La Regista, Michela Buttignon,
presenta lo spettacolo...

"L'AUGELLIN BELVERDE"

Eccoci qui dopo una pausa di riflessione, invero piuttosto lunga, a percorrere con tanti nuovi attori, pieni di rinnovato entusiasmo i magici territori delle fiabe.

Stasera ci ritroveremo assieme a voi a curiosare nelle strane vicende di una strampalata dinastia, catapultati su spiagge deserte, o dentro a regge e giardini incantati.

Sono tutti luoghi, questi, che stavano lì ad aspettarci in fondo alla lunga strada percorsa, fatta di letture e discussioni, alla ricerca di un testo che fosse degno e adatto a queste "quasi nuove" Bretelle.

Sono luoghi che si sono rivelati, come tutte le cose belle, all'improvviso e che ci sono apparsi come una sorta di terra di mezzo, dove non è più solo tragedia o commedia, ma dove spazi e tempi drammatici si mescolano e si confondono in atnosfere e ritmi comico-grotteschi.

Un dove che stasera chiameremo Monterotondo, che è ovunque ed in nessun luogo e la cui storia è attuale come lo sono le fiabe che raccontano dell'uomo e del suo orgoglio ferito, del suo cuore spaventato, indurito e sospettoso.

Monterotondo ha un'anima fatata, ha un segreto custodito dal magico Augellin, che ci farà piangere e ridere, sperare, ancora una volta credere nel dolce lieto fine di una favola.


 NOTA DI REGIA

Più di una volta avevo pensato ad una fiaba per uno spettacolo teatrale ed ora eccola in scena!
L'occasione mi è stata data dalle Bretelle Lasche che, fiduciosamente, mi hanno chiesto la regia del loro nuovo spettacolo. In origine non doveva essere questo, ma, si sa, il regista alla fine decide sempre di mettere in scena il testo che più lo incuriosisce.
"L'Augellin Belverde" già alla prima lettura rivelava tutte le sue possibilità; noi invero ne abbiamo esplorate alcune, decidendo di tenere, del testo, solo la fiaba in sé, tralasciando gran parte della disquisizione intellettuale e polemica di cui era permeato.
Ho ritenuto sufficiente lasciar parlare la favola, regalandomi ed offrendo al pubblico un racconto, una storia come quelle che mi venivano raccontate dal nonno paterno, o come le filastrocche che mia nonna materna mi cantava.
Proprio per avvicinare il linguaggio al ricordo, nello spettacolo le forme linguistiche sono mescolate, come lo sono nella vita, e proprio alla vita infatti si ispira, come tutte le fiabe, "L'Augellin Belverde", alternando tristezza, malinconia e divertimento.
E' per divertimento, per soddisfare uno dei bisogni fondamentali dei vivere: il gioco, per il gusto di fare le cose per puro piacere, che ci siamo avventurati in questo mondo.
Si gioca così raramente da adulti e sono così rari e preziosi adesso i racconti, che vale la pena di approfittarne!

Michela Buttignon


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"ESTATE 2002 A COSTALTA"

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