto? Non è certo una mera ricerca di partecipanti
alla messa, conseguente al fatto che le presenze scarseggiano.
Non è affatto questo. Da Borca la mentalità del
sinodo si espanderà in tutte le direzione. La comunità
cristiana si mette in discussione perché è cosciente
dessere stata poco attenta a determinate sfaccettature.
Dapparire a troppe persone come non è. È
importante che ci si renda conto di quali sono i problemi attuali
e locali. È altrettanto determinante evidenziare quale
comportamento è auspicabile assumere suoi temi dattualità.
È tempo di mettersi in mostra. Non per vanità,
ma perché ne vale la pena. Per diffondere il Bello del
cristianesimo. Per innalzare le bellezze interiori del nostro
territorio.
Quarantanni fa si concludevano a Roma i lavori
del Concilio ecumenico Vaticano II. Senza questo esempio questo
Sinodo diocesano non si sarebbe svolto, così come molti
altri sinodi dei quali si è arricchito il cammino della
chiesa cattolica, mentre cresce in noi la speranza di vedere
il giorno in cui Dio, attraverso il suo Spirito, farà
al mondo il dono immenso della piena unità di tutti i
discepoli di Cristo.
Maria Joppi
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