ARCHIVIO FOTOGRAFICO
di GIAN ANTONIO CASANOVA FUGA



La foto (risalente agli anni 1935/1937) ritrae Ginio Battiston,
(padre di Gian Antonio Casanova Fuga),
quando lavorava nella segheria di Costalta,
che "crollerà" negli anni '60...

CLCCA QUI (oppure sulla foto) PER INGRANDIRLA


 Associazione CostaltArte - Regola di Costalta
LOCALITA' "LA SIEGA"

La "siega" era un edificio in legno, di proprietà della Regola, posto a Est del paese, poco dopo "Pröda", dove inizia la salita verso Forcella Zovo, sulla riva del Rio Rin. La località in cui sorgeva è chiamata ancora oggi "La Siega".
La "siega" è rimasta in funzione fino al 1966, quando è crollata a causa dell'alluvione. Funzionava con la forza dell'acqua.
Alla confluenza di due torrenti, il Rin e il "Gió d Costalciön", l'acqua veniva incanalata in una roggia RÖIA in legno, larga circa 80 cm. e profonda 1 m., e scorreva in piano per circa 40 m. A metà percorso c'era uno sbarramento in legno PORTAZ, che veniva chiuso perchè il canale si riempisse.
Alla fine del canale, vicino alla segheria, l'acqua cadeva in un tubo di ferro del diametro di circa 30 cm., posto in discesa, per circa 10 m. Qui metteva in azione una turbina, collegata con una cinghia in cuoio a una ruota in ferro (che veniva lubrificata con un impasto di resina e grasso).
La ruota trasmetteva un movimento verticale al telaio TLER, su cui era fissata la lama della sega SlEGA lunga circa m. 1.50 (sega veneziana).
Per fermare la sega, ad esempio per affilarla, veniva azionata una leva che spostava la cinghia su un'altra ruota del meccanismo interrompendo il movimento.
Il pavimento dove era posta la sega era formato da una serie di tronchi lunghi un metro, messi orizzontalmente, uno ogni metro, che fungevano da rulli su cui scorreva il CER.
Il "cer" era una piattaforma lunga circa 6 m. e larga m. 1.30 che veniva mossa da un congegno vibrante, CIÖN, azionato dal movimento stesso della sega e su di esso veniva messo il tronco da segare, ripulito dalla terra e dai sassi.
Era chiuso su un fianco da una sponda alta circa mezzo metro; ad essa veniva addossato il tronco con l'aiuto di una leva in legno, chiuso poi, dalla parte opposta, da una stanga fissata, a sua volta, al "cer" da cunei COINS in legno e in ferro. Il tronco, in questo modo, era costretto ad avanzare in linea retta verso la sega.
La fine del percorso del "cer" veniva segnalata dal suono di un "campanello" posto in alto; sentendolo, il segantino SEGAT sapeva che doveva riportarlo indietro e farlo ripartire.
I tronchi TAl venivano trasformati in assi BRÖI della lunghezza di 4 m. e di vario spessore: da 10 cm. per la costruzione delle pareti di case e fienili e per gli infissi, da 4 cm. per le porte e le finsestre, da 3 cm. per i pavimenti, da 2 cm. per il tavolato dei tetti, da 1.5 cm. per le cantinelle usate per la costruzione di soffitti e pareti; in SCÒRZES (parte esterna del tronco), RIGOGN (stecche di legno), SIATIZE (segatura).
Poichè lo spazio fra la lama della sega e la sponda del "cer" era di 10 cm., lo spessore massimo che potevano avere le assi, se si voleva tagliarle di misura inferiore, era necessario mettere degli spessori (fra la sponda del "cer" e il tronco) per ridurre la distanza.
Potevano essere segati quattro o cinque tronchi al giorno.
Di fianco alla sega per i tronchi c'era una sega circolare, azionata anch'essa dalla forza dell'acqua; potevano funzionare entrambe contemporaneamente solo nel periodo del disgelo, quando l'acqua era abbondante.
La segheria funzionava dalla primavera all'autunno.
Durante il periodo invernale venivano portati sul posto i tronchi con i "còces" perchè fossero pronti per essere segati la primavera successiva. Il segantino lavorava sia per la Regola che per i privati e rimaneva in segheria tutto il giorno, poichè era piuttosto lontana dal paese.
È certo, però, che il luogo non era nè solitario nè triste; era invece un punto d'incontro: per gli adulti che vi si recavano per motivi di lavoro e per i bambini che si divertivano sia a fare il bagno FÖI AL PLAF nella roggia, che a sedersi sui tronchi posti sul "cer" in movimento fino a quando... suonava il campanello.

(Testimonianza di Antonio Casanova Luzio - Testo redatto da Lucio Eicher Clere)



Ed ecco come appare oggi... in versione invernale
il luogo dove sorgeva la segheria
(chiamato ancora "Segheria" o "La Siéga" in ladino)



 Nell'estate 2010, la Regola di Costalta
ha provveduto ad installare, in località "La Sièga",
una gigantografia con la foto e il testo sopra riportati...
"LOCALITA' LA SIEGA"

(pubblichiamo una lettera di Gian Antonio Casanova Fuga e immagini...)


Pagina
"IERI E... OGGI"


 Pagina
"PERSONE DI IERI... E DI OGGI"

Pagina
"RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO..."
HOME PAGE DEL SITO