Senza avvisare il proprietario hanno prelevato del sangue dalle mucche e se ne sono andati lasciando il verbale appeso ad un gancio Entrano in stalla, Il proprietario ha presentato querela
ai carabinieri. Senza avvisare il proprietario entrano in stalla, prelevano del sangue dalle mucche e se ne vanno lasciando il verbale appeso ad un gancio. Conseguenza: scatta la denuncia. E'successo, nei giorni scorsi, a Costalta , in una stalla che si trova in località Tabià Osto, lungo la strada provinciale "Panoramica del Comelico".Al centro della vicenda due veterinari, nei confronti dei quali il proprietario degli animali, Giuliano Casanova Borca, ha presentato una querela ai carabinieri della stazione di Santo Stefano. "Il 3 novembre mi sono recato, come sempre, in stalla per accudire le mucche" - racconta il costaltese, da sempre agricoltore e convinto sostenitore del settore primario e dell'importanza di valorizzare la cultura contadina, troppo velocemente dimenticata in Comelico, ai tempi d'oro degli occhiali, in nome dell'industria - "e con stupore ho constatato che due agenti sanitari erano entrati prelevando dei campioni ematici, senza avvisare. E' facile ipotizzare la reazione delle sei mucche, di cui una aveva partorito due vitelli soltanto 24 ore prima. Immagino cosa possa essere successo in una situazione in cui è mancata la voce rassicurante del padrone. Soltanto alla vista degli aghi le mucche si innervosiscono".La sorpresa per Casanova Borca è stata, infatti, tanta, soprattutto perché in precedenza le visite dei veterinari erano sempre state annunciate. Stavolta, invece, come racconta, non è stato così. Nessuna telefonata, nessuna comunicazione sul prelievo per il cosiddetto test "Ibr", che solitamente viene eseguito in primavera. "Dopo una lunga meditazione ho deciso di querelare" - continua Casanova Borca - "L'ho fatto non soltanto perché sono entrati nella mia proprietà senza che lo sapessi, ma anche per sollevare il dibattito attorno all'argomento, di cui tutti si riempiono la bocca". Il comeliano si riferisce, in particolare, alla burocrazia che "rende tutto molto difficoltoso" e "assilla" gli allevatori, "costretti" ad osservare una lunga serie di norme, che comprendono anche numerosi registri contabili come una qualsiasi azienda commerciale o industriale."In questa situazione è assurdo sperare che i giovani si dedichino all'agricoltura" - sostiene - "Lavoriamo sette giorni su sette, senza ferie, con l'incognita del guadagno e un litro di latte pagatoci dai 30 ai 35 centesimi, quando in negozio costa oltre un euro. Eppure sono gli agricoltori ed allevatori che conservano l'ambiente, mantengono "vivo" il territorio dal punto di vista ambientale e turistico".Ecco perché l'appello di Casanova Borca di "non lasciar morire lentamente il primario" non può cadere nel vuoto, altrimenti il domani non potrà che essere incerto. "Se chi di dovere non fa qualcosa per l'agricoltura, entro cinque anni non ci sarà più nessuno ad occuparsi di questo settore" - conclude l'agricoltore di Costalta - "E un passo importante potrebbe essere di instaurare un rapporto di consulenza ed amicizia fra noi e i veterinari, senza che quest'ultimi siano soltanto dei funzionari". |
"ACCADE A COSTALTA..." |