(versione, in lingua ladina,
de "Le avventure di Pinocchio" di C. Collodi,
Edizioni Gruppo Musicale di Costalta, 2002)

NOTA INTRODUTTIVA

Perché Pinocchio?
Di questo libro sono state date molte interpretazioni. Numerosi studiosi lo hanno letto in chiave fiabesca, altri in chiave realistica, altri ancora in chiave simbolistica. Ne sono stati presi in esame, di volta in volta, il linguaggio, la struttura narrativa, le ideologie sottese.
In ogni caso va detto che Pinocchio, il quale all'interno della letteratura italiana è un classico che rivela uno straordinario spessore contenutistico, viene letto e tradotto in moltissime lingue.
E', come dice Calvino, "il primo libro che tutti incontrano dopo l'abecedario".

Giovanni De Bettin, con la sua sensibilità di artista, si è accostato a quest'opera per carpirne il segreto, per far rivivere la magia di un burattino che diventa bambino, per raccontare una vicenda di trasformazioni simboliche raccontate con realismo. Il Pinocchio di De Bettin non è semplicemente una libera traduzione in ladino, ma una rivisitazione dei valori in esso contenuti, espressi il più delle volte in modo faceto e con grande efficacia.

Ancora ricorrendo a Calvino possiamo dire che Pinocchio è uno dei pochi libri di prosa che, per la qualità della sua scrittura, invita ad essere mandato "a memoria parola per parola".

E De Bettin, riuscendo a cogliere la vivacità e la leggerezza della scrittura di Collodi, ha ripreso situazioni e personaggi, inserendoli e contestualizzandoli in una realtà nuova, passando dal colore delle sfumature toscane al cromatismo forte della lingua ladina.

Giovanni de Bettin, proprio per la sua innata creatività poetica e pittorica, è riuscito, con questo lavoro, a ricreare il mondo di Pinocchio con la bellezza e la magia di un dipinto, con l'arguzia ed il brio di quelle fulminanti battute in dialetto, che il suo affezionato e numeroso pubblico di lettori gli riconosce.

Emanuela Bisio


Pagina
"PINOCHIO LADIN"

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