10-9-2005
Scuole di Costalta:
intervista a Dario Bond
Sui retroscena
in merito al destino delle scuole di Costalta , dell'infanzia
e primaria, svelati dal Gazzettino, continuano le prese di posizione all'interno di Forza Italia, il partito
al quale il sindaco di San Pietro è molto vicino, così
come altri esponenti del suo governo. Dopo le dichiarazioni di
Paolo Gamba, capogruppo azzurro in Provincia, è il consigliere
regionale Dario Bond ad intervenire sull'argomento, con una lunga
intervista in cui spiega il perché, secondo lui, chiudere
le scuole a Costalta rischia di creare un pericoloso precedente
per la montagna bellunese, in cui conferma di aver contattato
il sindaco, offrendo il proprio aiuto per ricercare i finanziamenti
necessari, siano essi gli 84 mila euro per i lavori urgenti siano
di più, in cui racconta le proposte presentate e rifiutate
da Silvano Pontil Scala.Che cosa pensa delle scuole di Costalta
?
"Non conoscevo la realtà di Costalta e durante la
campagna elettorale ne sono rimasto fuori, per rispetto del sindaco
e, appunto, perché non conoscevo a fondo la questione.
Poi, dopo aver letto la stampa e dopo le elezioni di aprile,
ho fatto un giro in Comelico, per ringraziare gli elettori, e
sono arrivato fino a Costalta , dove mi sono reso conto del posto
in cui si trova questo paese così come ho visto dove si
trova Presenaio ed ho immaginato quella strada, in forte pendenza,
con la neve".
Non è esagerata, quindi, la preoccupazione dei genitori
e della gente?
"La difficoltà della gente di Costalta è una
difficoltà reale e non è soltanto una questione
limitata alla scuola sì o scuola no".
Cioè?
"Cerchiamo di capire la gente. Costalta è diventata
la linea Maginot, la linea sul Piave, la dogana fra la pianura
e la montagna, fra i disagi e i non disagi. E' una questione
di principio: difendere Costalta significa difendere il paese-baluardo
in provincia di Belluno ".
In concreto, lei non si è mai attivato per queste scuole,
non ha mai parlato con il sindaco?
"Mi sono permesso di telefonare al sindaco".
Che cosa gli ha detto?
"Gli ho detto: "Guarda, pur di difendere le scuole,
ti do una mano in Regione". Ci siamo sentiti anche stamattina
(giovedì per chi legge). Gli ho proposto di convocare
un vertice con tutti i diversi soggetti competenti in materia
d'istruzione ai diversi livelli, dagli onorevoli bellunesi al
Ministero dell'Istruzione, attraverso il Csa, dai referenti dei
plessi scolastici alla Regione Veneto, dalla Provincia alla Comunità
montana del Comelico e Sappada. Vogliamo cercare di capire il
problema, discutere su un principio? Bisogna trovare la forza
e l'umiltà per sedersi attorno ad un tavolo".
Lei si è offerto, quindi, di trovare i soldi per sistemare
i due edifici e qual è stata la risposta del sindaco?
"Mi ha risposto che per Costalta era già tutto deciso,
e che quindi i finanziamenti, se ci sono, servono per Presenaio,
perché non c'è alcuna razionalità a tener
aperte scuole dove ci sono quindici alunni".
E' d'accordo?"Non è una questione di quindici alunni.
Se siamo noi che cominciamo a tagliare, poi accadrà che
altrettanto faranno la Regione e lo Stato e sarà impossibile
difendere altre situazioni. In questo modo avalliamo i tagli
fatti dove non servono. La logica della chiusura nel pubblico
non è quella di un'azienda privata".
Ma questi benedetti soldi ci sono oppure no?
"Si tratta di trovarli. Individuato un caso, tutti portano
la loro fetta di contributo".
Yvonne Toscani |