28-6-2002
I tecnici e gli amministratori allargano le braccia sconsolati
"Più giri, più danni trovi..."
Anche i privati iniziano a presentare il conto nei vari municipi.
Il presidente della Cm Mario Zandonella Necca:
"Serviranno milioni per sistemare tutto"
COMELICO. Perfezionare i sopralluoghi; compiere una prima
valutazione dei danni e metterne al corrente Regione e parlamentari bellunesi;
venire incontro alle istanze dei privati che maggiormente hanno patito le
conseguenze del maltempo: grazie anche al ritorno del sole, in Comelico
si prosegue nell'opera di verifica sulla reale entità dei disastri
causati dal diluvio di lunedì.
I sopralluoghi, con il passare delle ore, stanno purtroppo facendo emergere
la grave estensione di frane e smottamenti. "Più ci si aggira
per il territorio", ammette il sindaco di Comelico Superiore, Mario
Zandonella Necca, "e maggiori problemi sembrano via via emergere. L'ultimo
vicino a Casamazzagno, dove l'attuale stato di una strada desta più
di una preoccupazione. Si tratta di un'area estesa e fragile, come testimoniano
i molti rii e i piccoli o grandi dissesti che la caratterizzano". Per
non parlare di località Digon. "Confermo: è il punto
colpito dalle intemperie con maggiore violenza", precisa il sindaco,
"tant'è vero che il materiale da asportare, un intricato ammasso
di ghiaia, fango, vegetazione, appare di dimensioni notevolissime. Il Comune
di San Nicolò, sul tratto di sua competenza, ha proibito la percorrenza
della via che costeggia il torrente Digon; anche noi abbiamo provveduto
ad emettere apposita ordinanza di divieto, ma se non ci trovassimo di fronte
ad una tragedia vi sarebbe quasi da sorridere: per quanto riguarda il nostro
territorio, infatti, la strada in moltissimi punti letteralmente non esiste
più. Si entra sino a 800 metri, un chilometro al massimo, poi non
c'è più niente da fare".
Ieri pomeriggio è giunto in Comelico anche l'elicottero del Genio
Civile, per controllare la situazione dall'alto.
"Il tempo sembra tenere, e potrebbe farlo anche nei prossimi giorni",
è il parere di Zandonella, "il che ci consentirà di puntualizzare
le urgenze". A cominciare dall'asporto del materiale che ha invaso
la Val Digon. "Un problema non certo facile da risolvere", ammette
il sindaco, "a parte la sua raccolta, che richiede automezzi non certo
in dotazione dei Comuni, al momento non sapremmo dove collocarlo; e si parla
di migliaia di metri cubi".
Per quanto riguarda i danni subiti da opere e manufatti pubblici, ieri si
è tenuto un doppio summit: il primo ha coinvolto amministratori,
Forestale e Genio, tutti reduci da sopralluoghi; il secondo si è
tenuto in forma di conferenza dei sindaci del Comelico: evidentemente Zandonella,
che riveste pure la carica di presidente della Comunità Montana,
ha inteso mettere al corrente della situazione i colleghi.
Anche perché, tra le priorità, va inserita pure il ripristino
dell'acquedotto di Melin, che serve le frazioni di Costalissoio di Santo
Stefano e di Costalta di San Pietro: ancora ieri i vigili del fuoco
sono stati costretti a rifornire le vasche di Costalissoio, per non far
mancare l'acqua alle famiglie della zona. "Non ci resta che avanzare
a Regione e parlamentari bellunesi", sentenzia Zandonella, "le
nostre richieste, probabilmente conseguenti al decreto di stato di calamità
naturale. Inutile nascondercelo, ci vorranno milioni di euro per risollevarci".
Non ancora chiusa la prima fase di verifiche (da Servizi Forestali e Genio
Civile) e di sondaggi sulle frane (da parte di geologi), se ne apre un'altra:
non sono poche, infatti, le istanze per danni subiti già avanzate
da privati al municipio di Comelico Superiore; tra questi, coloro che abitano
nei pressi del disastro, ma anche pastori ed allevatori fortemente penalizzati
nella propria attività.
Andrea Bressan |