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12-12-2008

Neve e ancora neve...

Neve e ancora neve sulle montagne bellunesi. Non si sa nemmeno più dove metterla. I tetti delle case cominciano a cedere, il pericolo valanghe in alcune punti ha toccato ormai il massimo grado, mezzi sgomberaneve e uomini non ce la fanno più a tenere il ritmo. Tutti i passi dolomitici sono chiusi. In Agordino anche le scuole hanno abbassato le saracinesche. Tutti a casa. A spalare neve.

Il presidente della Provincia, Sergio Reolon, ieri sera, mentre le precipitazioni riprendevano copiose con la previsione di buttare giù altri 70 centimetri entro stamattina, ha scritto alla Regione Veneto per chiedere lo stato di crisi. Servono almeno altri 50 mila euro per noleggiare mezzi. I Comuni hanno già sfondato ampiamente i budget. Ma servono anche altri mezzi e da Palazzo Piloni è partito l'ordine per una sorta di precettazione nei confronti delle ditte bellunesi che dispongono di adeguata attrezzatura per far fronte all'emergenza. Servono spartineve, ruspe, frese. Ma servono anche uomini per dare il cambio al personale, effettivo e volontario, che da giorni sta ormai lavorando ininterrottamente. Non va meglio nel fondovalle, dove la pioggia e la neve che si disfa hanno creato torrenti che stanno erodendo le strade, come accaduto lungo la provinciale del Nevegal in comune di Belluno.

I vigili del fuoco non riescono a soddisfare tutte le richieste, tanto che una donna di 87 anni, di Rocca Pietore, ieri ha deciso di salire personalmente sul tetto per ripulirlo prima che la massa nevosa lo sfondasse.A Zoldo Alto, da ieri alle 14, manca la luce.

Black out totale anche a Costalta di San Pietro dove si sono attivati due generatori a gasolio.

Il peso della neve sta infatti sollecitando oltremodo le linee elettriche.Nell'aviosuperficie di Fiames, camion ammassati, impossibilitati a muoversi. Gli autisti dormono nelle cuccette con i motori accesi.

Le previsioni dell'Arpav dicono che oggi le nevicate scenderanno fin sotto i 700 metri di quota, "regalando" un altro strato di circa 70 centimetri. In Agordino anche i sindaci si alternano personalmente alla guida dei mezzi sgombraneve, mentre da San Tomaso il primo cittadino spiega che forse sarebbe tempo di inviare l'esercito.

E la provincia, dopo la gioia delle prime nevicate, sprofonda in giornate difficili. Per troppa neve anche alcuni impianti sciistici sono dovuti rimanere chiusi.

Il presidente della Provincia, che in queste ore sta supportando i comuni, viene aggiornato di ora in ora dagli uffici provinciali della protezione civile sulla situazione maltempo.

Fiocca ininterrottamente sulle Dolomiti e sulle Prealpi. Molti paesi d'alta valle sono semi-sepolti.Cortina d'Ampezzo, dove tuttora nevica, misura un manto fresco di un metro e 70 centimetri, in quota la neve raggiunge i 2 metri e 80. Ieri, a causa del maltempo, erano in funzione solo quattro impianti sciistici.

L'inspessimento della coltre bianca sta facendo alzare anche il rischio di caduta valanghe, attualmente al grado 4 su una scala di 5, ma che in alcune zone ha già toccato il massimo livello. Il fondovalle è invece flagellato dalla pioggia che da due giorni, con qualche breve interruzione, cade incessante ingrossando fiumi e canali. La fase acuta di maltempo inizierà ad allontanarsi dal nord Italia solo questa sera, ma già da domenica sera l'Arpav prevede l'arrivo di una nuova sacca di maltempo che porterà altra neve. Tutti passi dolomitici restano chiusi.

Nonostante il maltempo, non mancano gli escursionisti temerari. Quattro ragazzi padovani sono stati infatti salvati nella notte da un possibile assideramento, dagli uomini del Soccorso alpino. Erano rimasti bloccati sul Pelmo, nei pressi del rifugio Talamini. Sono stati sorpresi dalla tormenta. Il Soccorso alpino, visto ormai la rapida moltiplicazione degli interventi per salvare escursionisti in pericolo, ha chiesto alla Regione di applicare al più presto la legge che impone di far pagare il soccorso qualora esso non sia di tipo sanitario. E ovviamente la raccomandazione a non muoversi in queste ore.

Lauredana Marsiglia


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