31-8-2006
Con la decisione del Tribunale di
Belluno
che dà torto al Comune si chiude una vertenza lunga 15
anni
che ha avuto pesanti strascichi
Regole,
vinta la "madre di tutte le cause"
Sì al riconoscimento di un
vasto patrimonio
gli enti regolieri di Costalta, Presenaio, San Pietro e Valle
Le quattro Regole
di San Pietro vincono contro il Comune.
Gli immobili in contestazione sono di proprietà degli
enti privati.
Lo ha deciso il Tribunale di Belluno che ha depositato la sentenza
di primo grado, con la quale sono state accolte le domande di
riconoscimento della proprietà esclusiva delle Regole
di Costalta , Presenaio, San Pietro e Valle sugli immobili
dalle stesse rivendicate, cioè un vasto patrimonio di
boschi e pascoli.Si tratta dell'importantissimo epilogo di quella
che venne definita la "madre di tutte le cause", avviatasi
nel 1991 e pesata come macigni sulle tasche dei contribuenti
sampietrini (da una stima dello scorso anno, le spese legali
di Villa Poli, in otto anni, dal 1996 al 2004, sono state di
oltre 300 mila euro, di cui buona parte assorbita, appunto, dal
contenzioso neoconcluso). Una vertenza che ha interessato non
solo l'aspetto finanziario, bensì anche quello sociale,
con vari consigli comunali ed assemblee regoliere sull'argomento
e l'istituzione di una commissione consiliare comunale che non
portò a nulla.
La conclusione della controversia si articola sotto due aspetti:
il primo riguarda le carature risultanti dagli atti d'acquisto
del 1898, 1900, 1904 e 1905, attinenti al censuario di Franza
e ora corrispondenti alle zone di Pian del Polo, Chivion e Antola;
il secondo gli immobili appartenenti al patrimonio antico delle
Regole, attraverso acquisti anteriori al 1805 ed individuati
nel catasto terreni di Belluno. Accertati questi elementi il
giudice dichiara la proprietà esclusiva degli enti attualmente
presieduti da Silvano Eicher Clere, Sammy Pradetto Paletto, Sergio
Zampol ed Ettore Pradetto Roman. Ordina, inoltre, a Villa Poli
di astenersi da ogni turbativa in relazione a tutti gli immobili
elencati nel provvedimento e condanna il Comune a rifondere le
spese di causa delle parti, liquidate in complessivi 44.101,93
euro, ivi compresi 33 mila euro per onorari e 6.311,73 per diritti,
oltre gli accessori di legge, ponendo definitivamente a carico
del Comune le già liquidate spese per le due consulenze
(una storica, l'altra tecnica) d'ufficio, vale a dire dei periti
giurati del Tribunale.
Ed ora, dopo tre lustri, per il comune tra il rio Rin e il Cordevole
si chiude uno dei più delicati capitoli della sua storia
e si apre una nuova stagione, guardando al futuro.
Nella lettera che accompagna il dispositivo, inviato alle Comunioni
familiari, lo studio associati Trebeschi di Brescia, i cui legali
hanno difeso gli interessi delle antiche istituzioni, si afferma
che «dopo lunga attesa, i beni faticosamente acquistati
e gelosamente custoditi dai vostri avi tornano nel pieno possesso
dei regolieri». «La certezza del diritto, raggiunta
per mezzo di una sentenza immediatamente esecutiva, seppur non
ancora definitiva, possa essere il primo passo verso una ritrovata
concordia tra le Regole e il Comune - continua la difesa - Grave
errore sarebbe interpretare la decisione del Tribunale come una
vittoria dei regolieri a danno dei cittadini di San Pietro che
regolieri non sono. Siamo certi che gli amministratori delle
Regole, con il medesimo impegno con cui hanno rivendicato i diritti
regolieri avanti l'autorità giudiziaria, si attiveranno
ora per favorire una proficua collaborazione con l'ente pubblico
comunale, senza l'appoggio del quale sarebbe senz'altro più
difficile la corretta gestione di un così vasto patrimonio
agrosilvopastorale, tutelato dalla legge nell'interesse generale».
Yvonne Toscani |