NOTA INTRODUTTIVA
Perché Pinocchio?
Di questo libro sono state date molte interpretazioni. Numerosi studiosi
lo hanno letto in chiave fiabesca, altri in chiave realistica, altri ancora
in chiave simbolistica. Ne sono stati presi in esame, di volta in volta,
il linguaggio, la struttura narrativa, le ideologie sottese.
In ogni caso va detto che Pinocchio, il quale all'interno della letteratura
italiana è un classico che rivela uno straordinario spessore contenutistico,
viene letto e tradotto in moltissime lingue.
E', come dice Calvino, "il primo libro che tutti incontrano dopo l'abecedario".
Giovanni De Bettin, con la sua sensibilità di artista,
si è accostato a quest'opera per carpirne il segreto, per far rivivere
la magia di un burattino che diventa bambino, per raccontare una vicenda
di trasformazioni simboliche raccontate con realismo. Il Pinocchio di De
Bettin non è semplicemente una libera traduzione in ladino, ma una
rivisitazione dei valori in esso contenuti, espressi il più delle
volte in modo faceto e con grande efficacia.
Ancora ricorrendo a Calvino possiamo dire che Pinocchio
è uno dei pochi libri di prosa che, per la qualità della sua
scrittura, invita ad essere mandato "a memoria parola per parola".
E De Bettin, riuscendo a cogliere la vivacità e
la leggerezza della scrittura di Collodi, ha ripreso situazioni e personaggi,
inserendoli e contestualizzandoli in una realtà nuova, passando dal
colore delle sfumature toscane al cromatismo forte della lingua ladina.
Giovanni de Bettin, proprio per la sua innata creatività
poetica e pittorica, è riuscito, con questo lavoro, a ricreare il
mondo di Pinocchio con la bellezza e la magia di un dipinto, con l'arguzia
ed il brio di quelle fulminanti battute in dialetto, che il suo affezionato
e numeroso pubblico di lettori gli riconosce.
Emanuela Bisio |