8-4-2005
La decisione del sindaco Silvano
Pontil Scala
sta scatenando reazioni a catena coinvolgendo il mondo politico
bellunese
Le scuole di Costalta
finiscono in Parlamento
Il sen. Giovanni Crema ha presentato
un'interrogazione al ministro Moratti
affinché intervenga per
evitare la soppressione dell'Elementare
Sulle scuole collocate nel territorio
comunale di San Pietro dopo l'interrogazione del deputato Italo
Sandi, ora arriva quella del senatore Giovanni Crema.
I contenuti sono diversi, l'obiettivo lo stesso: far sopravvivere
i paesi di montagna e la loro cultura. Il rappresentante della
Camera si è soffermato sull'opportunità di formare
le classi della scuola secondaria di primo grado in deroga al
numero previsto dalla legge. In particolare per Presenaio, il
problema riguarda la prima, le cui iscrizioni non sono andate
oltre quota sette.
Crema, invece, ha presentato ieri un documento a Letizia Moratti
in cui chiede se il Ministro non ritenga di adottare iniziative
atte a capire le reali motivazioni che spingono l'Amministrazione
di San Pietro a chiudere le scuole dell'infanzia e primaria,
poiché sembrano prescindere da valutazioni didattiche,
di apprendimento e di sviluppo del bambino, soprattutto in una
realtà come quella di Costalta, carente dal punto di vista
sociale. Insomma la decisione del sindaco azzurro, Silvano Pontil
Scala, sta scatenando rigorose e decise reazioni a catena, investendo
il mondo politico bellunese ed ora approda nella stanza dei bottoni
di viale Trastevere. Che, come noto, punta moltissimo sull'attuazione
delle riforma. Sarà dunque il Miur, cioè il
Ministero dell'istruzione, università e ricerca a far
luce su una scelta messa in discussione da un intero paese e
da moltissimi cittadini.
Nell'interrogazione, Crema sottolinea che gli alunni, i genitori
e gli insegnanti di Costalta manifestano la loro preoccupazione
ed il loro disappunto per l'intenzione di chiudere entrambe le
scuole per motivi di sicurezza ed alcune carenze, rimediabili
peraltro con modesti investimenti.
Chi risiede nella valle ladina dolomitica del Comelico ha scelto
il futuro per i propri figli e vuole tenera viva la montagna
- ha scritto il senatore al Ministro - Per questi residenti la
scuola rappresenta dunque il profondo collante sociale in termini
di vivibilità e di benessere relazionale per i bambini
del paese, unica realtà aggregante in un ambiente sociale
che non ha altri punti di ritrovo durante i mesi invernali.
Crema ha poi esposto una lunga serie di argomentate motivazioni
sulla necessità di mantenere aperte le due scuole, soprattutto
in riferimento appunto alla riforma, che la decisione del forzista
Sissi non permetterebbe di attuare in modo serio ed efficace.
Un elemento non da poco, anche sul piano politico, se si considera
che la nuova impostazione scolastica è stata fermamente
voluta proprio dal partito in cui milita il sindaco di San Pietro.
Yvonne Toscani |