29-07-2005
Le scuole di Costalta
non chiuderanno
Lo ha stabilito il Tar del Veneto,
accogliendo il ricorso proposto dai genitori dei bambini iscritti
alle elementari e all'asilo, con la sospensione della delibera
della Giunta municipale di San Pietro dello scorso aprile
La notizia dell'accoglimento
dell'istanza di sospensione da parte dei giudici amministrativi
di Venezia è arrivata in paese nel primo pomeriggio di
ieri e si è diffusa da una famiglia all'altra, con il
passaparola ed il telefono, suscitando un forte entusiamo tra
i protagonisti della resistenza contro il sindaco Pontil Scala
ed una generale soddisfazione in tutto il paese, che aveva partecipato
unanime alla lotta per la difesa delle scuole, con una raccolta
di firma che ha raggiunto le 500 su 560 abitanti.
La sensazione che la battaglia contro il comune di San Pietro
non fosse persa, aveva sostenuto il comitato dei genitori, che
hanno firmato il ricorso al Tar lo scorso 15 luglio, tramite
lo studio legale di Enrico Gaz di Feltre. E la loro fiducia è
stata premiata alcuni giorni dopo, il 26 di luglio, festa della
patrona del paese Sant'Anna, con il pronuciamento del Tar a favore
della sospensione della delibera della giunta comunale di San
Pietro n° 49 del 28 aprile 2005.
In questa delibera il sindaco di San Pietro ed i suoi assessori,
tra i quali anche Manuel Casanova Consier di Costalta, decidevano
"di trasferire definitivamente l'attività scolastica
attualmente svolta presso i fabbricati di Costalta, presso il
fabbricato scolastico in via Dante a Presenaio". La determinazione
con cui la giunta comunale era arrivata alla chiusura dei due
edidici della frazione più alta e più popolosa
del Comune di San Pietro, nonostante i molteplici tentativi di
dialogo e proposte alternative, aveva convito tutta la popolazione
di Costalta che, più che i motivi tecnici, avevano influito
i puntigli personali del sindaco, che voleva dimostrare l'efficacia
del suo decisionismo anche a fronte di una scelta impopolare.
Ma la volontà di chiusura di Pontil Scala non si scontrava
solamente contro il paese di Costalta, ma anche contro la volontà
del consiglio dell'Istituto comprensivo di San Pietro, che si
era espresso all'unanimità, in tutte le componenti di
insegnanti e genitori, contro tale prospettiva. Nel ricorso al
Tar l'avvocato Gaz osserva: "Il Comune ha deliberato in
assoluta solitudine, misconoscendo la precettività delle
normative. Di "intesa" si suole parlare quando l'accordo
deve essere raggiunto tra autorità apparternenti ad enti
diversi, ma nella fattispecie non solo non risulta integrato
alcun accordo, ma si è operato contro e a prescindere
dal parere dell'istituzione scolastica, in spregio ai principi
di buona amministrazione".
Il ricorso fa riferimento alla violazione della legge regionale
sulle Regole, che obbliga i Comuni a consultare queste antiche
istituzioni in materia di urbanistica e di cultura locale. E
proprio la grande importanza attribuita in paese alle scuole,
come prima fonte del sapere, fa aggiungere in conclusione al
ricorso: "Non va sottaciuto anche l'enorme danno civico
che deriva dalla soppressione disposta, essendo indiscutibile
la forza di collante sociale e di potenzialità aggregativa
che ruota attorno alla scuola di un paese di alta montagna".
A queste considerazioni il Tar del Veneto ha dato credito.
A settembre nei due edifici di Costalta echeggeranno ancora le
risate dei bambini.
Lucio Eicher
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