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4-6-2006

"Appunti per una breve teologia mistica"

Claudio Michelazzi è un giovane creativo innamorato della parola, che ha dedicato i suoi anni di formazione culturale alla conoscenza del teatro, della musica, della poesia.
È con le parole che egli esprime al meglio la sua poliedrica personalità.
Apprezzato interprete e lettore di testi classici, da Jacopone, a Dante, fino a Ungaretti e Montale, si è fatto conoscere in questi anni come attore e regista in originali e riuscite performances in Cadore, in provincia di Belluno, in Friuli.
Ma il "gioco" delle parole per lui non si limita al fluire modulato dei suoni, che entrano nel circuito tra mente e cuore, ma va oltre, per fissarsi nei segni scritti e comunicare anche fuori dei tempi e degli spazi di uno spettacolo. Lo ha fatto con la forma scritta in versi della poesia, pubblicando due raccolte, nel 2002 "Le giornate della corte di Avignone", nel 2004 "Bosco di betulle d'inverno sotto la neve che preme".
Ora dà alle stampe un testo in prosa poetica, poche pagine di riflessione, di scavo dentro al suo mondo di giovane in ricerca, dove le citazioni di autori classici, di filosofi, aiutano a porre segnali indicatori sul sentiero incerto della ricerca della verità. Tra estetica, etica, tecnica e religione, i pensieri di Michelazzi sembrano detti ad alta voce e ricadere sui fogli soprattutto per convincere l'autore stesso della necessità di non fermarsi all'ovvio ed al semplice, ma affrontare la complessità con quel senso del dubbio e della relatività che deve caratterizzare ogni percorrenza dentro al mondo della filosofia.
Il titolo dato al libretto di prosa poetica è
"Appunti per una breve teologia mistica", che può sembrare pretenzioso se interpretato come saggio o come excursus tra filosofia e teologia. Ma è proprio seguendo le riflessioni dell'autore ed incontrando le numerose citazioni, da Socrate, a Lucrezio, a Holderin, che i contenuti del percorso di Michelazzi possono essere accolti come suggestioni dal lettore. Magari criticando o rifiutando le tracce di cammino proposte alla ricerca dell'uni9tà fra "Theos e Bios", cioè Dio e Vita, nel tentativo di superare la contraddizione esistenziale "dei tempi tristi in cui viviamo, con l'odio profondo per Dio, per gli uomini, per il reale e per la vita".
Claudio Michelazzi scrive il suo dissenso nei confronti dei modelli dominanti nella società contemporanea e confessa di preferire la marginalità all'omologazione. "Preferisco i Territori di frontiera, non la metropoli con il servaggio del consumo, non la provincia con la sua volgare banalizzazione, la perdita del senso critico, l'appoggio vicendevole della ciarlataneria. Io preferisco il confino. "E in questa voluta identificazione tra "confine" e "confino", Claudio Michelazzi, che ha scelto di abitare a Costalta , "sulle mie montagne, a due chilometri in linea d'aria dal confine di Stato", continua il suo percorso intellettuale tra teatro, musica e poesia.

Lucio Eicher Clere


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"ACCADE A COSTALTA..."

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