16-03-2008
Cultura è merito o pretesto
per mettere al rogo?
Preciso che nel mio intervento alla sala De
Luca di Borgo Prà sulla squallida vicenda di Costalta
intendevo avere risposta a una domanda:
fare cultura, stimolare la partecipazione, aggregare questo frantumato
Cadore è ragione di merito o è viceversa colpa
da punire col rogo come troppi, con ruoli diversi, sembrano auspicare?
È mio modesto parere che di sindaci di San Pietro (di
chi gli tien bordone) sian pieni i Municipi. Ed è male
in espansione.
Citavo l'esimio mio sindaco (Auronzo) che al capogruppo di minoranza
(45% dei voti) che "osa" suggerire una sua soluzione
alla nota vertenza Comune-Regole, risponde (e il maiuscolo si
impone) che non spetta ad un consigliere soprattutto di minoranza
proporre ricette! (Gazzettino 7.2.2008). Superfluo domandarsi
se anche ai consiglieri di maggioranza occorre il nulla osta
per usare il cervello.
Segnalo inoltre che costoro non mancano di coerenza. È
nelle edicole l'ultima magnifica fatica dello storico Alessandro
Sacco (1) di Dosoledo "Vita
in Cadore". Una persona che in un paese civile, per serietà,
modestia, amore per la sua gente (di cui va cercando giorno dopo
giorno le radici) dovrebbe essere portato in palmo di mano, e
di cui noi cadorini dovremmo essere orgogliosi. Niente di tutto
questo: un rombante silenzio continua a circondare il suo lavoro.
Ma non è un caso: perché documento su documento
vien fuori quella classe dirigente Cadorina, prepotente con i
deboli e leccapiedi con i potenti, in cui i nostri padri coscritti
si riconoscono pienamente.
Ecco il senso del mio dire rinnovando agli amici di Costalta
e al maestro Sandro un affettuoso saluto.
Giovanni Vecellio Salto
(1) - Alessandro
Sacco ha curato anche la pubblicazione
di testi che riguardano il passato di Costalta:
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