"Un personaggio che merita una doverosa e dettagliata,
anche se purtroppo breve, menzione, è Anastasio De Villa, scultore
promettente quanto sfortunato; meteora luminosa e malinconica.
Anastasio nacque nel 1924 e, ancora ragazzo, già modellava le sue
prime raffigurazioni aiutando il padre, artigiano marmista, nella piccola
bottega di Costalta.
Subito apparvero le grandi doti e le capacità espressive del fanciullo,
nella lavorazione di quel duro materiale che non ammette errori o ripensamenti.
A ventitrè anni, carico di passione e di volontà, Anastasio
De Villa si trasferì a Carrara presso le cave di marmo dove frequentò
la locale Scuola d'Arte, affinandosi nella tecnica scultorea. Lo fece con
dedizione assoluta, e con grande profitto, al punto che gli fu chiesto di
lasciare all'Istituto una sua opera scultorea.
Ritornato nella natia Costalta con la ferma intenzione di dedicarsi completamente
alla scultura, si trovò invece ben presto coinvolto e oppresso dalle
semplici, ma indispensabili necessità della quotidiana sopravvivenza,
disperdendo le sue doti artistiche in un difficile e sofferto rapporto con
i paesani (che mai capirono o accettarono - è doveroso dirlo - i
comportamenti e le idee di Anastasio).
Così il De Villa si sentiva sacrificato, costretto alla sola misera
lavorazione di lapidi e statuette cimiteriali, in uno spazio artistico e
culturale angusto, monotono e assai limitato. Troppo poco per le sue giustificate
aspirazioni. Sofferse talmente per questa situazione che la sua psiche non
resse agli intimi conflitti, alle incomprensioni ed alla solitudine. Venne
ricoverato nella clinica psichiatrica di Feltre e da quel triste luogo di
emarginazione totale non uscì più. Morì colà,
infatti, nel 1992, all'età di sessantotto anni, senza aver mai più
toccato gli adorati attrezzi per scolpire e per creare. Una morte artistica
prematura che lascia rimpianti ancor oggi in chi vede i suoi autoritratti,
i busti, i bassorilievi, le statue.
Così è stato scritto di Anastasio De Villa (1924-1992), animo
semplice e grande, inespresso e incompreso.
La bottega-laboratorio dell'artista, rimasta intatta, in via Villa 12, è
visitabile. Vi sono conservati gli attrezzi, alcune opere finite e altre
incompiute; quasi una piccola gipsoteca, insomma, tanto modesta quanto commovente
e ricca di fascino".
(da I. Zandonella Callegher e M. Fait, Escursioni
Comelico e Sappada,
CIERRE Ed., 1997)
Nell'estate 2002
l'Associazione CostaltArte ha inaugurato,
nel "Laboratorio di scultura" di via Villa (vicino alle scuole
elementari),
la "MOSTRA PERMANENTE" delle opere dell'artista.
Si può leggere la presentazione dell'avvenimento
nell'articolo, apparso sul "Corriere delle Alpi"
La mostra è visitabile, durante tutto l'anno, su richiesta alla sorella
Maria De Villa,
che abita nello stesso edificio in cui si trova il laboratorio.
Numerose foto di opere dello scultore,
già pubblicate in un volumetto edito dal Gruppo Musicale di Costalta,
si possono ammirare nella raccolta
tratta dall'Archivio di Francesco Colarusso...
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