La bambola di pane
La bambola che ricordo con più
tenerezza e come prima in assoluto è la bambola di pane.
La nonna faceva il pane il sabato per tutta la settimana e per
mio fratello e per me nel forno infilava del pane a forma di
pupazzo, con le gambe, la testa e le braccia.
Quando il pane era cotto, veniva solennemente consegnata a me
la bambola di pane con le fattezza di una birnba (gonna, trecce...)
e a mio fratello una bambola con le fattezze di maschietto (capelli
corti e pantaloncini corti).
La bambola, con il passare dei giorni, diventava sempre più
rigida e sporca, ma veniva usata fino al sabato successivo, perché
tale era la data dove si ripeteva la sorpresa del profumo, dell'attesa
del pane e del gioco in una unione simbolica tra nonna e nipote,
con il pane alimento del corpo che esaltava tale rapporto.
Con il senno di poi mi commuove
notare la saggezza dell'anziano che, lavorando per la sopravvivenza,
riesce anche a dare un tocco di affetto e tenerezza alla vita
dura.
Alessandra De Bettin |