Costalta... su "Il Gazzettino di Belluno"

10-5-2005

Annuncio choc:
ieri a Santa Maria di Sala
l'azienda ha illustrato il proprio piano industriale

Sàfilo chiude lo stabilimento di Calalzo

Solo alcuni dei 250 dipendenti
saranno trasferiti a Longarone, tutti gli altri a casa

È andata forse come si temeva. La Safilo, colosso dell'occhialeria mondiale e simbolo dell'occhialeria cadorina, di fronte alle difficoltà licenzia 500 persone, 250 delle quali proprio a Calalzo. Là, dove di fatto era nato il fenomeno dell'occhialeria bellunese. Là, dove la crisi si fa sentire di più. Là, in montagna, dove ogni posto di lavoro conta. La chiusura dello stabilimento calaltino, come purtroppo anticipato dal Gazzettino della scorsa settimana, non solo è un colpo mortale all'economia cadorina, ma fa crollare uno dei miti di questi anni, quello secondo il quale i colossi dell'occhialeria erano immuni dalla crisi. Solo alcuni dei lavoratori potranno trasferirsi a Longarone. Tutti gli altri resteranno a casa. Nessun commento da parte sindacale.

Ma per il Cadore quella di ieri è stata una giornata nera anche per un'altra ragione. Il sindaco di San Pietro di Cadore, Silvano Pontil Scala, ha confermato come la sua giunta abbia approvato la chiusura della scuola elementare e dell'asilo di Costalta , la frazione più popolosa del comune. Un altro terribile segno di come la montagna venga abbandonata per prima proprio da chi dovrebbe difenderla. Pontil Scala, oltretutto, ha preso la decisione assieme ai suoi assessori il 28 aprile, ma si è guardato bene dal comunicarlo. Non tanto alla stampa, quanto almeno ai suoi concittadini. Invece nulla. Una vergogna comprensibile, la sua, fatta in spregio non solo dei bambini e dei loro genitori, ma anche delle forze politiche di tutta la provincia. Persino numerosi esponenti di Forza Italia, partito al quale Pontil Scala pareva facesse riferimento, avevano preso le distanze da questa decisione. Erano state presentate interpellanze addirittura in parlamento, ed era intervenuto anche il presidente della Provincia Reolon. Era il segno che quella scuola si poteva e soprattutto si doveva salvare. Invece si è preferito chiuderla, contro tutti.

La crisi Safilo e il caso di San Pietro di Cadore pongono la classe politica bellunese e i sindacati di fronte ad una prova decisiva. Se si pensa che le cose possano andare avanti così, è sufficiente non fare nulla. Altrimenti, politici e partiti devono dire chiaramente da che parte stanno. Se da quella di chi chi vuole chiudere, oppure da quella di chi non si arrende e crede ancora che questa provincia abbia qualcosa da dire. I primi segnali, specie da parte di alcuni sindacati, non sono certo incoraggianti.


Pagina
"ACCADE A COSTALTA..."

HOME PAGE DEL SITO