5-11-2003
MINORANZE LINGUISTICHE - Nel pomeriggio
l'audizione con i gruppi della parte alta della provincia
I ladini: "Un posto
in Regione"
Rivendicano la loro specificità
e mezzi legislativi per continuare ad esistere
(gis) Un consigliere
regionale in rappresentanza di tutte le minoranze linguistiche.
Questa la richiesta più importante e "dirompente"
avanzata ieri nel corso dell'incontro fra ladini e cimbri della
provincia di Belluno con la commissione che dovrà elaborare
lo Statuto regionale. A lanciare l'idea è stato Lucio
Eicher Clere di Costalta , a nome dell'Unione dei Ladini:
"Sarebbe un passo importante perché costituirebbe
una novità assoluta per tutta l'Italia. Si tratterebbe
di una rappresentanza sovra-provinciale unica per tutte le espressioni
linguistiche (ladini, cimbri e friulani) presenti nel Veneto".
Per avanzare le loro richieste i ladini e i cimbri della nostra
provincia si sono serviti della loro lingua salutando in questo
modo il presidente della commissione Carlo Alberto Tesserin proseguendo
poi l'intervento in italiano.
Fra gli altri hanno preso la parola anche Max Pachner, assessore
provinciale ma intervenuto a nome dei ladini di Sappada, che
ha ricordato la disparità economica di trattamento con
i vicini altoatesini e trentini: "E per i comuni confinanti
con queste province, la sofferenza è enorme. Per fortuna
il clima verso le minoranze linguistiche è cambiato: una
volta erano sentite come un fastidio, ora come una ricchezza.
Per questo siamo fiduciosi per la redazione dello statuto. Ma
proprio perché c'è una grande aspettativa, avete
anche un'enorme responsabilità".
Andrea De Bernardin (Ladini di Rocca Pietore) ha sottolineato
come non ci sia comune che più di Rocca senta la necessità
di avere un'autonomia: "Noi che dal 1395 al 1806 ci siamo
praticamente autogestiti che secondo alcuni storici poco è
mancato che divenissimo San Marino. Ma non chiedete a noi cosa
vogliamo: andate piuttosto in provincia di Bolzano e guardate
come stanno le cose e allora capirete cosa ci manca". E
poi, con una punta di polemica verso quei Ladini ieri arrivati
in Provincia in costume, ha concluso: "Noi siamo venuti
in borghese, per non confondere il folklore con le cose serie".
Per Paolo Frena, sindaco di Colle Santa Lucia, lo snodo è
un altro: "Non sarà la questione linguistica a dividerci
- ha detto - ma la storia. Bisogna che nelle scuole venga studiata
anche la storia locale del Novecento. Cosa chiediamo al nuovo
Statuto? Che sia riconosciuta e sostenuta la nostra specificità,
il diritto a legarci in associazioni sovra-regionali con i Ladini
che insistono attorno al Sella, che siano ripristinati lo studio
della storia e lingua locali nelle scuole materne elementari
e medie e si possano usare i mass-media per diffondere e valorizzare
la nostra cultura".
Infine il cadorino Adeodato Piazza emigrato negli Usa, ha salutato
l'uditorio non in ladino ma in inglese: "Quando parlate
di ladinità, non dimenticate le migliaia di noi sparsi
nel mondo". |