Sant'Anna
La festa di S. Anna cade in piena
estate e il calendario liturgico attualmente ricorda la madre
della Vergine Maria unitamente al suo sposo Gioacchino.
Di entrambi i coniugi le Sacre Scritture non parlano in nessun
punto e perciò, per avere qualche notizia della santa,
è necessario ricorrere ai Vangeli apocrifi e in particolare
al Protovangelo di San Giacomo, risalente al II secolo nel quale
si legge che Anna sposò il galileo Gioacchino, sperimentando
la gioia della maternità quando era assai avanti con gli
anni.
Il suo culto ebbe larga diffusione sia in Oriente che in Occidente,
ma nella nostra diocesi la venerazione della madre della Madonna
prese piede in epoca posteriore, con la presenza delle reliquie
portate dai primi crociati.
Oggi al suo nome sono intitolate due parrocchiali (entrambe cadorine,
a Costalta e a Zoppè) e ben nove chiese minori,
ma nelle nostre campagne sono molti i capitelli in suo onore.
S. Anna gode di numerosi patronati, tra cui quelli delle ricamatrici
e delle lavandaie, mestieri che la tradizione vuole ella abbia
esercitato.
La sua protezione, in particolare, viene invocata dalle partorienti
e dalle donne che desiderano la maternità. Nella tradizione
bellunese si soleva dire che "S.Anna l'è sora le
femene che conpra", ossia che la santa protegge le partorienti.
Nella civiltà contadina il non avere figli, e quindi non
procurare nuove braccia da lavoro alla famiglia, costituiva una
delle peggiori iatture e quindi il ricorso alla santa era frequente,
così come l'espressione dialettale "mi non oi fare
come S. Anna", attestata nel dizionario del bellunese arcaico
di G. Tomasi e legata dalla memoria popolare alla tarda maternità
di colei che pure ebbe per figlia la Madonna.
In qualità di ausiliatrice delle donne che si accingono
a partorire, S. Anna viene accostata dagli studiosi al mito e
alle funzioni dell'arcaica Grande Madre.
Si ricorreva a S. Anna anche per ottenere una buona morte così
come sarebbe accaduto per lei che ebbe in sorte di rendere l'ultimo
respiro quando era molto vecchia senza provare sofferenze, grazie
alla presenza del Bambin Gesù.
S. Anna cade in luglio, mese dei frutti che il caldo sole porta
a maturazione.
In questo periodo l'occhio del contadino è sempre rivolto
al cielo, speranzoso in una pioggia ristoratrice e benefica,
come sottolinea il proverbio veneto "Piova de Sant'Ana,
tuta mana", ma anche timoroso per il flagello della grandine
e per le temutissime tempeste.
Giovanni Larese |