29-6-2002
Una ruspa al lavoro per porre rimedio ai danni del maltempo
La conferenza dei sindaci ieri ha ufficialmente avanzato la richiesta
"Stato di calamità naturale"
Nel conto ci sono anche i danni provocati dai nubifragi di inizio
mese
COMELICO. "Stato di calamità naturale": la
richiesta campeggia, con tutta la sua drammaticità, sulla determinazione
stilata dalla conferenza dei sindaci del Comelico, riunitasi l'altra sera
in seduta straordinaria in seguito ai nubifragi a varie riprese abbattutisi
sul territorio durante questo giugno, tristemente destinato ad essere ricordato
a lungo. L'assise era stata convocata, in qualità di presidente della
locale Comunità Montana, da Mario Zandonella Necca, anche sindaco
di Comelico Superiore, il paese più colpito, assieme a San Nicolò,
dagli ultimi eventi atmosferici.
Ma il documento non riguarda solo il diluvio, e conseguenti frane, smottamenti
ed alluvioni, registrati tra domenica e lunedì scorsi: si riferisce
infatti pure al nubifragio abbattutosi sul comprensorio (seppur in maniera
meno intensa), ed in particolare su San Pietro, tra il 5 e 6 giugno.
Compiuta una prima, sommaria valutazione dei danni patiti da strade e manufatti
pubblici e dei nocumenti che hanno interessato anche strutture ed attività
private, ai sindaci non è restato che avanzare l'ufficiale richiesta
di dichiarazione di "stato di calamità naturale": sarà
immediatamente inviata a presidente della giunta regionale del Veneto, Giancarlo
Galan; assessori Floriano Pra (con delega alla montagna) e Massimo Giorgetti
(difesa del suolo), oltre che a prefettura e Provincia di Belluno e a tutti
i parlamentari bellunesi. La forma scarna ma densa di significato del comunicato
emesso dalla conferenza offre pienamente l'idea dell'entità dei problemi
che si trovano attualmente a fronteggiare i paesi del Comelico.
"E' in corso una prima valutazione", affermano i sindaci, "della
situazione nel nostro territorio in seguito ai nubifragi patiti a giugno
in due diverse occasioni: ne è emersa tutta la gravità degli
eventi e dei dissesti, rilevati in numerosi punti. Si è già
provveduto a raccogliere le segnalazioni fatte ai diversi municipi, i vari
provvedimenti ed ordinanze urgenti conseguenti ai disastri degli ultimi
giorni al fine di tutelare la pubblica incolumità e la sicurezza
delle infrastrutture, infine le relazioni stilate da tecnici (Corpo e Servizi
Forestali, Genio Civile), ANAS e Vigili del Fuoco".
Il recentissimo fenomeno atmosferico ha rivelato particolare violenza ed
impatto.
"Ne sono derivati", è l'impietosa disamina, "smottamenti,
frane ed inondazioni, interruzioni di servizi essenziali su SS 52 "Carnica"
e strade comunali, difficoltà nell'erogazione dell'acqua potabile
(riferimento all'acquedotto di Melin, che serve parte di Santo Stefano e
San Pietro, ndr) e temporaneo sgombero di alcune abitazioni".
Di conseguenza, "la situazione è di una tale gravità
da richiedere interventi urgenti e risorse adeguate, per affrontare sia
l'emergenza di pronto intervento e sia la programmazione di ripristini e
messa in sicurezza dell'intera area".
Andrea Bressan |