E' SPECIALMENTE
QUESTIONE DI EMOZIONE!
(testo di Luciano Casanova Fuga - a conclusione del volume)

Ricordo l'emozione collettiva durante il corso di direzione corale dell'ASAC, quell'anno tenutosi a Borca di Cadore, cantando il brano MLK (Martin Luther King) ed il docente m° Werner Pfaff che guadagnava velocemente l'uscita durante l'esecuzione con gli occhi lucidi, canto tuttora presente nel nostro repertorio e che ci emoziona ogni volta.
E così ancora ho provato emozione cantando "Irmina bella" che narra il dramma della guerra in Bosnia con Irmina, bionda bambina di 8 anni, che perde il papà portato via in una fredda notte. Ho provato, insomma, emozioni grandi cantando canti americani, svedesi, armeni, comelicesi, ed altri ancora ed ho capito che non è questione di provenienza o di repertori ma, appunto, di emozioni.
Per questo ritengo che il repertorio di un coro non debba essere preventivamente definito, che non si debbano predicare repertori o particolari percorsi da seguire perché la musica, come tutte le arti, non deve avere gabbie, né frontiere, né barriere, perché è essa stessa l'espressione della libertà.
Ogni Coro deve sentirsi libero di eseguire i repertori che più affascinano, repertori che non sono mai insensate improvvisazioni, ma espressione autentica del Coro stesso.
Ogni Coro deve sentirsi libero di ispirarsi, anche nel nome, a tutti i tipi di montagne o di erode anche se lontane. Ben venga, se ci emoziona, cantare una storia d'amore sul monte Alakiaz (Armenia), un tramonto svedese, un addio in terra irlandese, un'eco di campane in Slovenia, una ninna nanna a Martin Luther King. Non per questo trascureremo le nostre montagne e le nostre valli e le emozioni ad esse legate e ci renderemo conto che i sentimenti non hanno confini.
Noi protagonisti di una storia lunga certo ma, ad un tempo, breve, perché vissuta con intensità:
Noi testimoni di ieri, ma ancora oggi pieni di entusiasmo:
Noi ragazzini di sempre pronti a scherzare, ma anche pronti a fare i bravi, quando il momento lo richiede;
Noi mattacchioni ancora con la voglia di stare insieme, anche oltre gli orari canonici;
Noi ancora disponibili a smussare il carattere, a comprendere chi non sempre si comporta bene, chi non sempre riesce a dare quanto vorremmo, chi fa delle soste ai box, chi è più abile a trovare le scuse per mancare che le scuse per esserci;
Noi facili alla commozione anche davanti ad una canzone provata e riprovata mille volte, noi pronti ancora a riprendere la vita anche dopo la scomparsa di un corista;
Noi che dopo tanti anni di coro, per alcuni più di metà della vita, ci guardiamo indietro e vediamo che il Coro ci ha dato tanto, che senza il Coro saremmo stati più soli, più incolori, più poveri e meno felici;
Noi che continuiamo a guardare avanti fiduciosi nel futuro e invitiamo i giovani e i meno giovani a far parte di questa meravigliosa famiglia;
Noi testimoni di ieri, ma ancora oggi presenti, che non ci aspettiamo in questo quarantesimo né ori né medaglie, né fiori né bandiere, perché l'essere stati insieme tutti questi anni è già stato un grande premio e, come ha detto un grande cantautore contemporaneo, "siamo già stati premiati una vita fa".
Luciano Casanova Fuga

Pagina
40° DEL CORO COMELICO:
il volume "La nostra storia"

 

 

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